RELAZIONE sulle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione
13.6.2023 - (2023/2034(INI))
Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo
Correlatori: Vladimír Bilčík e Nathalie Loiseau
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulle raccomandazioni per una riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione
Il Parlamento europeo,
– viste la sua risoluzione del 9 giugno 2016 per un'amministrazione europea aperta, efficace e indipendente[1] e la sua risoluzione del 15 gennaio 2013 recante raccomandazioni alla Commissione sul diritto dell'Unione europea in materia di procedimenti amministrativi[2],
– vista la sua risoluzione del 14 settembre 2017 sulla trasparenza, la responsabilità e l'integrità nelle istituzioni dell'UE[3],
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione[4],
– vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2022 sulla sospetta corruzione da parte del Qatar e, più in generale, sulla necessità di trasparenza e responsabilità nelle istituzioni europee[5],
– viste le misure per il rafforzamento dell'integrità, dell'indipendenza e della responsabilità adottate dalla Conferenza dei presidenti l'8 febbraio 2023,
– vista la sua decisione del 14 febbraio 2023 che modifica la decisione del 10 marzo 2022 sulla costituzione di una commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (ING 2), e adegua la sua denominazione e le sue attribuzioni[6],
– vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2023 sull'istituzione di un organismo europeo indipendente responsabile delle questioni di etica[7],
– vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2023 sul seguito da dare alle misure richieste dal Parlamento per rafforzare l'integrità delle istituzioni europee[8],
– visto il regolamento n. 31 (CEE), n. 11 (CEEA) relativo allo statuto dei funzionari e al regime applicabile agli altri agenti della Comunità economica europea e della Comunità europea dell'energia atomica[9],
– vista la decisione del Parlamento europeo del 28 settembre 2005 che adotta lo statuto dei deputati del Parlamento europeo (2005/684/CE, Euratom)[10],
– visti gli articoli 54 e 207 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo (ING2) (A9-0215/2023),
A. considerando che le indagini in corso condotte dalle autorità belghe hanno rivelato sospetti di un sistema di corruzione estremamente preoccupante, riciclaggio di denaro e partecipazione a un'organizzazione criminale che finora coinvolgono tre deputati al Parlamento europeo in carica e un ex deputato, nonché un assistente parlamentare accreditato (APA); che tali sospetti riguardano l'influenza del Qatar e del Marocco; che sono state formulate accuse secondo cui anche altri Stati, come la Mauritania, potrebbero essere coinvolti;
B. considerando che la fiducia dei cittadini nell'integrità e nell'indipendenza delle istituzioni europee è il fondamento del sistema politico europeo, che è particolarmente vulnerabile in vista delle elezioni; che, se gli attori stranieri minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'UE, ciò può incidere sul funzionamento democratico dell'UE; che la corruzione ha conseguenze finanziarie rilevanti e costituisce una seria minaccia per la democrazia, lo Stato di diritto e gli investimenti pubblici;
C. considerando che i tentativi di ingerenza sono un fenomeno diffuso che deve essere contrastato con la massima fermezza possibile; che le istituzioni dell'UE devono adoperarsi a favore della trasparenza, della responsabilità e dell'integrità al fine di rafforzare la resilienza della democrazia dell'UE;
D. considerando che il diritto a una buona amministrazione comprende il diritto di ogni persona a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni dell'UE; che le istituzioni, gli organi, gli organismi e le agenzie dell'Unione devono essere sostenuti da un'amministrazione europea aperta, efficace e indipendente;
E. considerando che i deputati al Parlamento europeo devono agire esclusivamente nell'interesse pubblico e svolgere il loro lavoro con integrità, apertura, diligenza, onestà, responsabilità e rispetto della reputazione del Parlamento e senza indebite ingerenze da parte di rappresentanti di interessi; che i deputati al Parlamento europeo devono essere indipendenti ed esercitare liberamente il loro diritto di voto;
F. considerando che il Parlamento ha reagito rapidamente ai sospetti di corruzione relativi a diversi deputati al Parlamento europeo e al personale, anche mediante la piena collaborazione con le autorità belghe; che l'entità dello scandalo ha evidenziato numerose lacune nelle regole di integrità e trasparenza del Parlamento e nella loro applicazione; che è necessaria molta ambizione per introdurre rapidamente riforme significative delle procedure interne e dei metodi di lavoro del Parlamento, nonché per spingere le istituzioni dell'UE ad attuare un quadro normativo molto più rigoroso;
G. considerando che il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo in materia di interessi finanziari e conflitti di interesse è monitorato da un comitato consultivo sulla condotta dei deputati, composto da cinque deputati; che i metodi di lavoro e il mandato di tale comitato consultivo si sono rivelati insufficienti; che non è mai stata irrogata alcuna sanzione pecuniaria per violazioni del codice di condotta dei deputati, nonostante nelle relazioni annuali del comitato consultivo sulla condotta dei deputati siano state documentate almeno 26 violazioni;
H. considerando che i sospetti di corruzione legati al Qatar e al Marocco vanno al di là del Parlamento e coinvolgono anche altre istituzioni dell'UE, nonché politici nazionali e voci influenti in alcuni Stati membri, come i ricercatori;
I. considerando che paesi come il Qatar, il Marocco, la Cina, la Russia, gli Emirati arabi uniti, la Serbia e la Turchia, hanno investito pesantemente nelle operazioni di lobbying a Bruxelles; che alcune organizzazioni estremiste del Qatar e della Turchia hanno chiesto fondi europei;
J. considerando che gli Emirati arabi uniti sono stati sospettati di cercare di influenzare i decisori europei; che il denaro proveniente dagli Emirati arabi uniti è stato prestato a un partito politico nazionale in almeno un'occasione;
K. considerando che alcuni Stati esteri hanno cercato modi non convenzionali per interferire negli affari dell'UE utilizzando i metodi più recenti resi possibili dagli sviluppi tecnologici contemporanei, nonché ricorrendo alla coercizione economica ed energetica e ai finanziamenti illegali;
