RELAZIONE su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050
8.2.2012 - (2011/2095(INI))
Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Chris Davies
Relatore per parere (*):
Mario Pirillo, commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050
Il Parlamento europeo,
– visti la comunicazione della Commissione "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050" (COM(2011)0112) e i documenti di lavoro che l'accompagnano (SEC(2011)0288) e (SEC(2011)0289),
– visti la comunicazione della Commissione "Analisi delle ipotesi di intervento per una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra superiore al 20% e valutazione del rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio" (COM(2010)0265) e il documento che l'accompagna (SEC(2010)0650),
– viste le proposte di rifusione (COM(2011)0656) e modifica della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID) (COM(2011)0652) e della direttiva sugli abusi di mercato (MAD) (COM(2011)0651) per quanto riguarda le quote di emissione nel quadro del sistema ETS dell'UE,
– viste le conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 23 ottobre 2011,
– visto il pacchetto dell'UE su clima ed energia,
– visto l'articolo 9 del TFUE, la cosiddetta "clausola sociale",
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0033/2012),
A. considerando che circa 90 firmatari della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tra cui anche le economie emergenti, che sono collettivamente responsabili di oltre l'80% delle emissioni globali, hanno dichiarato unilateralmente di aver stabilito obiettivi quantificati di riduzione delle emissioni prodotte dalle attività economiche nel loro complesso, per quanto comunque non vincolanti sotto il profilo giuridico;
B. considerando che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno dichiarato la loro ambizione di assicurare un livello di riduzioni dall'80 al 95% delle emissioni di gas serra entro il 2050; che in base a una traiettoria lineare tra il 2009 e il 2050 l'obiettivo del 2020 sarebbe dell'ordine del 34-38% rispetto ai livelli del 1990;
C. considerando che l'Unione europea deve concordare obiettivi specifici di riduzione delle emissioni per fornire la base e il quadro di riferimento per i necessari atti legislativi e le altre misure necessarie;
D. considerando che la tabella di marcia dimostra che l'obiettivo climatico attuale del 20%, che per oltre la metà potrebbe essere realizzato attraverso compensazioni non domestiche, non costituisce una soluzione efficace in termini di costi per raggiungere una riduzione dell'80% nel 2050 rispetto ai livelli del 1990; che la riduzione dell'80% rappresenta il minimo indispensabile rispetto a una riduzione dell'80-95%, ritenuta necessaria dal gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico per i paesi industrializzati e adottata dal Consiglio europeo quale obiettivo dell'UE per il 2050;
E. considerando che, nell'ottica di realizzare investimenti verdi a lungo termine, l'industria deve avere una visione chiara della strategia dell'UE per la riduzione delle emissioni di carbonio, strategia che richiede inoltre di essere sostenuta dalla certezza del diritto, da obiettivi ambiziosi e da meccanismi di finanziamento adeguati;
F. considerando che è nell'interesse degli Stati membri ridurre la propria dipendenza dai fornitori stranieri di energia, in particolare dai paesi politicamente problematici;
G. considerando che l'Agenzia internazionale dell'energia ha calcolato che quattro quinti delle emissioni totali di CO2 legate all'energia consentite fino al 2035 secondo lo scenario 450 sono già immobilizzati dagli stock di capitale esistenti;
H. considerando che è necessario valutare e scongiurare il rischio che, in assenza di un adeguato impegno a livello mondiale, le misure prese a livello nazionale determinino uno spostamento delle quote di mercato a vantaggio di impianti meno efficienti in altri paesi, provocando in tal modo un aumento delle emissioni su scala planetaria, in altre parole una rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;
I. considerando che la relazione Stern stima che il costo dell'inazione nella protezione climatica sarà pari, ogni anno, a una perdita di almeno il 5% del PIL globale;
J. considerando che la produzione e l'utilizzo di biomassa come fonte di energia, per definizione, non sono neutrali da un punto di vista delle emissioni di carbonio;
K. considerando che gli aspetti sociali devono essere presi in considerazione attraverso lo strumento della valutazione d'impatto sociale;
1. riconosce i benefici che lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio comporta per gli Stati membri e, se del caso, alle regioni; approva pertanto la tabella di marcia della Commissione verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 – insieme alla sua traiettoria, alle tappe specifiche per la riduzione delle emissioni interne del 40%, 60% e 80% rispettivamente per il 2030, 2040 e 2050 e alle fasce per le tappe settoriali specifiche – come base per proporre iniziative legislative e d'altro tipo di politica economica e climatica; riconosce che la traiettoria e le tappe sono state definite sulla base del modello PRIMES in vista della definizione degli strumenti legislativi e normativi necessari;
2. invita la Commissione a fissare obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030 e il 2040, compresi obiettivi concreti per ogni settore, in particolare quello dell'agricoltura, e un calendario ambizioso; ritiene che questi obiettivi dovrebbero seguire una traiettoria lineare fra i livelli di emissione attuali, l'obiettivo del 2020 e il 95% di riduzioni, da raggiungersi entro il 2050;
3. invita la Commissione a presentare entro i prossimi due anni le misure necessarie per conseguire gli obiettivi fissati per il 2030, tenendo conto delle specifiche capacità e potenzialità nazionali, nonché dei progressi internazionali in materia di azione per il clima;
4. ritiene che le misure debbano essere applicate in modo coordinato, efficace ed efficiente in termini di costi, tenendo presenti le caratteristiche specifiche degli Stati membri;
5. chiede una maggiore coerenza tra le politiche e i programmi dell'Unione onde realizzare gli obiettivi della tabella di marcia e garantire la piena integrazione delle sue priorità nel nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020; riconosce che, conseguendo l'obiettivo consistente nel migliorare del 20% l'efficienza energetica, l'Unione sarebbe in grado di ridurre le sue emissioni interne di CO2 del 25% o più entro il 2020 e che tale riduzione costituirebbe una soluzione efficace in termini di costi per raggiungere l'obiettivo a lungo termine di ridurre nel 2050 le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% rispetto ai livelli del 1990; osserva che, secondo la tabella di marcia, un approccio meno ambizioso comporterebbe costi significativamente più alti nell'intero periodo; ricorda, tuttavia, che l'efficienza degli investimenti sotto il profilo dei costi andrebbe sempre valutata alla luce dei bilanci degli Stati membri;
6. ricorda che, in vista della conferenza di Durban sul clima, il Parlamento europeo si era espresso a favore di un aumento superiore al 20% dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020;
7. sottolinea che obiettivi chiari in materia di emissioni stimoleranno i primi investimenti necessari in R&S, la dimostrazione e la diffusione di tecnologie a bassa emissione e che è indispensabile che l'UE si doti di una strategia a lungo termine per far fronte all'impegno di ridurre le emissioni entro il 2050;
8. invita la Commissione a presentare un'analisi dei costi e dei benefici che l'applicazione della tabella di marcia proposta comporta per i singoli Stati membri, tenendo conto delle condizioni nazionali derivanti da sviluppi tecnologici differenti, nonché delle necessità di investimento (e della loro accettabilità a livello sociale) e dell'esistenza di un ampio ventaglio di scenari possibili a livello globale;
9. mette in rilievo che la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio può consentire la creazione di nuovi posti di lavoro, garantendo nel contempo all'industria europea una crescita economica e un vantaggio competitivo;
10. ricorda che la transizione verso tecnologie pulite consentirebbe di ridurre drasticamente l'inquinamento dell'aria, assicurando benefici significativi per la salute e l'ambiente;
La dimensione internazionale
11. osserva che lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie a basse emissioni di carbonio sono in rapida crescita in tutto il mondo e che per la futura competitività dell'Europa è essenziale aumentare i livelli d'investimento nella ricerca, sviluppo e applicazione di queste tecnologie;
12. osserva che il trasferimento dell'innovazione scientifica e tecnologica sostenibile dall'Europa verso altre zone del mondo potrebbe comportare per l'UE la perdita del suo primato tecnologico nel settore, trasformandola in importatrice netta di tali tecnologie e dei relativi prodotti finiti; sottolinea pertanto l'importanza del valore aggiunto europeo per lo sviluppo e la produzione interna di tecnologie e prodotti, in particolare per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili;
13. sottolinea che la Cina è il leader mondiale in termini di capacità installata di parchi eolici, che i produttori cinesi e indiani sono tra i dieci produttori principali di turbine eoliche e che la Cina e Taiwan producono attualmente la maggior parte dei pannelli fotovoltaici del mondo; invita la Commissione e gli Stati membri a prendere provvedimenti per promuovere nell'UE lo sviluppo e la produzione ecoefficienti di tali tecnologie e di nuove tecnologie innovative necessarie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
14. esorta l'UE a continuare a svolgere un ruolo attivo nei negoziati internazionali per la conclusione di un accordo ambizioso, globale e giuridicamente vincolante; sottolinea l'importanza che l'Unione europea dia prova delle sue convinzioni e funga da modello nel dimostrare che un'economia a basse emissioni di carbonio è possibile e apporta benefici; si compiace dell'esito della conferenza di Durban, ovvero la definizione di uno scadenzario chiaro per la conclusione di un accordo internazionale post 2012 e la disponibilità dei principali responsabili delle emissioni – che si tratti di economie sviluppate o in via di sviluppo – ad adottare obiettivi ambiziosi e sufficienti in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
15. sottolinea che l'UE deve continuare ad agire in modo costruttivo nel quadro dei negoziati mondiali sul clima e che è necessario sviluppare ulteriormente la diplomazia europea in materia di clima sotto l'egida del SEAE;
16. rileva che la maggiore sfida per arrivare a un'economia sostenibile a basse emissioni di carbonio è garantire l'integrazione delle politiche in materia di cambiamento climatico in tutti i principali settori di attività relativi a energia, trasporti, agricoltura, istruzione, innovazione, ecc.;
17. sottolinea che i ritardi negli interventi per il clima a livello globale ed europeo non solo farebbero lievitare i costi per raggiungere l'obiettivo del 2050 a causa degli investimenti immobilizzati in stock di capitale ad alto tenore di carbonio e di un più lento apprendimento tecnologico, ma farebbero anche perdere all'UE il suo ruolo di modello e di innovatore nella ricerca, nella creazione di posti di lavoro e nell'orientare la transizione verso un'economia più verde e sostenibile; osserva inoltre che un ritardo negli interventi necessari per il 2020 comprometterà anche il potenziale di riduzione per il 2030 e i decenni futuri;
18. ribadisce che le emissioni cumulative sono decisive per il sistema climatico; rileva che anche con un percorso articolato in riduzioni del 30% nel 2020, del 55% nel 2030, del 75% nel 2040 e del 90% nel 2050, l'UE sarebbe ancora responsabile di una quota pro capite all'incirca doppia del bilancio globale del carbonio compatibile con l'obiettivo dei 2°C e che ritardare la riduzione delle emissioni comporta un notevole aumento della quota cumulativa;
19. ricorda che limitare l'aumento della temperatura globale a 2°C in media non assicura che saranno scongiurate conseguenze negative rilevanti sul clima;
Il sistema di scambio di quote di emissioni
20. riconosce che il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS) è il principale strumento, ma non l'unico, per ridurre le emissioni industriali e promuovere gli investimenti in tecnologie a bassa intensità di carbonio; osserva che è necessario continuare a migliorare l'ETS; esorta la Commissione e gli Stati membri ad accompagnare l'ETS con un approccio basato sulla tecnologia e l'innovazione per garantire le significative riduzioni necessarie;
