COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 20.7.2021
SWD(2021) 724 final
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE
Relazione sullo Stato di diritto 2021
Capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Romania
che accompagna il documento
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sullo Stato di diritto 2021
La situazione dello Stato di diritto nell'Unione europea
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Sintesi
Dall'ingresso della Romania nell'Unione europea, nel 2007, le riforme adottate dal paese in materia di giustizia e anticorruzione sono state seguite dalla Commissione attraverso il meccanismo di cooperazione e verifica (MCV) quale quadro significativo dei progressi compiuti in questi ambiti. L'MCV prosegue contestualmente al meccanismo europeo per lo Stato di diritto, di cui la Romania è parte integrante, come qualsiasi altro Stato membro fino all'adeguato soddisfacimento di tutti i parametri di riferimento.
Il governo propone riforme volte a dar seguito alle preoccupazioni destate dalle modifiche delle leggi sulla giustizia del periodo 2017-2019, che hanno suscitato critiche per le loro ripercussioni sull'indipendenza, la qualità e l'efficienza della giustizia. In una pronuncia pregiudiziale del 18 maggio 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha esaminato diversi aspetti di tali riforme e ha confermato le preoccupazioni, in particolare quelle relative alla sezione della procura per le indagini sui reati commessi all'interno del sistema giudiziario. Un progetto di legge per abolire questa sezione è all'esame del parlamento. È stata avviata una procedura legislativa per modificare le leggi sulla giustizia. La carenza di risorse umane è stata accentuata dalla mancata assunzione di nuovi magistrati, oltre che dal pensionamento di un numero considerevole di giudici. Tale carenza ha aumentato la pressione sui magistrati, con implicazioni per la qualità e l'efficienza della giustizia.
Nonostante il quadro istituzionale per la lotta contro la corruzione sia esaustivo, la sua efficacia richiederà una volontà politica costante che il governo si è impegnato a mantenere. L'adozione di una nuova strategia anticorruzione per il periodo 2021-2025 è una priorità fondamentale. L'efficacia delle indagini e delle sanzioni applicate ai reati di corruzione a medio e alto livello è aumentata, il che conferma la casistica precedente. La Direzione nazionale anticorruzione ha conseguito risultati migliori sebbene le modifiche apportate alle leggi sulla giustizia nel periodo 2017-2019 continuino a rappresentare un grave ostacolo al suo buon funzionamento. Permane la necessità di modificare i codici penali. In assenza di solide soluzioni legislative e politiche alle decisioni della Corte costituzionale, aumentano gli ostacoli e l'incertezza giuridica in materia di lotta contro la corruzione. Una maggiore cooperazione istituzionale nel contesto delle elezioni del 2020 potrebbe segnare un nuovo approccio per quanto riguarda l'integrità dei funzionari eletti. L'Agenzia per la gestione dei beni confiscati rimane pienamente operativa e il sistema elettronico PREVENT sul conflitto di interessi risulta efficace.
Esistono garanzie giuridiche relative alla libertà e al pluralismo dei media. Tuttavia permangono preoccupazioni relative all'attuazione e all'applicazione del quadro legislativo esistente, in particolare per quanto riguarda l'accesso alle informazioni. Il Consiglio nazionale per gli audiovisivi non dispone ancora delle risorse necessarie per svolgere pienamente i suoi compiti, e la sua attività ha risentito della scadenza dei mandati di diversi membri. La trasparenza della proprietà dei media risulta ancora incompleta. I media possono essere soggetti a pressioni politiche, soprattutto quando le loro entrate dipendono dalla pubblicità di Stato. Continuano a essere segnalate cause per diffamazione contro giornalisti investigativi. Nel contesto della pandemia, i media hanno ricevuto sostegno attraverso i fondi stanziati per le campagne mediatiche governative volte a prevenire la diffusione della COVID‑19.
Permangono preoccupazioni in merito alla stabilità e alla prevedibilità della legislazione, poiché è soggetta a frequenti modifiche e le leggi che ne derivano possono essere contraddittorie, e a un uso limitato delle valutazioni d'impatto. Dopo il referendum del maggio 2019 non sono stati adottati decreti governativi d'urgenza significativi nel settore della giustizia. Nel contesto della pandemia di COVID‑19 è in atto uno stato di allerta che ha richiesto un maggior controllo parlamentare. A seguito della pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea, del 18 maggio 2021, riguardante diversi aspetti delle leggi sulla giustizia, l'8 giugno 2021 la Corte costituzionale ha emesso una sentenza che desta serie preoccupazioni poiché mette in discussione il principio del primato del diritto dell'Unione. La legislazione sulle associazioni e le fondazioni è stata modificata nel 2020 per ridurre gli oneri burocratici delle ONG.
Il meccanismo di cooperazione e verifica (MCV) è stato istituito nel 2007 al momento dell'adesione all'Unione europea quale misura transitoria per facilitare il proseguimento degli sforzi della Romania volti a riformare il suo sistema giudiziario e intensificare la lotta contro la corruzione
. In linea con la decisione che istituisce il meccanismo, e come sottolineato dal Consiglio, l'MCV giungerà a termine quando tutti i parametri di riferimento applicabili alla Romania saranno stati adeguatamente soddisfatti. Nelle relazioni del gennaio 2017 la Commissione ha adottato una valutazione globale dei progressi compiuti dalla Romania durante i dieci anni dell'MCV. Ha altresì avviato un percorso verso la conclusione del meccanismo, basato su 12 raccomandazioni fondamentali finali che, qualora venissero osservate, sarebbero sufficienti a garantire il raggiungimento degli obiettivi dell'MCV, se gli sviluppi non fossero tali da invertire la tendenza. Nella relazione del novembre 2018 la Commissione ha concluso che gli sviluppi avevano invertito la tendenza o messo in discussione l'irreversibilità dei progressi compiuti e che occorreva formulare otto raccomandazioni supplementari. L'ultima relazione dell'MCV, adottata dalla Commissione nel giugno 2021, valutava i progressi compiuti nell'attuazione delle 12 raccomandazioni del gennaio 2017 e delle otto raccomandazioni supplementari del novembre 2018. Tale relazione concludeva che dall'ultima relazione dell'MCV del 2019 la situazione dei parametri di riferimento dell'MCV ha registrato una chiara tendenza positiva e accoglieva con favore il forte e rinnovato impulso dato alle riforme nel 2021 e ai rimedi al regresso del periodo 2017-2019. Ne consegue che si sono registrati progressi in tutte le restanti raccomandazioni dell'MCV e molte sono in fase di adempimento, se i progressi rimarranno costanti.
I.Sistema giudiziario
Il sistema giudiziario rumeno è articolato in quattro gradi di giudizio, sia civili che militari: gli organi giurisdizionali di primo grado, i tribunali ordinari e specializzati, le corti d'appello
e l'Alta Corte di cassazione e di giustizia. L'Alta Corte di cassazione e di giustizia è competente in primo grado e in appello per i reati penali commessi da talune categorie di persone
, e in appello per talune cause civili e amministrative. Un compito fondamentale di tale Corte è garantire l'interpretazione e l'applicazione uniformi della legge da parte degli altri organi giurisdizionali. Il Consiglio superiore della magistratura, che ha il compito di garantire l'indipendenza dei magistrati, è articolato in due sezioni, relative rispettivamente ai giudici e ai pubblici ministeri. Ciascuna sezione ha competenza esclusiva rispettivamente per l'assunzione e la gestione della loro carriera, e funge da organo giurisdizionale disciplinare. A capo della procura è il procuratore generale dell'ufficio di Procura presso l'Alta Corte di cassazione e di giustizia. L'ufficio di Procura comprende strutture specializzate con giurisdizione e organizzazione speciali, la Direzione nazionale anticorruzione (DNA) e la Direzione per l'indagine e il contrasto della criminalità organizzata e il terrorismo (DIICOT), guidata da procuratori capo, e, dal 2018, la sezione della procura per le indagini sui reati commessi all'interno del sistema giudiziario (SIIJ)
. Esistono anche procure militari. Il procuratore generale e i procuratori capo delle strutture specializzate, DNA e DIICOT, sono nominati dal presidente della Repubblica su proposta del ministro della Giustizia, previo parere non vincolante del Consiglio superiore della magistratura
. La Romania partecipa alla Procura europea. L'Unione nazionale rumena degli ordini degli avvocati è una persona giuridica che esercita funzioni di interesse pubblico e comprende tutti i 41 ordini forensi della Romania. La Corte costituzionale è responsabile del controllo di conformità costituzionale delle leggi e della risoluzione dei conflitti di natura costituzionale tra le autorità pubbliche.
Indipendenza
La percezione dell'indipendenza della magistratura da parte dei cittadini è di livello medio ed è notevolmente migliorata rispetto agli anni precedenti. Ora il livello di indipendenza percepita della magistratura tra i cittadini è medio (51 %), in aumento rispetto al 37 % registrato nel 2020
. Fra le imprese, tale livello è medio (45 %), in diminuzione di otto punti percentuali rispetto al 2020
. Mentre le motivazioni più frequentemente invocate dai cittadini per la percezione di una scarsa indipendenza della magistratura rimangono le interferenze o le pressioni esercitate dal governo e dai politici, la prima fonte di preoccupazione tra le imprese è data dalle interferenze o dalle pressioni derivanti da interessi economici o specifici di altro genere
.