L. considerando che l'elite capture degli interessi stranieri è facilitata dalle "porte girevoli" delle istituzioni europee verso i paesi autocratici, con un alto rischio di ingerenze dannose contro gli interessi e i valori dell'UE; che le misure volte a ridurre l'elite capture sono insufficienti e non impediscono agli ex deputati al Parlamento europeo o agli ex funzionari di alto livello di lavorare per governi o entità di paesi ad alto rischio;
M. considerando che le ingerenze con le istituzioni dell'UE e nazionali si verificano da molti anni, ma la portata, l'intensità e il potenziale pericolo di tali ingerenze sono aumentati enormemente nei mesi precedenti e durante la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; che, secondo il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia domina le attività di manipolazione delle informazioni e ingerenze da parte di attori stranieri;
N. considerando che i canali diplomatici della Russia e della Cina fungono regolarmente da promotori e moltiplicatori delle operazioni di manipolazione delle informazioni e ingerenze da parte di attori stranieri che riguardano un'ampia gamma di argomenti; che la Russia lavora sistematicamente per minare e dividere il sostegno internazionale all'Ucraina e per seminare il dubbio su chi sia l'aggressore, diffondendo bugie sulla sua guerra di aggressione;
O. considerando che nella sua risoluzione del 9 marzo 2022 il Parlamento ha identificato la Russia e la Cina quali fonti primarie di ingerenze straniere in Europa; che la Russia cerca di entrare in contatto con i partiti, le personalità e i movimenti politici al fine di utilizzarli come attori all'interno delle istituzioni dell'UE e nel dibattito nazionale nell'ottica di legittimare le sue posizioni e i suoi governi per procura, esercitare attività lobbistiche per l'allentamento delle sanzioni e attenuare le conseguenze del suo isolamento internazionale erodendo l'idea di verità e di realtà oggettiva; che i gruppi sostenuti dal Cremlino hanno lanciato un attacco informatico ai danni del sito web del Parlamento a seguito dell'adozione di una risoluzione che riconosce la Russia come Stato sostenitore del terrorismo[11];
P. considerando che diversi partiti politici rappresentati in seno al Parlamento hanno chiesto il sostegno finanziario di entità al di fuori dell'Europa, compresa la Russia; che, secondo l'analisi dell'intelligence statunitense, dal 2014 la Russia ha segretamente versato centinaia di milioni di euro a partiti politici e candidati stranieri in oltre venti paesi, nel tentativo di manipolare gli eventi politici al di fuori dei propri confini; che le forze legate al Cremlino si sono anche avvalse di società di comodo, gruppi di riflessione e altri mezzi per influenzare gli eventi politici; che il finanziamento politico russo è stato talvolta supervisionato da funzionari e legislatori del governo russo ed è stato eseguito da organismi governativi; che la Russia si è avvalsa di criptovalute, contanti e doni per influenzare gli eventi politici in altri paesi;
Q. considerando che partiti di estrema destra di Austria, Francia e Italia hanno firmato accordi di cooperazione con il partito Russia Unita del presidente Putin e sono stati accusati dai media di essere disposti ad accettare finanziamenti politici dalla Russia; che anche altri partiti europei di estrema destra in paesi come Germania, Ungheria e Regno Unito avrebbero contatti stretti con il Cremlino e avrebbero lavorato come "osservatori elettorali" fittizi durante le elezioni controllate dal Cremlino, ad esempio nelle regioni di Donetsk e Luhansk occupate dalla Russia nell'Ucraina orientale, per monitorare e legittimare le elezioni sponsorizzate dalla Russia;
R. considerando che le scoperte riguardanti contatti stretti e regolari tra funzionari russi e i rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani in Spagna, nonché tra funzionari russi e il più grande donatore privato per la campagna a favore del recesso del Regno Unito nel referendum sulla Brexit, richiedono un'indagine approfondita; che tali attività rientrano nella più ampia strategia della Russia di sfruttare ogni opportunità per manipolare il dibattito al fine di promuovere la destabilizzazione;
S. considerando che vi sono ancora membri del personale del Parlamento con noti legami con le autorità russe; che tale situazione crea un evidente rischio di ingerenze straniere malevole; che la figlia di un membro della cerchia ristretta di Putin ha lavorato in Parlamento come tirocinante di un deputato al Parlamento europeo;
T. considerando che l'Azerbaigian ha condotto operazioni di influenza su larga scala, con forti sospetti di corruzione, contro i membri dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; che l'Azerbaigian è riuscito a evitare indagini sulle elezioni locali e ad occultare la propria situazione dei diritti umani;
U. considerando che la possibilità per i rappresentanti di interessi di condividere le loro opinioni con i responsabili delle decisioni in Parlamento attraverso discussioni è una parte vitale della democrazia europea; che, tuttavia, sono inaccettabili i mezzi inopportuni per esercitare influenza, la corruzione e altri reati; che alcune organizzazioni che si occupano di questioni di politica generale ed esercitano attività di lobbying all'interno del Parlamento ricevono finanziamenti dal di fuori dell'UE, anche dalla Russia e da gruppi di estrema destra ubicati negli Stati Uniti, e intendono influenzare lo stile di vita europeo e i processi democratici; che la corruzione dei rappresentanti pubblici mina i principi democratici e dovrebbe essere contrastata con una politica di tolleranza zero;
V. considerando che tutte le istituzioni dell'UE che mantengono le relazioni con i paesi terzi e conducono la politica estera dell'UE devono stanziare ulteriori risorse e aumentare i loro sforzi per combattere le ingerenze straniere nei processi democratici dei paesi partner dell'UE, anche attraverso il rafforzamento della comunicazione strategica;
W. considerando che è necessario rafforzare la cooperazione tra le istituzioni europee e gli Stati membri in cui sono ubicate per quanto concerne la lotta contro le ingerenze, compresa la corruzione; che tali Stati membri devono adottare una legislazione adeguata per contrastare tali fenomeni; che, in tale contesto, la cooperazione tra i servizi di intelligence, la polizia e la magistratura è essenziale e deve essere rafforzata;