21. rileva che l'ETS funziona come previsto e che la diminuzione del prezzo del carbonio è la conseguenza della riduzione dell'attività economica e di una disponibilità di quote di emissione di gran lunga superiore alla domanda; esprime preoccupazione per il fatto che la mancanza di stimolo agli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio e in una maggiore efficienza energetica rischia di svantaggiare l'Unione europea rispetto ai suoi concorrenti industriali; riconosce che il prezzo del carbonio non dovrebbe aumentare in assenza di una crescita molto più elevata o di un adeguamento dell'ETS;
22. riconosce che il prezzo attuale del carbonio non incentiverà gli investimenti in tecnologie a basse emissioni e contribuirà pertanto in modo molto limitato alla loro riduzione, rischiando invece che l'UE continui, nei prossimi decenni, a basarsi su infrastrutture ad alta intensità di carbonio;
23. sottolinea che le politiche in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici non possono dipendere soltanto da meccanismi di mercato, dal momento che questi spesso non sono in grado di sviluppare tecnologie importanti e di promuovere il cambiamento di mentalità necessario per progredire verso una società sostenibile;
24. invita la Commissione ad adottare misure volte a correggere le carenze del sistema ETS e a consentirgli di funzionare come originariamente previsto, provvedendo in particolare entro il 2012 a:
a) ricalibrare il sistema ETS prima dell'inizio della terza fase, accantonando una quantità significativa di quote in modo da ripristinare la situazione di scarsità, permettendo così di realizzare l'obiettivo iniziale di fornire incentivi a investimenti in tecnologie a bassa intensità di carbonio e a misure di efficienza energetica, e successivamente proporre un atto legislativo che consenta l'eliminazione di tali quote;
b) presentare proposte legislative per modificare, a partire dalla prima data opportuna, il requisito della riduzione lineare dell'1,74% all'anno, così da soddisfare quanto richiesto dall'obiettivo di riduzione del CO2 per il 2050;
c) includere i trasporti nel sistema di scambio delle emissioni, al fine di accelerare l'innovazione e l'efficienza energetica in tale settore, migliorare l'internalizzazione dei costi e creare una parità di condizioni tra i diversi modi di trasporto;
d) stabilire, a partire dalla prima data possibile, un prezzo di riserva per le aste delle quote, fissandolo a un livello inferiore a quello del carbonio previsto al momento dell'adozione della legislazione vigente per evitare la rilocalizzazione del carbonio, ma sufficiente a rassicurare le aziende che effettuano investimenti a lungo termine;
e) stimolare la domanda nell'ambito del sistema ETS proponendo l'inclusione delle emissioni da combustibili fossili vendute dai settori della generazione termica e dei trasporti non direttamente soggetti alla concorrenza internazionale, nonché dal settore della navigazione marittima;
f) adottare provvedimenti per incrementare l'apporto di informazioni pertinenti e la trasparenza del registro ETS, in modo da consentire un monitoraggio e una valutazione più efficaci;
g) migliorare ulteriormente il ricorso ai meccanismi di compensazione, per esempio limitando l'accesso alle compensazioni che sovvenzionano i concorrenti industriali dell'Europa, ad esempio nel settore degli idrofluorocarburi (HFC);
h) garantire tuttavia che nessuna di queste misure comporti la riduzione del livello di quote assegnate gratuitamente all'industria responsabile della rilocalizzazione del carbonio al fine di rispettare i parametri di riferimento;
25. osserva che tali misure faranno aumentare gli introiti della vendita all'asta per gli Stati membri; rammenta ai governi che non vi è limite alla percentuale di tali introiti che può essere spesa per finalità collegate al clima e raccomanda di utilizzare queste risorse per promuovere gli investimenti in tecnologie a bassa intensità di carbonio nell'industria o altri mezzi per la creazione di posti di lavoro, ad esempio la riduzione delle imposte sul lavoro;
26. invita la Commissione a presentare proposte entro la fine del 2013 per estendere ai settori ad alta intensità energetica scarsamente minacciati dalla concorrenza estera l'obbligo di acquistare le quote mediante asta;
27. invita la Commissione a garantire che la legislazione avente un impatto sugli incentivi previsti nell'ambito del sistema ETS, ad esempio la direttiva sull'efficienza energetica (COD/2011/0172), sia monitorata e che l'obbligo di riduzione sia adattato di conseguenza;
28. riconosce che per raggiungere gli obiettivi della tabella di marcia verso un'economia a bassa intensità di carbonio occorrerà adeguare non soltanto il sistema ETS, ma anche la decisione sulla condivisione degli sforzi (decisione n. 406/2009/CE del Parlamento europeo e del Consiglio);
Rilocalizzazione delle emissioni di carbonio
29. invita la Commissione a pubblicare i dati dettagliati del reale contributo dato dall'UE alla riduzione delle emissioni globali di CO2 a partire dal 1990, tenendo conto del consumo che avviene nell'UE di prodotti che oggi sono fabbricati altrove;
30. ribadisce che il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio deve essere sostenuto da un approccio normativo ragionevole e ponderato; afferma che una conformità ambientale onerosa in termini amministrativi e finanziari incide significativamente sull'occupazione e sulla produzione nei settori a elevata intensità energetica, aumentando il rischio di rilocalizzazione del carbonio e spingendo nel contempo le aziende, e quindi i posti di lavoro, al di fuori dell'UE;
31. concorda con l'opinione della Commissione, secondo cui le misure di aggiustamento alle frontiere o l'inclusione delle importazioni nel sistema ETS dovrebbero essere abbinate alla messa all'asta di tutte le quote per i settori interessati; invita la Commissione a presentare un'analisi dei settori per i quali l'attribuzione gratuita di quote non riesce a impedire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e le raccomanda di presentare proposte concernenti misure di aggiustamento alle frontiere che impongano agli importatori di prodotti in questi settori di acquistare quote equivalenti a quelle che sarebbero state necessarie se il prodotto fosse stato fabbricato nell'UE;
32. invita la Commissione a fornire al più presto indicazioni agli Stati membri per l'adozione di qualsiasi misura volta a indennizzare i settori oggettivamente esposti a un significativo rischio di rilocalizzazione del carbonio per i costi indiretti relativi alle emissioni di gas a effetto serra, così come previsto dalla direttiva;
33. invita la Commissione a redigere un'analisi sull'assenza del criterio geografico nella valutazione della rilocalizzazione del carbonio per il mercato dell'elettricità nell'Europa sudorientale;
34. prende atto della conclusione della tabella di marcia, secondo cui il settore energetico dovrebbe "decarbonizzarsi" quasi completamente entro il 2050 (riduzione delle emissioni dell'ordine del 93%-99%); riconosce che dalla prospettiva industriale dell'Unione, chi intraprenderà per primo azioni nell'ambito delle tecnologie a basse emissioni di carbonio avrà un vantaggio competitivo in un mondo presente e futuro caratterizzato da basse emissioni di carbonio; rileva che le riduzioni di emissioni dovrebbero pertanto essere realizzate in modo da non compromettere la competitività dell'UE e in modo da far fronte al rischio di fughe di carbonio, specialmente nei settori che consumano una grande quantità di energia;
Efficienza energetica
35. ricorda che, secondo le valutazioni esistenti, l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica e di ridurre l'utilizzazione dell'energia del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020 non sta per essere raggiunto; chiede un'azione rapida, maggiore ambizione e un più forte impegno politico per conseguire gli obiettivi del 2020 e guardare al di là di questo orizzonte, attraendo così investimenti adeguati; approva la conclusione della tabella di marcia della Commissione, secondo cui le politiche di efficienza energetica sono essenziali per ridurre ancora le emissioni di carbonio; ritiene pertanto che non si debba escludere la fissazione di obiettivi vincolanti; sottolinea che le misure di efficienza energetica creano nuovi posti di lavoro, risparmi energetici, maggiore sicurezza nell'approvvigionamento e competitività; si compiace a tale riguardo delle priorità stabilite nella proposta di direttiva relativa all'efficienza energetica per aumentare l'efficienza energetica in tutti i settori e, in particolare, negli edifici mediante la ristrutturazione degli immobili esistenti, concentrandosi sull'obiettivo di ristrutturazione degli edifici pubblici; raccomanda un rafforzamento delle risorse e delle misure per mobilitare nuove fonti di finanziamento a livello europeo e nazionale, anche attraverso nuovi strumenti di finanziamento; sottolinea l'importanza che gli investimenti privati rivestono per superare le attuali restrizioni finanziarie nel settore pubblico;
36. deplora la mancanza di misure volte a sfruttare il potenziale di riduzione dei gas serra a costo negativo nell'ambito dell'efficienza energetica e delle risorse e chiede che si accelerino i lavori nel quadro della direttiva sulla progettazione ecocompatibile (2009/125/CE), che il principio del costo più basso durante il ciclo di vita sia applicato rigorosamente o che le misure di attuazione siano stabilite al livello raggiunto dai soggetti che hanno conseguito i migliori risultati, e che si fissino requisiti minimi anche per i prodotti non elettrici;
37. chiede che nell'ambito dei lavori relativi alla direttiva sulla progettazione ecocompatibile siano inclusi anche gli impianti di riscaldamento, le caldaie e i materiali di coibentazione, che possono facilitare la riduzione dell'uso dell'energia e delle risorse offrendo maggiori possibilità di riciclo, e che gli obblighi di etichettatura, che possono aiutare i consumatori a compiere scelte informate, siano estesi e sviluppati;
38. sottolinea la necessità di aggiornare il piano di efficienza energetica con obiettivi vincolanti, tra cui una gamma completa di misure concrete e quantificate lungo la catena di approvvigionamento energetico;
39. ritiene che l'efficienza energetica sia lo strumento più efficace per potenziare l'innovazione tecnologica industriale e contribuire alla riduzione complessiva delle emissioni in modo economicamente efficiente, stimolando nel contempo la crescita dell'occupazione; invita pertanto la Commissione a sostenere gli sforzi profusi dagli Stati membri per promuovere l'efficienza energetica mediante l'adozione di programmi stabili di incentivi a lungo termine, volti a promuovere le tecnologie più efficaci in termini di costi-benefici; ritiene che, al fine di raggiungere l'obiettivo dell'efficienza energetica entro il 2020, occorra garantire un livello adeguato di armonizzazione delle norme europee in materia di efficienza;
40. ribadisce l'importanza di fornire incentivi per gli investimenti pubblici e privati mirati alla progettazione e allo sviluppo di tecnologie facilmente replicabili, in modo da migliorare la qualità del risparmio e dell'efficienza energetici;
41. invita la Commissione, nell'ambito della promozione dell'efficienza energetica, ad adottare misure specifiche per far fronte agli incentivi inversi che intervengono fra consumatori e distributori di energia;
42. invita la Commissione a introdurre un obiettivo a lungo termine per la riduzione del consumo energetico del parco immobiliare dell'UE entro il 2050;
43. richiama l'attenzione sul fatto che l'UE e gli Stati membri non hanno investito a sufficienza in misure per la riduzione delle emissioni di CO2 o il miglioramento dell'efficienza energetica nei settori dell'edilizia e dei trasporti; invita la Commissione e gli Stati membri a stanziare maggiori risorse per finanziare misure volte ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici e delle reti degli impianti di riscaldamento e raffreddamento centralizzati delle città, sia nella revisione dell'attuale prospettiva finanziaria sia nell'ambito dei futuri quadri finanziari pluriennali;
Energie rinnovabili
44. invita la Commissione a elaborare una politica sull'approvvigionamento di biomassa per incoraggiarne la produzione e l'uso sostenibili; sottolinea che questa dovrebbe includere criteri di sostenibilità per i diversi tipi di biomassa, tenendo conto dei profili di emissione di carbonio durante il ciclo di vita delle diverse fonti, privilegiando innanzitutto il valore delle materie prime della biomassa piuttosto che il loro utilizzo a fini energetici; ribadisce che il conseguimento dell'obiettivo UE relativo ai biocarburanti non deve avere ripercussioni negative sulla produzione alimentare e di mangimi o determinare una perdita di biodiversità;