Le modifiche apportate nel periodo 2017-2019 alle leggi sulla giustizia sono in fase di revisione. Le leggi sulla giustizia, modificate tra il 2017 e il 2019, definiscono lo status dei magistrati, l'organizzazione del sistema giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Tali leggi sono fondamentali per l'indipendenza dei magistrati e il buon funzionamento del sistema giudiziario. Le modifiche apportate alle leggi sulla giustizia, ancora in vigore, hanno avuto gravi ripercussioni sull'indipendenza, la qualità e l'efficienza del sistema giudiziario. In particolare, sono stati individuati problemi di grave entità per quanto riguarda la creazione di una sezione della procura per le indagini sui reati commessi all'interno del sistema giudiziario (SIIJ), il regime di responsabilità civile di giudici e pubblici ministeri, i regimi di pensionamento anticipato, l'accesso alla professione, e lo status e la nomina di procuratori di alto livello. Come riportato nella relazione sullo Stato di diritto 2020 e nella relazione 2021 dell'MCV, l'attuazione delle leggi modificate ha presto confermato le preoccupazioni e negli anni successivi sono emersi nuovi problemi. Poiché le modifiche delle leggi sono ancora in vigore, permangono le preoccupazioni relative all'impatto negativo sul funzionamento del sistema giudiziario. In particolare, la SIIJ è ancora operativa e permangono serie preoccupazioni in merito al suo funzionamento, sebbene sia stata meno attiva nel corso dell'ultimo anno. Il 30 settembre 2020 l'allora ministro della Giustizia ha presentato, per una consultazione pubblica di sei mesi, progetti di testi per una modifica complessiva delle leggi sulla giustizia. Secondo il ministro della Giustizia i progetti di legge sono stati elaborati a seguito di un'analisi dei requisiti della relazione dell'MCV adottata dalla Commissione europea, delle relazioni del GRECO e dei pareri della Commissione di Venezia. L'obiettivo dichiarato dei progetti di legge è porre rimedio agli effetti negativi delle modifiche apportate nel periodo 2017-2019 e proporre soluzioni a molte questioni individuate nelle relazioni dell'MCV, in particolare per quanto riguarda lo smantellamento della SIIJ, l'aumento del livello di indipendenza professionale dei pubblici ministeri mediante l'abrogazione delle disposizioni legislative modificate nel 2018, la responsabilità civile dei magistrati, le restrizioni alla libertà di espressione degli stessi e le procedure di nomina e revoca dei pubblici ministeri con incarichi direttivi. Nel gennaio 2021 il governo ha adottato un memorandum che rispecchiava l'impegno politico di dare seguito a tutte le raccomandazioni dell'MCV in sospeso. I piani illustrati nel memorandum comprendono un progetto di legge che abolisce la sezione della procura per le indagini sui reati penali commessi all'interno del sistema giudiziario (SIIJ) e modifiche alle leggi sulla giustizia, entrambe direttamente collegate alle raccomandazioni dell'MCV. Al termine della consultazione pubblica e a seguito di vari cicli di dibattiti con la magistratura, il 29 marzo 2021 l'attuale ministro della Giustizia ha trasmesso al Consiglio superiore della magistratura tre progetti di legge modificati per ottenere un parere. Il ministro della Giustizia si è impegnato a trasmettere i progetti di legge alla Commissione di Venezia per un parere, contestualmente all'invio al parlamento. È importante che tali modifiche legislative salvaguardino l'indipendenza della magistratura, in linea con il diritto dell'Unione e tenendo conto delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa. Uno sviluppo importante è rappresentato dalla sentenza della CGUE del 18 maggio 2021, che ha preso in considerazione una serie di disposizioni delle leggi sulla giustizia alla luce dell'articolo 2 e dell'articolo 19, paragrafo 1, TUE e della decisione dell'MCV, in particolare per quanto riguarda la SIIJ e le nomine ad interim per gli incarichi direttivi dell'Ispettorato giudiziario, come pure la responsabilità personale dei giudici in caso di errore giudiziario
. La CGUE ha anche ricordato che uno Stato membro non può modificare la propria normativa, specialmente in materia di organizzazione della giustizia, in modo da comportare una regressione della tutela del valore dello Stato di diritto
.
Un progetto di legge separato volto ad abolire la sezione della procura per le indagini sui reati all'interno del sistema giudiziario (SIIJ) è in discussione in parlamento. Il progetto di legge è stato pubblicato sul sito web del ministero della Giustizia il 4 febbraio 2021. L'11 febbraio 2021 il Consiglio superiore della magistratura ha emesso un parere negativo sul progetto di legge, sostenendo che sono necessarie ulteriori garanzie per proteggere i magistrati da indagini sulla corruzione potenzialmente abusive. Il governo ha adottato il progetto di legge invariato il 18 febbraio e ha trasmesso il progetto al parlamento. Il 24 marzo 2021 la Camera dei deputati ha adottato il progetto di legge, ma ha aggiunto disposizioni che riteneva necessarie per tutelare i magistrati da indagini abusive sulla corruzione, proponendo che per i reati legati alla corruzione la richiesta di approvazione del rinvio in giudizio dovesse prima passare dal Consiglio superiore della magistratura. Tale proposta è stata accolta con forti critiche della società civile, di gran parte della magistratura e dello stesso Consiglio superiore della magistratura, poiché si è ritenuto che potrebbe limitare la responsabilità dei magistrati. Il progetto di legge è ora in discussione al Senato in quanto camera decisionale. Il 29 marzo 2021 il ministro della Giustizia ha chiesto un parere alla Commissione di Venezia sul progetto di legge, in particolare sulle garanzie supplementari, per assicurare la coerenza con le norme del Consiglio d'Europa. Nel suo parere del 5 luglio 2021 la Commissione di Venezia accoglie con favore l'intenzione della Romania di abolire la SIIJ e di ristabilire la competenza delle procure specializzate quali DNA e DIICOT, ma raccomanda di eliminare le modifiche della Camera dei deputati. Nella sentenza del 18 maggio 2021, in relazione alla SIIJ, la Corte di giustizia ha stabilito che la normativa che istituisce tale sezione specializzata deve essere giustificata da esigenze oggettive e verificabili relative alla buona amministrazione della giustizia, garantire che tale sezione non possa essere utilizzata come strumento di controllo politico dell'attività dei giudici e dei pubblici ministeri e che la sezione eserciti la propria competenza rispettando i requisiti della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. In una sentenza del 7 giugno 2021, la Corte d'appello di Pitești è stata il primo organo giurisdizionale di rinvio ad applicare la pronuncia della Corte di giustizia, dichiarando che l'esistenza della SIIJ non è giustificata da esigenze oggettive e verificabili relative alla buona amministrazione della giustizia e che, pertanto, essa non è competente a istruire una causa deferitale. È importante che la riforma giuridica in atto, intesa a smantellare la SIIJ e a ristabilire la competenza sostanziale delle procure specializzate per le cause in corso, sia attuata in linea con il diritto dell'UE, in particolare con la pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea tenendo conto delle norme europee.
La Corte di giustizia dell'Unione europea ha emesso una pronuncia pregiudiziale relativa alla responsabilità civile di giudici e pubblici ministeri. La relazione sullo Stato di diritto 2020 menzionava le preoccupazioni in merito al regime di responsabilità civile introdotto nelle leggi sulla giustizia del periodo 2017-2019, in particolare per quanto riguarda i poteri assegnati al ministero delle Finanze in tale contesto
, poiché le norme consentono a quest'ultimo di valutare se un errore giudiziario sia stato commesso in malafede o per negligenza grave e, successivamente, di avviare azioni di recupero nei confronti dei giudici per i danni causati dalle loro sentenze. Il Consiglio d'Europa ha preso atto del potenziale effetto dissuasivo che questo nuovo regime potrebbe avere sui giudici e sui pubblici ministeri, in particolare in concomitanza con l'istituzione della nuova sezione per le indagini sui reati commessi all'interno del sistema giudiziario
. Nella sentenza del 18 maggio 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea si è pronunciata sul regime di responsabilità civile dei giudici
, affermando che esso deve prevedere in modo chiaro e preciso le garanzie che assicurino che né l'indagine né l'azione di rivalsa possano trasformarsi in strumenti di pressione sull'attività giurisdizionale. I nuovi progetti di legge sulla giustizia del marzo 2021, per i quali il ministro della Giustizia ha chiesto il parere del CSM, propongono modifiche delle disposizioni sulla responsabilità civile di giudici e pubblici ministeri. È importante che le modifiche proposte rispecchino debitamente la pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea e tengano conto delle norme europee pertinenti.