X. considerando che le norme etiche esistono già all'interno delle istituzioni dell'UE, ma sono molto frammentate e si basano solo su un approccio di autoregolamentazione; che la creazione di un organismo etico indipendente potrebbe contribuire a incrementare la fiducia nelle istituzioni dell'UE e nella loro legittimità democratica; che i meccanismi interni di monitoraggio e allerta delle istituzioni dell'UE non hanno individuato casi di corruzione e ingerenze straniere;
Y. considerando che il registro per la trasparenza dell'UE è stato rafforzato con l'accordo interistituzionale del 20 maggio 2021[12], che stabilisce standard elevati in materia di rappresentanza di interessi trasparente ed etica nell'UE; che il registro, pur non essendo ancora formalmente obbligatorio, consente a molte riunioni di rimanere non trasparenti ed è risultato contenere ancora numerose iscrizioni inesatte; che il registro serve ad aumentare la trasparenza rispetto alle influenze straniere, ma non può impedire le ingerenze straniere; che non tutte le attività esterne retribuite comportano conflitti di interesse; che le misure recentemente introdotte dall'accordo interistituzionale sul registro per la trasparenza richiedono una maggiore ambizione da parte del Parlamento nel garantire un'adeguata attuazione, applicazione e il controllo di tutte le norme sulla trasparenza; che l'ambito di applicazione del registro non comprende gli ex deputati al Parlamento europeo o i rappresentanti di Stati non appartenenti all'UE; che il registro non sarà soggetto a riesame al più tardi fino al luglio 2025;
Z. considerando che la divulgazione obbligatoria dei conflitti di interesse potrebbe essere uno strumento potenziale per rafforzare l'integrità del Parlamento;
AA. considerando che è in aumento l'uso di tecnologie di sorveglianza mirate, in particolare da parte di governi repressivi in tutto il mondo per tracciare gli oppositori politici o monitorare i critici del regime; che i gruppi generalmente vulnerabili, come i difensori dei diritti umani, gli attivisti della società civile, i giornalisti e gli oppositori politici, sono tra i principali obiettivi, anche all'interno dell'UE; che il pacchetto di strumenti dell'UE deve essere rafforzato e meglio adattato alle sfide poste alle istituzioni ed ai cittadini dell'UE da spyware e strumenti di sorveglianza globali;
AB. considerando che i lavori della commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (INGE 1) e del suo successore, la commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo (INGE 2), hanno portato alla luce gli attori che cercano di interferire negli affari europei e hanno rivelato le strategie che utilizzano; che entrambe le commissioni speciali hanno avanzato proposte significative ed esaustive su come affrontare le ingerenze malevole; che occorre una maggiore chiarezza in merito alle ingerenze straniere, che si tratti di funzionari stranieri o di rappresentanti di interessi a livello dell'UE;
AC. considerando che il rafforzamento dei requisiti di trasparenza per i rappresentanti di interessi e le entità come le agenzie di lobbying e consulenza, le fondazioni, le ONG o i gruppi di riflessione potrebbe servire a tracciare le ingerenze straniere; che i requisiti non dovrebbero stigmatizzare i finanziamenti esteri legittimi;
AD. considerando che i rappresentanti di interessi, come le agenzie di lobbying e consulenza, le fondazioni, le ONG e i gruppi di riflessione, devono essere soggetti a regole di controllo, due diligence e trasparenza, segnatamente per quanto riguarda i finanziamenti, con criteri proporzionali e procedure non onerose, in particolare per le piccole entità e le piccole ONG;
AE. considerando che le risoluzioni relative ai paesi non UE, comprese le risoluzioni d'urgenza a norma dell'articolo 132 e le relazioni di iniziativa specifiche per paese o per regione, devono essere approvate in linea con gli orientamenti e il campo di intervento del Parlamento, non dovrebbero mai essere utilizzate impropriamente da nessuno e non dovrebbero mai essere utilizzate per una ragione diversa dall'urgente necessità di proteggere i diritti e le libertà fondamentali di coloro che si trovano ad affrontare una minaccia imminente nei paesi non UE; che le risoluzioni d'urgenza devono rimanere uno strumento essenziale della politica del Parlamento in materia di diritti umani;
AF. considerando che le votazioni sensibili sugli accordi commerciali e di cooperazione devono essere sottoposte a un controllo speciale, in quanto possono potenzialmente attirare un'attenzione particolare da parte delle controparti nei negoziati;
Introduzione
1. denuncia con la massima fermezza i presunti tentativi del Qatar e del Marocco di influenzare i deputati al Parlamento europeo, gli ex deputati e il personale del Parlamento attraverso atti di corruzione, che costituiscono una grave ingerenza straniera nei processi democratici dell'UE; ribadisce il suo profondo sconcerto e la sua condanna per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un'organizzazione criminale da parte di tre deputati al Parlamento europeo, un ex deputato al Parlamento europeo e un APA in cambio di un'influenza sulle decisioni del Parlamento; esplicita la sua politica di tolleranza zero nei confronti di qualsiasi tipo o forma di corruzione; sottolinea che il comportamento e le intenzioni criminali sospetti dei deputati al Parlamento europeo e dell'APA oggetto di indagine non sono rappresentativi del Parlamento nel suo complesso, dato che la stragrande maggioranza dei deputati al Parlamento europeo rispetta le norme attuali e le misure in essere per rafforzarle e si impegna pienamente a prestare servizio per conto dei cittadini dell'UE;
2. insiste sul fatto che l'ampia portata delle indagini in corso richiede che il Parlamento e le altre istituzioni dell'UE reagiscano con misure solide e immediate per difendere la democrazia, la trasparenza, l'integrità e la responsabilità e contrastare la corruzione; ricorda che gli attuali sforzi per rafforzare ulteriormente le norme vigenti al fine di garantire la prevenzione e la preparazione per migliorare la trasparenza e la responsabilità del Parlamento e di tutte le istituzioni dell'UE e per combattere la corruzione sono della massima importanza per promuovere la fiducia dei cittadini e garantire il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e testimoniano la serietà dell'impegno dei deputati al Parlamento europeo a proteggere e difendere la democrazia europea;
