RELAZIONE sulla Strategia europea in materia d sicurezza e la PESD

28.1.2009 - (2008/2202(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Karl von Wogau

Procedura : 2008/2202(INI)
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A6-0032/2009
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A6-0032/2009
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla Strategia europea in materia d sicurezza e la PESD

(2008/2202(INI))

Il Parlamento europeo,

–       visto il Titolo V del trattato sull'Unione europea,

–       visto il trattato di Lisbona,           

–       vista la strategia di sicurezza europea (SES) dal titolo "Un'Europa sicura in un mondo migliore", approvata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–       vista la strategia dell'Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, approvata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–       viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo dell'11-12 dicembre 2008 e la relazione del Segretario generale/Alto rappresentante sull'attuazione della SES[1],

–       viste le conclusioni del Consiglio europeo sulla Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) adottate il 12 dicembre 2008,

–       visto il documento dell'Alto rappresentante e della Commissione al Consiglio europeo dal titolo "Cambiamenti climatici e sicurezza internazionale",

–       vista l’azione comune 2008/851/PESC del Consiglio, del 10 novembre 2008, relativa all’operazione militare dell’Unione europea volta a contribuire alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata al largo della Somalia[2],

–       vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla strategia europea di sicurezza[3],

–       vista la sua risoluzione del 16 novembre 2006 sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza nell'ambito della PESD[4],

–       vista la sua risoluzione del 5 giugno 2008 sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza e la PESD[5],

–       vista la sua risoluzione del 10 luglio 2008 su spazio e sicurezza[6],

–       visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–       vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0032/2009),

Considerazioni generali

1.      rileva che l'Unione europea ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica mediante una politica estera, di sicurezza e di difesa forte ed efficace per difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri cittadini, contribuire a un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto dei diritti dell'uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e salvaguardare la pace nel mondo;

2.      rileva la necessità per l'UE di perseguire tali obiettivi attraverso la cooperazione multilaterale nell'ambito delle organizzazioni internazionali, soprattutto le Nazioni Unite e mediante partnership con altri attori chiave, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, i principi dell'Atto finale di Helsinki e gli obiettivi della Carta di Parigi;

3.      ribadisce la necessità di una riforma dell'Organizzazione delle Nazioni unite, al fine di consentire all'ONU di assolvere appieno le proprie responsabilità e di intervenire in modo efficace per fornire soluzioni alle sfide globali e reagire alle principali minacce;

4.      ritiene che molte delle nuove minacce non siano solo militari e non possano essere contrastate esclusivamente con mezzi militari;

5.      nota che tale politica necessita del ricorso combinato a risorse e capacità sia civili che militari e richiede l'affiatata cooperazione fra tutti i partecipanti;

6.      sottolinea che il pooling delle attività e delle capacità a livello dell'UE è essenziale per neutralizzare l'effetto combinato dei costi del materiale militare e degli attuali vincoli di spesa in tale settore;

7.      nota che una politica di difesa comune europea richiede una Forza armata europea integrata, da equipaggiare con sistemi d'arma comuni che assicurino uniformità ed interoperabilità;

8.      sottolinea che la trasparenza e l'efficienza in rapporto ai costi, come pure la responsabilità nei confronti delle istituzioni parlamentari e il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale sono di importanza cruciale per garantirsi il pubblico consenso alla difesa europea; al proposito rileva la particolare l'importanza di un efficace controllo parlamentare sulla PESD sotto forma di stretta cooperazione fra il Parlamento europeo e i parlamenti degli Stati membri UE;

9.      rileva la necessità della coerenza fra la nuova SES e la futura dottrina strategica della NATO e ritiene che tale esigenza debba trovare riscontro nella Dichiarazione che sarà adottata in occasione del vertice NATO di Strasburgo/Kehl ad aprile 2009;

10.    sottolinea l'importanza cruciale di una piena e tempestiva attuazione della SES;