I progetti di legge sulla giustizia introducono modifiche delle norme che disciplinano la nomina e la responsabilità della gestione dell'Ispettorato giudiziario. La Corte di giustizia ha preso in esame la compatibilità con l'articolo 2 e l'articolo 19, paragrafo 1, TUE del potere del governo di procedere a nomine ad interim per incarichi direttivi in seno all'Ispettorato giudiziario, che ha il compito di condurre procedimenti disciplinari nei confronti di giudici e pubblici ministeri. Nella sentenza del 18 maggio 2021, la Corte ha constatato che, poiché le persone che ricoprono incarichi direttivi in seno all'Ispettorato giudiziario potrebbero esercitare un'influenza decisiva sull'attività di quest'ultimo, le norme che disciplinano la loro nomina devono essere concepite in modo che esse non possano far sorgere un legittimo dubbio in merito all'uso delle prerogative e delle funzioni di tale organo quale strumento di pressione sull'attività giurisdizionale o di controllo politico di tale attività. Negli ultimi anni le istituzioni giudiziarie, tra cui lo stesso Consiglio superiore della magistratura, hanno espresso preoccupazioni per la mancanza di responsabilità dell'Ispettorato giudiziario, citando l'elevata percentuale di cause avviate dall'Ispettorato e infine respinte dagli organi giurisdizionali, la concentrazione di tutti i processi decisionali nelle mani dell'ispettore capo
e i limiti ai poteri di sorveglianza del Consiglio superiore della magistratura
. I nuovi progetti di legge sulla giustizia del marzo 2021, per i quali il ministro della Giustizia ha chiesto il parere del CSM, propongono modifiche delle disposizioni sulle nomine dell'ispettore capo e dell'ispettore capo aggiunto, come pure dei meccanismi di controllo relativi all'attività dell'Ispettorato giudiziario.
La procedura di nomina dei procuratori di alto livello è attualmente oggetto di revisione nell'ambito delle modifiche delle leggi sulla giustizia. Come sottolineato nella relazione sullo Stato di diritto 2020, nelle relazioni dell'MCV e in diversi pareri della Commissione di Venezia, la legge vigente continua a destare preoccupazioni in merito all'equilibrio tra l'influenza delle diverse istituzioni sul processo di nomina e la concentrazione dei poteri nelle mani del ministro della Giustizia. Nel 2020 due dei tre procuratori di alto livello sono stati nominati nonostante il parere negativo del Consiglio superiore della magistratura. Nei nuovi progetti di legge sulla giustizia in preparazione, il ministro della Giustizia intende dare seguito a tali preoccupazioni proponendo modifiche della procedura di nomina. In particolare, i nuovi progetti di legge propongono di rafforzare il ruolo del Consiglio superiore della magistratura, introducendo l'obbligo di chiedere un parere vincolante alla sezione relativa ai procuratori del Consiglio superiore della magistratura in merito alla nomina proposta, e prevedono che il Presidente possa respingere la nomina un numero qualsiasi di volte anziché una sola, conformemente alle raccomandazioni della Commissione di Venezia.
La procedura di revoca dei procuratori di grado più elevato deve essere modificata a seguito della pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Il 5 maggio 2020 la CEDU ha ritenuto che l'ex procuratrice capo non avesse potuto impugnare efficacemente le motivazioni della sua rimozione dall'incarico dinanzi all'organo giurisdizionale
. Nei progetti di modifica delle leggi sulla giustizia è stata aggiunta alla procedura di revoca dei procuratori di grado più elevato una procedura di riesame dinanzi a un organo giurisdizionale amministrativo. Il governo ha presentato il suo piano d'azione per l'esecuzione della sentenza nel febbraio 2021 e il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ne ha valutato l'attuazione nel giugno 2021.
Qualità
Permane la preoccupazione in merito alla carenza di risorse umane nel sistema giudiziario. A dicembre 2020 quasi il 10 % dei posti di giudice e quasi il 16 % dei posti di pubblico ministero erano ancora vacanti, con ripercussioni anche sull'efficienza del sistema giudiziario. Sebbene il regime di pensionamento anticipato dei magistrati introdotto nel 2018, che consentiva la possibilità di pensionamento dopo 20 anni di servizio, sia stato abrogato dal parlamento nel marzo 2021 a seguito delle raccomandazioni della Commissione di Venezia e del GRECO, quasi 300 magistrati sono andati in pensione nel 2020 e quasi 150 nel primo trimestre del 2021, aumentando ulteriormente la carenza di risorse umane. La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la disposizione che impone al Consiglio superiore della magistratura di approvare il regolamento sull'organizzazione e lo svolgimento del concorso per l'ammissione alla magistratura ha creato un vuoto giuridico per cui nel 2020 non si è potuto organizzare il concorso per l'assunzione di nuovi magistrati. Per colmare tale lacuna legislativa, il 22 giugno 2020 il ministero della Giustizia ha presentato all'opinione pubblica il progetto di legge sull'ammissione all'Istituto nazionale della magistratura, adottato dal Senato il 3 febbraio 2021. Tuttavia, su ricorso ex ante di un gruppo di parlamentari, la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della legge in questione. Di conseguenza, la normativa in vigore non consentiva ancora l'organizzazione di concorsi per l'ammissione alla magistratura, comportando ulteriori ritardi nelle nuove assunzioni e un aumento del carico di lavoro di giudici e pubblici ministeri, con ulteriori pressioni su questi ultimi e implicazioni per la qualità e l'efficienza della giustizia. Una nuova legge, adottata dal parlamento il 28 giugno 2021, ha colmato il suddetto vuoto giuridico e consentirà di organizzare concorsi per l'ammissione alla magistratura nel 2021 e 2022. Con decisione del 14 luglio 2021 la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità delle disposizioni di tale legge che abbassano da dieci a sette anni l'anzianità richiesta per partecipare ai concorsi per la nomina a procuratore della DNA e della DIICOT.
Il gruppo dei responsabili della gestione strategica del sistema giudiziario non è stato in grado di agire efficacemente. Istituito nel 2017 per affrontare importanti questioni strategiche per il sistema giudiziario, esso riunisce le principali istituzioni responsabili del funzionamento del sistema giudiziario. La relazione dell'MCV del 2021 ha confermato le conclusioni precedenti, secondo le quali il gruppo dei responsabili della gestione strategica del sistema giudiziario non agiva come previsto e il piano d'azione rimaneva in gran parte inattuato. Sebbene alla fine del 2019 si siano tenute diverse riunioni del gruppo dei responsabili della gestione strategica del sistema giudiziario e la cooperazione istituzionale professionale abbia potuto riprendere, non sono stati raggiunti risultati tangibili. Nei primi mesi del 2021 il ministro della Giustizia ha iniziato nuovamente a convocare le riunioni e si sono svolte le prime discussioni sul funzionamento del gruppo dei responsabili della gestione strategica del sistema giudiziario e sulla strategia di risorse umane per il periodo 2021-2022.
La Corte costituzionale ha dichiarato che le sentenze penali devono essere motivate in fatto e in diritto al momento della loro pronuncia. Le disposizioni del codice di procedura penale ne consentivano la stesura entro 30 giorni dalla loro pronuncia, per cui una sentenza definitiva doveva essere eseguita mentre la persona condannata non era ancora a conoscenza delle motivazioni della pena. Il 7 aprile 2021 la Corte costituzionale ha affermato che la stesura di una sentenza penale successiva alla sua pronuncia priva il condannato del diritto di accesso alla giustizia e del diritto a un equo processo. Tale discrepanza temporale tra decisione e motivazione era già stata sottolineata come questione di lunga data. Il 12 maggio 2021 è entrata in vigore una nuova legge che prevede che la pronuncia e la pubblicazione della motivazione di una sentenza nelle cause penali avvengano contemporaneamente, entro un determinato termine dopo la fine del dibattimento.
I dati dimostrano che, nel complesso, la digitalizzazione del sistema giudiziario è a un buon livello. Nel 2020 è stata messa a disposizione online una grande quantità di informazioni per il pubblico riguardanti il sistema giudiziario. Gli organi giurisdizionali utilizzano ampiamente le tecnologie digitali, come il sistema elettronico di gestione delle cause, l'assegnazione elettronica dei fascicoli e la tecnologia di comunicazione a distanza. Sono altresì in vigore disposizioni per la redazione di decisioni giudiziarie leggibili meccanicamente nelle cause civili, commerciali e amministrative. Tuttavia i portatori di interessi riferiscono che sono ancora necessari miglioramenti.
La pandemia di COVID‑19 ha determinato un aumento dell'uso di strumenti digitali nel sistema giudiziario. Nel corso del 2020 è aumentato il numero di sistemi di videoconferenza negli organi giurisdizionali e quindi è aumentato a sua volta il numero di udienze in videoconferenza. Tuttavia i portatori di interessi riferiscono che le udienze da remoto rimangono limitate poiché i giudici preferiscono ancora tenere le udienze in presenza piuttosto che in videoconferenza. Nel settembre 2020 il ministero della Giustizia ha annunciato un progetto di legge sulla giustizia da remoto durante la pandemia di COVID‑19 che aumenterebbe le possibilità di tenere udienze in videoconferenza. In materia penale, il progetto di legge prevede la possibilità, per le persone private della libertà, di essere ascoltate in videoconferenza nel luogo di detenzione senza il loro consenso, nel caso in cui il giudice ritenga che tale mezzo di comunicazione non pregiudichi il corretto svolgimento del procedimento e i diritti e gli interessi delle parti. Il progetto di legge prevede inoltre la possibilità, per le persone non private della libertà, di essere ascoltate in videoconferenza, ma solo con il loro consenso. Il progetto di legge è stato adottato dal parlamento il 28 aprile 2021.