3. si impegna ad operare a tutti i livelli per rafforzare le norme e la cultura dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità in seno al Parlamento e chiede misure più incisive per affrontare tutti i potenziali conflitti di interessi, compresa una valutazione approfondita dell'attuazione di tali misure; osserva che è essenziale che le istituzioni operino in modo trasparente ed evitino qualsiasi conflitto di interessi, al fine di mantenere la fiducia dei cittadini nel lavoro delle istituzioni stesse e nell'Unione in generale; ritiene della massima importanza garantire la piena attuazione e l'ulteriore rafforzamento delle norme in materia di trasparenza e responsabilità, compreso il codice di condotta per i deputati al Parlamento europeo;
4. afferma la necessità di solidarietà tra gli Stati membri e le istituzioni dell'UE per poter combattere efficacemente tale tipo di attività; chiede di modificare l'articolo 222 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea per affrontare il problema dell'ingerenza straniera malevola; invita gli Stati membri a rivedere la loro legislazione, ove necessario, per affrontare in modo più efficace le ingerenze straniere, anche nei processi democratici all'interno delle istituzioni dell'UE;
5. ritiene che le norme che riguardano i deputati al Parlamento europeo, gli ex deputati al Parlamento europeo, il personale dei gruppi politici, gli APA e i funzionari del Parlamento e di altre istituzioni europee debbano ispirarsi agli standard più elevati di trasparenza, integrità e responsabilità; insiste sulla necessità di individuare sistematicamente e colmare completamente potenziali lacune nelle norme e nelle procedure delle istituzioni che consentono comportamenti illeciti mediante riforme efficaci e capacità di controllo; sottolinea che alcuni meccanismi attuali devono essere riesaminati al fine di prevenire i conflitti di interesse, aumentare la trasparenza, e impedire, scoraggiare e individuare le ingerenze straniere e la corruzione;
6. chiede una rapida conclusione della revisione del codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo al fine di introdurre norme sugli informatori che siano in linea con le norme europee stabilite nella direttiva sugli informatori; ritiene essenziale modificare l'articolo 3 del codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo, al fine di chiarire le norme sui conflitti di interesse e gli obblighi dei deputati di risolverli; chiede che l'articolo 4 del codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo sia modificato al fine di introdurre requisiti supplementari in materia di informazioni nelle dichiarazioni di interessi finanziari dei deputati; ribadisce il parere secondo cui una dichiarazione patrimoniale da parte dei deputati al Parlamento europeo prima e dopo il loro mandato fornirebbe ulteriori garanzie nella lotta alla corruzione, seguendo le buone pratiche di molti Stati membri; ritiene che le dichiarazioni patrimoniali dovrebbero essere accessibili solo alle autorità competenti, fatte salve le normative nazionali;
7. accoglie con favore e sostiene pienamente i 14 punti approvati dalla Conferenza dei presidenti del Parlamento a seguito di una proposta della Presidente Metsola volta a riformare il regolamento e le procedure del Parlamento; chiede che questi punti siano tradotti quanto prima in azioni concrete; osserva che tali proposte sono un importante primo passo del processo di riforma interno del Parlamento; si impegna a garantire che le ambiziose riforme interne rivolte ai deputati al Parlamento europeo prendano in considerazione la libertà di mandato di cui all'articolo 2 della decisione del Parlamento europeo, del 28 settembre 2005, che adotta lo statuto dei deputati del Parlamento europeo; ritiene che tale libertà di mandato debba essere bilanciata con gli obblighi dell'Unione di rispettare, "in tutte le sue attività, il principio dell'uguaglianza dei cittadini, che beneficiano di uguale attenzione da parte delle sue istituzioni", e con i principi in base ai quali ogni cittadino ha "il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione", che le decisioni siano "prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini" e che "le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione" operino "nel modo più trasparente possibile" (articolo 9 e articolo 10, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea e articolo 15, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
8. ricorda che le istituzioni dell'UE in generale, nonché le istituzioni degli Stati membri, sono oggetto di ingerenze politiche straniere, tentativi di spionaggio e tentativi di corruzione, come evidenziato dai lavori delle commissioni INGE 1 e INGE 2; ricorda che l'attuale contesto geopolitico accresce, anziché sostituire, le minacce preesistenti alla democrazia europea; esorta l'amministrazione del Parlamento e i deputati al Parlamento europeo ad essere particolarmente vigili e a contrastare qualsiasi tentativo di ingerenza in vista delle elezioni europee del 2024;
9. invita il SEAE e le delegazioni dell'UE nei paesi non UE a rafforzare ulteriormente le rispettive capacità di combattere e contrastare la disinformazione e la propaganda intese a influenzare la politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'UE e il ruolo del Parlamento nella PESC; ricorda che una comunicazione strategica proattiva è fondamentale per contrastare ed eliminare l'indebita ingerenza straniera nell'UE; sottolinea al riguardo l'importanza di rafforzare le relazioni e la cooperazione interistituzionali; evidenzia che il SEAE e le sue delegazioni dispongono di un notevole potenziale per raccogliere informazioni anche sugli obiettivi geopolitici dell'UE; accoglie con favore, in tale contesto, le riunioni informative periodiche del SEAE destinate ai deputati al Parlamento europeo, ritiene che vi siano ancora notevoli margini di miglioramento e chiede che tali riunioni informative siano condotte con maggiore frequenza e in modo più approfondito;
Rafforzare la cultura della sicurezza in seno al Parlamento al fine di combattere più efficacemente le ingerenze straniere