45. invita pertanto la Commissione a introdurre fattori relativi al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC), al fine di tenere conto delle emissioni di gas serra attribuibili ai cambiamenti nelle modalità di utilizzo dei terreni indotti dalla produzione di biocombustibili; sottolinea che aumentare le soglie di risparmio dei gas serra per i biocombustibili non servirà ad affrontare il rischio di ILUC;
46. evidenzia l'importanza delle nuove tecnologie ai fini dello sviluppo delle energie rinnovabili e della produzione di bioenergia e sottolinea che l'UE dovrebbe sfruttare ogni innovazione disponibile per raggiungere i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di CO2;
47. sottolinea l'importante ruolo delle energie rinnovabili, nonché degli sviluppi innovativi in tale settore e l'urgenza di soluzioni più performanti per quanto riguarda lo stoccaggio, per accrescere l'efficienza energetica e per garantire una trasmissione efficace dell'energia, anche attraverso misure infrastrutturali adeguate; riconosce i progressi significativi compiuti dagli Stati membri nello sviluppo di fonti rinnovabili di energia dal momento in cui sono stati stabiliti obiettivi vincolanti per il 2020; richiama l'attenzione sull'importanza di continuare a seguire tale approccio e di fissare altri obiettivi vincolanti in materia di energie rinnovabili per il 2030, tenendo presente la loro fattibilità e il loro impatto macroeconomico; rileva che tale azione contribuirà alla realizzazione degli obiettivi per il 2050, darà all'industria la sicurezza degli investimenti di cui ha bisogno, ridurrà notevolmente le emissioni di gas a effetto serra, creerà posti di lavoro, promuoverà l'indipendenza energetica dell'Unione e favorirà la leadership tecnologica e l'innovazione industriale; sottolinea che la realizzazione degli obiettivi fissati nei piani d'azione nazionali in materia di energia rinnovabile è cruciale per la realizzazione degli obiettivi generali dell'UE per il 2050; ritiene che la Commissione dovrebbe adottare misure qualora non siano raggiunti gli obiettivi nazionali;
48. sottolinea la necessità che la Commissione garantisca che l'adozione di tali obiettivi non ridurrà gli incentivi all'investimento su altre forme di generazione di energia a bassa emissione di carbonio;
49. invita la Commissione, in occasione della pubblicazione, entro la fine del 2012, della prevista relazione sui progressi compiuti da tutti gli Stati membri in merito al rispetto degli obblighi normativi concernenti la produzione di energia rinnovabile, unitamente alla valutazione della possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti per il 2020, a proporre un programma di azioni finalizzate a promuovere la conformità degli Stati membri che attualmente non sono in condizione di rispettare i requisiti;
50. ricorda che le reti elettriche dovranno essere migliorate e sviluppate, in particolare per trasportare l'energia rinnovabile prodotta in zone a elevato potenziale, come l'energia eolica al largo delle coste del Mare del Nord e l'energia solare nell'Europa meridionale, oltre che per adattarsi alla produzione di energia rinnovabile da fonti decentrate;
51. evidenzia il contributo importante, per raggiungere gli obiettivi strategici dell'UE in materia di riduzione delle emissioni di CO2, che può provenire dalla promozione di un uso più efficiente delle risorse mediante, ad esempio, il riciclaggio o una migliore gestione dei rifiuti e il cambiamento dei comportamenti;
52. ritiene che, grazie alle conoscenze e alle tecniche oggi disponibili, le aziende agricole possano già divenire autosufficienti in termini di energia, il che consentirebbe loro di aumentare la redditività e di creare incidenze positive sull'ambiente attraverso la produzione locale di bioenergia da rifiuti organici;
53. rileva che gli agricoltori, per ragioni di efficacia delle risorse, dovrebbero essere incoraggiati a sfruttare meglio il potenziale di sostituzione dei fertilizzanti offerto dal biogas e dai suoi sottoprodotti;
54. sottolinea a tal fine l'importanza della trasformazione del letame, che non solo fornisce energia rinnovabile, ma riduce anche il carico ambientale ed è un sostituto dei concimi chimici sotto forma di concentrato di minerali; sottolinea, a tale riguardo, che nella direttiva sui nitrati è fondamentale che il letame trasformato sia riconosciuto come un sostituto dei concimi chimici, nella prospettiva della sua valorizzazione come risorsa energetica;
55. sottolinea la necessità di migliorare l'autosufficienza energetica delle aziende agricole mediante incentivi all'energia rinnovabile prodotta in azienda, ad esempio da generatori eolici, pannelli solari e fermentazione biologica, che ridurrebbero i costi di produzione e aumenterebbero la redditività economica delle aziende, fornendo una fonte alternativa di introiti agli agricoltori;
Ricerca
56. invita la Commissione a garantire che Horizon 2020 e i partenariati europei per l'innovazione, nell'ambito dell'Unione dell'innovazione, diano priorità alla necessità di sviluppare ogni tipo di tecnologia sostenibile a bassa intensità di carbonio al fine di stimolare la competitività dell'Unione, promuovere le opportunità di creare lavori verdi e innescare un cambiamento nel comportamento dei consumatori;
57. sottolinea l'urgente necessità di intensificare gli sforzi e aumentare il finanziamento della ricerca per sviluppare e integrare pratiche agricole efficaci dal punto di vista climatico, metodi agricoli a minore intensità energetica e meno inquinanti e una produzione di energia più efficiente; osserva inoltre che esistono già alternative poco inquinanti ed efficaci dal punto di vista energetico; ritiene che la ricerca e lo sviluppo in questo settore siano indispensabili nel quadro della piena attuazione del piano strategico relativo alle tecnologie energetiche e che ciò richieda ulteriori investimenti; sottolinea, a tale riguardo, la necessità di garantire che i risultati della ricerca siano tradotti in pratica nelle aziende; accoglie con favore la proposta della Commissione di istituire un nuovo quadro per la ricerca ("Horizon 2020");
58. chiede che il contributo di bilancio sia consono al finanziamento di 50 miliardi di EUR che è necessario reperire da fonti pubbliche e private per attuare appieno il piano SET;
59. sottolinea l'importanza delle attività di R&S per sviluppare tecnologie a basse emissioni e ad alto rendimento energetico; chiede all'UE di svolgere un ruolo di primo piano nelle attività di ricerca incentrate sulle tecnologie rispettose del clima ed efficienti dal punto di vista energetico e di sviluppare una stretta cooperazione scientifica con i suoi partner internazionali, dando particolare rilievo alle tecnologie pulite e sostenibili che contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi fissati per il 2020 nell'ambito del piano SET, che costituisce l'iniziativa faro dell'Unione nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio; sottolinea la necessità di aumentare i fondi destinati a tutti i tipi di ricerca nel settore dell'energia nel quadro dell'iniziativa Horizon 2020, in particolare per quanto riguarda le energie rinnovabili; ricorda altresì che gli attuali stanziamenti finanziari nel settore energetico rappresentano soltanto lo 0,5% del bilancio dell'Unione per il periodo 2007-2013, il che non è in linea con le priorità politiche dell'UE;
Cattura e stoccaggio del carbonio
60. riconosce l'importanza di applicare, ove fattibile, le tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) al fine di raggiungere al minor costo possibile gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, e constata che ritardi procedurali e carenze finanziarie, nonché l'insufficiente impegno di alcuni gli Stati membri rischiano di ritardare la realizzazione dell'obiettivo del Consiglio europeo di avere fino a 12 progetti dimostrativi di CCS operativi entro il 2015; invita la Commissione a pubblicare un piano d'azione per la cattura e lo stoccaggio del carbonio; riconosce che le tecnologie CSS non saranno appropriate in tutti i casi, neppure entro il 2050, e potrebbero essere limitate ai grandi impianti e alla prevenzione delle emissioni dei processi industriali; chiede di sostenere le tecnologie di punta in altri settori per il potenziamento dell'efficienza energetica e la riduzione del consumo di energia, al fine di fornire soluzioni al di fuori dell'ambito delle tecnologie CCS;
61. invita la Commissione a proporre che i fondi inutilizzati per i progetti CCS nell'ambito del piano europeo di ripresa economica siano riassegnati a progetti dimostrativi di tecnologie CCS alternative;
Tabelle di marcia nazionali e settoriali
62. rileva che l'accordo di Cancún prevede che tutti i paesi sviluppati mettano a punto strategie a basso tenore di carbonio;
63. plaude alla presentazione di strategie a basso tenore di carbonio da parte di alcuni Stati membri dell'UE, ma chiede a tutti di presentarle entro luglio 2013; insiste sul fatto che la Commissione dovrebbe avanzare proposte legislative che ne impongano l'elaborazione se non tutti gli Stati membri avranno assunto tale impegno entro la fine del 2012;
64. invita la Commissione a valutare l'adeguatezza di tali piani in relazione al loro contributo all'obiettivo di Cancún di mantenere l'innalzamento della temperatura media a livello mondiale al di sotto dei 2° C rispetto ai livelli dell'era preindustriale;
65. invita la Commissione a garantire che le tabelle di marcia nazionali e settoriali siano sottoposte a un controllo indipendente, onde valutare se si sia tenuto pienamente conto del potenziale utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e se i costi previsti concordino con la prassi convenuta;
66. si attende che la Commissione tenga pienamente conto delle tabelle di marcia nell'elaborazione di iniziative strategiche e che evidenzi anche i casi in cui i settori industriali non hanno preparato tali piani d'azione;
67. invita i gruppi industriali interessati a preparare tabelle di marcia settoriali che indichino i modi migliori per realizzare gli obiettivi dell'UE per un'economia a basse emissioni di carbonio, specificando i livelli degli investimenti necessari e le fonti di finanziamento da utilizzare;
68. si attende che la Commissione e gli Stati membri sostengano i settori che hanno messo a punto tabelle di marcia allo scopo di sviluppare ulteriormente le iniziative e i partenariati derivanti da tali tabelle, ai fini della messa a punto di tecnologie innovative intese a ridurre i livelli di carbonio delle industrie ad alta intensità energetica interessate;
69. invita la Commissione ad aggiornare ogni 3-5 anni la tabella di marcia e le previsioni per il 2050 e a integrare le tabelle settoriali, regionali e degli Stati membri nella versione aggiornata delle proprie tabelle di marcia; sottolinea la necessità che i modelli e le metodologie utilizzati a tal fine siano pienamente trasparenti;
70. sottolinea che per giungere a un'economia a basse emissioni di carbonio è essenziale un uso molto più efficiente delle risorse; esorta pertanto gli Stati membri a definire strategie in materia di efficienza delle risorse o a rafforzare quelle esistenti e a integrarle nelle politiche nazionali per la crescita e l'occupazione entro il 2013;
Produzione di energia elettrica
71. ricorda che la domanda mondiale di energia primaria crescerà di oltre il 30% da qui al 2035, facendo aumentare, di conseguenza, la concorrenza globale per le risorse energetiche;
72. ritiene che gli Stati membri debbano poter disporre del ventaglio più ampio possibile di mezzi per giungere a una produzione di energia elettrica a basse emissioni di carbonio (fra cui le fonti energetiche rinnovabili, l'energia nucleare, l'uso delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e la biomassa prodotta in modo sostenibile) e che nessuna alternativa debba essere esclusa dalla gamma delle opzioni disponibili per soddisfare i requisiti;
73. chiede alla Commissione di essere particolarmente vigile nei confronti di qualsiasi rilocalizzazione della produzione energetica al di fuori del sistema ETS dell'UE, prestando attenzione agli Stati membri interconnessi con paesi terzi;
74. invita la Commissione a valutare l'efficacia dei meccanismi che consentono un corretto funzionamento del mercato dell'energia elettrica nell'ambito di un'economia a basse emissioni di carbonio e, se del caso, a presentare proposte legislative per migliorare l'integrazione dei mercati transfrontalieri dell'energia elettrica e per altre misure, al fine di rispondere alla necessità di stabilire l'equilibrio e la disponibilità della capacità di produzione;
75. esorta l'Unione europea a impegnarsi per una completa riduzione dei livelli di carbonio del settore energetico entro il 2050;