Efficienza
L'efficienza complessiva nelle cause civili, amministrative e commerciali rimane stabile. Nel 2019 la durata dei procedimenti presso gli organi giurisdizionali di primo grado nelle cause civili e commerciali è leggermente diminuita rispetto al 2018, mentre è lievemente aumentata nelle cause amministrative. Il tasso di ricambio per la risoluzione delle cause civili, commerciali e amministrative in primo grado è in parte diminuito e ora è pari al 100 %. La durata dei procedimenti relativi a settori specifici del diritto dell'Unione rimane bassa, fatta eccezione per i casi di riciclaggio, in cui è aumentata notevolmente. Le sfide in termini di carico di lavoro sono tuttavia diverse da un organo giurisdizionale all'altro. Ad esempio, i giudici di grado inferiore in materia civile hanno segnalato un carico giudiziario particolarmente elevato e la sospensione dell'attività degli organi giurisdizionali durante lo stato di emergenza ha peggiorato la situazione. A seguito delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, la Romania rimane soggetta alla sorveglianza rafforzata del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa per quanto riguarda l'attuazione di misure volte a ridurre l'eccessiva durata dei procedimenti. Il Comitato dei ministri ha osservato che, a parere unanime, la riforma della procedura civile e penale è stata portata a termine con successo, ma per valutare l'effetto di tali misure deve ancora essere effettuata una valutazione d'impatto.
II.Quadro anticorruzione
In Romania il quadro legislativo e istituzionale anticorruzione è sostanzialmente funzionante. Dal 2016 è in atto una strategia nazionale anticorruzione e il coordinamento della sua attuazione è assicurato dal ministero della Giustizia. Il quadro anticorruzione istituzionale resta invariato. La procura anticorruzione specializzata, la Direzione nazionale anticorruzione (DNA), è competente in materia di indagini sui casi di corruzione a medio e alto livello, mentre l'ufficio di Procura generale indaga su tutti gli altri casi di corruzione. La DNA indaga inoltre sui reati commessi contro gli interessi finanziari dell'UE nonché su alcune categorie di reati gravi di criminalità economico-finanziaria. Presso il ministero dell'Interno esiste una direzione specializzata anticorruzione (GAD), competente per le questioni relative all'integrità e alla corruzione che riguardano il personale dipendente del ministero, compresa la polizia. L'Agenzia nazionale per l'integrità (ANI) svolge indagini amministrative relative a conflitti di interessi, incompatibilità e patrimoni ingiustificati ed è responsabile del monitoraggio e della verifica delle dichiarazioni patrimoniali, anche di tutti i funzionari eletti. L'Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati (ANABI) assicura la gestione dei beni di origine illecita sequestrati e confiscati e facilita il tracciamento e l'individuazione dei relativi proventi.
La percezione fra gli esperti e i dirigenti d'azienda è che il livello di corruzione nel settore pubblico continui ad essere elevato. Nell'indice di percezione della corruzione 2020 di Transparency International, la Romania ha ottenuto un punteggio di 44/100 e si colloca al 19° posto nell'Unione europea e al 69° posto a livello mondiale. Questa percezione è rimasta relativamente stabile
negli ultimi cinque anni.
L'adozione di una nuova strategia anticorruzione per il periodo 2021-2025 è una priorità del governo. I progressi della strategia nazionale anticorruzione costituiscono una priorità nazionale fondamentale dell'agenda politica del governo. La strategia nazionale anticorruzione 2016-2020 si è conclusa nel 2020. Sono attualmente in corso una valutazione interna e un audit esterno, condotto dall'OCSE, al fine di contribuire alla preparazione della nuova strategia nazionale anticorruzione (2021-2025). Il ministero della Giustizia, che coordina la strategia, riferisce di aver ottenuto progressi nell'attuazione della strategia del periodo 2016-2020 in molti enti pubblici e in molte amministrazioni partecipanti, sebbene tali progressi non siano stati uniformi, in particolare nei settori ad alto rischio quali sanità, istruzione o appalti pubblici. Tra i progressi compiuti figuravano migliori procedure per affrontare le questioni sensibili, un numero significativamente minore di problemi legati all'integrità e migliori servizi per i cittadini, anche attraverso la digitalizzazione. Le caratteristiche principali di tale strategia sono considerate buone prassi tra le istituzioni partecipanti e saranno mantenute nella prossima strategia, in particolare il meccanismo di valutazione inter pares e il processo decisionale partecipativo attraverso cinque piattaforme anticorruzione (che raggruppano i portatori di interessi). Il ministero della Giustizia ha tuttavia sottolineato che, oltre che dall'attuazione specifica, l'efficacia della strategia dipende, in particolare, dalla volontà politica di dare impulso all'esecuzione delle misure in tutte le amministrazioni e istituzioni pubbliche partecipanti, anche a livello locale. Le valutazioni sono in fase di completamento e il ministero della Giustizia ha organizzato una consultazione pubblica con le cinque piattaforme anticorruzione che raggruppano i portatori di interessi sulla nuova strategia e prevede di proporre l'adozione della nuova strategia nazionale anticorruzione entro la fine del 2021.
L'efficacia delle indagini e delle sanzioni applicate ai reati di corruzione a medio e alto livello è aumentata. Nel 2020 la nomina di un nuovo procuratore capo della Direzione nazionale anticorruzione e di altro personale con incarichi direttivi ha dato nuovo slancio e stabilità istituzionale. Ciò ha comportato una maggiore qualità delle indagini e dei fascicoli presentati in giudizio. Nel 2020 la DNA ha ottenuto risultati migliori rispetto al 2019, con un aumento del numero di rinvii a giudizio ad alto livello e una riduzione dell'arretrato
. Si sono registrati progressi anche a livello degli organi giurisdizionali, con un aumento delle decisioni giudiziarie
. Nel 2020 il numero di denunce presentate dai cittadini e di denunce d'ufficio per presunti atti di corruzione è aumentato, con un'inversione di rotta rispetto alla tendenza al ribasso registrata dal 2015. La DNA ritiene che si tratti di un segnale di rinnovata fiducia da parte dell'opinione pubblica nei confronti di tale istituzione e del relativo ruolo, fiducia che era stata gravemente minata dagli attacchi subiti nel periodo 2017-2019. Nel 2020 è stata modificata anche la politica di comunicazione della DNA: i nomi dei sospetti non sono infatti più menzionati nei comunicati stampa al momento dell'avvio delle indagini, limitando così la loro esposizione al pubblico.
Le modifiche apportate alle leggi sulla giustizia nel periodo 2017-2019 hanno rappresentato un grave ostacolo al buon funzionamento della DNA, che resterà finché saranno in vigore. I problemi generali affrontati dal sistema giudiziario sono stati particolarmente difficili per la DNA
. La DNA ha dovuto far fronte alla carenza di risorse umane
, il che ha aumentato la pressione sui procuratori in un momento in cui la DNA ha dovuto affrontare anche l'ulteriore sfida di sviluppare la propria capacità tecnica per dare esecuzione alle ordinanze degli organi giurisdizionali ricorrendo a tecniche investigative speciali
. Inoltre il trattamento efficace di alcuni casi di corruzione ad alto livello continua a risentire negativamente dell'attività della sezione della procura per le indagini sui reati commessi all'interno del sistema giudiziario (SIIJ), che continua a intervenire nei fascicoli di corruzione ad alto livello oggetto di indagine da parte della DNA. La pratica problematica della revoca dei ricorsi nelle cause di corruzione ad alto livello è stata interrotta dopo che nel luglio 2020 la Corte costituzionale ha stabilito che il trasferimento dei ricorsi alla SIIJ era incostituzionale
. Esiste inoltre un maggior rischio di impunità nei fascicoli di corruzione ad alto livello gestiti dalla SIIJ, in particolare a motivo della lentezza nella gestione delle cause. Anche la gestione da parte della SIIJ delle denunce contro i pubblici ministeri da parte di persone condannate per corruzione è stata considerata un mezzo di pressione sui pubblici ministeri della DNA. Le modifiche in corso delle leggi sulla giustizia, tra cui l'abolizione della SIIJ, rappresenteranno misure importanti volte a garantire la sostenibilità del buon funzionamento della DNA.