10. sottolinea la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza all'interno del Parlamento; ricorda che il Parlamento, come tutte le altre istituzioni europee, è un bersaglio periodico di tentativi di ingerenza a causa dell'impatto che le sue posizioni hanno sul resto del mondo e sulla conduzione delle relazioni esterne dell'UE; chiede, pertanto, una formazione obbligatoria, adeguata e periodica in materia di sicurezza, ingerenze, norme etiche, conformità e integrità per tutti i deputati al Parlamento europeo e i loro uffici e per tutto il personale del Parlamento, rendendoli consapevoli di essere potenziali bersagli di attori statali e non statali stranieri; osserva che tale formazione dovrebbe includere una componente in materia di sicurezza digitale;
11. raccomanda un adeguato nulla osta di sicurezza per i funzionari e il personale dei gruppi politici del Parlamento e una valutazione dei casi in cui è necessario il nulla osta di sicurezza per gli APA quando si occupano di affari esteri, di sicurezza e di difesa o di questioni commerciali, come previsto attualmente presso il Segretariato generale del Consiglio dell'UE; chiede pertanto un'adeguata cooperazione con i servizi di sicurezza nazionali per garantire che tali nulla osta di sicurezza siano trattati rapidamente; invita le autorità nazionali a seguire le procedure e un calendario comune ogni volta che viene loro richiesto di rilasciare il nulla osta di sicurezza ai deputati al Parlamento europeo e al personale del Parlamento, nonché per qualsiasi controllo di sicurezza relativo alle istituzioni dell'UE;
12. invita i servizi del Parlamento, i gruppi politici e gli uffici dei deputati al Parlamento europeo a esplorare le modalità per eseguire un esame open source dei tirocinanti, degli APA, del personale dei gruppi politici, del personale del Parlamento e degli appaltatori esterni per verificare l'eventuale vulnerabilità a influenze non europee, utilizzando criteri chiaramente definiti, prima che assumano le loro funzioni, nonché, se necessario, durante il loro impiego; ricorda che tale verifica dovrebbe essere standardizzata per controllare quanto dichiarato dai candidati nei loro CV;
13. ricorda che per garantire il funzionamento corretto e sicuro del Parlamento sono assunti contraenti privati per eseguire la manutenzione dei suoi edifici, dei sistemi informatici e delle telecamere; chiede che l'amministrazione del Parlamento escluda da tali contratti qualsiasi impresa privata o pubblica di paesi terzi, nonché qualsiasi fornitore che sia stato segnalato da un'istituzione o da uno Stato membro dell'UE come potenziale rischio per la sicurezza, qualora vi sia motivo di ritenere che possano esporre il Parlamento a rischi per la sicurezza o non siano in grado di proteggere adeguatamente i dati personali; chiede, a tale proposito, che sia prestata particolare attenzione alle imprese di proprietà di imprese o Stati di paesi terzi come la Russia e la Cina;
14. invita i servizi del Parlamento a porre in essere sistemi di monitoraggio e sorveglianza efficaci per individuare le ingerenze straniere, nel rispetto della libertà di mandato dei deputati al Parlamento europeo, e a offrire sia ai deputati che al personale la possibilità di far scansionare i loro dispositivi elettronici per individuare gli strumenti di sorveglianza malevoli;
15. ritiene che l'accesso agli edifici del Parlamento da parte dei visitatori, compresi i rappresentanti dei paesi terzi, dei lobbisti e delle ONG, dovrebbe essere controllato in modo più rigoroso; chiede al Segretario generale di presentare rapidamente nuove proposte al riguardo; chiede restrizioni di accesso nei confronti di rappresentanti e lobbisti di paesi terzi e ONG che abusano del loro accesso privilegiato;
16. ricorda che tutti i visitatori devono essere accompagnati durante la permanenza nei locali del Parlamento a meno che non si trovino nelle aree dedicate ai visitatori; chiede l'applicazione rigorosa di misure restrittive adeguate in caso di non conformità, come ad esempio impedire a un membro del personale o all'ufficio di un deputato al Parlamento europeo che si è reso colpevole di tali violazioni di concedere l'accesso ai visitatori per un periodo di tempo limitato; si impegna ad attuare la decisione dell'Ufficio di presidenza volta a creare un registro di ingresso, conforme al quadro dell'UE in materia di protezione dei dati, per tutte le persone di età pari o superiore a 18 anni che visitano il Parlamento, indicando informazioni quali la data, l'ora e lo scopo della visita, compresa l'identificazione dei deputati al parlamento europeo, del personale dei deputati, del personale dei gruppi o delle unità amministrative incontrati, i loro dettagli di contatto e la persona responsabile per loro durante la visita e compresa la possibilità che diversi uffici dei deputati possano condividere la responsabilità per i visitatori; ritiene che tali condizioni di ingresso non debbano applicarsi al personale di altre istituzioni, organi e agenzie dell'UE, o ai giornalisti, che godono di un regime specifico per accedere al Parlamento; chiede una valutazione approfondita del rilascio dei titoli di accesso per le famiglie; chiede un riesame dei criteri di rilascio sulla base dei documenti pertinenti; chiede che i titolari di un titolo di accesso per familiari di età superiore ai 18 anni siano soggetti al processo di registrazione dell'ingresso;
17. accoglie con favore la riforma delle norme di accesso per gli ex deputati al Parlamento europeo e gli ex membri del personale, in particolare la proposta di un nuovo badge di accesso giornaliero in sostituzione degli attuali badge, e invita il Parlamento a valutare la possibilità di revocare il precedente badge di accesso concesso agli ex membri del personale; si attende un riesame immediato dell'articolo 123 del suo regolamento, seguito da una modifica dell'articolo 6 del suo codice di condotta; ritiene che gli ex deputati al Parlamento europeo non dovrebbero avere il diritto di concedere l'ingresso a terzi; ritiene che la stessa disposizione dovrebbe applicarsi agli ex membri del personale;
