15.1.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 14/29 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Sviluppare sinergie tra le diverse tabelle di marcia per l’economia circolare»
(parere d’iniziativa)
(2020/C 14/03)
Relatore: Cillian LOHAN
Decisione dell’assemblea plenaria |
24.1.2019 |
Base giuridica |
Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno Parere d’iniziativa |
Sezione competente |
Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente |
Adozione in sezione |
4.9.2019 |
Adozione in sessione plenaria |
26.9.2019 |
Sessione plenaria n. |
546 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
144/2/8 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
La prima fase dell’economia circolare è stata un grande successo. Il concetto di economia circolare viene adottato in particolare dal settore delle imprese, e le aziende private sono oggi più avanti dei responsabili politici nell’individuare le potenzialità offerte dall’utilizzo di un modello di questo tipo. Le iniziative dell’UE hanno dato il via a questo processo e hanno rappresentato un motore per le diverse azioni. L’economia circolare è già andata oltre il riciclaggio e la gestione dei rifiuti, entrando in una fase nuova e più decisiva. Il CESE incoraggia la nuova Commissione, che si insedierà nel 2019, a garantire che questa visione più ampia dell’economia circolare si rifletta in ogni nuovo pacchetto adottato in materia. |
1.2. |
L’economia circolare è uno strumento pratico per conseguire obiettivi politici internazionali più ampi, quali gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi. Può inoltre contribuire al piano globale d’azione per il clima attraverso la partecipazione attiva degli attori non statali, compresi i governi locali e regionali e le organizzazioni della società civile rappresentate dai tre gruppi del CESE. |
1.3. |
La piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (ECESP) e il suo gruppo di coordinamento hanno un ruolo cruciale da svolgere nello sviluppo delle prossime fasi e nell’attuazione della transizione verso l’economia circolare, fungendo da polo di informazione attraverso il sito web dell’ECESP. La piattaforma offre inoltre valide opportunità di creazione di reti e incoraggia le sinergie. Essa si trova altresì in un’ottima posizione per elaborare un modello di tabella di marcia per l’economia circolare che potrebbe essere messo a disposizione gratuitamente. |
1.4. |
La segreteria dell’ECESP, gestita dal CESE, ha posto la società civile e le parti interessate al centro del processo decisionale della piattaforma. Il CESE sostiene un’iniziativa guidata dalle parti interessate e incoraggia queste ultime a individuare e segnalare gli ostacoli concreti incontrati dalla società civile nel realizzare l’agenda relativa all’economia circolare. L’ECESP è idealmente collocata per svolgere questo ruolo, e collabora con la segreteria per proporre soluzioni ai problemi individuati. |
1.5. |
Il sostegno alle tabelle di marcia e alla creazione di sinergie deve essere integrato da attività di ricerca e sviluppo, da un contesto normativo adeguato, dall’educazione per tutte le parti interessate e da informazioni sull’accesso agli aiuti finanziari per la transizione verso la circolarità. |
1.6. |
Nonostante i successi ottenuti finora, vi sono ostacoli evidenti alla realizzazione di un’economia circolare. Tra questi figurano il quadro politico, la prospettiva pubblica, la governance delle infrastrutture e le barriere finanziarie. L’ECESP ha il compito di individuare e segnalare eventuali altri ostacoli al momento di proporre soluzioni ai responsabili delle politiche. |
2. Introduzione
2.1. |
A seguito dell’adozione da parte della Commissione europea del piano d’azione dell’UE per l’economia circolare, il CESE prosegue gli sforzi volti a sostenere la transizione verso un’economia circolare in Europa attraverso un forte impegno della società civile volto a garantire che la transizione sia efficace, equa e giusta. |
2.2. |
Il presente parere d’iniziativa attinge allo studio commissionato dal CESE sulle strategie e sulle tabelle di marcia in materia di economia circolare in Europa, che punta a individuare le sinergie e le potenzialità di cooperazione e di creazione di alleanze. Queste potenzialità possono essere individuate a tutti i livelli e tra tutti i soggetti interessati: responsabili delle politiche, imprese, lavoratori, consumatori e membri del pubblico. |
2.3. |
L’economia circolare è uno strumento pratico per conseguire obiettivi politici internazionali più ampi, quali gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi. Può inoltre contribuire al piano globale d’azione per il clima attraverso la partecipazione attiva degli attori non statali, compresi i governi locali e regionali e le organizzazioni della società civile rappresentate dai tre gruppi del CESE. |
2.4. |
La prima fase dello sviluppo dell’economia circolare è stata un grande successo. Il concetto di economia circolare viene adottato in particolare dal settore delle imprese, e le aziende private sono oggi più avanti dei responsabili politici nell’individuare le potenzialità offerte dall’utilizzo di un modello di questo tipo. Le iniziative dell’UE hanno dato il via a questo processo e hanno rappresentato un motore per le diverse azioni. L’economia circolare è già andata oltre il riciclaggio e la gestione dei rifiuti, entrando in una fase nuova e più critica. Il CESE incoraggia la nuova Commissione, che si insedierà nel 2019, a garantire che questa visione più ampia dell’economia circolare si rifletta in ogni nuovo pacchetto adottato in materia. |
