This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 32020H1366
Commission Recommendation (EU) 2020/1366 of 23 September 2020 on an EU mechanism for preparedness and management of crises related to migration
Raccomandazione (UE) 2020/1366 della Commissione del 23 settembre 2020 su un meccanismo dell’UE di preparazione e di gestione delle crisi connesse alla migrazione (programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione)
Raccomandazione (UE) 2020/1366 della Commissione del 23 settembre 2020 su un meccanismo dell’UE di preparazione e di gestione delle crisi connesse alla migrazione (programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione)
C/2020/6469
GU L 317 del 01/10/2020, p. 26–38
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
1.10.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
L 317/26 |
RACCOMANDAZIONE (UE) 2020/1366 DELLA COMMISSIONE
del 23 settembre 2020
su un meccanismo dell’UE di preparazione e di gestione delle crisi connesse alla migrazione
(programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 292,
considerando quanto segue:
(1) |
La crisi dei rifugiati del 2015 ha messo in luce debolezze e lacune nei sistemi dell’UE e nazionali per la gestione delle crisi migratorie, nonché una mancanza di capacità e strumenti a disposizione degli Stati membri maggiormente sotto pressione. La crisi ha evidenziato la necessità di agire su più fronti simultaneamente: nei paesi terzi di origine, transito e/o destinazione, alle frontiere esterne dell’UE e in altri Stati membri sotto pressione. |
(2) |
Le misure adottate dall’Unione e dagli Stati membri dopo la crisi dei rifugiati del 2015 erano rivolte a molteplici necessità di ordine politico, legislativo, operativo e finanziario e miravano a migliorare la sostenibilità della gestione della migrazione. Questi sforzi senza precedenti, che comportavano misure a livello nazionale, internazionale e dell’UE, hanno contribuito a una successiva riduzione degli arrivi irregolari anno dopo anno raggiungendo infine, nel 2019, il livello più basso in sei anni. |
(3) |
La situazione alle frontiere esterne permane tuttavia molto instabile e sono necessari ulteriori miglioramenti per essere meglio preparati a resistere a potenziali crisi migratorie su vasta scala. Inoltre, i migranti che effettuano spostamenti non autorizzati e presentano domande di asilo in diversi Stati membri possono costituire un grave onere per i sistemi nazionali di asilo. |
(4) |
Per evitare di assistere a flussi migratori pressoché incontrollati in arrivo nell’UE, come accaduto nel 2015, e per garantire il funzionamento efficace dei sistemi migratori nazionali è necessario consolidare la cooperazione operativa finora sviluppata, istituendo un quadro che favorisca un uso più coordinato della legislazione pertinente. L’istituzione di un simile quadro contribuirebbe in modo significativo ad assicurare che gli Stati membri e l’Unione sviluppino la resilienza necessaria per affrontare efficacemente qualsiasi tipo di crisi migratoria. Inoltre, la situazione migratoria dovrebbe essere monitorata periodicamente affinché le decisioni siano adottate sulla base di un quadro situazionale completo, ove possibile. Tale processo dovrebbe basarsi sull’esperienza acquisita dopo la crisi dei rifugiati del 2015 nel monitorare la situazione migratoria, anche attraverso la pubblicazione delle relazioni sulla conoscenza e l’analisi integrate della situazione (ISAA) nell’ambito dell’attivazione pertinente dei dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi (IPCR) del Consiglio. |
(5) |
Al fine di rafforzare la resilienza dell’Unione e degli Stati membri, tutti i portatori di interessi, compresi gli Stati membri attraverso canali bilaterali, dovrebbero continuare a impegnarsi attivamente nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e a tenersi reciprocamente informati in merito a potenziali crisi in paesi terzi che potrebbero sfociare in crisi migratorie all’interno dell’UE. Per sostenere i paesi partner nello sviluppo delle capacità e nell’affrontare tali crisi, prima che le loro conseguenze si ripercuotano sull’UE, si dovrebbero utilizzare tutti gli strumenti pertinenti dell’UE in linea con i rispettivi quadri giuridici e obiettivi principali, rafforzando nel contempo gli obiettivi della politica migratoria. |
(6) |
L’efficacia della risposta operativa a una crisi migratoria dipende dalla preparazione dei singoli Stati membri e dalla loro capacità di dispiegare le attrezzature e le risorse necessarie, nonché da un’azione coordinata sostenuta dalle strutture esistenti dell’Unione. Inoltre, richiede che tutti i soggetti interessati cooperino in modo rapido ed efficace. Un meccanismo efficace e tempestivo di gestione delle crisi si basa pertanto sull’esistenza di procedure di cooperazione in caso di crisi, precedentemente stabilite, che definiscono chiaramente i ruoli e le responsabilità dei principali soggetti a livello nazionale e dell’Unione. |
(7) |
È necessario un meccanismo strutturato di gestione della migrazione, con monitoraggio in tempo reale, un sistema di allarme rapido e una risposta centralizzata e coordinata dell’UE per mobilitare strutture, strumenti e risorse umane e finanziarie, secondo necessità, tra le istituzioni e le agenzie dell’UE e in cooperazione con gli Stati membri. |
(8) |
Il regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio (1) relativo alla guardia di frontiera e costiera europea ha stabilito la responsabilità condivisa dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e delle autorità competenti degli Stati membri per l’attuazione della gestione europea integrata delle frontiere. Occorre inoltre garantire la conoscenza situazionale e prevedere una pianificazione integrata per la gestione europea integrata delle frontiere, compresa una pianificazione di emergenza. |
(9) |
I principi guida del programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione («il programma») dovrebbero essere: anticipazione, solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità, coordinamento, reazione tempestiva e assegnazione flessibile delle risorse. |