18. osserva che le ingerenze straniere e altre influenze illegittime si sono talvolta concretizzate nell'offrire posizioni ben retribuite agli ex deputati al Parlamento europeo; osserva che le istituzioni dell'UE dovrebbero trattare i potenziali casi di "porte girevoli" in modo più rigoroso, al fine di prevenire conflitti di interesse ed evitare danni alla reputazione; chiede il rafforzamento delle garanzie contro gravi ingerenze malevole attraverso le "porte girevoli" da parte di paesi terzi ad alto rischio; chiede che la questione dell'elite capture venga affrontata nelle relazioni annuali della Commissione sullo Stato di diritto;
19. raccomanda che le istituzioni e le agenzie dell'UE e gli altri organismi dell'UE monitorino in modo proattivo le attività professionali dei loro membri del personale al fine di rafforzare le loro procedure e i controlli interni per quanto riguarda le potenziali situazioni di "porte girevoli", in linea con le raccomandazioni della Corte dei conti europea del 2021[13];
20. afferma che sono necessari investimenti continui per garantire una solida struttura di sicurezza in seno al Parlamento; chiede, a tale proposito, un audit completo e approfondito delle misure di sicurezza del Parlamento da parte di un organismo indipendente; evidenzia la necessità di aumentare gli investimenti nell'infrastruttura informatica del Parlamento; ritiene che tali sforzi siano necessari per garantire la resilienza del Parlamento alle ingerenze straniere;
21. sottolinea la necessità di un controllo completo di tutta la tecnologia utilizzata nelle istituzioni, al fine di escludere i fornitori provenienti da Stati autocratici, in particolare Russia e Cina;
22. sollecita maggiori azioni per garantire che il nome del Parlamento non sia utilizzato impropriamente da attori esterni per creare una falsa immagine di legittimità come è già successo con la falsa rivista dell'UE "EP Today"; chiede la riforma delle norme che obbligano i deputati al Parlamento europeo a utilizzare il logo del Parlamento quando organizzano un evento all'interno dei locali del Parlamento, poiché quest'ultimo non esercita alcun controllo sul contenuto di tali eventi e tale pratica potrebbe involontariamente dare una certa legittimità a dichiarazioni o ospiti di dubbia reputazione;
Relazioni con paesi ed entità non appartenenti all'UE: missioni ufficiali (comprese le missioni di osservazione elettorale), viaggi e gruppi di amicizia
23. chiede che vengano stabiliti e applicati criteri oggettivi per identificare i paesi a rischio di condurre operazioni di ingerenza straniera e che, nell'ambito di tali criteri, vengano valutati i seguenti aspetti: a) l'esistenza di un programma di furto di proprietà intellettuale diretto contro l'Unione e i suoi Stati membri, b) di una legislazione che costringa attori nazionali non statali a impegnarsi in attività di intelligence, c) di una violazione sistematica dei diritti umani, d) di una politica revisionista dell'ordine giuridico internazionale attuale, e) l'applicazione extraterritoriale di un'ideologia autoritaria, e f) l'individuazione di attività di ingerenza o conflitti di interesse nelle istituzioni europee; chiede un monitoraggio speciale da parte del registro dell'UE per la trasparenza dei rappresentanti di interessi registrati provenienti da paesi considerati a rischio sulla base di questi criteri oggettivi;
24. invita la Commissione e il Consiglio a collaborare con il Parlamento, in qualità di colegislatore, per rafforzare il pacchetto di strumenti dell'Autorità per i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee (APPF) e consentire un'efficace tracciabilità delle donazioni fino al pagatore finale, evitando in tal modo che le norme sulle donazioni siano eluse attraverso il ricorso a intermediari; chiede, in particolare, che l'APPF sia incaricata di ottenere informazioni direttamente dai donatori e dai loro istituti bancari e che sia istituito un sistema di notifiche push che le unità di informazione finanziaria degli Stati membri invieranno all'APPF quando vengono individuate operazioni sospette;
25. osserva che l'APPF dovrebbe essere potenziata in termini di personale e risorse al fine di rafforzarne la capacità di controllo e promuovere la cooperazione con gli Stati membri nella segnalazione di potenziali casi di finanziamento illecito; raccomanda all'APPF di utilizzare i dati forniti dalle piattaforme online di dimensioni molto grandi nelle biblioteche di pubblicità e, presto, da un registro europeo dei messaggi di pubblicità politica, al fine di individuare i finanziamenti illeciti e le campagne di influenza;
26. sottolinea l'importanza di promuovere la piena trasparenza per quanto riguarda le entrate e le spese dei partiti nazionali per le campagne elettorali del Parlamento europeo; chiede, in tale contesto, l'adozione di norme in materia di campagne politiche e di finanziamento dei partiti politici, anche in provenienza da paesi terzi; ritiene che, per limitare i rischi di ingerenze straniere attraverso i partiti politici, siano necessari un adeguato finanziamento pubblico dei partiti politici, una limitazione dei finanziamenti privati e un divieto di donazione dai paesi terzi;
27. evidenzia che le missioni nei paesi terzi possono essere sfruttate come opportunità per esercitare un'influenza indebita sui deputati al Parlamento europeo; ricorda che, prima di qualsiasi missione, ai deputati al Parlamento europeo dovrebbero essere forniti briefing obbligatori e dedicati in materia sicurezza, incentrati sui rischi di ingerenza straniera e adattati al paese di destinazione; ritiene che tali documenti e riunioni di preparazione alle missioni dovrebbero includere anche richiami ai requisiti di integrità; sottolinea la necessità di proteggere meglio i deputati e il personale del Parlamento dagli attacchi informatici e dalla pirateria informatica quando effettuano missioni in paesi terzi;
28. accoglie con favore l'adozione da parte della Conferenza dei presidenti, il 13 aprile 2023, di orientamenti sulle relazioni con i rappresentanti di taluni paesi terzi, che in alcuni casi limitano i contatti ufficiali; ritiene, a tale proposito, che sia della massima importanza garantire l'attuazione delle misure di trasparenza stabilite in tali orientamenti, in particolare mediante la registrazione di eventuali contatti con i rappresentanti di paesi terzi; chiede, tuttavia, dichiarazioni più generali nei casi l'indicazione del nome di individui o organizzazioni potrebbe mettere a rischio la vita o la sicurezza delle persone;