11.    saluta la relazione del Consiglio sull'attuazione della SES; ritiene peraltro che, visto che molti obiettivi SES del 2003 restano per lo più irrealizzati, l'Unione europea - rafforzata dal trattato di Lisbona - debba svolgere un più incisivo ruolo di impulso per la legittimità, la trasparenza e l'efficacia delle istituzioni della governance mondiale;

12.    saluta il varo della missione PESD ATALANTA contro la pirateria al largo della costa somala; rammenta tuttavia al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri UE che il problema della pirateria in quella regione ha radici profonde - così come la povertà in una nazione collassata - e chiede azioni europee di maggiore spessore per affrontare questi problemi;

13.    ribadisce con forza la sua richiesta di fornire tutte le garanzie necessarie attraverso la SES e la PESD in vista di un'applicazione effettiva delle risoluzioni 1325 e 1820 del Consiglio di sicurezza dell'ONU in cui si raccomanda la partecipazione paritaria delle donne in tutte le questioni e decisioni concernenti la pace e la sicurezza e si definisce il ricorso sistematico alla violenza sessuale contro le donne in situazioni di conflitto come un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità; si rammarica che i progressi registrati in fatto di parità di genere nelle operazioni PESD siano quanto mai lenti;

Interessi europei in materia di sicurezza

14.    rileva che negli Stati membri si pensa ancora troppo spesso in termini di interessi di sicurezza nazionali trascurando la responsabilità comune per la tutela dei comuni interessi europei; giudica questo tipo di approccio controproducente e sollecita gli Stati membri ad ampliare la prospettiva, per fare dell'UE un attore più importante sulla scena internazionale in grado di assicurare un assetto europeo di sicurezza più efficace;

15.    reputa pertanto necessario definire gli interessi di sicurezza comuni dell'UE e sottolinea che solo con una chiara nozione dei propri interessi comuni l'UE può rendere le politiche comuni più coerenti ed efficaci;

16.    è del parere che oltre alle sfide individuate nella SES adottata nel 2003, gli interessi di sicurezza dell'UE comprendono la protezione dei suoi cittadini, degli interessi all'interno e all'esterno dell'UE, la sicurezza del suo vicinato e la protezione delle sue frontiere esterne e delle sue infrastrutture critiche, nonché il miglioramento della sicurezza cibernetica, la sicurezza dell'approvvigionamento di energia e delle rotte marittime, la protezione delle sue risorse spaziali e la protezione contro gli effetti del cambiamento climatico;

Ambizioni europee in materia di sicurezza

17.    nota che l'UE riconosce un ordine internazionale fondato sul multilateralismo efficace e sul diritto internazionale, il che riflette la convinzione degli europei che nessuna nazione può fronteggiare da sola le nuove minacce;

18.    ritiene che l'Unione europea debba definire più chiaramente le proprie ambizioni circa il ruolo che intende svolgere nel mondo; è dell'avviso che l'Unione non debba cercare di divenire una superpotenza come gli Stati Uniti, bensì garantire la propria sicurezza e quella delle zone limitrofe;

19.    sottolinea che nella PESD l'Unione europea debba dare priorità alla prevenzione delle crisi; osserva che la sicurezza e la preminenza del diritto sono condizioni irrinunciabili per lo sviluppo e la stabilità duratura;

Sviluppare la strategia europea di sicurezza

20.    rileva che la SES del 2003 si concentra sulle principali minacce per l'Unione europea (terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa, conflitti regionali, fallimento degli Stati e criminalità organizzata), e individua obiettivi strategici che hanno formato la base di sotto-strategie;

21.    si felicita con la Presidenza francese dell'UE per le sue ambizioni riguardo alla PESD; prende atto della relazione dell'Alto rappresentante sull'applicazione della SES sottoscritta dal Consiglio europeo del 11 dicembre 2008 e saluta il fatto che numerose istanze formulate nelle precedenti relazioni del Parlamento su SES e PESD sono state recepite, e segnatamente:

         –     la sicurezza cibernetica;

         –     la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Europa;

         –     le irrisolte dispute regionali nei paesi vicini all'UE;

         –     le sfide cui è confrontato il continente africano;

         –     le conseguenze del cambiamento climatico;

         –     la concorrenza per le risorse naturali;

         –     i progetti per rafforzare le capacità civili e militari;

         –     l'importanza dello spazio per la sicurezza comune;

         –     la sicurezza marittima;

22.    saluta l'impegno del Consiglio affinché l'Europa sia effettivamente in grado nei prossimi anni, nell'ambito del livello di ambizione stabilito, fra cui il dispiegamento di 60 000 uomini in 60 giorni per un'operazione importante, nella gamma di operazioni previste dall'obiettivo primario 2010 e dall'obiettivo primario civile 2010, di pianificare e condurre simultaneamente:

         –  due importanti operazioni di stabilizzazione e ricostruzione, con un'adeguata componente civile sostenuta da un massimo di 10 000 uomini per almeno due anni;

         –  due operazioni di reazione rapida di durata limitata utilizzando segnatamente i gruppi tattici dell'UE;

         –  un'operazione di evacuazione d'emergenza di cittadini europei (in meno di 10 giorni), tenendo conto del ruolo primario di ciascuno Stato membro nei confronti dei suoi cittadini e ricorrendo al concetto di Stato guida consolare;

         –  una missione di sorveglianza/interdizione marittima o aerea;

         –  un'operazione civile-militare di assistenza umanitaria della durata massima di 90 giorni;

         –  una dozzina di missioni civili PESD (fra cui, missioni di polizia, di Stato di diritto, di amministrazione civile, di protezione civile, di riforma del settore della sicurezza o di vigilanza) in forme diverse, in situazione anche di reazione rapida, tra cui una missione importante (che può coinvolgere fino a 3 000 esperti) che potrebbe durare vari anni;

23.    deplora tuttavia il modo poco chiaro in cui sono presentate le conclusioni per quanto riguarda la SES e la PESD (quattro documenti anziché uno solo); critica la formulazione spesso vaga utilizzata che non riesce a descrivere una strategia reale; critica il fatto che il Consiglio non ha aderito alla richiesta del Parlamento per un Libro bianco, per cui è improbabile che si possa avviare un proficuo e ampio dibattito pubblico;

24.    deplora inoltre che le richieste formulate nelle precedenti relazioni del Parlamento sulla SES e la PESD non siano state prese in considerazione dal Consiglio, in particolare:

         –  la definizione di interessi europei comuni in fatto di sicurezza;

         –  la definizione di criteri per il varo di missioni PESD;

         –  proposte per una nuova partnership UE-NATO;

         –  la risoluzione del problema delle "reticenze" nazionali;

25.    propone che la SES sia sottoposta a revisione ogni cinque anni in concomitanza con l'avvio di ogni nuova legislatura dell'UE;

26.    si rammarica della relativa assenza di progressi dopo il 2003 verso il rafforzamento della cooperazione UE in materia di difesa; rinnova la propria richiesta di redigere un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa europea quale strumento per avviare un vasto dibattito pubblico e assicurare l'attuazione efficace della SES;

27.    constata con rammarico che, malgrado l'ampia preparazione, per la perdita di slancio provocata dall'impasse sul trattato di Lisbona, la revisione della SES non ha portato a un orientamento strategico del tutto nuovo ma si è limitata ad esporre le preoccupazioni politiche di volta in volta emerse; rileva che l'elenco delle minacce è stato esteso, fra l'altro, alla cibernetica e alla pirateria ma non ancora alla crisi finanziaria internazionale; saluta gli aspetti innovativi della revisione quali l'attenzione al cambiamento climatico, la sicurezza energetica (fra cui in campo nucleare il sostegno a un accordo multilaterale sul ciclo del combustibile e un trattato multilaterale che vieta la produzione di materiale fissile) e il trattato internazionale sul commercio di armi e altri trattati internazionali sul disarmo come la recentissima convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo;