(10) |
L’obiettivo principale del programma è garantire, da un lato, la conoscenza situazionale e una migliore preparazione e, dall’altro, una governance efficace e una risposta tempestiva. |
(11) |
Il programma dovrebbe fornire un quadro operativo per monitorare e anticipare i flussi migratori e le situazioni migratorie, rafforzare la resilienza e organizzare una risposta coordinata alle crisi migratorie. Questi obiettivi rispecchiano le due fasi principali delineate nel programma: monitoraggio e preparazione, da un lato, e gestione delle crisi, dall’altro. |
(12) |
Ai fini del programma, una crisi migratoria dovrebbe essere definita come una situazione o uno sviluppo che si verifica all’interno dell’UE o in un paese terzo, che è tale (anche potenzialmente) da ripercuotersi sul sistema di asilo, migrazione o gestione delle frontiere di uno Stato membro, mettendolo particolarmente a dura prova. Ciò include e va oltre le circostanze di cui all’articolo 1, paragrafo 2, della proposta di regolamento per affrontare le situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo o le circostanze di cui all’articolo 2, lettera w), della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione. |
(13) |
Il programma è coerente e complementare con i meccanismi di gestione delle crisi dell’UE già esistenti, in particolare il meccanismo unionale di protezione civile (UCPM) con il suo Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC), i dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi (IPCR) del Consiglio, il meccanismo ARGUS della Commissione e il meccanismo di risposta alle crisi (CRM) del SEAE, che possono essere attivati contemporaneamente o successivamente all’attivazione del programma nella sua fase di gestione delle crisi. Il programma mira a sostenere l’interazione e la cooperazione tra questi meccanismi generali per affrontare le crisi, assicurando che siano loro fornite informazioni aggiornate sulle situazioni di crisi in corso. |
(14) |
Il programma si basa sulla legislazione pertinente già esistente, ma è anche concepito per sostenere l’attuazione dei nuovi strumenti proposti dalla Commissione, tra cui un regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione e un regolamento per affrontare le situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo. |
(15) |
La fase «monitoraggio e preparazione» del programma dovrebbe prevedere una serie di misure atte a garantire una conoscenza situazionale continuativa e meccanismi di previsione/allarme rapidi, nonché contribuire all’elaborazione della relazione annuale sulla gestione della migrazione pubblicata dalla Commissione a norma dell’articolo 6 della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione. La conoscenza situazionale generata dal programma potrebbe tra l’altro consentire alla presidenza del Consiglio di attenuare l’attuale livello di attivazione del meccanismo IPCR per la crisi migratoria. La fase «gestione della crisi» del programma dovrebbe assicurare che tutti i soggetti dispongano di informazioni complete e aggiornate sulla situazione migratoria, consentendo di prendere decisioni tempestive nonché monitorando e coordinando tali decisioni in modo adeguato. |
(16) |
Per concretizzare il programma, gli Stati membri, il Consiglio, la Commissione, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol), l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA) e l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) dovrebbero lavorare insieme come rete dell’UE per la preparazione e per la gestione delle crisi nel settore della migrazione («la rete»). L’obiettivo principale della rete dovrebbe essere garantire un adeguato scambio di informazioni pertinenti per le due fasi del programma. |
(17) |
La rete dovrebbe facilitare il monitoraggio e l’anticipazione dei flussi migratori, aumentare la resilienza e migliorare il coordinamento tecnico della risposta alla crisi, nel pieno rispetto della legislazione in vigore, utilizzando e integrando gli strumenti esistenti. |
(18) |
In casi specifici, ove possibile, anche i paesi terzi di origine, transito e/o destinazione interessati dovrebbero essere coinvolti nel funzionamento del programma. Il loro coinvolgimento dovrebbe contribuire a un efficace scambio di informazioni e ad azioni volte sia a ottenere un’adeguata conoscenza situazionale in materia di migrazione nei paesi interessati sia a stimolare una loro risposta a potenziali crisi, |
HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:
1. |
Per contribuire a una gestione più efficace della migrazione attraverso il monitoraggio e l’anticipazione dei flussi migratori, per aumentare la resilienza e la preparazione, nonché per organizzare la risposta alla crisi migratoria, gli Stati membri, il Consiglio, la Commissione, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol), l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA) e l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) («i soggetti») dovrebbero lavorare insieme nel quadro del «programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione» («il programma»). |
2. |
A tal fine, i soggetti dovrebbero collaborare nell’ambito di un meccanismo dell’UE di preparazione e di gestione delle crisi nel settore della migrazione, costituito in forma di rete («la rete»), a sostegno dell’attuazione del programma. |
3. |
I soggetti che costituiscono la rete dovrebbero assicurare un adeguato scambio di informazioni pertinenti nel corso delle due fasi del programma, nel pieno rispetto delle disposizioni giuridiche relative alle loro competenze e responsabilità. |
4. |