76. invita gli Stati membri e la Commissione a investire maggiormente nelle infrastrutture energetiche necessarie per il passaggio a un'economia sostenibile; sottolinea che l'Europa dovrebbe essere all'avanguardia in materia di sviluppo delle norme, delle tecnologie Internet interoperabili legate all'energia e delle applicazioni delle TIC ad alta resa energetica, in particolare per quanto riguarda le reti intelligenti, l'utilizzazione completa e rapida di sistemi di domotica intelligenti, come i contatori intelligenti, concepiti per apportare benefici ai consumatori, e l'aggiornamento e lo sviluppo di un sistema interconnesso europeo di reti di elettricità e di infrastrutture di GNL; sottolinea, per quanto riguarda le connessioni interregionali, la necessità di avviare un piano d'investimento basato in particolare sul pacchetto di misure dell'Unione relative alle infrastrutture energetiche onde garantire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico; invita la Commissione a proporre soluzioni pratiche per l'integrazione efficace di grandi quantità di energia rinnovabile, promuovendo regole di mercato che permettano scambi efficaci e trasparenti di elettricità a livello internazionale; chiede pertanto che i mercati transfrontalieri di elettricità siano rapidamente integrati e utilizzati; riconosce che è urgente adottare una visione a lungo termine, tenendo presenti i numerosi anni che sono necessari per costruire un'infrastruttura energetica di lunga durata; accoglie favorevolmente il fatto che nella proposta relativa al meccanismo per collegare l'Europa si ponga l'accento sulle infrastrutture energetiche;
77. richiama l'attenzione sul fatto che l'attuale obiettivo del 20% si basa sul contributo dell'energia nucleare al mix energetico di diversi Stati membri; osserva che il World Energy Outlook 2011 dell'AIE includerà uno scenario di riduzione dell'impiego del nucleare, secondo il quale il previsto aumento delle emissioni di CO2 a livello mondiale dovuto al settore energetico sarà sostanzialmente più elevato a medio termine a causa dell'accresciuto utilizzo dei combustibili fossili; ribadisce che la decisione di alcuni Stati membri di chiudere alcuni reattori nucleari non deve servire come giustificazione per ridurre il livello di ambizione delle loro politiche climatiche attuali; fa notare che, secondo l'AIE, il raggiungimento dell'obiettivo dei 2 gradi Celsius richiederebbe uno sviluppo e una distribuzione più rapidi delle tecnologie CCS sia negli impianti a carbone che in quelli alimentati a gas; osserva, tuttavia, che la tecnologia CCS si trova ancora in fase sperimentale e di pre-commercializzazione, per cui è necessario prevedere scenari alternativi, per esempio quelli incentrati sulle fonti di energia altamente rinnovabili e sull'efficienza energetica; chiede pertanto di aumentare il sostegno per lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie innovative, al fine di rafforzare l'efficienza energetica e scindere la crescita economica dal consumo energetico;
78. ritiene che la realizzazione di tali obiettivi entro il 2050, senza compromettere la composizione dei mix energetici degli Stati membri, potrebbe condurre a una riduzione del consumo, rafforzare la sicurezza e l'affidabilità dell'approvvigionamento energetico e permettere di contenere la volatilità dei prezzi dell'energia, offrendo così prezzi energetici equi e competitivi ai consumatori e alle imprese e migliorando la competitività dell'Unione e la crescita dell'occupazione;
Industria
79. afferma che, nel quadro del suo sostegno all'economia verde, l'UE dovrebbe riconoscere l'importanza degli investimenti fatti dalle industrie esistenti allo scopo di migliorare l'efficienza dell'uso delle risorse e ridurre le emissioni di CO2 e di raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020 riguardo alla creazione di posti di lavoro verdi; sottolinea che un'economia più verde dovrebbe sostenere la competitività e l'innovazione in tutti i campi, concentrandosi sui settori in cui i miglioramenti risultano più efficienti sotto il profilo economico e più efficaci a livello ambientale;
80. invita la Commissione a studiare strumenti finanziari innovativi per investire in un'economia a basse emissioni di carbonio;
81. chiede agli Stati membri e alla Commissione di sostenere la creazione di poli di innovazione per elaborare soluzioni regionali e nazionali;
Trasporti
82. condivide la raccomandazione della tabella di marcia della Commissione verso uno spazio unico europeo dei trasporti di ridurre del 60% rispetto ai livelli del 1990 le emissioni di gas serra del settore dei trasporti dell'UE entro il 2050; invita inoltre la Commissione a presentare obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il settore, allo scopo di garantire l'adozione di misure adeguate già in fase iniziale;
83. si compiace dei progressi compiuti dal 2007 dai costruttori di veicoli per ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture, e sottolinea l'importanza di accelerare ulteriormente il miglioramento dell'efficienza dei consumi di carburante; afferma che, nel preparare il suo prossimo riesame, la Commissione dovrebbe proporre modi per garantire che le emissioni medie di CO2 delle automobili nuove soddisfino l'obiettivo concordato di non superare i 95g/km entro il 2020 e i 70g/km entro il 2025; invita la Commissione a intensificare il dialogo e la cooperazione con l'Organizzazione marittima internazionale per garantire l'integrazione del settore del trasporto marittimo negli impegni di riduzione delle emissioni di CO2;
84. ricorda che la Commissione, ai sensi della direttiva 2009/29/CE, deve valutare entro il 31 dicembre 2011 i progressi dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) riguardo alle emissioni del trasporto marittimo; invita la Commissione a includere il trasporto marittimo nella propria tabella di marcia e, in assenza di un accordo internazionale per la riduzione delle emissioni dovute al trasporto marittimo, a presentare una legislazione per includere tali emissioni nell'impegno di riduzione dell'Unione, con l'obiettivo che l'atto proposto entri in vigore entro il 2013;
85. invita la Commissione a presentare proposte intese a migliorare il risparmio di carburante degli autoveicoli pesanti adibiti al trasporto merci e, nella sua revisione della legislazione sulle emissioni dei veicoli commerciali leggeri prevista per il 2013, a tenere maggiormente conto della necessità di migliorare il risparmio di carburante per ridurre i costi a carico delle imprese derivanti dall'aumento dei prezzi del carburante;
86. invita la Commissione a garantire agli acquirenti di tutti i tipi di veicoli per il trasporto di passeggeri e merci maggiore chiarezza riguardo ai consumi di carburante e a presentare le proposte da tempo attese per riformare la direttiva sull'etichettatura, includendo tutte le forme di promozione delle vendite;
87. invita la Commissione a prendere provvedimenti immediati per garantire che i cicli di prova utilizzati per valutare le emissioni delle auto nuove rispecchino fedelmente la realtà d'uso di tali veicoli in normali condizioni di guida;
88. riconosce gli sforzi intrapresi da alcuni Stati membri per creare infrastrutture di ricarica/rifornimento allo scopo di promuovere l'uso di veicoli elettrici e a emissioni di carbonio estremamente ridotte e invita la Commissione a presentare proposte per fissare in ogni Stato membro i requisiti minimi per istituire una rete su scala europea;
89. invita la Commissione e gli Stati membri, al fine di ridurre le emissioni inquinanti dei trasporti, a considerare prioritario l'investimento nello sviluppo di una rete energetica intelligente paneuropea che sia in grado di sfruttare l'energia generata a livello locale e regionale anche da fonti rinnovabili e che contribuisca allo sviluppo dell'infrastruttura necessaria per l'utilizzo di veicoli elettrici;
90. è del parere che occorra un cambiamento culturale verso modi di trasporto più sostenibili; chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri di incoraggiare nuove forme di investimento per agevolare il trasferimento verso modi di trasporto più rispettosi dell'ambiente e per ridurre la necessità di trasporto, tra l'altro mediante l'utilizzo di tecnologie dell'informazione e la pianificazione territoriale;
91. sottolinea che l'internalizzazione nei prezzi dei trasporti dei costi esterni dei trasporti stessi, in funzione del grado di inquinamento, è una sfida fondamentale per incentivare il risparmio energetico e l'efficienza energetica, e che il miglioramento delle prestazioni condurrà a una scelta ecocompatibile dei modi di trasporto;
92. chiede di assicurare la coerenza con le priorità della tabella di marcia dei nuovi investimenti previsti a favore delle infrastrutture di trasporto, ricordando che l'importo di 1 500 miliardi di euro chiesto dalla Commissione per i prossimi venti anni compresi fra il 2010 e il 2030 rischia di non essere destinato a priorità adeguate in materia di basse emissioni di carbonio; sottolinea pertanto la necessità che il bilancio dell'UE destinato alle infrastrutture sia più ecologico, specialmente in relazione ai Fondi strutturali e al Fondo di coesione;
93. si compiace della proposta di nuovi orientamenti relativi alle reti transeuropee di trasporto e dell'importanza attribuita allo sviluppo di corridoi ferroviari per il trasporto di passeggeri e merci; invita la Commissione a presentare quanto prima una strategia per l'uso di carburanti alternativi e di nuove tecnologie nei trasporti; esorta gli Stati membri ad attuare con urgenza le misure relative al cielo unico europeo e a migliorare in tal modo l'efficienza delle operazioni di gestione degli aeromobili e del traffico;
94. invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare integralmente la legislazione sull'inclusione del settore del trasporto aereo nel sistema ETS;
Agricoltura
95. invita la Commissione a proporre misure specifiche per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere miglioramenti dell'efficienza nell'uso dei terreni agricoli, nonché ridurre l'impiego di fertilizzanti a base di combustibili fossili, tenendo in particolare considerazione il ruolo dell'agricoltura quale settore di produzione alimentare (piuttosto che di carburante); ritiene inoltre che le imprese agricole di piccole dimensioni possano necessitare di formazione e assistenza tecnica in questo ambito; invita altresì la Commissione a intensificare le attività di ricerca sul funzionamento dei diversi generi di agricoltura e le prassi agricole efficaci, nel rispetto delle condizioni climatiche esistenti;
96. è convinto che l'agricoltura sia in condizioni di fornire un contributo fondamentale alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla creazione di nuovi posti di lavoro tramite la crescita verde; prende atto che con la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore agricolo si delinea come un'opzione vantaggiosa per tutti, aumentando la redditività economica e agronomica a lungo termine degli agricoltori; chiede che nell'ambito della PAC siano previsti obiettivi di utilizzo di energia sostenibile;
97. sottolinea che la PAC per il periodo successivo al 2013 dovrebbe rafforzare tale contributo; riconosce che l'agricoltura ha già notevolmente ridotto le proprie emissioni attraverso una migliore efficienza produttiva; rileva tuttavia che, nel lungo periodo, il potenziale di riduzione delle emissioni del settore agricolo è consistente (entro il 2050 il settore sarà in grado di ridurre le emissioni non CO2 del 42-49%, rispetto ai livelli del 1990), ma potrebbe essere considerato piuttosto limitato rispetto ad altri settori; evidenzia che tutti i principali paesi produttori di emissioni devono apportare un contributo adeguato;
98. chiede che il 30% dei pagamenti diretti della PAC destinato alla componente ecologica sia utilizzato come un programma di incentivazione su scala europea finalizzato ad aumentare l'efficienza in termini nutrizionali, energetici e di emissioni di carbonio, concentrandosi sulla necessità di aumentare il sequestro del carbonio nel suolo, ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la gestione degli elementi nutritivi, rendendo così l'agricoltura dell'UE più competitiva e più sostenibile;
99. chiede che nel quadro della PAC siano attuate le misure necessarie, fra cui il finanziamento della ricerca, gli sforzi in materia di istruzione, aiuti agli investimenti e altre iniziative di stimolo, per consentire e agevolare l'uso dei residui agricoli e forestali nella produzione di energia sostenibile;
100. ricorda che perfezionando le pratiche agricole e forestali si dovrebbe rafforzare la capacità del settore di preservare e catturare il carbonio nei suoli e nelle foreste; sottolinea al contempo che la maggior parte dei proprietari di foreste sono anche agricoltori; sottolinea inoltre l'obiettivo dell'UE di frenare la deforestazione in corso in tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, e di arrestare la perdita di copertura forestale entro il 2030;