3. Quali sono le caratteristiche di una tabella di marcia?
3.1. |
Le tabelle di marcia e le strategie in materia di economia circolare contribuiscono a delineare e definire le aspirazioni dei paesi, delle regioni o delle città, e i passi da compiere per realizzare tali aspirazioni. Si tratta spesso di documenti particolareggiati che affrontano la questione della transizione da un modello lineare a uno circolare nelle diverse fasi della catena del valore, ad esempio la produzione, il consumo, la gestione dei rifiuti, le materie prime secondarie, l’innovazione e gli investimenti. |
3.2. |
Tali documenti fanno spesso riferimento ad attività volte a conseguire obiettivi fissati a livello internazionale, come l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici o gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, nonché ad affrontare sfide globali quali la scarsità di risorse e i limiti dell’attuale modello economico per una gestione delle risorse che sia sostenibile sul piano ambientale e sociale. |
3.3. |
Le tabelle di marcia e le strategie in materia di economia circolare sono tendenzialmente incentrate su un tema collegato alle specificità territoriali di una determinata realtà locale, regionale o nazionale. Ad esempio, nella regione spagnola dell’Estremadura la conservazione dei terreni destinati al pascolo è considerata un elemento fondamentale per i risultati economici a lungo termine di tale regione, mentre la strategia nazionale finlandese pone un forte accento sulla silvicoltura. |
3.4. |
Le strategie e le tabelle di marcia fortemente inclusive prendono in considerazione gli approcci che abbracciano la catena del valore di un determinato settore, come la produzione, l’agricoltura, la gestione alimentare e idrica. L’inclusione dei diversi soggetti è importante per individuare le principali parti interessate nella transizione verso un’economia circolare, e numerose strategie e tabelle di marcia affrontano l’inclusività attraverso tematiche orizzontali che possono essere così ripartite: tematiche tecniche, incentrate sul prodotto, incentrate sulla rete o basate sullo sviluppo territoriale. |
3.5. |
Il grado di inclusione delle parti interessate in una strategia o in una tabella di marcia può anche essere visto in termini di grado d’integrazione degli approcci tematici e settoriali. Alcune strategie puntano ad introdurre il concetto di circolarità e si rivolgono quindi ad un ampio ventaglio di parti interessate al fine di incoraggiarne la partecipazione e il coinvolgimento nella transizione. Altre sono maggiormente incentrate su un settore e hanno una base più ristretta di parti interessate che sono pertinenti per determinati circuiti settoriali. La forma di strategia più diffusa finora è onnicomprensiva, nel senso che abbraccia molteplici circuiti settoriali e incoraggia i partenariati. |
4. Piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare
4.1. |
L’ECESP è stata istituita nel 2016 come iniziativa congiunta tra il CESE e la Commissione europea, a seguito di una proposta formulata dal CESE in un suo parere (1). Si tratta di una rete di reti a livello europeo, che riunisce le parti interessate di tutta l’UE e favorisce il dialogo, la condivisione delle migliori pratiche e l’individuazione delle lacune politiche. La piattaforma comprende un gruppo di coordinamento con rappresentanti del mondo accademico, della società civile e dei governi locali, come pure delle reti nazionali o settoriali esistenti. |
4.2. |
L’ECESP è diventata un polo importante di informazione e messa in rete nel contesto delle iniziative europee in materia di economia circolare. Essa dispone di un gruppo di coordinamento attivo di 24 organizzazioni aderenti e gestisce un sito web molto frequentato con una media di 7 000 visitatori al mese. Tiene altresì una conferenza annuale di due giorni che puntualmente registra il tutto esaurito. |
4.3. |
Il CESE svolge le funzioni di segreteria dell’ECESP, apportando un valore aggiunto alla piattaforma. In quanto casa della società civile dell’UE, il CESE può vantare una notevole esperienza nel trovare una voce comune forte tra gruppi diversi. Attraverso i suoi lavori legislativi, il Comitato riesce a creare un consenso tra la grande varietà dei suoi membri. Queste caratteristiche essenziali hanno aiutato i membri dell’ECESP ad esprimersi appieno e a impegnarsi nei lavori della piattaforma senza che il processo sia troppo istituzionalizzato. |
4.4. |
L’ECESP può contribuire a promuovere lo sviluppo di nuove strategie in materia di economia circolare secondo due modalità: 1) offrendo una piattaforma per la pubblicazione di strategie e tabelle di marcia che renda i documenti facilmente reperibili e utilizzabili come riferimento e 2) favorendo la creazione di reti di contatti tra le parti interessate sia all’interno di uno stesso territorio, sia tra territori diversi. Attraverso la segreteria, la piattaforma può sfruttare al massimo le possibilità di collegare i responsabili dell’attuazione a livello locale e nazionale con i responsabili politici a livello dell’UE. |