28.    ritiene inaccettabile che vi sia stato solo un limitato dibattito parlamentare e nessun dibattito pubblico prima dell'adozione della relazione sulla revisione della SES;

Relazioni con la Russia

29.    ritiene che la violenta escalation del conflitto finora latente in Ossezia meridionale e in Abkhasia e il successivo riconoscimento dell'indipendenza di queste province da parte della Russia, sottolinei l'urgente necessità di investire in soluzioni politiche durature per conflitti di questo tipo in paesi confinanti con l'UE; ribadisce che i conflitti nel Caucaso non possono essere risolti con strumenti militari e condanna fermamente quanti hanno fatto ricorso alla violenza durante il conflitto; sottolinea che l'ulteriore sviluppo della partnership strategica con la Russia deve comprendere un profondo dialogo sulla sicurezza, fondato sul dichiarato impegno di entrambe le parti ai valori condivisi, al rispetto del diritto internazionale e al principio dell'integrità territoriale e al rispetto degli obblighi sanciti dall'Atto finale di Helsinki;

30.    sottolinea che la dimensione di sicurezza dei rapporti UE-Russia e il ruolo della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della PESD non possono essere considerati separatamente dalla più ampia architettura europea di sicurezza, che comprende la NATO, l'OSCE e accordi internazionali come il trattato sui missili anti-balistici (ABM) e il trattato sulle forze convenzionali in Europa (CFE); ritiene che sviluppi di rilievo in questa più ampia struttura di sicurezza debbano essere trattati nel dialogo con la Russia e gli Stati Uniti ed invita il Consiglio ad adottare un atteggiamento aperto e costruttivo in merito a possibili colloqui fra UE, Stati Uniti, Russia e Stati membri dell'OSCE non appartenenti all'UE, volti a rinnovare il consenso transatlantico sulla sicurezza partendo dall'Atto finale di Helsinki;

31.    plaude all'azione concertata intrapresa dall'Unione europea per mediare fra la Russia e la Georgia in seguito alla sfida posta dalla guerra in Georgia; sottolinea che la pronta reazione e l'unità dell'Unione, che ha portato alla firma dell'accordo sul cessate il fuoco e alla rapida attivazione di una missione di crisi nell'ambito della PESD, ha dimostrato la sua capacità di gestire le crisi e di intraprendere un'azione comune; dà atto alla Presidenza francese per il ruolo positivo svolto ai fini del mantenimento di una posizione comune dell'Europa;

32.    saluta con favore la decisione del Consiglio del 2 dicembre 2008 di creare una commissione indipendente guidata dall'Unione europea che indagherà sulle cause del conflitto in Georgia;

33.    rileva le preoccupazioni espresse dagli Stati baltici e prende atto della chiara conferma da parte della Nato e dei suoi Stati membri circa la persistente validità dei loro impegni a norma dell'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico;

34.    accoglie con favore la decisione della NATO di riaprire gli attuali canali di comunicazione e di convocare nuovamente il Consiglio NATO-Russia;

35.    ritiene che sia l'UE che la NATO debbano perseguire un dialogo franco e realistico con la Russia su argomenti comprendenti sicurezza, regionale, energia, difesa missilistica, non proliferazione delle armi di distruzione di massa, limitazione delle forze armate e politica spaziale;

36.    ritiene che la Russia, per la posizione geopolitica, la potenza militare e il peso politico, la ricchezza energetica e il potenziale economico, rivesta un'importanza strategica per l'Europa;

Costruire le capacità dell'Europa

37.    sottolinea che l'Unione europea deve avere mezzi per dare attuazione alle sue politiche e che - oltre al rafforzamento delle sue capacità diplomatiche - necessita anche delle capacità civili e militari per rafforzare la PESD e assolvere le proprie responsabilità nel mondo;