29. sottolinea che la responsabilità primaria di nominare i deputati al Parlamento europeo e di inviarli in missione spetta ai gruppi politici del Parlamento; propone di rafforzare le norme relative alle missioni ufficiali effettuate per conto del Parlamento, prevedendo in particolare che:
a) spetti principalmente al presidente della missione ufficiale il privilegio di parlare pubblicamente a nome dell'intero Parlamento per difendere le posizioni da esso adottate, continuando sempre a garantire il diritto dei deputati di intervenire a titolo personale;
b) durante la missione, e in particolare durante le riunioni ufficiali con i rappresentanti stranieri ed eventuali interviste, gli altri deputati debbano provvedere, in modo coerente e sistematico, ad affermare chiaramente e pubblicamente che non si esprimono a nome del Parlamento se difendono posizioni diverse da quelle adottate dal Parlamento durante le votazioni più recenti; i deputati al Parlamento europeo che non rispettano tale norma dovrebbero essere invitati all'ordine dal presidente della missione e, in caso di grave violazione o di ripetute violazioni di tale norma, possono essere esclusi da missioni future;
30. rammenta l'importanza delle missioni di osservazione elettorale nel fornire informazioni pertinenti e formulare raccomandazioni specifiche per rendere il sistema elettorale più resiliente e per aiutare a contrastare l'ingerenza straniera nei processi elettorali; ritiene che il Parlamento dovrebbe vietare l'osservazione elettorale non autorizzata e non ufficiale da parte di singoli deputati al Parlamento europeo; sottolinea che i deputati al Parlamento europeo dovrebbero partecipare solo alle missioni di osservazione elettorale decise e autorizzate dalla Conferenza dei presidenti; richiama all'attenzione la procedura del gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale per i "casi di osservazione elettorale non ufficiale individuale da parte di deputati al Parlamento europeo" (adottata il 13 dicembre 2018), che consente l'esclusione dei deputati europei dalle delegazioni ufficiali di osservazione elettorale del Parlamento per la durata del mandato parlamentare; esorta l'amministrazione del Parlamento ad adottare sanzioni più severe, comprese ammende cospicue e altre misure restrittive, nei confronti dei deputati che partecipano a missioni elettorali non ufficiali, nonché di coloro che, pur partecipando alle missioni di osservazione autorizzate del Parlamento, non rispettano rigorosamente le norme applicabili; ritiene che le missioni di osservazione elettorale dovrebbero prestare maggiore attenzione alle ingerenze effettive o ai tentativi di ingerenza che si verificano prima del giorno delle elezioni, in particolare online o sui social media;
31. insiste sul fatto che i viaggi individuali effettuati dai deputati al Parlamento europeo sono parte integrante della loro libertà di mandato; ribadisce la sua richiesta di norme obbligatorie in materia di trasparenza per i viaggi dei deputati al Parlamento europeo pagati da paesi ed entità stranieri, prevedendo che le informazioni dettagliate da fornire includano, a titolo non esaustivo, il nome del terzo erogatore, un elenco delle spese e i motivi del viaggio; ricorda che tali viaggi non devono essere considerati delegazioni ufficiali del Parlamento; chiede che i deputati coinvolti in tali viaggi evitino qualsiasi confusione al riguardo e che siano previste sanzioni severe in caso di mancato rispetto; ritiene che le missioni effettuate da un deputato in qualità di relatore/relatrice possano sempre essere considerate ufficiali; chiede l'adozione di misure per assicurare che il costo dei viaggi verso paesi terzi connessi al mandato sia coperto dal Parlamento;
32. ribadisce la sua richiesta di norme più rigorose per i viaggi dei funzionari pagati da paesi ed entità stranieri; ritiene che dovrebbero essere elaborate norme analoghe per i viaggi effettuati dagli APA o dal personale dei gruppi politici;
33. suggerisce di limitare a 100 EUR la soglia per i doni ai deputati al Parlamento europeo; incoraggia un monitoraggio più rigoroso di tutti gli inviti, i doni e i viaggi ricevuti dai deputati al Parlamento europeo e dal personale qualora siano connessi a paesi terzi;
34. ritiene che, per quanto riguarda i paesi terzi, il Parlamento debba dare priorità assoluta all'attività delle sue delegazioni ufficiali per le relazioni con tali paesi; ricorda che dovrebbe essere vietata qualsiasi attività o riunione di raggruppamenti non ufficiali di deputati che possa generare confusione con le attività ufficiali del Parlamento; chiede che siano vietati i gruppi di amicizia con i paesi terzi per i quali esistono già delegazioni ufficiali del Parlamento, pur riconoscendo che i gruppi di amicizia dovrebbero continuare a esistere, caso per caso, per le attività concernenti determinati territori non sovrani, minoranze perseguitate o partner per i quali non esiste una delegazione ufficiale; sottolinea che i paesi terzi dovrebbero interagire con il Parlamento attraverso la commissione per gli affari esteri, le delegazioni ufficiali del Parlamento esistenti, altre commissioni e il gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale, secondo quanto previsto; evidenzia che talune eccezioni dovrebbero essere subordinate, tra l'altro, alla presentazione di dichiarazioni ufficiali nel registro per la trasparenza per gli intergruppi e altri gruppi informali tenuto dai Questori e che tali dichiarazioni dovrebbero riportare il nome di tutti i deputati al Parlamento europeo e delle parti interessate coinvolti, nonché informazioni dettagliate su tutte le riunioni organizzate; ritiene che i gruppi di amicizia debbano dichiarare pubblicamente qualsiasi tipo di assistenza finanziaria o sostegno in natura ricevuto, compresi gli importi esatti dei fondi e l'assistenza fornita da terzi; considera a tale proposito che l'articolo 35 del suo regolamento deve essere modificato; insiste sul fatto che l'articolo 176 del suo regolamento deve essere modificato per consentire di introdurre sanzioni efficaci in caso di violazione; sottolinea nel contempo che il Parlamento e i deputati devono garantire che le delegazioni parlamentari funzionino in modo soddisfacente, in particolare nel rispetto delle posizioni del Parlamento adottate in Aula; chiede, a tale riguardo, di procedere con urgenza a una razionalizzazione delle delegazioni parlamentari, del loro ruolo e della portata della loro azione e che tali delegazioni agiscano sempre in perfetta consonanza con gli altri organi parlamentari che concorrono a definire l'azione esterna dell'Unione europea;