4.5. |
Grazie a quest’attività di creazione di contatti, la piattaforma può inoltre favorire l’inclusione di una vasta gamma di parti interessate della società civile nella transizione verso un’economia circolare, e per giunta in una fase precoce della definizione e dello sviluppo della tabella di marcia. |
4.6. |
L’ECESP fornisce un’infrastruttura unica, che permette di adottare un approccio coerente e coordinato alla progettazione e all’attuazione di nuovi modelli economici nell’UE. Essa è diventata un modello per altre piattaforme in cui le organizzazioni della società civile sono incaricate delle funzioni di segreteria e le parti interessate assumono a turno il ruolo di presidente del gruppo di coordinamento. |
4.7. |
Il CESE sottolinea che tutte le parti interessate devono essere consultate in ogni fase dello sviluppo della strategia e della tabella di marcia, dalla progettazione fino all’attuazione e al monitoraggio dei progressi. |
4.8. |
Il CESE, grazie alla sua posizione unica di partner della piattaforma e di responsabile dei servizi di segreteria nell’ambito della stessa, può ulteriormente incoraggiare questo approccio inclusivo offrendo un modello di strategia adattabile, che può servire da ispirazione agli elaboratori delle strategie e delle tabelle di marcia in materia di economia circolare. Questo modello di strategia è stato messo a punto e pubblicato nel quadro di uno studio commissionato dal Comitato (2). |
4.9. |
Lo sviluppo di strategie efficaci richiede dati scientifici affidabili e un’intensa attività di ricerca a sostegno del processo decisionale. Questo è uno dei fondamenti dell’innovazione e richiederà una solida combinazione di investimenti pubblici e privati. |
5. Principali insegnamenti tratti dallo studio
5.1. |
L’economia circolare è un termine ampio che comprende tutta una serie di cambiamenti nell’uso dei materiali, nei modelli aziendali, nei modelli di produzione, nella bioeconomia, nel flusso degli stock, nei mercati delle materie prime secondarie e nel ruolo dei consumatori. |
5.2. |
Le strategie devono riflettere tale ampia varietà, ma raggiungono il massimo dell’efficacia quando si concentrano su un settore specifico che sia pertinente per la distribuzione geografica della strategia. Ad esempio, in una regione agricola, una strategia per l’economia circolare si concentrerà sulla bioeconomia e sul ruolo dell’agricoltura e degli ecosistemi naturali nella circolarità. Invece, in una regione caratterizzata da una maggiore produzione di rifiuti, la strategia si concentrerà sul modo migliore per ridefinire i rifiuti come una preziosa materia prima secondaria. |
5.3. |
L’esistenza di un piano d’azione a livello UE ha incoraggiato lo sviluppo di piani a livello nazionale. In alcune regioni esistono importanti raggruppamenti (cluster) di strategie. Laddove siano state adottate delle strategie nazionali, è più probabile che vengano attuate anche delle strategie locali o regionali. Il CESE incoraggia tutti gli Stati membri a elaborare e attuare strategie nazionali in linea con le iniziative dell’UE in materia di economia circolare. |
5.4. |
Nell’80 % dei casi vi è una mancanza di consultazione della società civile nella fase di definizione dell’ambito di applicazione e di progettazione delle strategie. L’ECESP e il CESE mettono in risalto il lavoro che le organizzazioni della società civile stanno svolgendo in questo settore e l’esperienza disponibile. Il CESE raccomanda di adottare un approccio coordinato per sviluppare un processo di coinvolgimento di tutte le parti interessate fin dalle primissime fasi della progettazione della strategia. Questa iniziativa potrebbe essere un compito dell’ECESP, oppure essere concepita come un progetto congiunto con il Comitato delle regioni, il Parlamento, il Consiglio e la Commissione. |
5.5. |
L’ambito di applicazione delle strategie viene definito il più presto possibile. È fondamentale garantire che già nella fase di determinazione di tale ambito siano riconosciuti la natura interconnessa dell’economia circolare e i requisiti interdisciplinari per un’attuazione efficace. L’economia circolare si è già evoluta al di là del riciclaggio, e le strategie dovrebbero tenere conto di questi sviluppi. |
5.6. |
Le strategie dovrebbero essere concepite tenendo presenti proprietà quali la scalabilità e la trasferibilità. Le prime strategie non sembrano prendere in considerazione questi elementi. È indubbio che un approccio più coordinato allo sviluppo di nuove strategie o alla revisione di quelle esistenti contribuirebbe a conseguire questo obiettivo. |
5.7. |