Durante la prima fase del programma, che dovrebbe essere attivata in modo permanente e continuare nella seconda fase, i soggetti dovrebbero fornire informazioni tempestive e accurate al fine di elaborare una conoscenza situazionale della migrazione e stabilire un sistema di previsione/allarme rapido, nonché aumentare la resilienza per affrontare efficacemente qualsiasi tipo di crisi migratoria. La seconda fase dovrebbe essere applicabile a una situazione o uno sviluppo che si verifichi all’interno dell’UE o in un paese terzo e che sia tale (anche potenzialmente) da ripercuotersi sul sistema di asilo, migrazione o gestione delle frontiere di uno Stato membro, mettendolo particolarmente a dura prova. La seconda fase include e va oltre le circostanze di cui all’articolo 1, paragrafo 2, della proposta di regolamento per affrontare le situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo o le circostanze di cui all’articolo 2, lettera w), della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione. |
5. |
La rete dovrebbe stabilire orientamenti di attuazione al fine di assicurare un flusso efficiente di informazioni rilevanti per il funzionamento del programma tra i rispettivi meccanismi di gestione delle crisi, sia nazionali sia dell’UE. |
6. |
Per rendere operativa la rete, gli Stati membri, il Consiglio, la Commissione, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol), l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA) e l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) dovrebbero designare un punto di contatto. |
7. |
I punti di contatto dovrebbero scambiarsi regolarmente informazioni finalizzate in particolare alla pubblicazione, da parte della Commissione, di periodiche relazioni sulla gestione della migrazione, come previsto all’articolo 6, paragrafo 4, e di relazioni situazionali come previsto all’articolo 6, paragrafo 6, della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione. |
8. |
In linea con i risultati delle relazioni sulla gestione della migrazione e delle relazioni situazionali, gli Stati membri dovrebbero discutere le misure necessarie da adottare. Le discussioni dovrebbero svolgersi a livello tecnico, strategico e se necessario politico, nell’ambito dei pertinenti organi preparatori del Consiglio o in sede di Consiglio. |
9. |
La Commissione, d’intesa con lo Stato membro che si trova ad affrontare una situazione di crisi migratoria, come indicato nella raccomandazione 4, dovrebbe informare gli altri punti di contatto della rete in merito a tale situazione al fine di attivare la fase di crisi del programma. Il punto di contatto dello Stato membro interessato dovrebbe fornire immediatamente al punto di contatto della Commissione le informazioni necessarie specificate nell’allegato. |
10. |
In una simile situazione di crisi, i punti di contatto dovrebbero agevolare la Commissione fornendo le informazioni e le istruzioni necessarie e coordinando le misure di risposta alla crisi. |
11. |
Lo scambio di informazioni all’interno della rete dovrebbe avvenire attraverso i canali di comunicazione disponibili, compresa, ove possibile, la piattaforma IPCR attraverso le sue apposite funzionalità e in linea con gli orientamenti di attuazione di cui alla raccomandazione 5. |
12. |
Le due fasi del programma dovrebbero essere conformi alla governance e al flusso di lavoro di cui all’allegato. |
Fatto a Bruxelles, il 23 settembre 2020
Per la Commissione
Ylva JOHANSSON
Membro della Commissione
(1) Regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2019, relativo alla guardia di frontiera e costiera europea e che abroga i regolamenti (UE) n. 1052/2013 e (UE) 2016/1624 (GU L 295 del 14.11.2019, pag. 1).
ALLEGATO
Il presente allegato illustra i principi e i principali soggetti del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione e ne descrive dettagliatamente il funzionamento nelle due fasi.
1. PRINCIPI E SOGGETTI DELLE DUE FASI
Principi
Nell’individuare le misure necessarie e nell’assegnare le responsabilità ai rispettivi soggetti, il Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore migrazione dovrebbe operare sulla base dei seguenti principi:
i) |
Anticipazione: la situazione migratoria dovrebbe essere monitorata periodicamente e le decisioni dovrebbero essere prese sulla base di un quadro situazionale completo e coordinato, in primo luogo a fini di prevenzione. |
ii) |
Coordinamento: la risposta alle crisi dovrebbe avvalersi di misure provenienti da tutti i settori di politica interna ed esterna pertinenti e da tutti i soggetti interessati nell’ambito di un approccio coordinato e globale. |
iii) |
Reazione tempestiva: le misure dovrebbero essere adottate non appena si rendono necessarie, al fine di evitare l’aggravarsi della situazione. |
iv) |
Allocazione flessibile delle risorse: le risorse dovrebbero essere mobilitate rapidamente sfruttando appieno la flessibilità da parte dei soggetti interessati, come consentito dai diversi strumenti di finanziamento. |
v) |
Solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità di cui all’articolo 5 della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione. |
Soggetti
I soggetti coinvolti nell’attuazione delle due fasi del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione sono i seguenti:
— |
Stati membri, compresi i loro funzionari di collegamento; |
— |
Consiglio; |
— |
Commissione europea, compreso il personale distaccato sul campo e nelle delegazioni dell’UE e i funzionari di collegamento europei per la migrazione; |
— |
Servizio europeo per l’azione esterna, comprese le delegazioni dell’UE e le pertinenti missioni e operazioni di politica di sicurezza e di difesa comune; |
— |
agenzie dell’UE (EASO, Frontex, Europol, eu-LISA e FRA), compresi i loro funzionari di collegamento. |
2. FASE DI MONITORAGGIO E PREPARAZIONE (FASE 1)
a) Obiettivo
L’obiettivo del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione nella fase di monitoraggio e preparazione è sostenere un maggiore coordinamento nell’applicazione della normativa vigente rafforzando e condividendo la conoscenza situazionale comune tra tutti i soggetti coinvolti, sviluppando un sistema di previsione/allarme rapido a livello di UE e sostenendo gli Stati membri nello sviluppo della resilienza di cui hanno bisogno per affrontare efficacemente qualsiasi tipo di crisi migratoria.