101. sottolinea l'importanza della messa a punto di opportune misure e/o meccanismi per un effettivo riconoscimento economico del ruolo ricoperto dal settore agroforestale nella conservazione del carbonio;
102. sottolinea che uno sfruttamento sostenibile delle foreste contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e che è pertanto necessario adottare misure nel contesto del secondo pilastro della politica agricola per consentire che le foreste siano gestite anche in condizioni difficili;
103. evidenzia la necessità di rivolgere una particolare attenzione all'imboschimento quale unico mezzo naturale per aumentare i bacini di assorbimento del carbonio e fonte di legname a scopi bioenergetici;
104. chiede obiettivi specifici per l'utilizzo del terreno, i cambiamenti nella destinazione d'uso del terreno e le attività silvicole nell'Unione europea (LULUCF), garantendo la permanenza e l'integrità ambientale del contributo del settore alla riduzione delle emissioni, nonché un'accurata attività di monitoraggio e rendicontazione;
105. reputa che la competitività a lungo termine possa essere garantita solo disponendo di ecosistemi agricoli sani e biologicamente ricchi, che resistono al clima, e tenendo debitamente conto delle risorse naturali limitate, come il suolo, l'acqua e la terra;
106. sottolinea che la tutela, la valorizzazione e il ripristino della biodiversità e dei servizi ecosistemici sono fondamentali per giungere a un'economia a basse emissioni di carbonio;
107. sottolinea che la Commissione dovrebbe insistere sulla necessità di tenere conto del clima per garantire la coerenza delle politiche, come nel caso dell'industria, la ricerca, l'energia, la biodiversità, il commercio, lo sviluppo, l'agricoltura, l'innovazione, il trasporto, il benessere degli animali e la strategia Europa 2020; ritiene che una gestione razionale e strategica delle potenzialità del settore agricolo porrebbe l'Europa sulla buona strada per diventare un attore competitivo della futura economia mondiale a basse emissioni di carbonio;
108. sottolinea la necessità di accorciare e di rendere più trasparente la catena alimentare nonché di promuovere il consumo di alimenti prodotti localmente, anche attraverso il sostegno dei mercati locali e regionali, al fine di ridurre le emissioni della produzione agricola legate ai trasporti; evidenzia che la delocalizzazione della produzione e delle attività di lavorazione europee multifunzionali verso paesi terzi avrebbe conseguenze negative sul valore aggiunto europeo e sugli obiettivi climatici;
109. ritiene che una migliore gestione dei mangimi per il bestiame, integrando le colture proteiche nella rotazione delle colture, diversificando maggiormente le colture proteiche nelle miscele per i terreni da pascolo permanenti, al fine di aumentare la coltivazione di alimenti per gli animali nelle aziende agricole, consentirebbe di ridurre la dipendenza dalle importazioni di alimenti per animali con un elevato costo in carbonio; reputa che, per gli agricoltori, ciò comporterebbe anche una riduzione dei costi dei mangimi e si tradurrebbe in una migliore gestione dei suoli, aumentandone la capacità di ritenere l'acqua, ma anche riducendone la vulnerabilità ai parassiti;
110. appoggia l'idea che i fondi UE, compreso il Fondo di sviluppo rurale, debbano finanziare solo progetti per strutture agricole che sono efficienti sotto il profilo energetico, in particolare quelli che utilizzano fonti di energia rinnovabili in grado di ridurre le emissioni di carbonio a un livello quanto più prossimo allo zero;
Finanziamento
111. appoggia le proposte formulate dalla Commissione perché il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 preveda fondi ad hoc per aumentare gli investimenti e promuovere lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie a bassa intensità di carbonio; approva l'intenzione di integrare i finanziamenti legati al clima sul totale del QFP, nonché di destinare il 20% del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) alle energie rinnovabili e agli investimenti a favore dell'efficienza energetica, rimarcando la necessità di assicurare un effettivo monitoraggio a tale riguardo; raccomanda che la Commissione garantisca un impiego particolare di tali finanziamenti allo scopo di aiutare gli Stati membri che hanno un elevato potenziale di riduzione delle emissioni ben al di sotto degli obiettivi stabiliti, ma che non hanno la capacità di realizzare gli investimenti necessari;
112. sottolinea la necessità di tenere presente l'attuale crisi economica e finanziaria in sede di elaborazione di politiche atte ad assicurare e sostenere gli investimenti iniziali che contribuiscono a rafforzare le fonti di energia rinnovabili, in modo da ridurre i costi energetici a lungo termine e migliorare l'efficienza energetica nei settori dell'approvvigionamento energetico e dei trasporti;
113. ricorda che i costi economici a lungo termine della mancanza di interventi preventivi nell'ambito dei cambiamenti climatici sono di gran lunga superiori ai costi a breve termine dell'adozione, all'ora attuale, di azioni decise ed energiche;
114. auspica che siano rapidamente stabiliti obiettivi settoriali concreti e misurabili per incoraggiare gli investitori privati e creare un clima di fiducia e di cooperazione tra loro, migliorando nel contempo l'utilizzazione dei fondi europei; osserva che le energie rinnovabili, l'innovazione e lo sviluppo e la distribuzione di tecnologie all'avanguardia possono contribuire a combattere il cambiamento climatico e, al contempo, a convincere i partner dell'UE a livello mondiale che le riduzioni di emissioni sono realizzabili senza perdere competitività né compromettere la creazione di posti di lavoro; ritiene essenziale che l'Unione europea e gli Stati membri diano l'esempio instaurando un sistema di investimento nelle nuove tecnologie a forte efficienza energetica e a basso tenore di carbonio; chiede che i meccanismi di finanziamento esistenti siano rafforzati onde realizzare gli obiettivi della tabella di marcia, che siano rapidamente avviate discussioni sugli strumenti finanziari da utilizzare e che siano facilitate migliori sinergie tra i sistemi di finanziamento nazionali europei; ritiene che i programmi di finanziamento sostenuti da più parti possano essere uno strumento efficace; sottolinea il ruolo fondamentale dei fondi regionali e della politica di coesione in quanto principale strumento di cofinanziamento di misure regionali per la transizione verso un'economia a basso tenore di carbonio; ritiene che, per il periodo di programmazione 2014-2020, una percentuale significativa degli stanziamenti debba essere destinata alla realizzazione degli obiettivi della tabella di marcia per il 2050;
115. prende atto che, a causa del basso prezzo del carbonio, la vendita all'asta delle quote nell'ambito del sistema di scambio non mobiliterà le previste risorse destinate agli investimenti a favore del clima, a meno che il massimale non sia adeguato al terzo periodo di scambio; ricorda che almeno il 50% degli introiti derivanti dalla vendita all'asta delle quote deve essere reinvestito in interventi a favore del clima sia nell'UE che nei paesi in via di sviluppo e sollecita la Commissione a controllare attivamente l'impiego di tali risorse da parte degli Stati membri e a riferire annualmente al Parlamento sulla questione; invita gli Stati membri a impiegare in modo efficace i proventi derivanti dalla vendita all'asta per promuovere ricerca, sviluppo e innovazione, allo scopo di raggiungere obiettivi di riduzione a lungo termine delle emissioni di gas serra;
116. invita la Commissione, a partire dal 2013, a raccogliere informazioni sull'impiego delle risorse derivanti dalla vendita all'asta delle quote nell'ambito del sistema di scambio e a pubblicare una relazione annuale che consenta di confrontare il livello raggiunto da ciascuno Stato membro per quanto concerne l'impiego di tali risorse ai fini di promuovere lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio e di altri mezzi per contenere le emissioni di gas serra;
117. invita la Commissione a proporre che gli Stati membri forniscano una percentuale degli introiti derivanti dalla vendita all'asta delle quote quale dotazione supplementare dell'UE a sostegno dell'innovazione tramite il piano SET o iniziative analoghe;
118. invita la Commissione a esaminare e prendere in considerazione fonti di finanziamento complementari e innovative, tra cui il potenziale uso di fondi di sviluppo regionale, al fine di promuovere ulteriormente lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie a basse emissioni di carbonio;
119. sottolinea l'urgente necessità di affrontare, nel quadro della tabella di marcia, il problema delle sovvenzioni dannose per l'ambiente; chiede azioni coordinate volte a individuare ed eliminare gradualmente, entro il 2020, tutte le sovvenzioni dannose per l'ambiente, al fine di sostenere il consolidamento di bilancio e la transizione verso un'economia sostenibile; invita la Commissione a pubblicare, entro la fine del 2013, una comunicazione che illustri tutte le modalità di utilizzo del bilancio UE per giustificare il sostegno finanziario, diretto o tramite gli Stati membri, alle attività che sono contrarie agli obiettivi della tabella di marcia verso un'economia a basse emissioni di carbonio;
120. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una più rapida attuazione dell'accordo del G-20 sulla cancellazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili; sottolinea che, se si vorranno ottenere gli effetti desiderati, sarà necessario coordinarne l'attuazione a livello internazionale;
Misure supplementari
121. invita la Commissione a presentare entro la fine del 2012 proposte ambiziose per ridurre le emissioni di metano, di nero di carbone e di gas fluorurati;
122. ricorda che il legno potrebbe sostituire materiali ad altissima intensità di carbonio, fra l'altro nel settore edilizio, e chiede che si stabilisca una precisa gerarchia in merito all'uso di legname raccolto in modo sostenibile onde garantire coerenza con gli obiettivi in materia di clima ed efficienza delle risorse; ritiene che sia possibile ottenere bioenergia sostenibile dai rifiuti e da alcuni residui e sottoprodotti industriali, a condizione che si stabiliscano sufficienti garanzie per contrastare la perdita di carbonio nel suolo e di biodiversità nonché le emissioni indirette dovute a diverse destinazioni d'uso dello stesso materiale;
123. rammenta la notevole impronta ecologica dell'edilizia, che consuma molte risorse naturali non rinnovabili nonché energia, causando sostanziali emissioni di diossido di carbonio; ribadisce che l'utilizzo di materiali da costruzione rinnovabili riduce il consumo delle risorse naturali e i danni ambientali; esorta pertanto la Commissione a tenere in maggior conto le basse emissioni di carbonio e l'efficienza energetica dei materiali da costruzione lungo tutto il loro ciclo di vita e a promuovere l'utilizzo di materiali ecosostenibili, rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come il legno, nell'edilizia; sottolinea che il legno, crescendo, si lega al carbonio e che, per tale ragione, è un materiale neutro rispetto alle emissioni di carbonio;
124. incarica il suo Presidente di trasmetterla presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
MOTIVAZIONE
Il livello degli investimenti deve essere incrementato in misura molto significativa se l'Europa intende garantirsi un futuro industriale. Il settore dell'energia elettrica, in particolare, che deve decidere in merito a impianti di generazione destinati a essere ancora in attività tra 30-40 anni, necessita della massima chiarezza e certezza possibili. L'approvazione della comunicazione della Commissione europea intitolata "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050", come base per l'elaborazione delle strategie politiche, contribuirà a conseguire tale scopo. Essa costituirà il quadro per nuovi atti legislativi e altre misure che incideranno sulla natura degli investimenti.
Per soddisfare i suoi requisiti è fondamentale garantire che il sistema di scambio di quote di emissioni (ETS) fornisca agli investitori i segnali prefissati in origine. Il meccanismo dei prezzi dell'ETS avrebbe dovuto dare al settore industriale gli stimoli necessari per promuovere gli investimenti in grado di ridurre le emissioni di CO2 al minor costo possibile. Ma l'attuale eccedenza di quote ha diminuito il loro prezzo al punto tale da incidere poco o per nulla sugli investimenti. Se non si agisce per correggere il meccanismo, è improbabile che i prezzi ritornino ai livelli previsti al momento dell'approvazione della norma. Dobbiamo "aggiustare" l'ETS.