La persistente incertezza in merito alle modifiche del codice penale e del codice di procedura penale permane una sfida importante alla lotta contro la corruzione. Come sottolineato nella relazione sullo Stato di diritto 2020 e nella relazione dell'MCV 2021, un'altra sfida importante nella lotta contro la corruzione è l'assenza di soluzioni politiche e legislative alla rapida successione di decisioni di ampia portata della Corte costituzionale che annullano o interpretano disposizioni del codice penale e del codice di procedura penale dal 2014
. Restano necessarie modifiche del codice penale e del codice di procedura penale. Questa situazione ha aumentato gli ostacoli e l'incertezza giuridica per quanto riguarda le indagini, le azioni penali e le sanzioni nei casi di corruzione ad alto livello. Ciò ha comportato insuccessi dinanzi all'organo giurisdizionale, incertezza giuridica sull'ammissibilità degli elementi di prova e il nuovo avvio di indagini o processi
. L'impatto sui casi di corruzione ad alto livello in corso delle sentenze della Corte costituzionale riguardanti la composizione dei collegi di tre giudici per le cause di corruzione ad alto livello e dei collegi di cinque giudici per il ricorso presso l'Alta Corte di cassazione e di giustizia non è ancora visibile
. Nella sua recente sentenza, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha affermato che il principio del primato del diritto dell'Unione osta a una normativa nazionale di rango costituzionale in forza della quale un giudice di rango inferiore non dispone del potere di disapplicare, di propria iniziativa, la disposizione nazionale rientrante nell'ambito di applicazione del quadro dell'MCV e contraria al diritto dell'Unione. In caso di accertata violazione del trattato UE o della decisione dell'MCV, il principio del primato del diritto dell'Unione esige che il giudice del rinvio disapplichi le disposizioni in questione, siano esse di origine legislativa o costituzionale. Un'importante misura politica è stata adottata nel febbraio 2021, quando il parlamento ha respinto definitivamente le modifiche problematiche dei codici proposte nel periodo 2018-2019 e giudicate interamente incostituzionali dalla Corte costituzionale.
La Camera dei deputati ha stabilito criteri per decidere in merito alle richieste di revoca delle immunità parlamentari, ma il Senato non vi ha ancora dato seguito. Nel giugno 2019 la Camera dei deputati ha modificato il proprio regolamento interno e fatto specifico riferimento ai criteri stabiliti nella relazione della Commissione di Venezia in merito all'obiettivo e alla revoca dell'immunità parlamentare. Il Senato non ha ancora adottato tale regolamento.
L'Agenzia nazionale per l'integrità (ANI) continua a indagare su incompatibilità, conflitti di interessi e patrimoni ingiustificati
. Il lavoro dell'ANI dovrebbe essere agevolato dalla modifica del luglio 2020 che consente la trasmissione elettronica delle informazioni sul patrimonio e gli interessi
, diventata operativa nel maggio 2021. L'ANI riferisce che il suo bilancio 2020 è stato sufficiente per svolgere i suoi compiti, in quanto il bilancio inizialmente ridotto è stato integrato nel corso dell'anno
. L'ANI si trova ad affrontare un clima di incertezza per quanto riguarda le sue posizioni dirigenziali. La carica di presidente è vacante dal dicembre 2019 e il mandato del vicepresidente scade nell'anno in corso. Le procedure di selezione sono state avviate nell'aprile 2021.
Il quadro giuridico sull'integrità rimane frammentato. La relazione sullo Stato di diritto 2020 ha sottolineato le sfide costanti relative al quadro giuridico sull'integrità e all'esigenza di stabilità, chiarezza e di un quadro solido. Una serie di modifiche delle leggi sull'integrità, in particolare nel periodo 2017-2019, aveva indebolito la capacità dell'ANI di svolgere il proprio lavoro e aggravato un panorama giuridico già frammentato. In particolare, due proposte entrate in vigore nel 2019 hanno ulteriormente aumentato l'incertezza giuridica per quanto riguarda il regime di integrità pertinente e l'applicazione delle sanzioni. Nel 2020 e nel 2021 l'Alta Corte di cassazione e di giustizia ha chiarito l'interpretazione della legge. La Corte ha stabilito che la sanzione si applica anche se l'incompatibilità riguarda un mandato precedente e che il termine di prescrizione di tre anni deve riferirsi alla necessità che l'ANI concluda l'indagine entro tre anni dai fatti che hanno determinato l'esistenza di un conflitto di interessi o di un'incompatibilità (anziché al fatto che la sanzione non si applica dopo tre anni)
. L'ANI ha accolto con favore tali decisioni, che ripristinano chiarezza e certezza in merito alla possibilità di imporre sanzioni dopo una decisione definitiva dell'organo giurisdizionale. Il consolidamento delle leggi sull'integrità, le incompatibilità e i conflitti di interessi consentirebbe di tenere conto della giurisprudenza e delle politiche di prevenzione della corruzione e porrebbe una base stabile per il futuro.
Durante le elezioni locali e nazionali del 2020 l'ANI ha intensificato la sua attività di sensibilizzazione sulle norme in materia di integrità applicabili ai candidati e condiviso con le autorità competenti informazioni sui candidati soggetti a interdizione dai pubblici uffici. Prima delle elezioni locali del 20 settembre 2020 l'ANI si è rivolta alle autorità elettorali centrali e locali per segnalare i candidati che potevano essere soggetti a interdizione dai pubblici uffici a seguito di una sanzione per incompatibilità o conflitto di interessi nel precedente mandato
. Inoltre, dopo le elezioni, l'ANI ha inviato agli organi giurisdizionali competenti a convalidare i mandati dei funzionari neoeletti un elenco nominativo di candidati soggetti a interdizione dai pubblici uffici per tre anni. Mentre ad alcuni è stato impedito di candidarsi e ad altri è stato negato l'incarico, gli organi giurisdizionali hanno stabilito che circa la metà dei candidati interdetti era autorizzata a ricoprire la carica elettiva
. Per quanto riguarda le elezioni nazionali, nell'ambito del processo di convalida successivo alle elezioni, la commissione di convalida del Senato rumeno ha chiesto all'ANI di comunicare le decisioni definitive e irrevocabili emesse dagli organi giurisdizionali in merito a incompatibilità o conflitti di interessi dei senatori eletti. L'ANI ha constatato che nessuno dei senatori eletti era soggetto a interdizione dai pubblici uffici. La Camera dei deputati ha chiesto il parere dell'ANI in merito alla comunicazione da parte di una serie di deputati in merito alle loro potenziali incompatibilità
.
Il sistema elettronico PREVENT volto a prevenire i conflitti di interessi negli appalti pubblici è efficace poiché ha individuato un numero notevolmente inferiore di conflitti di interessi. Nel 2020 il sistema PREVENT ha analizzato 19 140 procedure di appalto al fine di individuare possibili conflitti di interessi. Nel 2020 gli ispettori per l'integrità hanno emesso 10 segnalazioni relative all'integrità, per un importo di circa 11,1 milioni di EUR. Durante lo stato di emergenza dichiarato nel contesto della pandemia di COVID‑19, le autorità pubbliche e i soggetti giuridici di cui lo Stato è il principale azionista sono stati autorizzati a effettuare acquisti diretti di materiali e attrezzature per combattere la pandemia, senza necessità di pubblicazione nel sistema elettronico per gli appalti pubblici e per un importo superiore al valore soglia (pari a circa 27 000 EUR) stabilito per la pubblicazione in tale sistema. Ciò significa che tali acquisti diretti non sono stati effettuati attraverso il sistema elettronico e quindi non sono stati controllati da PREVENT. Per affrontare il problema del controllo delle procedure condotte mediante appalti diretti, l'ANI ha elaborato un meccanismo inteso ad analizzare, sulla base delle informazioni messe a disposizione da fonti pubbliche, le serie di dati relative a tali procedure. L'obiettivo di tale meccanismo è individuare i conflitti di interessi nelle procedure di appalto che hanno eluso il controllo di PREVENT. Entro la fine di gennaio 2021, con l'ausilio di una matrice di rischio, l'ANI aveva verificato 580 procedure di appalto diretto condotte nel primo semestre del 2020 e individuato 64 potenziali problemi legati all'integrità (l'11 % delle procedure), che saranno ulteriormente analizzati, e per la valutazione di tali casi si è potuta avviare una procedura d'ufficio.
L'Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati (ANABI) rimane pienamente operativa. La missione dell'ANABI è garantire un tasso efficace di esecuzione delle decisioni di confisca pronunciate in materia penale, grazie a una gestione efficiente dei beni confiscati distribuiti all'Agenzia da giudici e pubblici ministeri. Nel 2021 l'ANABI è giunta al quinto anno di attività e sta ampliando ulteriormente il suo campo d'azione. Sulla base degli insegnamenti tratti, l'Agenzia, con il sostegno del ministero della Giustizia, ha aperto un dibattito pubblico per promuovere una strategia nazionale volta a rafforzare il sistema di recupero dei beni. La strategia e il piano d'azione coprono il periodo 2021-2025 e comprendono obiettivi riguardanti l'aumento delle capacità di tracciamento dei beni a livello nazionale e internazionale, il rafforzamento dei meccanismi di cooperazione tra tutti i portatori di interessi, nonché disposizioni relative all'istituzione di un fondo nazionale per la prevenzione della criminalità. Tale fondo sostiene misure per la protezione delle vittime, la prevenzione della criminalità e l'istruzione.
La legge 161/200360 e le successive strategie nazionali anticorruzione prevedono disposizioni limitate in materia di "porte girevoli" per i dipendenti pubblici. I dipendenti pubblici che, nell'esercizio delle loro funzioni, hanno condotto attività di monitoraggio e controllo sulle imprese di proprietà dello Stato non possono essere impiegati da tali imprese né prestare loro consulenza specialistica per tre anni dalla cessazione dal servizio pubblico. Tuttavia non esistono norme in materia di periodi di incompatibilità per i decisori principali.