La prima fase del meccanismo mira a conseguire i seguenti obiettivi fondamentali:
— |
Condivisione della conoscenza situazionale e sistema di previsione/allarme rapido. Una comprensione tempestiva e sufficientemente completa degli eventi e delle nuove tendenze da parte di tutti portatori di interessi dovrebbe consentire il monitoraggio della situazione e una preparazione adeguata per rispondere in modo coordinato, ove necessario. Occorre anticipare tempestivamente l’emergere di nuove situazioni critiche e problematiche. Tutti i soggetti dovrebbero alimentare un sistema di previsione/allarme rapido da sviluppare a livello di UE con informazioni e dati fattuali. I lavori per sviluppare tale sistema dovrebbero essere coordinati dalla Commissione e basarsi nel contempo sugli strumenti attualmente disponibili e su quelli eventuali futuri. |
— |
Sostegno allo sviluppo della resilienza. Una comprensione comune della situazione, delle sue cause e delle previsioni dovrebbe aiutare gli Stati membri a concentrare gli sforzi volti a consolidare le loro capacità in caso di nuova crisi migratoria. |
b) Governance
La Commissione, se necessario in cooperazione con il SEAE, dovrebbe svolgere un ruolo guida nella fase di monitoraggio e preparazione avvalendosi di tutte le risorse a disposizione, compresi i funzionari di collegamento europei per la migrazione, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) e i fondi disponibili, nel rispetto dei relativi mandati, obiettivi e procedure. La Commissione dovrebbe presiedere la rete e assicurare le funzioni di segretariato, raccogliere informazioni, fornire le relazioni necessarie e monitorare l’attuazione delle misure che devono essere intraprese da tutti i soggetti.
Gli Stati membri, le agenzie dell’UE e altri soggetti dovrebbero sostenere la Commissione nello svolgimento di tali compiti, in particolare fornendo informazioni, analisi e previsioni accurate in modo tempestivo, nonché valutando la propria preparazione e pianificazione di emergenza.
Le necessarie discussioni a livello tecnico, strategico e, se opportuno, politico che richiedono l’adozione di misure negli Stati membri dovrebbero essere avviate nell’ambito dei pertinenti organi preparatori del Consiglio sulla base dei risultati delle relazioni della Commissione pubblicate in questa fase del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione.
Qualora il Consiglio decida di formulare conclusioni e raccomandazioni operative, la rete dovrebbe sostenerne l’attuazione mediante lo scambio delle informazioni attinenti.
c) Flusso di lavoro
Condivisione della conoscenza situazionale e sistema di previsione/allarme rapido
La Commissione dovrebbe convocare regolarmente, almeno trimestralmente, riunioni o videoconferenze della rete. La frequenza di tali contatti dovrebbe dipendere dalla gravità della situazione migratoria e dalle questioni individuate attraverso il monitoraggio della migrazione e delle emergenze.
Ove pertinente e fattibile, i rappresentanti dei principali paesi terzi di origine, transito e/o destinazione, nonché i rappresentanti dei principali partner internazionali e portatori di interessi dovrebbero essere invitati su base ad hoc alle discussioni della rete incentrate su una particolare rotta migratoria al fine di scambiare in modo tempestivo e regolare informazioni sui flussi migratori, sulle attività di traffico di migranti e su tutti quei fattori (anche geopolitici, sanitari, ambientali, climatici, demografici o socioeconomici) che incidono sulla gestione dell’asilo, della migrazione o delle frontiere dell’UE. Le modalità di tale contributo dovrebbero essere definite in consultazione con i paesi in questione attraverso le rispettive delegazioni dell’UE, in stretto coordinamento con il SEAE.
La preparazione dovrebbe essere una componente fondamentale dei dialoghi in materia di migrazione con i paesi terzi, in particolare nel vicinato dell’UE, e dovrebbe mirare a istituire canali di comunicazione e a individuare i soggetti locali da contattare e di cui avvalersi in caso di crisi.
Ove possibile la Commissione, in cooperazione con il SEAE, dovrebbe istituire videoconferenze ad hoc specifiche per rotta migratoria con i principali paesi terzi di origine, transito e/o destinazione e intensificare le videoconferenze analoghe già in corso. A tali videoconferenze dovrebbero partecipare tutti gli altri attori coinvolti o con un chiaro interesse nei movimenti migratori lungo una determinata rotta. La struttura della videoconferenza dovrebbe incoraggiare discussioni sostanziali in stretta cooperazione con le delegazioni dell’UE a beneficio di tutti i partecipanti.
Tutti i punti di contatto della rete dovrebbero fornire informazioni per contribuire alla necessaria definizione del quadro situazionale. La condivisione della conoscenza situazionale comprende dati sui flussi migratori, informazioni sui sistemi di accoglienza, asilo e gestione delle frontiere, i pertinenti sviluppi nazionali nel settore della migrazione negli Stati membri e nei paesi terzi, segnalazioni di previsione/allarme rapido, nonché azioni di cooperazione con i paesi terzi. Tutti i punti di contatto dovrebbero condividere informazioni su problematiche, carenze e interventi di risposta sul campo nell’interesse di un quadro situazionale comune a livello di UE. Il dettagliato funzionamento della rete dovrebbe essere illustrato nelle procedure operative standard.
La rete dovrebbe sfruttare appieno i canali e le piattaforme di comunicazione disponibili, compresa, ove possibile, la piattaforma IPCR attraverso le sue funzionalità specifiche. Se gli strumenti disponibili non sono sufficienti, la Commissione prenderà in considerazione la possibilità di migliorare le proprie piattaforme esistenti o di istituire una piattaforma web sicura ad hoc che garantisca il rapido scambio di informazioni all’interno della rete.