Per lottare contro il riscaldamento globale è necessario ridurre le emissioni di CO2 su scala mondiale. Gli ultimi indicatori non sono incoraggianti; le emissioni sono infatti cresciute del 6% nel 2010 e il CO2 si sta accumulando nell'atmosfera a un ritmo crescente. Una recente analisi, condotta da ricercatori che avevano espresso dubbi sugli elementi di prova del riscaldamento globale, conclude che le temperature aumentano in realtà a una velocità molto prossima a quella calcolata dal gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC). Gli Stati membri dell'UE sono stati tra i primi paesi industrializzati al mondo e tra i primi ad aumentare sostanzialmente l'uso dei combustibili fossili; ora abbiamo la responsabilità di esercitare la leadership riducendo le nostre emissioni di CO2.
Alcuni temono che l'adozione della tabella di marcia, insieme alla traiettoria di riduzione delle emissioni e delle tappe che essa propone, rappresenti per l'Europa uno svantaggio in termini di competitività – in cambio di scarsi benefici. L'UE è attualmente responsabile soltanto dell'11% delle emissioni globali di CO2 e le nostre azioni da sole non ridurranno il processo di riscaldamento. Tuttavia il relatore sostiene che l'investimento nello sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio non diminuirà la competitività dell'Europa, ma la rafforzerà; lo considera fondamentale per la nostra autotutela. Spesso si evidenzia che la Cina dipende ancora per il 70% dal carbone come fonte di elettricità, ma il paese è anche il più grande operatore al mondo di energie rinnovabili e di energia nucleare. Nel suo attuale piano quinquennale si dà la priorità agli investimenti "verdi" a basse emissioni di carbonio, la cui entità surclassa di un margine notevole quella europea. Dobbiamo appoggiare senza indugio le tecnologie che saranno vincenti e investire nei processi che utilizzano in maniera molto più efficiente l'energia e le risorse.
L'argomento a favore di obiettivi ambiziosi è ben illustrato dal rapido successo raggiunto negli ultimi anni nella riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove. L'incremento dell'efficienza sotto il profilo dei carburanti contribuisce a compensare le conseguenze dell'aumento del costo dei carburanti per gli automobilisti e, contrariamente a quanto è stato sostenuto quando fu proposta la legislazione UE, il costo medio delle nuove automobili è diminuito in termini reali. Si pensi inoltre agli investimenti realizzati da aziende come la Rolls Royce per sviluppare motori per aerei a più basso consumo di carburante. Un settore industriale all'avanguardia, ad alta tecnologia e con elevate qualifiche, che realizzi i prodotti che ci occorrono con metodi che richiedono l'uso di minori risorse e producono più basse emissioni di CO2 deve essere senza dubbio l'ambizione dell'Europa. Noi siamo alla ricerca della vera "economia verde".
Alcuni settori industriali a intenso consumo energetico hanno espresso timori riguardo alla minaccia della "rilocalizzazione delle emissioni di carbonio", di imprese che abbandonano l'Europa per evitare costi più alti derivanti dalle misure prese per ridurre le emissioni di CO2. Tali sviluppi non sarebbero certamente positivi per l'economia dell'Europa e sarebbero inutili per ridurre a livello globale le emissioni dei gas serra. Se tali casi possono essere dimostrati, si dovrebbero prendere misure per tutelare o compensare le industrie interessate. Ma i fatti suggeriscono che i timori sono alquanto esagerati. Dovremmo essere guardinghi nei confronti dei lobbisti dell'industria che cercano di giustificare le richieste di aiuto con motivi che potrebbero essere pretestuosi.
L'Europa deve sviluppare un senso di urgenza, altrimenti rischia di perdere la corsa nel mantenere un'economia competitiva. Il processo decisionale è troppo spesso lento fino quasi alla paralisi. C'è bisogno di meno parole e di più risultati, come illustra il seguente esempio. Nel marzo 2007 il Consiglio europeo ha deciso che fino a 12 progetti di dimostrazione di cattura e stoccaggio del carbonio debbano essere operativi entro il 2015. Cinque anni dopo, quando la relazione viene presentata al Parlamento, non abbiamo ancora identificato l'ubicazione di uno solo degli impianti di dimostrazione che intendiamo sostenere finanziariamente, per non parlare delle gare di appalto. In confronto alle trasformazioni conseguite in Cina in un analogo periodo quinquennale l'Europa non fa certo una bella figura.
È fondamentale agire con decisione se l'UE non vuole restare indietro. L'approvazione della tabella di marcia e la fissazione di obiettivi ambiziosi per lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio offrono l'opportunità di stimolare i progressi.
Note
Il contenuto del progetto di relazione rispecchia i limiti di lunghezza fissati dal Parlamento. Il relatore intende integrare le proposte in esso contenute attraverso un numero significativo di emendamenti.
Il relatore accoglie con favore i numerosi suggerimenti ricevuti dai colleghi del Parlamento europeo; dai rappresentanti di organizzazioni tra cui Amcham, Business Europe, CAN-Europe, CCSA, Cement industries, CEPI, Client Earth, ECF, E3G, Eurelectric, Eurogas, European Association of Aluminium, Comitato economico e sociale europeo, Europia, EWEA, First Solar, GIE, Globe International, LCVP, NFU, Pilkingtons, Prince of Wales Corporate Leaders’ Group, Sandbag, Shell, Statoil, T&E e WWF; dai rappresentanti dei governi francese, olandese, danese e britannico; e dal prof. Michael Grubb, Michela Beltracchi, Poppy Kalesi, e Nick Campbell. Ringrazia in particolare Sarah Deblock, Roger Chadwick e Edwin Koekkoek per la loro consulenza.
Il relatore è l'unico responsabile per le proposte che ha deciso di includere nel suo progetto di relazione.
PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (24.11.2011)
destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050
(2011/2095(INI))
Relatore per parere(*): Mario Pirillo
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050" e ritiene che le misure debbano essere applicate in modo coordinato, efficace ed efficiente in termini di costi, tenendo presenti le caratteristiche specifiche degli Stati membri; sottolinea la necessità di tenere presente l'attuale crisi economica e finanziaria in sede di elaborazione di politiche atte ad assicurare e sostenere gli investimenti iniziali che contribuiscono a rafforzare le fonti di energia rinnovabili in modo da ridurre i costi energetici a lungo termine e migliorare l'efficienza energetica nei settori dell'approvvigionamento energetico e dei trasporti; sottolinea che un'economia sostenibile a basso tenore di carbonio rappresenta una grande opportunità per uscire dalla crisi, in termini di crescita economica e di creazione di posti di lavoro, in particolare di posti di lavoro verdi;
2. ricorda che i costi economici a lungo termine della mancanza di interventi preventivi nell'ambito dei cambiamenti climatici sono di gran lunga superiori ai costi a breve termine dell'adozione all'ora attuale di azioni decise ed energiche;
3. ricorda che la domanda mondiale di energia primaria crescerà di oltre il 30% da qui al 2035, facendo aumentare, di conseguenza, la concorrenza globale per le risorse energetiche;
4. riconosce che il cambiamento climatico costituisce un problema mondiale; ricorda che un'azione unilaterale non è sufficiente per ridurre le emissioni e che occorre un ampio coinvolgimento anche dei paesi extra UE; sottolinea che l'UE deve continuare ad agire in modo costruttivo nel quadro dei negoziati mondiali sul clima e che è necessario sviluppare ancora la diplomazia europea in materia di clima sotto l'egida del SEAE; ribadisce la necessità di un accordo internazionale post-2012 e di impegni fermi e più ambiziosi da parte di tutti i paesi industrializzati e dei paesi con elevati tassi di crescita economica, in vista dell'adozione di obiettivi ambiziosi e adeguati in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; rileva che la maggiore sfida per arrivare a un'economia a basso tenore di carbonio è garantire l'integrazione delle politiche in materia di cambiamento climatico in tutti i principali settori di attività relativi a energia, trasporti, agricoltura, istruzione, innovazione, ecc.;
5. chiede alla Commissione di fissare obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per il 2030 e il 2040, compresi obiettivi concreti per ogni settore e un calendario ambizioso; chiede una maggiore coerenza tra le politiche e i programmi dell'Unione onde realizzare gli obiettivi della tabella di marcia e garantire la piena integrazione delle loro priorità nel nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020; riconosce che, conseguendo il suo obiettivo consistente nel migliorare del 20% l'efficienza energetica, l'Unione sarebbe quindi in grado di ridurre le sue emissioni interne di CO2 del 25% o più entro il 2020 e che tale riduzione costituirebbe una soluzione efficace in termini di costi per raggiungere l'obiettivo a lungo termine di ridurre nel 2050 le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% rispetto ai livelli del 1990; osserva che, secondo la tabella di marcia, un approccio meno ambizioso comporterebbe costi significativamente più alti nell'intero periodo; ricorda, tuttavia, che l'efficienza degli investimenti sotto il profilo dei costi andrebbe sempre valutata alla luce delle implicazioni di bilancio per gli Stati membri;
6. sottolinea che la Cina è il leader mondiale in termini di capacità installata di parchi eolici, che i produttori cinesi e indiani sono tra i dieci produttori principali di turbine eoliche e che la Cina e Taiwan producono attualmente la maggior parte dei pannelli fotovoltaici del mondo; invita la Commissione e gli Stati membri a prendere provvedimenti per promuovere lo sviluppo e la produzione ecoefficienti nell'UE di tali tecnologie e di nuove tecnologie innovative necessarie per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
7. auspica che siano rapidamente stabiliti obiettivi settoriali concreti e misurabili per creare un clima di fiducia e di cooperazione e per stimolare gli investimenti privati e per migliorare l'utilizzazione dei fondi europei; osserva che le energie rinnovabili, l'innovazione e lo sviluppo e la distribuzione di tecnologie all'avanguardia contribuiscono a combattere il cambiamento climatico e, al contempo, a convincere i partner dell'UE a livello mondiale che le riduzioni di emissioni sono realizzabili senza perdere competitività né compromettere la creazione di posti di lavoro; ritiene essenziale che l'Europa e i suoi Stati membri diano l'esempio instaurando un sistema di investimento nelle nuove tecnologie a forte efficienza energetica e a basso tenore di carbonio; chiede che i meccanismi di finanziamento esistenti siano rafforzati onde realizzare gli obiettivi della tabella di marcia, che siano rapidamente lanciate discussioni sugli strumenti finanziari da utilizzare e che siano facilitate migliori sinergie tra i sistemi di finanziamento nazionali europei; ritiene che i programmi di finanziamento sostenuti da più parti possano essere uno strumento efficace in tale direzione; sottolinea l'importante ruolo dei fondi regionali e della politica di coesione in quanto principale strumento di cofinanziamento di misure regionali per la transizione verso un'economia a basso tenore di carbonio; ritiene che, per il periodo di programmazione 2014-2020, una percentuale significativa degli stanziamenti debba essere destinata alla realizzazione degli obiettivi della tabella di marcia per il 2050;
8. richiama l'attenzione sul fatto che l'UE e gli Stati membri non hanno investito a sufficienza in misure per la riduzione delle emissioni di CO2 o il miglioramento dell'efficienza energetica nei settori dell'edilizia e dei trasporti; invita la Commissione e gli Stati membri a stanziare maggiori finanziamenti per finanziare misure atte ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici e delle reti degli impianti di riscaldamento e raffreddamento centralizzati delle città, sia nella revisione dell'attuale prospettiva finanziaria sia nell'ambito dei futuri quadri finanziari pluriennali;
9. ritiene che la realizzazione di tali obiettivi entro il 2050, senza compromettere la composizione dei mix energetici degli Stati membri, potrebbe condurre a una riduzione del consumo, rafforzare la sicurezza e l'affidabilità dell'approvvigionamento energetico e permettere di contenere la volatilità dei prezzi dell'energia, offrendo così prezzi energetici equi e competitivi ai consumatori e alle imprese migliorando, al contempo, la competitività dell'Unione e la crescita dell'occupazione;