L'applicazione del codice di condotta e l'assenza di norme in materia di lobbying per i parlamentari continuano a rappresentare una sfida. Per quanto riguarda i codici di condotta per i parlamentari, recentemente il GRECO ha sottolineato la mancata applicazione delle norme nonché la mancata regolamentazione delle modalità con cui i parlamentari interagiscono con i rappresentanti di interessi, unitamente a restrizioni chiaramente definite in materia di doni, ospitalità, favori e altri vantaggi. Al fine di compensare il diverso regime giuridico in materia di "porte girevoli", nel quadro di un progetto finanziato dall'UE è stato elaborato un modello di procedura che può essere adottato da tutte le istituzioni pubbliche pertinenti.
Dal 2004 la Romania ha una legge sulla protezione degli informatori ma la sua attuazione pratica è relativamente limitata. Alla fine del 2020 il ministero della Giustizia ha annunciato che è in preparazione un progetto di legge che recepisce la direttiva sulla protezione degli informatori. Il 5 marzo 2021 il progetto di legge e la relazione illustrativa sono stati presentati all'opinione pubblica sul sito web del ministero della Giustizia.
Nonostante la pandemia di COVID‑19, il perseguimento dei reati di corruzione è rimasto efficace. Durante la pandemia di COVID‑19 le procure generali e la DNA hanno prestato particolare attenzione agli eventuali problemi legati alla corruzione nel settore degli appalti pubblici. I modelli individuati dalla DNA riguardano casi di violazione delle norme in materia di appalti pubblici, la corruzione di funzionari pubblici partecipanti a procedure di aggiudicazione degli appalti e l'acquisto di prodotti contraffatti.
III.Pluralismo e libertà dei media
Il diritto alla libertà di espressione e il diritto di accesso a qualsiasi informazione di interesse pubblico sono sanciti dalla Costituzione. La missione e la composizione dell'autorità di regolamentazione dei media sono stabilite nella legge sugli audiovisivi. Le autorità stanno valutando la possibilità di modificare tale legge nel contesto del recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi.
Permangono preoccupazioni in merito al funzionamento e al bilancio del Consiglio nazionale per gli audiovisivi. Il Consiglio nazionale per gli audiovisivi (CNA) è l'autorità che ha il compito di salvaguardare l'interesse pubblico nel settore dei programmi audiovisivi ed è istituito per legge come ente pubblico autonomo sotto il controllo parlamentare. L'attività del CNA si è interrotta dal febbraio 2021, quando sono scaduti i mandati di quattro degli 11 membri, all'11 maggio, quando il parlamento ha votato i nuovi membri. Sembrano persistere i problemi di bilancio menzionati nella relazione sullo Stato di diritto 2020. Un progetto di legge che recepisce la direttiva (UE) 2018/1808 sui servizi di media audiovisivi, che richiede risorse finanziarie e di bilancio adeguate, è stato pubblicato a fini di consultazione pubblica nel marzo 2021. Il progetto di legge prevede che l'autorità disponga della necessaria dotazione finanziaria.
La mancanza di garanzie specifiche in materia di indipendenza e norme editoriali continua a destare preoccupazioni. Per quanto riguarda l'autoregolamentazione nel settore della stampa, non si sono osservati cambiamenti rispetto a quanto indicato nella relazione sullo Stato di diritto 2020, che esprimeva preoccupazioni in merito alla mancanza di garanzie specifiche in materia di indipendenza editoriale e norme professionali, previste dalla legislazione o dall'autoregolamentazione. La pandemia di COVID‑19 ha peggiorato la situazione economica dei giornali e della stampa locale, già in difficoltà, pertanto all'applicazione degli standard di qualità è stata attribuita scarsa priorità. L'MPM 2021 segnala come grave problema attuale "la precarietà e le cattive condizioni di lavoro dei giornalisti" e considera ad altissimo rischio l'influenza commerciale e della proprietà sui contenuti editoriali.
La trasparenza della proprietà dei media risulta ancora incompleta. Come riportato nella relazione sullo Stato di diritto 2020, la legge sugli audiovisivi prevede che il Consiglio sia tenuto a garantire la trasparenza dell'organizzazione, del funzionamento e del finanziamento dei mezzi di comunicazione di massa nel settore audiovisivo. Nessuna norma specifica sui media si applica alla stampa e al digitale, soggetti alle norme generali che disciplinano la trasparenza della proprietà comprese nel diritto societario. L'MPM segnala altresì la presenza di lacune. Inoltre si invocano le norme in materia di protezione dei dati per evitare di rendere pubbliche determinate informazioni sulla proprietà dei mediaprecedentemente divulgate dal CNA. Secondo l'MPM 2021, la concentrazione dei mezzi di informazione è elevata, soprattutto nel settore della carta stampata, che è molto modesto sia in termini di domanda che di numero di testate.
La pubblicità di Stato continua a rappresentare un'importante fonte di finanziamento per il settore dei media. La diminuzione della pubblicità commerciale ha comportato perdite di risorse per i gruppi attivi nel settore dei media, mentre i contratti per la pubblicità di Stato destano preoccupazioni in merito all'autonomia editoriale. I portatori di interessi riferiscono ulteriori preoccupazioni in merito all'assegnazione dei fondi e citano come esempio i contratti pubblicitari per gli eventi durante la pandemia di COVID‑19, quando presumibilmente tali eventi non avrebbero nemmeno potuto tenersi.
Durante la pandemia di COVID‑19 i fondi delle campagne d'informazione di Stato hanno rappresentato un importante strumento di sostegno ai media. Il decreto d'urgenza n. 63 del 7 maggio 2020 ha stanziato circa 50 milioni di EUR per campagne mediatiche governative volte a prevenire la diffusione della COVID‑19. La maggior parte della dotazione finanziaria (53 %) era riservata per legge alle campagne televisive. In totale, 364 richiedenti hanno beneficiato del regime di aiuti. Tale regime è stato oggetto di critiche da parte di alcuni mezzi di informazione e di altri portatori di interessi, i quali ritenevano che i criteri di applicazione favorissero i grandi gruppi mediatici e contribuissero alla diffusione di contenuti "acchiappaclic". Hanno inoltre sottolineato il rischio di una minore fiducia nei media da parte dei cittadini nonché i rischi di pressioni politiche e di autocensura.
Permangono preoccupazioni relative all'attuazione del quadro normativo per l'accesso alle informazioni. La legge garantisce l'accesso dei mezzi di comunicazione di massa alle informazioni di interesse pubblico, anche attraverso conferenze stampa che devono essere organizzate regolarmente dalle autorità pubbliche. Tuttavia il mancato accesso alle informazioni continua a essere indicato come una sfida importante per i giornalisti. Tra i problemi che continuano a essere segnalati, anche nel contesto della pandemia di COVID‑19, figurano ritardi o rifiuti a fornire informazioni, la mancanza di conferenze stampa e l'uso delle norme sulla protezione dei dati per limitare l'accesso alle informazioni. Inoltre, laddove le decisioni delle autorità che rifiutano di fornire informazioni siano contestate in sede giudiziaria, a situazioni analoghe si applicano interpretazioni differenti. Oltre alle statistiche generali, dal marzo 2021 le autorità hanno reso disponibili e aggiornato quotidianamente i dati grezzi relativi alla pandemia di COVID‑19. Nonostante questi sforzi, l'accesso alle informazioni sembra essere stato reso ancora più difficile durante la pandemia di COVID‑19, sollecitando gli appelli da parte della società civile e dei giornalisti a una maggiore trasparenza. Il monitoraggio condotto regolarmente dalle autorità rumene evidenzia un'applicazione difforme del quadro giuridico da parte dell'amministrazione, nonché un'insufficiente assegnazione delle priorità alle misure di trasparenza da parte degli enti pubblici, con livelli di conformità più bassi per le autorità locali. L'MPM 2021 segnala come fattori di rischio la capacità di reazione delle autorità, che rimane incostante, e il fatto che ricorrere in giudizio sia oneroso. Nell'agosto 2020 sono state proposte modifiche alle norme di attuazione del quadro giuridico per affrontare alcune sfide. Tuttavia alcune delle disposizioni proposte sono state criticate poiché potrebbero rendere più difficile l'accesso a determinate informazioni. Nel marzo 2021 è stato avviato un progetto di strategia per la gestione delle comunicazioni governative.
Continuano a essere segnalate cause per diffamazione contro giornalisti investigativi. Due recenti segnalazioni sulla piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti riguardano molestie e intimidazioni ai giornalisti. All'inizio del 2021 un'altra causa per diffamazione contro giornalisti investigativi, relativa ad articoli sull'industria mondiale del calcio, è stata respinta dall'organo giurisdizionale rumeno competente. In una recente sentenza, a seguito di una causa per diffamazione intentata dal presidente di una circoscrizione di Bucarest contro un grande giornale, l'organo giurisdizionale di primo grado ha deciso la rimozione di diversi articoli pubblicati da tale giornale. Secondo quanto riferito, il presidente ha anche presentato una denuncia penale, oggetto di indagine da parte della Direzione per l'indagine e il contrasto della criminalità organizzata e il terrorismo, nei confronti di giornalisti di diverse pubblicazioni per aver costituito un gruppo criminale organizzato e per estorsione. La società civile ha inoltre segnalato casi di SLAPP (azione legale strategica tesa a bloccare la partecipazione pubblica) contro i giornalisti, i media o la società civile da parte di istituzioni pubbliche o imprenditori
.