Sulla base di tali contributi, la Commissione dovrebbe pubblicare relazioni situazionali — una relazione sulla conoscenza e l’analisi della situazione migratoria (MISAA) la cui frequenza dovrebbe essere decisa dalla rete durante la fase di monitoraggio e preparazione. La relazione MISAA dovrebbe basarsi sul modello e sulla metodologia della relazione sulla conoscenza e l’analisi integrate della situazione (ISAA) attualmente pubblicata e sviluppata durante l’attivazione del meccanismo IPCR per la crisi dei rifugiati del 2015; essa sostituirà la relazione ISAA qualora la presidenza disattivasse detto meccanismo IPCR. Ove possibile, i soggetti dovrebbero condividere anche le informazioni ricevute da fonti esterne all’UE, che comprendono i paesi terzi e i partner internazionali. La relazione MISAA dovrebbe individuare le tendenze ed eventualmente contenere previsioni/allarmi rapidi dei flussi che consentano di allertare tutti i soggetti e di adottare misure correttive. La relazione MISAA dovrebbe essere condivisa esclusivamente con i soggetti attraverso la piattaforma IPCR, nel pieno rispetto delle norme per l’accesso a tale piattaforma, con la rispettiva partecipazione del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze.
Gli Stati membri dovrebbero discutere le misure necessarie e le conclusioni individuate nella relazione MISAA. Gli Stati membri dovrebbero discutere a livello tecnico, strategico e, se necessario, politico nell’ambito delle riunioni dei rispettivi organi preparatori del Consiglio o in sede di Consiglio. Il Consiglio può formulare conclusioni e raccomandazioni operative a cui i soggetti interessati dovrebbero dare seguito con il sostegno della rete.
Sostegno allo sviluppo della resilienza
Sulla base delle relazioni sulla gestione della migrazione e delle strategie nazionali di cui all’articolo 6, paragrafi 4 e 6, della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione e al fine di rafforzare la resilienza della gestione globale della migrazione dell’UE è opportuno istituire un ciclo di emergenza sulla migrazione.
In linea con l’articolo 6, paragrafo 3, della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, gli Stati membri dispongono di strategie nazionali per assicurare una capacità sufficiente per un’efficace gestione dell’asilo e della migrazione, che comprendono informazioni sul modo in cui gli Stati membri attuano i principi enunciati nel suddetto regolamento e gli obblighi giuridici che ne derivano a livello nazionale. Tali strategie includono la pianificazione di emergenza a livello nazionale, tenendo conto nel contempo della pianificazione di emergenza a norma della normativa pertinente, in particolare dell’articolo 8, paragrafo 6, e dell’articolo 9, paragrafi 3, 5 e 6, del regolamento (UE) 2019/1896 (Agenzia della guardia di frontiera e costiera europea), e dell’attuazione della gestione europea integrata delle frontiere ivi stabilita.
Le agenzie dell’UE dovrebbero riferire alla Commissione in merito alle proprie capacità e piani di emergenza e trasmettere alla Commissione eventuali altre relazioni che possa utilizzare in tale contesto.
Il SEAE dovrebbe contribuire agli aspetti esterni della migrazione e alle azioni di cooperazione con i paesi terzi di origine, transito e/o destinazione.
I paesi terzi dovrebbero avere la possibilità di condividere le proprie strategie in materia di migrazione e i propri piani di emergenza con la Commissione o con la rete su base volontaria.
Sulla base delle informazioni di cui sopra e in conformità all’articolo 6, paragrafo 4, della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, la Commissione presenterà annualmente una relazione sulla gestione della migrazione che illustri la probabile evoluzione della situazione migratoria e lo stato di preparazione dell’Unione e degli Stati membri.
Gli Stati membri dovrebbero discutere i risultati delle relazioni annuali sulla gestione della migrazione elaborate dalla Commissione nelle sedi appropriate.
La Commissione, con il sostegno degli altri soggetti della rete, dovrebbe fornire un quadro per monitorare il seguito dato alle conclusioni delle relazioni annuali sulla gestione della migrazione e riferire in merito ai progressi compiuti e allo stato di avanzamento nella successiva relazione annuale sul ciclo.
3. FASE DI GESTIONE DELLA CRISI MIGRATORIA (FASE 2)
a) Obiettivo
L’obiettivo del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione nella fase di gestione della crisi è sostenere una risposta rapida, efficiente e coordinata dell’UE a una crisi migratoria fornendo informazioni tempestive e aggiornate ai responsabili politici dell’UE sulla situazione operativa in atto e sostenendo il monitoraggio, il coordinamento sul campo e la comunicazione a livello tecnico tra tutti i soggetti.
b) Governance
Nella fase di gestione della crisi e fino a quando non saranno attivati i meccanismi generali di gestione delle crisi dell’UE (il meccanismo unionale di protezione civile, i dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi, il meccanismo ARGUS e il meccanismo di risposta alle crisi), per perseguire il proprio obiettivo il Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione si avvale del proprio quadro che comprende la rete e il meccanismo di segnalazione.
Una volta che i meccanismi generali di gestione delle crisi dell’UE saranno attivati conformemente alle relative procedure e obiettivi, dovrebbe essere garantita la funzione della gestione generale delle crisi, che comprende il necessario coordinamento tra detti meccanismi.
Durante l’attivazione della fase 2, le attività della fase 1 proseguono e sono intensificate.
La rete, attivata e presieduta dalla Commissione, dovrebbe sostenere il funzionamento dei meccanismi generali di gestione delle crisi dell’UE. Il sostegno dovrebbe anzitutto fornire la conoscenza situazionale necessaria per i dibattiti e le decisioni nell’ambito di tali meccanismi e dare seguito alla loro attuazione da parte dei soggetti interessati. A tal fine la rete dovrebbe riunirsi periodicamente in videoconferenza per discutere tutti gli aspetti operativi delle decisioni adottate nell’ambito dei meccanismi generali di gestione delle crisi dell’UE e riferire in merito.