10. ricorda che, secondo le valutazioni esistenti, l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica e di ridurre l'utilizzazione dell'energia del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020 non sta per essere raggiunto; chiede un'azione rapida, maggiore ambizione e maggiore impegno politico per conseguire gli obiettivi del 2020 e guardare al di là del 2020, procedendo così a investimenti adeguati; approva la conclusione della tabella di marcia della Commissione, secondo cui le politiche di efficienza energetica sono essenziali per ridurre ancora le emissioni di carbonio; ritiene pertanto che non si debba escludere la fissazione di obiettivi vincolanti; sottolinea che le misure di efficienza energetica creano nuovi posti di lavoro, risparmi energetici, maggiore sicurezza nell'approvvigionamento e competitività; accoglie favorevolmente a tal riguardo, le priorità stabilite nella proposta di direttiva relativa all'efficienza energetica volta ad aumentare l'efficienza energetica in tutti i settori e, in particolare, negli edifici mediante il rinnovo degli edifici pubblici; raccomanda un rafforzamento delle risorse e delle misure per mobilitare nuove fonti di finanziamento a livello europeo e nazionale, anche attraverso nuovi strumenti di finanziamento; sottolinea l'importanza che gli investimenti privati rivestono per superare le attuali restrizioni finanziarie nel settore pubblico;
11. sottolinea l'importanza delle attività di R&S per sviluppare tecnologie a basse emissioni e ad alto rendimento energetico; chiede all'UE di svolgere un ruolo di primo piano nelle attività di ricerca incentrate sulle tecnologie rispettose del clima e efficienti dal punto di vista energetico e di sviluppare una stretta cooperazione scientifica con i suoi partner internazionali, dando particolare rilievo alle tecnologie pulite e sostenibili che contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi fissati per il 2020 nell'ambito del Piano SET, che costituisce l'iniziativa faro dell'Unione nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio; sottolinea la necessità di aumentare i fondi destinati a tutti i tipi di ricerca nel settore dell'energia nel quadro dell'iniziativa Horizon 2020, in particolare per quanto riguarda le energie rinnovabili; ricorda altresì che gli attuali stanziamenti finanziari nel settore energetico rappresentano soltanto lo 0,5% del bilancio dell'Unione 2007-2013, un aspetto non in linea con le priorità politiche dell'UE;
12. invita la Commissione e gli Stati membri a considerare una priorità, al fine di ridurre le emissioni inquinanti dei trasporti, l'investimento nello sviluppo di una rete energetica intelligente paneuropea in grado di sfruttare l'energia generata a livello locale e regionale anche da fonti rinnovabili, che contribuisce allo sviluppo dell'infrastruttura necessaria per l'utilizzo di veicoli elettrici;
13. sottolinea l'importante ruolo delle energie rinnovabili, nonché degli sviluppi innovativi in tale settore e l'urgenza di soluzioni più performanti per quanto riguarda lo stoccaggio, per accrescere l'efficienza energetica e per garantire una trasmissione efficace dell'energia, anche attraverso misure infrastrutturali adeguate; riconosce i progressi significativi raggiunti dagli Stati membri nello sviluppo di fonti rinnovabili di energia dal momento in cui sono stati stabiliti obiettivi vincolanti per il 2020; attira l'attenzione sull'importanza di continuare a seguire tale approccio e di fissare altri obiettivi vincolanti in materia di energie rinnovabili per il 2030, tenendo presente la loro fattibilità e il loro impatto macro-economico; rileva che tale azione contribuirà alla realizzazione degli obiettivi per il 2050, darà all'industria la sicurezza degli investimenti di cui ha bisogno, ridurrà notevolmente le emissioni di gas a effetto serra, creerà posti di lavoro, promuoverà l'indipendenza energetica dell'Unione e favorirà la leadership tecnologica e l'innovazione industriale; sottolinea che la realizzazione degli obiettivi fissati nei piani d'azione nazionali in materia di energia rinnovabile è cruciale per la realizzazione degli obiettivi generali dell'UE per il 2050; ritiene che la Commissione dovrebbe adottare misure qualora non siano raggiunti gli obiettivi nazionali;
14. evidenzia il contributo importante, per raggiungere gli obiettivi strategici dell'UE in materia di riduzione delle emissioni di CO2, che può provenire dalla promozione di un uso più efficiente delle risorse mediante, ad esempio, il riciclaggio o una migliore gestione dei rifiuti o un mutamento dei comportamenti dei consumatori;
15. ribadisce l'importanza di fornire incentivi per gli investimenti pubblici e privati mirati alla progettazione e allo sviluppo di tecnologie facilmente replicabili, per migliorare la qualità del risparmio e dell'efficienza energetici;
16. ricorda che le reti elettriche dovranno essere migliorate e sviluppate, in particolare per trasportare l'energia rinnovabile prodotta in zone a elevato potenziale, come l'energia eolica al largo delle coste del Mare del Nord e l'energia solare nell'Europa meridionale, oltre che per adattarsi alla produzione di energia rinnovabile da fonti decentrate;
17. invita gli Stati membri e la Commissione a investire maggiormente nelle infrastrutture energetiche necessarie per il passaggio a un'economia sostenibile; sottolinea che l'Europa dovrebbe essere all'avanguardia in materia di sviluppo delle norme, delle tecnologie Internet interoperabili legate all'energia e delle applicazioni delle TIC ad alta resa energetica, in particolare per quanto riguarda le reti intelligenti, l'utilizzazione completa e rapida di sistemi di domotica intelligenti, come i contatori intelligenti per arrecare beneficio ai consumatori, e l'aggiornamento e lo sviluppo di un sistema interconnesso europeo di reti di elettricità e di infrastrutture di GNL; sottolinea, per quanto riguarda le connessioni interregionali, la necessità di lanciare un piano d'investimento basato in particolare sul pacchetto di misure dell'Unione relative alle infrastrutture energetiche onde garantire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico; invita la Commissione a proporre soluzioni pratiche per l'integrazione efficace di grandi quantità di energia rinnovabile, promuovendo regole di mercato che permettano scambi efficaci e trasparenti di elettricità a livello internazionale; chiede pertanto che i mercati transfrontalieri di elettricità siano rapidamente integrati e utilizzati; riconosce che è urgente adottare una visione a lungo termine tenendo presenti i numerosi anni necessari per costruire un'infrastruttura energetica con una lunga durata di vita; accoglie favorevolmente il fatto che nella proposta relativa al meccanismo per collegare l'Europa si ponga l'accento sulle infrastrutture energetiche;
18. chiede che sia garantita l'applicazione dell'articolo 10, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE sullo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra e in particolare per quanto riguarda gli investimenti nella R&S; chiede che sia inviata una relazione al Parlamento europeo;
19. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una più rapida attuazione dell'accordo del G20 sulla cancellazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili; sottolinea che se si vorranno ottenere gli effetti desiderati, sarà necessario coordinarne l'attuazione a livello internazionale;
20. accoglie con favore la conclusione della tabella di marcia che il settore energetico debba "decarbonizzarsi" quasi completamente entro il 2050 (riduzione delle emissioni dell'ordine del 93%-99%); riconosce, tuttavia, che dalla prospettiva industriale dell'Unione, chi intraprenderà per primo azioni nell'ambito delle tecnologie per la riduzione delle emissioni di carbonio avrà un vantaggio competitivo in un mondo presente e futuro caratterizzato da basse emissioni di carbonio; rileva che le riduzioni di emissioni dovrebbero pertanto essere realizzate in modo da non compromettere la competitività dell'UE e in modo da far fronte al rischio di fughe di carbonio, specialmente nei settori che consumano una grande quantità di energia;
21. osserva che il trasferimento dell'innovazione scientifica e tecnologia sostenibile dall'Europa verso altre zone del mondo potrebbe comportare per l'UE la perdita del suo primato tecnologico nel settore, trasformandola in importatrice netta di tali tecnologie e dei relativi prodotti finiti; sottolinea pertanto l'importanza del valore aggiunto europeo per lo sviluppo e la produzione interna di tecnologie e prodotti, in particolare per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili;
22. osserva che il World Energy Outlook 2011 dell'AIE includerà uno scenario di una riduzione dell'impiego del nucleare, secondo il quale il previsto aumento delle emissioni di CO2 a livello mondiale del settore energetico sarà sostanzialmente più alto a medio termine a causa di un aumentato utilizzo dei combustibili fossili; ribadisce che la decisione di alcuni Stati membri di chiudere alcuni reattori nucleari non deve servire come giustificazione per ridurre il livello di ambizione delle loro politiche climatiche attuali; afferma che, secondo l'AIE, il raggiungimento dell'obiettivo dei 2 gradi Celsius richiederebbe uno sviluppo e una distribuzione più rapidi delle tecnologie CCS sia negli impianti a carbone che in quelli alimentati a gas; osserva, tuttavia, che la tecnologia CCS si trova ancora in fase sperimentale e di pre-commercializzazione, per cui è necessario prevedere scenari alternativi, per esempio quelli incentrati sulle fonti di energia altamente rinnovabili e sull'efficienza energetica.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
23.11.2011 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
41 0 7 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Jean-Pierre Audy, Ivo Belet, Bendt Bendtsen, Jan Březina, Maria Da Graça Carvalho, Giles Chichester, Pilar del Castillo Vera, Vicky Ford, Adam Gierek, Norbert Glante, Robert Goebbels, Fiona Hall, Jacky Hénin, Edit Herczog, Kent Johansson, Romana Jordan Cizelj, Lena Kolarska-Bobińska, Béla Kovács, Philippe Lamberts, Angelika Niebler, Jaroslav Paška, Aldo Patriciello, Anni Podimata, Herbert Reul, Teresa Riera Madurell, Paul Rübig, Amalia Sartori, Francisco Sosa Wagner, Konrad Szymański, Patrizia Toia, Evžen Tošenovský, Ioannis A. Tsoukalas, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras, Henri Weber |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Yannick Jadot, Ivailo Kalfin, Seán Kelly, Holger Krahmer, Werner Langen, Alajos Mészáros, Mario Pirillo, Vladimír Remek |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Cristian Silviu Buşoi, Anna Hedh |
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6.10.2011
PARERE della commissione
per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050
Relatore: Béla Glattfelder
SUGGERIMENTI
La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. è convinto che l'agricoltura sia ben posizionata per fornire un contributo fondamentale alla lotto contro i cambiamenti climatici, creando nuovi posti di lavoro tramite la crescita verde e fornendo energia rinnovabile; sottolinea che la PAC per il periodo successivo al -2013 dovrebbe portare a un rafforzamento di tale contributo; riconosce che l'agricoltura ha già notevolmente ridotto le proprie emissioni attraverso una migliore efficienza produttiva; rileva tuttavia che, nel lungo periodo, il potenziale di riduzione delle emissioni del settore agricolo è consistente (entro il 2050 il settore sarà in grado di ridurre le emissioni non CO2 del 42-49%, rispetto ai livelli del 1990), ma potrebbe essere considerato piuttosto limitato rispetto ad altri settori; evidenzia che tutti i principali paesi inquinatori devono apportare un contributo adeguato; nota che la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore agricolo comporta una situazione vincente per gli agricoltori, che nel lungo periodo vedranno aumentare la loro redditività economica ed agronomica, grazie a terreni più resistenti al clima e a una minore eutrofizzazione, e per la società nel suo complesso, che vedrà diminuire i costi esterni dell'inquinamento;