IV.Altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri
La Romania è una repubblica democratica rappresentativa semipresidenziale. Il parlamento rumeno è bicamerale e comprende il Senato (la camera alta) e la Camera dei deputati (la camera bassa). Il diritto di iniziativa legislativa spetta al governo, ai deputati, ai senatori o a un gruppo di non meno di 100 000 cittadini. La Corte costituzionale è garante della supremazia della Costituzione ed è responsabile del controllo delle leggi.
Permangono preoccupazioni in merito alla stabilità e alla prevedibilità della legislazione. La procedura ordinaria di redazione e promulgazione delle leggi è ben regolamentata e comprende un sistema istituzionale esteso di bilanciamento dei poteri. Tuttavia, come riportato nella relazione sullo Stato di diritto 2020, la legislazione è modificata troppo frequentemente, mentre l'obiettivo delle modifiche è spesso poco chiaro e le leggi che ne derivano possono essere contraddittorie. In vari settori strategici il parlamento ha avviato e adottato numerose modifiche delle stesse leggi, alcune in contraddizione tra loro. Il Consiglio legislativo segnala che le ripetute modifiche prive di coerenza, unite alla mancata codificazione delle leggi modificate numerose volte, hanno reso difficile la comprensione dello stato del diritto positivo anche agli operatori della giustizia. Le imprese riferiscono che la mancanza di una legislazione stabile e prevedibile rappresenta una sfida. Ora il Consiglio legislativo insiste quindi sull'introduzione dell'obbligo di pubblicare una versione consolidata di una legge ogni volta che viene modificata. La legge n. 24 sulla tecnica legislativa consente al relatore di una legge di decidere in merito alla sua ripubblicazione in forma consolidata, ma tale possibilità è utilizzata raramente. Il Consiglio legislativo ha inoltre avviato un progetto di codificazione delle leggi. Tuttavia la procedura parlamentare in base alla quale le modifiche si considerano presentate fino a quando non sono appositamente ritirate fa sì che diverse modifiche in sospeso da lungo tempo rimangano all'esame del parlamento. Il rifiuto definitivo da parte del parlamento, nei primi mesi della nuova legislatura, di apportare modifiche problematiche a settori chiave rimaste in sospeso dalla precedente legislatura è stato considerato un passo avanti positivo.
Dall'ultima relazione nel settore della giustizia non sono stati adottati decreti governativi d'urgenza significativi. In occasione del referendum consultivo tenutosi nel maggio 2019 la maggioranza dei cittadini ha votato a favore del divieto di ricorso ai decreti governativi d'urgenza nel settore della giustizia. Ciò dimostrava la preoccupazione per il loro uso eccessivo in tale ambito e da novembre 2019 sono stati registrati pochi casi
. Oltre che nel settore della giustizia, nel 2020 la maggior parte dei decreti governativi d'urgenza è stata emanata nel contesto della pandemia di COVID‑19. Per quanto riguarda le procedure in parlamento, nel 2020 il numero di procedure d'urgenza relative a questioni fondamentali di giustizia e anticorruzione è notevolmente diminuito. Nel febbraio 2021 il parlamento ha respinto la proposta di esaminare il progetto di legge sull'abolizione della SIIJ mediante procedura parlamentare d'urgenza.
Il numero di valutazioni d'impatto e di consultazioni pubbliche precedenti all'adozione della legislazione rimane limitato. Nonostante gli sforzi compiuti dal Segretariato generale del governo per rafforzare la capacità delle autorità centrali e locali di giustificare le decisioni pubbliche, l'uso di strumenti basati su dati concreti nella definizione delle politiche rimane disomogeneo e molte valutazioni dell'impatto normativo sono superficiali. La società civile ha riferito che molti progetti di legge soggetti a consultazione pubblica non hanno incidenza sul bilancio. Nel 2020, a livello di Segretariato generale del governo, sono stati adottati 65 atti normativi, di cui solo 12 sono stati annunciati pubblicamente. Su 47 raccomandazioni ricevute ne è stata accettata soltanto una. Undici dei 12 atti normativi pubblicati sono rimasti invariati. La partecipazione del settore non governativo e dei rappresentanti dei media al processo di elaborazione delle politiche è sporadica
, anche se esiste l'infrastruttura online. Il numero di utenti della piattaforma di consultazione online rimane limitato. Il Segretariato generale del governo sta lavorando a un elenco di ONG interessate a partecipare al processo decisionale.
Allo stato di emergenza dichiarato nel contesto della pandemia di COVID‑19 è seguito uno stato di allerta e le misure di emergenza sono state oggetto di controllo giurisdizionale. Lo stato di emergenza dichiarato nel contesto della pandemia di COVID‑19 è stato revocato il 14 maggio 2020. Al termine dello stato di emergenza, il governo ha dichiarato lo stato di allerta il 15 maggio e lo ha confermato il 18 maggio, inizialmente per 30 giorni. L'allerta è stata poi prorogata con decisioni successive del governo, ogni volta per una durata di 30 giorni. Lo stato di allerta rimane in vigore. A seguito delle sentenze della Corte costituzionale che hanno messo in discussione la base giuridica dello stato di emergenza, il parlamento ha approvato lo stato di allerta dichiarato dal governo. Nel 2020 e nel 2021 la sezione per i contenziosi fiscali e amministrativi dell'Alta Corte di cassazione e di giustizia ha deciso in ultimo grado, con decisione definitiva, in merito a 12 cause riguardanti atti amministrativi emanati in base all'articolo 15 della legge n. 136/2020 che istituisce misure di sanità pubblica in situazioni di rischio biologico ed epidemiologico applicabili nel contesto della pandemia di COVID‑19. In due casi, l'organo giurisdizionale ha disposto l'annullamento degli atti amministrativi.
Le misure volte ad affrontare il problema dell'esecuzione delle decisioni giudiziarie e dell'applicazione della giurisprudenza da parte della pubblica amministrazione rimangono inattuate. In seguito alla constatazione di una violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo per la mancata esecuzione o l'esecuzione molto tardiva, da parte dello Stato o di soggetti giuridici sotto la responsabilità dello Stato, delle decisioni definitive degli organi giurisdizionali nazionali, la Romania rimane soggetta alla vigilanza rafforzata del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa per l'esecuzione di tale sentenza. In questo contesto, nel 2019 la Romania ha proposto al Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa un piano d'azione e ha approvato l'elenco di misure volte a realizzarlo. Tuttavia tali misure non sono state attuate. In un memorandum del 27 novembre 2020, il governo ha deciso di incaricare un gruppo di lavoro affinché proponesse nuove soluzioni giuridiche per soddisfare tutti i requisiti del piano d'azione, anche per quanto riguarda l'esecuzione delle sentenze che impongono un obbligo di compiere un atto specifico (obbligo non pecuniario) allo Stato o a soggetti giuridici sotto la responsabilità dello Stato.
Una sentenza della Corte costituzionale dell'8 giugno 2021 desta serie preoccupazioni poiché mette in discussione il principio del primato del diritto dell'Unione. In tale sentenza
la Corte costituzionale non ha accettato le conclusioni della Corte di giustizia dell'Unione europea nella sua pronuncia pregiudiziale del 18 maggio 2021 e ha messo in discussione, più in generale, il principio del primato del diritto dell'Unione
. Essa ha constatato che gli organi giurisdizionali nazionali non hanno la facoltà di esaminare la conformità al diritto dell'Unione delle disposizioni nazionali dichiarate costituzionali dalla Corte costituzionale e che gli obblighi derivanti dalla decisione dell'MCV non gravano sugli organi giurisdizionali nazionali
. Ciò può costituire un notevole ostacolo per gli organi giurisdizionali chiamati a imporre gli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione stabiliti nella suddetta pronuncia pregiudiziale quando giudicano le cause, in particolare quelle relative alla SIIJ.
Le autorità indipendenti hanno proseguito la loro attività durante la pandemia di COVID‑19. Nel 2020 la difensora civica ha proposto complessivamente 18 ricorsi di incostituzionalità (obiezioni ed eccezioni), 11 dei quali sono stati ammessi in tutto o in parte, mentre due sono stati respinti e quattro sono ancora pendenti. Sei eccezioni di incostituzionalità deferite alla Corte costituzionale riguardavano le misure adottate nel contesto dello stato di emergenza e dello stato di allerta. La difensora civica ha inoltre inviato un totale di 65 lettere e raccomandazioni a vari ministri in merito alle loro decisioni sullo stato di emergenza e sullo stato di allerta. Il 16 giugno 2021, dopo aver respinto le relazioni sull'attività della difensora civica per gli ultimi tre anni, il parlamento l'ha destituita. Il 29 giugno 2021 la Corte costituzionale ha stabilito che la destituzione della difensora civica da parte del parlamento era incostituzionale, perché la legge che disciplinava la destituzione non prevedeva con certezza i casi di tale sanzione né il diritto di ricorso dinanzi a un organo giurisdizionale indipendente e imparziale. La decisione di destituzione è stata quindi annullata e la difensora civica è stata reintegrata nelle sue funzioni.