Se attivati, i centri di gestione delle crisi degli Stati membri dovrebbero assicurare un collegamento adeguato ai meccanismi generali di gestione delle crisi dell’UE, che comprendono il meccanismo unionale di protezione civile e il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze, e sostenere l’attività dei rispettivi punti di contatto nella rete, in linea con gli orientamenti di cui alla raccomandazione 5.
Ove necessario e in sinergia con le riunioni tenute in sede di Consiglio conformemente alle norme del meccanismo IPCR, si potrebbero avviare ulteriori discussioni in seno ai pertinenti organi preparatori del Consiglio o in sede di Consiglio sulla base delle conclusioni delle relazioni sulla situazione della Commissione.
Ciascun soggetto dovrebbe adottare le misure necessarie, comprese quelle elencate nel pacchetto di strumenti di cui alla lettera d).
(c) Flusso di lavoro
1. |
La fase di gestione della crisi del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione può essere avviata dalla Commissione di concerto con uno Stato membro che deve far fronte a una situazione di crisi migratoria, come indicato nella raccomandazione 4. |
2. |
Il punto di contatto della Commissione dovrebbe informare gli altri punti di contatto della rete (presidenza dell’UE, Stati membri, Consiglio, SEAE, agenzie dell’UE) della decisione di attivare la fase di gestione della crisi del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione. |
3. |
La Commissione attiva immediatamente la rete in modalità 24/7 e convoca una riunione/videoconferenza urgente della rete al fine di affrontare i seguenti punti a livello tecnico:
|
4. |
Lo Stato membro interessato dovrebbe attivare le proprie misure di emergenza ed effettuare una prima valutazione delle esigenze che dovrebbe essere immediatamente condivisa con la Commissione e gli altri membri della rete. Tale valutazione iniziale dovrebbe contenere le seguenti informazioni:
|
5. |
Sulla base delle informazioni raccolte tramite la rete, la Commissione dovrebbe informare la rete comunicando in particolare:
Quando uno Stato membro ha presentato una richiesta motivata a norma dell’articolo 2, paragrafo 1, o dell’articolo 6, paragrafo 1, della proposta di regolamento per affrontare le situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo, le informazioni raccolte tramite la rete possono costituire la base dell’analisi e degli interventi della Commissione, conformemente agli articoli 2 e 6 di tale proposta. Quando la Commissione effettua la valutazione di una situazione migratoria in uno Stato membro a norma dell’articolo 47 della proposta di regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, le informazioni raccolte tramite la rete possono corroborare la relazione della Commissione sulla pressione migratoria, conformemente all’articolo 48 di tale proposta. Per quanto riguarda l’assistenza della protezione civile, il coordinamento tra gli Stati membri dovrebbe essere assicurato attraverso il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze. |
6. |
La presidenza del Consiglio può valutare la necessità di convocare una riunione straordinaria del Consiglio. |
7. |
La rete integrerà il lavoro dei sistemi generali per la gestione delle crisi dell’UE dopo la loro attivazione fornendo la conoscenza situazionale e scambiando le informazioni necessarie per monitorare a livello tecnico l’attuazione degli interventi necessari concordati nel quadro di tali sistemi. |
8. |
Il coordinamento negli Stati membri dovrebbe essere garantito nell’ambito dei rispettivi meccanismi nazionali per la gestione delle crisi che si occupano di migrazione, con il coinvolgimento di tutti i soggetti nazionali pertinenti, in assoluta coerenza con l’attuazione del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione, sotto il coordinamento generale dell’IPCR. |
9. |
Quando viene attivato il meccanismo unionale di protezione civile, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) della Commissione dovrebbe assicurare il suo appoggio al rapido dispiegamento del sostegno di emergenza negli Stati membri che lo richiedono e fungere da polo di coordinamento dell’assistenza della protezione civile tra tutti gli Stati membri dell’UE e degli Stati partecipanti. Dovrebbe essere stabilito un collegamento disponibile 24/7 tra i servizi competenti della Commissione. |
10. |
Ove opportuno e possibile, dovrebbe essere istituito un meccanismo di monitoraggio rafforzato nei paesi terzi con l’invio o il coinvolgimento di funzionari di collegamento da parte di tutti i soggetti nei principali paesi terzi di transito, origine e/o destinazione. |
11. |
Altri strumenti e meccanismi settoriali di gestione delle crisi dovrebbero essere attivati in funzione delle necessità, come elencato nel pacchetto di strumenti illustrato in seguito. |
12. |
La rete dovrebbe essere pienamente attivata 24/7 per tutta la durata della crisi. |
13. |
Se il meccanismo IPCR è attivato, il monitoraggio periodico della migrazione sarà assicurato dalle relazioni ISAA, che sostituiranno le relazioni MISAA durante il periodo di attivazione. Se invece non è attivato, le relazioni MISAA pubblicate dalla Commissione nell’ambito della prima fase del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione proseguiranno sulla base dei contributi dei soggetti pertinenti raccolti tramite la rete. |
14. |
Le relazioni MISAA/ISAA pubblicate dalla Commissione in questa fase del Programma dovrebbero essere discusse in seno ai pertinenti organi preparatori del Consiglio o in sede di Consiglio. |
15. |
La fase di gestione della crisi del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione può essere disattivata dalla Commissione su richiesta di uno o più Stati membri o di propria iniziativa quando la situazione che ha generato la crisi scompare o è considerata sotto controllo. |
16. |
La Commissione, insieme al Consiglio, al SEAE e alle agenzie dell’UE, dovrebbe organizzare una formazione mirata sulle procedure e sugli strumenti utilizzati in situazioni di crisi migratoria, al fine di migliorare la conoscenza e la preparazione di tutto il personale interessato. |
17. |
Tutti i soggetti dovrebbero effettuare periodiche esercitazioni di risposta alle crisi migratorie a livello nazionale ed europeo e, se necessario, rivedere l’attuale Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione sulla base degli insegnamenti tratti. |
d) Pacchetto di strumenti
Le seguenti misure costituiscono il pacchetto di strumenti per rispondere a una crisi migratoria conformemente alla legislazione pertinente.