38.    rileva che dall'istituzione della PESD sono state effettuate 22 missioni nel quadro della PESD, di cui 16 missioni civili; sottolinea l'importanza della componente civile della PESD; saluta in tale ambito l'istituzione di una Capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) all'interno del segretariato del Consiglio dell'Unione europea; invita gli Stati membri a moltiplicare i propri sforzi per mettere a disposizione personale qualificato per le missioni civili PESD; sottolinea al riguardo l'importanza dell’adozione dell'Obiettivo primario civile 2010;

39.    sottolinea inoltre che, essendo l'accento posto soprattutto sulla dimensione militare della PESD, i progressi nel campo delle capacità civili e della prevenzione dei conflitti accusano un'eccessiva lentezza e che in questo settore è urgente che siano attivate nuove dinamiche dal Consiglio e dalla Commissione;

40.    è del parere che l'Unione europea debba continuare a costruire le proprie capacità sulla base degli Obiettivi primari civili e militari, puntando alla costituzione di un corpo sempre disponibile di 60 mila uomini; riafferma la sua proposta di fare di Eurocorps il cuore di tale contingente, rinforzato se necessario da capacità navali ed aeree; saluta con favore l'accordo concluso fra Germania e Francia circa il mantenimento della Brigada franco-tedesca in un quartiere militare comune; ritiene inoltre che l'Unione europea debba puntare alla disponibilità permanente di un congruo numero di agenti di polizia, giudici e pubblici ministeri; resta perplesso per il fatto che l'intera concezione teorica e pratica dei gruppi tattici UE e le relative specifiche ipotesi di missioni potenziali non sembra portare a un loro impiego nelle operazioni esterne dell'UE;

41.    sottolinea che gli Stati membri dell'UE spendono complessivamente oltre 200 miliardi di euro l'anno per la difesa, cifra che rappresenta oltre la metà della spesa militare degli Stati Uniti; resta vivamente preoccupato per l'inefficienza e la mancanza di coordinamento con cui tali risorse vengono spese; sollecita pertanto un'intensificazione degli sforzi volti ad eliminare inutili doppioni fra Stati membri, in particolare ricorrendo alla specializzazione, al pooling, alla condivisione delle capacità esistenti e allo sviluppo in comune di nuove; dà atto all'Agenzia europea per la difesa (EDA) per l'eccellente opera svolta finora ed invita gli Stati membri dell'UE a sfruttare appieno il potenziale dell'Agenzia;

42.    sottolinea che le esigenze in fatto di capacità tecnologica sono sovente assai simili se non identiche per le operazioni delle forze armate, per quelle di sorveglianza delle frontiere, nonché per quelle relative alla protezione delle infrastrutture critiche e alla gestione delle calamità; rileva che tale situazione crea nuove opportunità per sfruttare le sinergie e per accrescere l'interoperabilità fra le forze armate e i corpi addetti a compiti di sicurezza;

43.    sollecita vivamente l'Unione europea e i suoi Stati membri a concentrare i propri sforzi sulle capacità comuni utilizzabili a fini sia di difesa che di sicurezza; ritiene in tale contesto di importanza cruciale la intelligence satellitare, le apparecchiature di ricognizione e segnalazione, i velivoli senza pilota, gli elicotteri, le apparecchiature di telecomunicazione e il trasporto aereo e marittimo; chiede standard tecnici comuni per le telecomunicazioni protette e sistemi per la protezione delle infrastrutture critiche;

44.    saluta la decisione adottata dal comitato direttivo dell'Agenzia europea per la difesa del 10 novembre 2008 di avviare ufficialmente i lavori dell'Agenzia per la costituzione di una flotta europea di trasporto aereo e prende atto della dichiarazione di intenti sulla partecipazione a tale iniziativa firmata dai ministri della Difesa di dodici Stati membri UE;

45.    reputa necessario permettere l'impiego di Galileo e del sistema GMES per fini di sicurezza e di difesa;