La buona governance è importante. Occorre garantire che vi sia una titolarità delle tabelle di marcia, da parte di un’unità già consolidata all’interno di un’organizzazione oppure di un’unità di nuova creazione. Tale unità avrebbe il compito di promuovere la creazione di reti, produrre conoscenza e comunicazione, monitorare i progressi e garantire che la strategia sia regolarmente aggiornata. Un approccio di questo tipo contribuisce a garantire che le tabelle di marcia siano documenti viventi che vengono applicati nella pratica. |
5.8. |
L’economia circolare svolge un ruolo importante nell’agricoltura. Le aziende agricole tradizionali di proprietà e a conduzione familiare erano (e in alcuni casi ancora sono) modelli di uso efficiente delle risorse in armonia con la natura. Il CESE chiede che i finanziamenti dell’UE sostengano la circolarità nel settore agricolo, a tutti i livelli e per le aziende di tutte le dimensioni. La bioeconomia è un sottosettore della circolarità. I flussi biologici e i flussi di materiali si combinano per creare le ruote interconnesse dell’economia circolare. Le tabelle di marcia per le regioni agricole possono aiutare tali aree ad adottare un approccio coordinato e a garantire che il vantaggio competitivo della circolarità sia pienamente realizzato. |
5.9. |
Tra gli altri punti importanti delle tabelle di marcia potrebbero figurare la rifabbricazione o la riparazione. Nuovi modelli d’impresa e di proprietà, oltre all’attuazione di una solida progettazione ecocompatibile, possono offrire opportunità di occupazione e prosperità regionale in relazione alla rifabbricazione di prodotti. |
5.10. |
La comunicazione di informazioni accurate e chiare ai consumatori è parte essenziale di una solida tabella di marcia. Le barriere culturali alla transizione verso l’uso di prodotti circolari o di materiali secondari devono essere affrontate mediante la comunicazione. Per i consumatori, i prodotti rifabbricati spesso presentano lo stesso standard funzionale di quelli ottenuti da materie prime vergini, ma sono più sostenibili. Ogni tabella di marcia, per essere efficace, dovrebbe tenere conto di considerazioni relative alla qualità e ai diritti dei consumatori. |
5.11. |
Un elemento importante per riuscire ad attuare l’economia circolare consisterà nell’adottare un approccio coordinato all’educazione del pubblico, dai bambini delle scuole ai consumatori, riguardo ai vantaggi e ai principi della circolarità. L’educazione di tutte le parti interessate è un elemento essenziale per realizzare una transizione efficace e inclusiva. |
5.12. |
La formazione, la comunicazione e la condivisione delle conoscenze possono essere rafforzate tramite il ricorso alle risorse di apprendimento tra pari disponibili presso la Commissione. |
6. Ostacoli all’efficacia delle tabelle di marcia
6.1. |
Le tabelle di marcia non sono di per sé sufficienti per realizzare progressi più significativi verso la circolarità: esistono, infatti, numerosi ostacoli da superare nei seguenti ambiti: |
6.2. |
Politico: assenza di sostegno;
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6.3. |
Opinione pubblica: mancanza di consapevolezza e di comprensione del concetto di economia circolare da parte del pubblico. Timore delle implicazioni per tutte le parti interessate dalla transizione, dai fabbricanti e produttori agli utenti finali e ai consumatori.
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6.4. |
Quadro della governance delle infrastrutture: assenza di disposizioni in materia di scalabilità e trasferibilità.
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6.5. |
Finanziario: possono mancare gli incentivi economici sia per la transizione delle imprese che per il passaggio degli utenti a prodotti e servizi circolari. In ultima analisi, le opzioni circolari destinate ai consumatori saranno più competitive sul piano economico, ma potrebbe essere necessario fornire degli incentivi per la fase transitoria iniziale. Le modalità di accesso ai relativi finanziamenti devono essere comunicate in modo chiaro, e il processo di presentazione delle domande va reso facile e comprensibile. |
6.6. |
Il CESE chiede all’ECESP di affrontare questi ostacoli di fondo, di individuarne altri e di proporre soluzioni specifiche ai responsabili politici su come affrontare i problemi principali nel modo più efficace. |
Bruxelles, 26 settembre 2019
Il presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Luca JAHIER
(1) Cfr. il parere del CESE sul tema Pacchetto sull’economia circolare (GU C 264 del 20.7.2016, pag. 98).
(2) Circular economy strategies and roadmaps in Europe: Identifying synergies and the potential for cooperation and alliance building (Tabelle di marcia per l’economia circolare: individuare le sinergie e le potenzialità in termini di cooperazione e di creazione di alleanze).