Misure nei paesi di origine, transito e/o destinazione
— |
Oltre alla cooperazione in corso con partner terzi, la Commissione si coordina (di concerto con il SEAE, le delegazioni dell’UE e gli Stati membri) con i principali paesi terzi di origine, transito e/o destinazione, con particolare attenzione ai paesi limitrofi dell’UE, per aiutarli a migliorare ulteriormente le loro capacità di accoglienza e la gestione dei flussi migratori, in particolare proteggendo le frontiere e contrastando il traffico di migranti, e intensifica la cooperazione in materia di rimpatrio. |
— |
La Commissione, in cooperazione con gli Stati membri e il SEAE, introduce ulteriori corridoi sicuri e programmi di reinsediamento nei paesi terzi di origine, transito e/o destinazione pertinenti. |
— |
La Commissione coopera con le principali organizzazioni internazionali (in particolare l’UNHCR e l’OIM) e ONG, tra le quali assicura sinergie, per una diffusione complementare adeguata delle misure nei paesi di origine, di transito e/o di destinazione pertinenti. |
— |
La Commissione riesamina e attiva, sulla base delle necessità individuate, i finanziamenti disponibili nell’ambito di tutti i pertinenti strumenti di finanziamento (interni ed esterni), comprese eventualmente le loro componenti di emergenza, in linea con i rispettivi quadri giuridici e obiettivi. Per far fronte al protrarsi della pressione migratoria è fondamentale una riflessione concertata tra gli strumenti. |
— |
In circostanze eccezionali, la Commissione studia la disponibilità di risorse supplementari da mobilitare sulla base delle disposizioni del QFP qualora i finanziamenti di cui sopra non siano sufficienti. |
— |
In cooperazione con gli Stati membri la Commissione valuta la possibilità di ricorrere all’uso congiunto di finanziamenti provenienti dal bilancio dell’UE e dai bilanci nazionali, in attesa di una decisione sul loro mantenimento nel prossimo periodo del QFP. |
— |
Ove pertinente e possibile, la Commissione, in combinazione con le disposizioni esistenti degli Stati membri, istituisce un meccanismo di monitoraggio rafforzato nei paesi terzi, utilizzando nel contempo videoconferenze specifiche per rotta migratoria se previste nel Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione e inviando o coinvolgendo funzionari di collegamento nei principali paesi terzi di transito, origine e/o destinazione. |
— |
Qualora tra l’UE e un paese terzo sia stato concluso un accordo sullo status, Frontex invia squadre per la gestione delle frontiere per coadiuvare le autorità competenti di tale paese terzo nel controllo delle sue frontiere. |
— |
Qualora si verifichi un’emergenza o una situazione grave che riguarda o coinvolge la dimensione esterna della migrazione, il SEAE attiva il proprio meccanismo di risposta alle crisi utilizzandone i singoli elementi, a seconda dei casi: riunione di crisi, cellula di crisi, piattaforma di crisi e task force. |
— |
Prima, durante e dopo una crisi, le delegazioni del SEAE, in sinergia con la Commissione, svolgono i rispettivi ruoli che includono fornire una conoscenza situazionale, ma anche mettere in campo la risposta diplomatica, politica e operativa dell’UE. |
— |
Il SEAE mobilita le funzioni della direzione «Approccio integrato per la sicurezza e la pace», la capacità civile di pianificazione e condotta, la capacità militare di pianificazione e condotta e le missioni di politica di sicurezza e di difesa comune al fine di aggiornare l’idonea piattaforma di coordinamento nell’ambito delle funzioni di conoscenza situazionale e preparazione (resilienza). |
Misure negli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE
— |
Gli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE attivano la pianificazione/le misure nazionali di emergenza in materia di gestione delle frontiere, accoglienza e asilo. |
— |
Essi forniscono informazioni sulla situazione operativa, sulle lacune e sulle necessità alle frontiere esterne dell’UE. |
— |
Su richiesta di uno Stato membro alle frontiere esterne dell’UE, può essere attivato il meccanismo unionale di protezione civile per fornire l’assistenza necessaria. |
— |
La sorveglianza delle frontiere è intensificata in modo da estendere la copertura alle zone più colpite, in cooperazione con la Commissione e le agenzie dell’UE. |
— |
Su richiesta degli Stati membri, Frontex fornisce il proprio sostegno per rafforzare le operazioni congiunte esistenti o avviare un intervento rapido alle frontiere. |
— |
In coordinamento con gli Stati membri, l’EASO invia il personale e le attrezzature opportuni per fornire assistenza in materia di accoglienza e asilo. |
— |
In coordinamento con gli Stati membri, Europol invia personale/attrezzature/funzionari di collegamento per effettuare controlli di sicurezza sui migranti in arrivo. |
— |
In coordinamento con gli Stati membri, Frontex sostiene le attività di rimpatrio inviando esperti in materia di rimpatrio nonché organizzando e coordinando le operazioni di rimpatrio mediante voli charter e di linea, anche con scorte e osservatori dei rimpatri. |
— |
La Commissione istituisce task force regionali dell’Unione europea (EURTF) negli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE come quadro per facilitare lo scambio di informazioni e migliorare il coordinamento tra tutti i portatori di interessi. |
— |
Nei punti di forte pressione sono istituiti punti di crisi (hotspot) e centri di accoglienza il cui personale proviene dalle autorità nazionali competenti e che sono sostenuti dalle agenzie dell’UE tramite i sistemi di informazione in materia di migrazione e sicurezza necessari. |