46.    raccomanda lo sviluppo dinamico della cooperazione fra gli eserciti nazionali ai fini di un maggiore sincronismo operativo; propone di dare a tale processo e alle forze armate coinvolte il nome di SAFE (Synchronized Armed Forces Europe);

47.    vede in SAFE uno spazio di manovra sufficiente per Stati membri UE neutrali, così come per quelli legati ad alleanze militari, per quelli che già cooperano strettamente e per quelli più riluttanti; propone per l'assetto di SAFE un modello "opt-in" fondato sulla libera scelta di progredire sulla via del sincronismo operativo;

48.    raccomanda nel quadro di SAFE uno statuto europeo del soldato, che disciplini gli standard di addestramento, la dottrina operativa e la libertà di azione sul campo, i diritti e i doveri come pure il livello qualitativo dell'equipaggiamento, le cure sanitarie e le assicurazioni in caso di decesso, ferimento o incapacità al servizio;

49.    raccomanda per SAFE il principio di una divisione del lavoro a livello europeo in materia di capacità militari;

50.    propugna una più stretta cooperazione europea nel campo dell'addestramento, della manutenzione e della logistica in quanto precondizioni essenziali di una maggiore efficienza della spesa nel settore della difesa;

Necessità di nuove strutture

51.    è del parere che il potenziale di azione autonoma dell'UE nel quadro della sua politica estera e di difesa vada accresciuto mediante una riqualificazione mirata delle sue capacità di analisi, pianificazione, guida e intelligence; in tale ambito saluta la decisione del Consiglio europeo di lavorare a una struttura di pianificazione strategica integrata civil-militare per le operazioni e missioni PESD;

52.    saluta anche la decisione del Consiglio europeo di costituire un Gruppo ad alto livello UE-NATO con l'incarico di rafforzare la cooperazione fra le due organizzazioni in modo pragmatico;

53.    chiede l'allestimento di un quartiere generale operativo europeo autonomo e permanente, in grado di effettuare pianificazioni strategiche e condurre operazioni e missioni PESD;

54.    è favorevole all'idea di creare un Consiglio dei ministri della difesa per conferire maggiore coerenza alle varie politiche difensive nazionali e conseguentemente per rafforzare i rispettivi contributi nazionali alla PESD; sottolinea l'obiettivo del completo controllo parlamentare sulle missioni e operazioni PESD, anche da parte del Parlamento europeo;

55.    è assolutamente favorevole al rafforzamento di un mercato europeo nel settore della difesa e sicurezza, mediante l'adozione delle proposte legislative della Commissione in materia di appalti pubblici e di trasferimenti intracomunitari e propone ulteriori iniziative finalizzate al conseguimento di tale obiettivo, soprattutto nel campo della sicurezza dell'approvvigionamento e della sicurezza dell'informazione;

56.    saluta in tale ambito l'adozione della posizione comune del Consiglio dei ministri degli esteri, 2008/944/PESC dell'8 dicembre 2008 che definisce norme comuni che disciplinano il controllo delle esportazioni di attrezzatura e tecnologia militare[7] che trasforma il codice di condotta sulle esportazioni di armi in uno strumento legalmente vincolante; accoglie favorevolmente anche il fatto che gli Stati membri UE restano liberi di adottare misure più rigorose;

57.    rammenta la necessità di disporre di sistemi di armi comuni forniti da una forte industria europea della difesa, in grado di soddisfare i requisiti attuali e futuri delle forze armate europee e di permettere all'Europa di divenire autosufficiente e indipendente;

58.    chiede un incremento degli stanziamenti comunitari per la ricerca in materia di sicurezza e la promozione di un programma comune di ricerca fra la Commissione e l'Agenzia europea per la difesa (EDA);

Spirito nuovo

59.    considera particolarmente importante rafforzare il Collegio europeo di sicurezza e di difesa trasformandolo in una struttura permanente che apporti un più efficace contributo allo sviluppo di una cultura della sicurezza specificamente europea; sollecita la Commissione a continuare a finanziare le attività di addestramento a livello UE nel campo della gestione delle crisi civili, oltre il 2009;