La proposta di fusione tra l'Istituto rumeno per i diritti umani e il Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione è attualmente all'esame del parlamento. A seguito dell'adozione della legge che modifica il mandato e le attribuzioni dell'Istituto rumeno per i diritti umani, il presidente rumeno ha sollevato un'obiezione di incostituzionalità. In tale contesto, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge nel suo complesso. Attualmente è all'esame del Senato una proposta legislativa sulla fusione tra l'Istituto rumeno per i diritti umani e il Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione. Tuttavia le notevoli differenze nello status giuridico, nella missione e nel mandato di queste due istituzionicreano incertezza in merito alla proposta di fusione.
Nel 2020 sono entrate in vigore nuove modifiche volte a facilitare la costituzione di associazioni e fondazioni. Le modifiche al decreto governativo 26/2000 mirano a favorire il diritto di associazione e a ridurre gli oneri burocratici per le ONG
. In particolare, le nuove disposizioni privilegiano l'uso di documenti elettronici nonché lo snellimento delle procedure e delle norme di registrazione. Sebbene diverse organizzazioni della società civile abbiano considerato tali modifiche un progresso, esistono anche casi di critiche, in particolare per quanto riguarda la mancata coerenza delle modifiche. I portatori di interessi riferiscono che le organizzazioni della società civile hanno risentito delle limitazioni al diritto alla libertà di riunione e associazione imposte nel contesto della pandemia di COVID‑19. Lo spazio della società civile continua a essere considerato ristretto.
Allegato I: Elenco delle fonti in ordine alfabetico*
* L'elenco dei contributi ricevuti nel contesto della consultazione per la relazione sullo Stato di diritto 2021 è disponibile all'indirizzo
https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/upholding-rule-law/rule-law/rule-law-mechanism/2021-rule-law-report-targeted-stakeholder-consultation
.
Agenzia nazionale per l'integrità (ANI), comunicato sulle misure di prevenzione e di sensibilizzazione adottate dall'Agenzia nazionale per l'integrità nel contesto dell'organizzazione delle elezioni locali del 2020 (
https://www.integritate.eu/Comunicate.aspx?Action=1&NewsId=3005¤tPage=4&M=NewsV2&PID=20
).
Agerpres, "Il giornalista Cătălin Tolontan sentito dalla DIICOT a seguito di una denuncia presentata dal presidente della circoscrizione 4" (Jurnalistul Cătălin Tolontan, audiat la DIICOT în urma unei plângeri depuse de primarul Sectorului 4), 20 maggio 2021,
(
https://www.agerpres.ro/justitie/2021/05/20/jurnalistul-catalin-tolontan-audiat-la-diicot-in-urma-unei-plangeri-depuse-de-primarul-sectorului-4--716788
).
Centro per il pluralismo e la libertà dei media (2021), Osservatorio del pluralismo dei media 2021 - Relazione sulla Romania.
Commissione europea (2018), Public administration characteristics and performance in EU28 (
https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=738&langId=it&pubId=8123&furtherPubs=yes
).
Commissione europea (2020), Relazione sullo Stato di diritto 2020 - La situazione dello Stato di diritto nell'Unione europea.
Commissione europea (2021), Quadro di valutazione UE della giustizia.
Consiglio d'Europa, piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti - Romania (
https://www.coe.int/en/web/media-freedom/romania
).
Consiglio nazionale per gli audiovisivi (CNA), conferenza stampa sulle assemblee pubbliche del CNA, 10 febbraio 2021 (https://www.cna.ro/article11090,11090.html).
Corte costituzionale della Romania, comunicato stampa del 7 aprile 2021
(
https://www.ccr.ro/comunicat-de-presa-7-aprilie-2021/
).
Direzione generale della Comunicazione (2019), Flash Eurobarometro 482: Businesses' attitudes towards corruption in the EU.
Direzione generale della Comunicazione (2020), Indagine speciale Eurobarometro 502: Corruption.
Direzione nazionale anticorruzione (DNA), Relazione sull'attività 2020
(
http://www.pna.ro/obiect2.jsp?id=489
).
Dumitrita Holdis (2020), ReportIt: When state funding discredits the press - The Romanian media is facing a financial and moral dilemma (
https://www.mappingmediafreedom.org/2020/10/30/reportit-when-state-funding-discredits-the-press-the-romanian-media-is-facing-a-financial-and-moral-dilemma/
).
Expert Forum (2021), contributo di Expert Forum alla relazione sullo Stato di diritto 2021.
Fondazione Bertelsmann, Sustainable Governance Indicators 2020, Romania Report (
https://www.sgi-network.org/docs/2020/country/SGI2020_Romania.pdf
).
Funky Citizens (2021), contributo di Funky Citizens alla relazione sullo Stato di diritto 2021.
Governo rumeno (2021), contributo della Romania alla relazione sullo Stato di diritto 2021.
Holdis, Dumitrita (2020), ReportIt: When state funding discredits the press - The Romanian media is facing a financial and moral dilemma (
https://www.mappingmediafreedom.org/2020/10/30/reportit-when-state-funding-discredits-the-press-the-romanian-media-is-facing-a-financial-and-moral-dilemma/
).
Libertatea, "Nel processo civile, l'organo giurisdizionale della circoscrizione 2 si è pronunciato a favore del presidente Baluta e ha inoltre deciso di cancellare gli articoli su Goleac! La decisione non è definitiva", 24 maggio 2021.
(
https://www.libertatea.ro/stiri/in-procesul-civil-judecatoria-sectorului-2-a-dat-dreptate-primarului-baluta-si-a-decis-si-stergerea-articolelor-despre-goleac-3566580
).
Liberties (2021), EU 2020: Demanding on Democracy (
https://www.liberties.eu/it/stories/stato-di-diritto-rapporto-2021-democrazia-demanding-on-democracy/43362
).
Reporter senza frontiere - Romania (
https://rsf.org/en/romania
).
Reporter senza frontiere e Active Watch (2021), lettera aperta alle autorità rumene che chiede un'indagine sulle modalità con cui è stata gestita la denuncia penale (
https://rsf.org/en/news/romania-open-letter-rsf-and-activewatch-denounce-judicial-pressures-investigative-journalists
).
Segretariato generale del governo (2020), Relazione annuale sulla trasparenza delle decisioni (1 gennaio 2020 - 31 dicembre 2020), allegato n. 20 - PS 14/2019 a livello del Segretariato generale del governo (
http://sgg.gov.ro/1/wp-content/uploads/2021/02/19022021-SGG-Raportul-de-evaluare-a-implementarii-Legii-nr.-52_2003-in-anul-2020-.pdf
).
Segretariato generale del governo (2021), conferenza di apertura del progetto "Strategia per la gestione della comunicazione governativa in Romania" (
http://sgg.gov.ro/1/conferinta-de-deschidere-a-proiectului-strategia-pentru-managementul-comunicarii-guvernamentale-a-romaniei-cod-sipoca-754/
).
The Center for Independent Journalism (2020), Fundamental Rights under Siege 2020.
The Center for Independent Journalism (2020), Fundamental Rights under Siege 2020, pag. 18 (
https://cji.ro/wp-content/uploads/2020/09/Freedom-of-expression-report_final.pdf
).
Allegato II: Visita in Romania
Nell'aprile 2021 i servizi della Commissione hanno tenuto riunioni virtuali con:
·Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati
·Agenzia nazionale per l'integrità
·Alta Corte di cassazione e di giustizia
·Associazione "Mișcarea pentru apărarea Statutului procurorilor"
·Associazione dei giudici rumeni
·Associazione dei media - Cluj
·Center for independent journalism
·Commissione giuridica della Camera dei deputati
·Consiglio legislativo
·Consiglio nazionale per gli audiovisivi
·Consiglio superiore della magistratura
·Difensore civico
·Direzione nazionale anticorruzione
·Expert Forum
·Forum dei giudici rumeni
·Freedom House
·Funky citizens
·Iniziativa per l'associazione "Giustizia"
·Ministero della Giustizia
·Procura presso l'Alta Corte di cassazione e di giustizia
·Segretariato generale del governo
·Strategia nazionale anticorruzione
·Unione nazionale dei giudici rumeni
* Inoltre, in occasione di alcune riunioni orizzontali, la Commissione ha incontrato le seguenti organizzazioni:
·Amnesty International
·Center for Reproductive Rights
·Centro europeo per la libertà di stampa e dei media
·CIVICUS
·Civil Liberties Union for Europe
·Civil Society Europe
·Commissione internazionale di giuristi
·Conferenza delle chiese europee
·EuroCommerce
·European Center for Not-for-Profit Law
·Federazione Europea dei Giornalisti
·Federazione internazionale dei diritti dell'uomo
·Forum Civico Europeo
·Forum europeo della gioventù
·Front Line Defenders
·Human Rights House Foundation
·Human Rights Watch
·ILGA-Europe
·International Press Institute
·Netherlands Helsinki Committee
·Open Society European Policy Institute
·Partenariato Europeo per la Democrazia
·Philanthropy Advocacy
·Protection International
·Reporter senza frontiere
·Rete europea della Federazione internazionale per la genitorialità pianificata (IPPF EN)
·Transparency International EU