— |
La Commissione invia personale negli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE per contribuire al coordinamento delle azioni di risposta. |
— |
Di concerto con gli Stati membri, la Commissione formula i principali messaggi per la comunicazione al pubblico in caso di crisi e utilizza gli strumenti di comunicazione più efficaci, tra cui la piattaforma IPCR, per diffonderli e contrastare la disinformazione. |
— |
Di concerto con gli Stati membri, la Commissione coopera caso per caso con le principali organizzazioni internazionali (in particolare UNHCR e OIM) e ONG per un’adeguata attuazione complementare delle misure negli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE. |
— |
La Commissione mette a disposizione degli Stati membri i progetti relativi ai rimpatri volontari assistiti e alla reintegrazione. |
— |
La Commissione riesamina e attiva, sulla base della valutazione delle necessità degli Stati membri, i finanziamenti disponibili nell’ambito di tutti i pertinenti strumenti di finanziamento (interni ed esterni), comprese eventualmente le loro componenti di emergenza. |
— |
In circostanze eccezionali, la Commissione studia la disponibilità di risorse supplementari da mobilitare sulla base delle disposizioni del QFP qualora i finanziamenti di cui sopra non siano sufficienti. |
— |
In cooperazione con gli Stati membri la Commissione valuta la possibilità di ricorrere all’uso congiunto di finanziamenti provenienti dal bilancio dell’UE e dai bilanci nazionali, in attesa di una decisione sul loro mantenimento nel prossimo periodo del QFP. |
— |
Gli Stati membri che non sono sotto pressione possono offrire assistenza agli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE tramite attrezzature, materiale, personale, invio di personale specializzato e ricollocazione volontaria di migranti, nonché contribuendo con l’invio di personale alle operazioni delle agenzie dell’UE. |
— |
Gli Stati membri che non sono sotto pressione possono contribuire finanziariamente alle risorse supplementari necessarie per attuare le misure di emergenza. |
Misure in altri Stati membri sotto pressione
— |
Gli altri Stati membri sotto pressione attivano la pianificazione/le misure nazionali di emergenza in materia di accoglienza e asilo. |
— |
Gli altri Stati membri sotto pressione forniscono informazioni sulla situazione operativa, sulle lacune e sulle necessità. |
— |
Su richiesta di uno Stato membro sotto pressione, è attivato il meccanismo unionale di protezione civile per fornire l’assistenza necessaria. |
— |
La Commissione istituisce task force regionali dell’Unione europea (EURTF) negli altri Stati membri sotto pressione come quadro per facilitare lo scambio di informazioni e migliorare il coordinamento tra tutti i portatori di interessi. |
— |
In coordinamento con gli Stati membri, Frontex sostiene le attività di rimpatrio inviando esperti in materia di rimpatrio nonché organizzando e coordinando le operazioni di rimpatrio mediante voli charter e di linea, anche con scorte e osservatori dei rimpatri. |
— |
In coordinamento con gli Stati membri, l’EASO invia il personale e le attrezzature opportuni per fornire assistenza in materia di accoglienza e asilo. |
— |
Europol invia personale/attrezzature/funzionari di collegamento per effettuare controlli di sicurezza sui migranti in arrivo. |
— |
La Commissione invia personale negli Stati membri sotto pressione per contribuire al coordinamento delle azioni di risposta. |
— |
Di concerto con gli Stati membri, la Commissione formula i principali messaggi per la comunicazione al pubblico in caso di crisi e utilizza gli strumenti di comunicazione più efficaci, tra cui la piattaforma IPCR, per diffonderli e contrastare la disinformazione. |
— |
Di concerto con gli Stati membri, la Commissione coopera con le principali organizzazioni internazionali (in particolare UNHCR e OIM) e ONG per un’adeguata attuazione complementare delle misure negli Stati membri sotto pressione. |
— |
La Commissione mette a disposizione degli altri Stati membri sotto pressione i progetti relativi ai rimpatri volontari assistiti e alla reintegrazione. |
— |
La Commissione riesamina e attiva, sulla base della valutazione delle necessità degli Stati membri, i finanziamenti disponibili nell’ambito di tutti i pertinenti strumenti di finanziamento (interni ed esterni), comprese eventualmente le loro componenti di emergenza. |
— |
In circostanze eccezionali, la Commissione studia la disponibilità di risorse supplementari da mobilitare sulla base delle disposizioni del QFP qualora i finanziamenti di cui sopra non siano sufficienti. |
— |
In cooperazione con gli Stati membri la Commissione valuta la possibilità di ricorrere all’uso congiunto di finanziamenti provenienti dal bilancio dell’UE e dai bilanci nazionali, in attesa di una decisione sul loro mantenimento nel prossimo periodo del QFP. |
— |
Gli Stati membri che non sono sotto pressione possono offrire assistenza agli altri Stati membri sotto pressione tramite attrezzature, materiale, personale, invio di personale specializzato e ricollocazione volontaria di migranti, nonché contribuendo con l’invio di personale alle operazioni delle agenzie dell’UE. |
— |
Gli Stati membri che non sono sotto pressione possono contribuire finanziariamente alle risorse supplementari necessarie per attuare le misure di emergenza. |
IMMAGINE 1
Questo diagramma presenta in modo schematico la struttura su più livelli del Programma di preparazione e di risposta alle crisi nel settore della migrazione.