60.    sollecita ulteriori iniziative in tema di addestramento comune e standard comuni per il personale da dislocare e assegnare alle stesse operazioni civili e militari di intensificazione dei rapporti fra le forze armate e il personale civile degli Stati membri, di coordinamento delle attività di addestramento legate alle crisi, di programmi di scambio fra le forze armate d'Europa e di accoglimento di cittadini di altri Stati membri UE negli eserciti nazionali;

61.    sostiene energicamente programmi coronati da successo come il programma Eurofighter, che formerà l'ossatura dell'aviazione militare di cinque Stati europei nei decenni a venire; ritiene pertanto che gli Stati membri dell'UE debbano incoraggiare e supportare iniziative di questo tipo;

°

°         °

62.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri e ai Segretari generali delle Nazioni Unite, dell'Organizzazione del trattato nordatlantico, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e del Consiglio d'Europa.

OPINIONI DELLA MINORANZA

a norma dell'articolo 48, paragrafo 3, del regolamento

gruppo GUE/NGL

La relazione è priva dei requisiti per la pace, mentre si concentra sulla preparazione per la militarizzazione dell'Unione europea. Deprechiamo il fatto che la relazione auspichi:

- che l'Unione europea difenda i suoi interessi in tutto il mondo con mezzi militari, ad esempio per garantire la fornitura di energia;

- il tentativo deliberato di spezzare il tabù politico di parlare di un "interesse della sicurezza europea";

- l'ulteriore militarizzazione dell'Unione europea, ad esempio rendere permanentemente disponibili 60 000 soldati;

- la creazione del Mercato europeo di difesa e sicurezza;

- l'aumento dei finanziamenti comunitari per la ricerca in materia di sicurezza;

- di combinare l'uso di beni e capacità sia civili che militari;

- l'uso di Galileo e GMES per la sicurezza e la difesa;

- la tutela delle attività spaziali UE e quindi la militarizzazione dello spazio;

- di criticare la Russia per la sua risposta alla guerra in Caucaso senza ricordare il fatto che la guerra è stata iniziata dalla Georgia;

- di criticare la Russia per il riconoscimento dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia senza menzionare il riconoscimento del Kosovo da parte di molti Stati europei, anche esso contrario al diritto internazionale;

Chiediamo:

- una UE ci

vile;-

la non militarizzazione dello spazio;

- l'istituzione di un'Agenzia UE di disarmo;- la spesa militare invece

da utilizzare a fini civili.

Firmato da:

Pflüger, Tobias

Meyer Pleite, Willy

Meijer, Erik

Flasarovà, Věra

Triantaphylides, Kyriacos

Adamou, Adamos

Pedro Guerreiro

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

21.1.2009

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

57

11

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Elmar Brok, Colm Burke, Marco Cappato, Philip Claeys, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Michael Gahler, Maciej Marian Giertych, Ana Maria Gomes, Alfred Gomolka, Klaus Hänsch, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Maria Eleni Koppa, Helmut Kuhne, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Johannes Lebech, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Vural Öger, Justas Vincas Paleckis, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, João de Deus Pinheiro, Mirosław Mariusz Piotrowski, Hubert Pirker, Bernd Posselt, Raül Romeva i Rueda, Libor Rouček, Christian Rovsing, Flaviu Călin Rus, Katrin Saks, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, Marek Siwiec, István Szent-Iványi, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Ari Vatanen, Andrzej Wielowieyski, Zbigniew Zaleski, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Andrew Duff, Árpád Duka-Zólyomi, Milan Horáček, Gisela Kallenbach, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Yiannakis Matsis, Erik Meijer, Nickolay Mladenov, Doris Pack, Athanasios Pafilis, Adrian Severin, Jean Spautz, Csaba Sándor Tabajdi, Karl von Wogau

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Călin Cătălin Chiriţă, Věra Flasarová, Pierre Pribetich