2. sottolinea che obiettivi chiari in materia di emissioni stimoleranno i primi investimenti necessari in R&S, la dimostrazione e la diffusione di tecnologie a bassa emissione e che è indispensabile che l'UE si doti di una strategia a lungo termine per far fronte all'impegno di ridurre le emissioni entro il 2050; invita la Commissione a proporre obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 e il 2040, per tutti i settori rilevanti, compresa l'agricoltura; rileva che questi obiettivi dovrebbero seguire una traiettoria lineare fra i livelli di emissione attuali, l'obiettivo del 2020 e il 95% di riduzioni, da raggiungersi entro il 2050;
3. reputa che la competitività a lungo termine possa essere garantita solo disponendo di ecosistemi agricoli sani e biologicamente ricchi, che resistono al clima, e tenendo debitamente conto delle risorse naturali limitate, come i suoli, l'acqua e la terra;
4. osserva che gli sforzi di mitigazione delle emissioni dovrebbero accrescere la domanda di bioenergia; sottolinea il potenziale del settore agricolo per contribuire alla strategia Europa 2020 aumentando la produzione di energie sostenibili, tramite risorse quali il biogas, e creando così nuovi posti di lavoro nelle aree rurali; chiede pertanto un maggiore riconoscimento del contributo dell'agricoltura e della silvicoltura mediante la produzione sostenibile di energie rinnovabili, attualmente iscritte al bilancio del settore dell'energia, del trasporto e del riscaldamento; sottolinea che la biomassa e i biocarburanti devono essere prodotti in modo sostenibile, rispettando solidi criteri di sostenibilità, efficiente e senza influire negativamente sui mercati agroalimentari, l'uso dei terreni per la produzione e i prezzi del cibo e dei terreni, evitando la distruzione e la conversione di preziosi ecosistemi naturali;
5. evidenzia l'importanza delle nuove tecnologie ai fini dello sviluppo delle energie rinnovabili e della produzione di bioenergia e segnala che l'UE dovrebbe sfruttare ogni innovazione disponibile per raggiungere i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di CO2;
6. sottolinea che uno sfruttamento sostenibile delle foreste contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e che è pertanto necessario adottare misure nel contesto del secondo pilastro della politica agricola per consentire che le foreste siano gestite anche in condizioni difficili;
7. ricorda che, mentre nel mondo i suoli arabili diminuiscono e la popolazione aumenta, l'azione sui cambiamenti climatici e la necessità di garantire la sicurezza alimentare mondiale sono due sfide che vanno affrontate congiuntamente; sottolinea che la necessità fondamentale di aumentare la produzione, da un lato, e il sequestro di carbonio nel suolo e nella biomassa, dall'altro, non devono tradursi in un'incompatibilità di obiettivi;
8. osserva che occorre un'azione concordata a livello internazionale per giungere a un accordo globale sul clima, al fine di assicurare la parità di condizioni con i settori agricoli di altre economie;
9. ricorda che perfezionando le pratiche agricole e forestali si dovrebbe rafforzare la capacità del settore di preservare e catturare il carbonio nei suoli e nelle foreste; sottolinea al contempo che la maggior parte dei proprietari di foreste sono anche agricoltori; sottolinea inoltre l'obiettivo dell'UE di frenare la deforestazione in corso in tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, e di arrestare la perdita di copertura forestale entro il 2030, al più tardi;
10. sottolinea l'importanza della messa a punto di opportune misure e/o meccanismi per un effettivo riconoscimento economico del ruolo ricoperto dal settore agroforestale nella conservazione del carbonio;
11. sottolinea che la Commissione dovrebbe insistere maggiormente sulla coerenza delle politiche comuni, come nel caso dell'industria, la ricerca, l'energia, la biodiversità, il commercio, lo sviluppo, l'agricoltura, l'innovazione, il trasporto, il benessere degli animali e la strategia Europa 2020; una gestione razionale e strategica delle potenzialità del settore agricolo porrebbe l'Europa sulla buona strada per diventare un attore competitivo dell'economia mondiale a basse emissioni di carbonio, nel futuro imminente;
12. chiede che la PAC sia dotata delle misure necessarie, fra cui il finanziamento della ricerca, degli sforzi in materia di istruzione, aiuti agli investimenti e altre iniziative di stimolo, per consentire e agevolare l'uso dei residui agricoli e forestali nella produzione di energie sostenibili;
13. chiede che la PAC contempli obiettivi in materia di utilizzo di energie sostenibili;
14 sottolinea la necessità di accorciare e di rendere trasparente la catena alimentare nonché di promuovere il consumo di alimenti prodotti localmente, anche attraverso il sostegno dei mercati locali e regionali, al fine di ridurre le emissioni della produzione agricola legate ai trasporti; evidenzia che la delocalizzazione della produzione e delle attività di lavorazione europee multifunzionali verso paesi non membri dell'UE avrebbe conseguenze negative sul valore aggiunto europeo e sugli obiettivi in materia di lotta contro i cambiamenti climatici;
15. deplora il fatto che troppi rifiuti agricoli non siano attualmente sfruttati in modo ottimale rispetto al loro pieno potenziale; reputa che i residui agricoli dovrebbero essere considerati una risorsa; invita la Commissione e gli Stati membri a presentare strategie nazionali per una migliore gestione dei rifiuti organici dei sottoprodotti dell'agricoltura e della silvicoltura; sottolinea a tal riguardo che l'uso di prodotti a base di vegetali e di residui animali e la trasformazione degli scarti, ad esempio nei biofermentatori, possono consentire di produrre energia in azienda e, al contempo, di ridurre i costi di produzione degli agricoltori;
16. ritiene che, grazie alle conoscenze e alle tecniche oggi disponibili, le aziende agricole possano già divenire autosufficienti in termini di energia, il che consentirebbe loro di aumentare la redditività e di creare incidenze positive sull'ambiente attraverso la produzione locale di bioenergia da rifiuti organici;
17. rileva che gli agricoltori, per ragioni di efficacia delle risorse, devono essere incoraggiati a sfruttare meglio il potenziale di sostituzione dei fertilizzanti offerto dal biogas e dai suoi sottoprodotti;
18. osserva che, nella strategia a lungo termine per sostituire i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabili, i biocarburanti svolgono un ruolo chiave; invita a tenere maggiormente conto del vasto potenziale del legname greggio come fonte di energia, materiale da costruzione sostenibile e deposito di carbonio;
19. sottolinea che il prossimo quadro della Commissione per quanto riguarda l'uso dei suoli, i cambiamenti d'uso dei suoli e la silvicoltura (LULUCF) dovrebbe evitare una regolamentazione eccessiva che potrebbe nuocere alle prospettive dell'Unione europea per raggiungere i propri obiettivi climatici e, a causa della diversità dell'Europa, dovrebbe rispettare il principio di sussidiarietà e il ruolo dei governi locali e nazionali;
20. sottolinea la necessità di maggiori investimenti nelle infrastrutture energetiche, come le reti intelligenti e la distribuzione di biogas, per poter gestire l'aumento della produzione di energia da parte di privati a partire da fonti energetiche rinnovabili;
21. appoggia il fatto che i fondi UE, compreso il Fondo di sviluppo rurale, debbano finanziare solo progetti per strutture agricole che sono efficienti sotto il profilo energetico, in particolare di quelli che utilizzano fonti di energia rinnovabili in grado di ridurre le emissioni di carbonio a un livello quanto più prossimo allo zero;
22. sottolinea l'importanza di un'agricoltura neutra sul piano delle emissioni di carbonio; esorta la Commissione a promuovere tale aspetto tramite le misure ecologiche previste nel quadro del primo pilastro della nuova PAC;
23. sottolinea a tal fine l'importanza della trasformazione del letame, che non solo fornisce energia rinnovabile, ma riduce anche il carico ambientale ed è un sostituto dei concimi chimici sotto forma di concentrato di minerali; sottolinea a tal riguardo che, nella direttiva sui nitrati, è fondamentale che il letame trasformato sia riconosciuto come sostituto dei concimi chimici, nella prospettiva della sua valorizzazione come risorsa energetica;
24. sottolinea l'urgente necessità di intensificare gli sforzi e aumentare il finanziamento della ricerca per sviluppare e integrare pratiche agricole efficaci dal punto di vista climatico, metodi agricoli a minore intensità energetica e una produzione di energia più efficiente; osserva inoltre che esistono già alternative poco inquinanti ed efficaci dal punto di vista energetico; ritiene che la ricerca e lo sviluppo in questo settore siano indispensabili nel quadro della piena attuazione del piano strategico delle tecnologie energetiche e che ciò richieda investimenti ulteriori; sottolinea a tal riguardo la necessità di garantire che i risultati della ricerca siano tradotti in pratica nelle aziende; accoglie con favore la proposta della Commissione di stabilire "Horizon 2020", un nuovo quadro per la ricerca.
25. ritiene che una migliore gestione dei mangimi per il bestiame, integrando le colture proteiche nella rotazione delle colture, diversificando maggiormente le colture proteiche nelle miscele per i terreni da pascolo permanenti, al fine di aumentare la coltivazione di alimenti per gli animali nelle aziende agricole, consentirebbe di ridurre la dipendenza dalle importazioni di alimenti per animali con un elevato costo in carbonio; reputa che, per gli agricoltori, ciò comporterebbe anche una riduzione dei costi dei mangimi e si tradurrebbe in una migliore gestione dei suoli, aumentandone la capacità di ritenere l'acqua, ma anche riducendone la vulnerabilità ai parassiti;
26. sottolinea la necessità di migliorare l'autosufficienza energetica delle aziende agricole mediante incentivi all'energia rinnovabile prodotta in azienda, ad esempio da generatori eolici, pannelli fotovoltaici e fermentazione biologica, che ridurrebbero i costi di produzione e aumenterebbero la redditività economica delle aziende, fornendo una fonte alternativa di introiti agli agricoltori;
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
6.10.2011 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
33 3 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
John Stuart Agnew, Richard Ashworth, Liam Aylward, José Bové, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Herbert Dorfmann, Lorenzo Fontana, Iratxe García Pérez, Béla Glattfelder, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Jarosław Kalinowski, Elisabeth Köstinger, Agnès Le Brun, Mairead McGuinness, Mariya Nedelcheva, James Nicholson, Rareş-Lucian Niculescu, Georgios Papastamkos, Marit Paulsen, Ulrike Rodust, Alfreds Rubiks, Giancarlo Scottà, Marc Tarabella, Janusz Wojciechowski |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Luís Paulo Alves, Spyros Danellis, Bas Eickhout, Ismail Ertug, Giovanni La Via, Astrid Lulling |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
George Sabin Cutaş, Pablo Zalba Bidegain |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
31.1.2012 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
32 24 5 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Elena Oana Antonescu, Kriton Arsenis, Sophie Auconie, Pilar Ayuso, Paolo Bartolozzi, Nessa Childers, Chris Davies, Esther de Lange, Anne Delvaux, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Karl-Heinz Florenz, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Dan Jørgensen, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Holger Krahmer, Jo Leinen, Peter Liese, Zofija Mazej Kukovič, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Miroslav Ouzký, Gilles Pargneaux, Antonyia Parvanova, Mario Pirillo, Pavel Poc, Anna Rosbach, Oreste Rossi, Carl Schlyter, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Anja Weisgerber, Åsa Westlund, Glenis Willmott, Sabine Wils |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Margrete Auken, Christofer Fjellner, Julie Girling, Romana Jordan, Georgios Koumoutsakos, Riikka Manner, Marisa Matias, Miroslav Mikolášik, James Nicholson, Vittorio Prodi, Britta Reimers, Bart Staes, Csaba Sándor Tabajdi, Eleni Theocharous, Marita Ulvskog, Kathleen Van Brempt, Andrea Zanoni |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Sampo Terho |
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