35. esorta i deputati al Parlamento europeo a fare attenzione a talune entità che, con il pretesto di affrontare questioni di politica generale, sono vettori di influenza e ingerenze non dichiarate da parte di paesi stranieri;
Integrità dell'attività parlamentare
36. ricorda l'importanza delle risoluzioni d'urgenza nel quadro dell'azione del Parlamento a tutela dei diritti umani in tutto il mondo; denuncia qualsiasi tentativo di interferire con esse; riconosce che tali risoluzioni devono mantenere il loro carattere urgente, ma propone di concedere un periodo di tempo adeguato per la loro elaborazione, al fine di garantire la debita protezione contro le influenze esterne; ribadisce che il loro ambito di applicazione dovrebbe essere rigorosamente rispettato; sottolinea che la forza e l'impatto delle risoluzioni d'urgenza del Parlamento sui diritti umani non dovrebbero essere compromessi;
37. ritiene che le ingerenze straniere o i tentativi di ingerenza straniera non debbano rimanere privi di conseguenze per il paese responsabile; intende sospendere qualsiasi proposta legislativa o non legislativa in materia di cooperazione con le autorità statali del paese in questione per un periodo commisurato alla gravità dell'ingerenza; è intenzionato, nel quadro della procedura di bilancio annuale, a sospendere tutti i finanziamenti a titolo dei programmi dell'Unione destinati alle autorità statali del paese responsabile, mantenendo al tempo stesso i finanziamenti destinati alle organizzazioni della società civile e ai media indipendenti, nonché all'assistenza umanitaria; ritiene che la commissione per gli affari esteri dovrebbe invitare l'ambasciatore presso l'UE del paese in questione a comparire dinanzi a essa per uno scambio di opinioni;
38. raccomanda che le risoluzioni votate dal Parlamento siano accompagnate da un allegato contenente un elenco delle persone o delle istituzioni incontrate dai relatori e dai relatori ombra, ad eccezione delle persone la cui sicurezza sarebbe messa a rischio qualora fossero menzionate, la cui identità sarà comunicata all'organo designato a tal fine e da esso debitamente custodita; suggerisce pertanto che per i deputati al Parlamento europeo che elaborano relazioni o pareri diventi obbligatorio allegare un elenco indicante la gamma di competenze e pareri esterni che il relatore ha ricevuto;
39. ritiene che dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti i deputati al Parlamento europeo pubblicare tutte le riunioni programmate con terzi (rappresentanti di interessi); sottolinea la necessità di rendere il processo di pubblicazione il più semplice e rapido possibile, pur mantenendo l'integrità della procedura; è dell'opinione che l'articolo 11 del suo regolamento debba essere modificato per includere le definizioni di "riunione programmata" e "ruolo attivo"; ritiene che gli obblighi previsti da tale articolo dovrebbero essere estesi a tutti i deputati; sottolinea, tuttavia, che il sistema per dichiarare tali riunioni dovrebbe essere aggiornato, in particolare dal momento che continua a non tenere conto delle sottocommissioni; chiede che tale sistema includa anche le delegazioni del Parlamento; ritiene che dovrebbero essere adottate norme analoghe per le riunioni cui partecipano funzionari del Parlamento, APA e membri del personale dei gruppi politici; deplora il fatto che alcuni deputati al Parlamento europeo non dichiarino le loro riunioni con i rappresentanti di interessi, benché siano tenuti a farlo;
40. chiede un'attuazione, un'applicazione e una supervisione molto più rigorose del rispetto delle attuali disposizioni dell'accordo interistituzionale sul registro per la trasparenza in seno al Parlamento; chiede che i deputati al Parlamento europeo e i loro uffici siano tenuti a dichiarare gli incontri con i rappresentanti diplomatici di paesi terzi e con i rappresentanti di interessi che rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza dell'UE, con eccezioni nei casi in cui l'indicazione del nome di persone o organizzazioni metterebbe a rischio la vita o la sicurezza delle persone; sottolinea che le dichiarazioni dovrebbero essere quanto più possibile chiare e accessibili al pubblico; ritiene che debbano essere applicate sanzioni in caso di mancata presentazione di tali dichiarazioni;
41. insiste sull'obbligo di dichiarare la partecipazione a qualsiasi conferenza o evento organizzato o finanziato da enti stranieri, inclusi paesi stranieri, società private, ONG e gruppi di riflessione;
42. esprime preoccupazione per il fatto che alcuni deputati al Parlamento europeo siano membri di partiti politici che hanno ricevuto sostegno finanziario da entità di paesi terzi, compresa la Russia, e che le loro posizioni politiche siano state chiaramente influenzate da tale sostegno;
43. ribadisce che i deputati al Parlamento europeo, il loro personale e il personale dei gruppi politici dovrebbero procedere a una valutazione critica e astenersi dal presentare sistematicamente proposte di modifica pre-redatte da terzi;
44. chiede l'avvio di colloqui interistituzionali al fine di rivedere l'accordo interistituzionale su un registro per la trasparenza molto prima della scadenza fissata a luglio del 2025; chiede una revisione dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" al fine di valutare in che modo includere il principio di trasparenza e integrità tra gli impegni e gli obiettivi comuni del processo legislativo;
45. insiste fermamente sulla necessità di trasparenza mediante l'iscrizione nel registro per la trasparenza dell'UE per quanto riguarda i finanziamenti ricevuti da rappresentanti di interessi, quali ONG, gruppi di riflessione e servizi di consulenza, che desiderano essere associati al Parlamento, in particolare quando chiedono di essere sostenuti o sponsorizzati dai deputati al Parlamento europeo per organizzare riunioni nei locali del Parlamento, quando sono invitati a un'audizione, a scambi di opinioni o a qualsiasi altra partecipazione programmata, o quando partecipano a uno studio o a una ricerca per conto del Parlamento; accoglie con favore, a tale proposito, la proposta di rafforzare i controlli nei confronti dei rappresentanti di interessi, ad esempio rendendo l'iscrizione nel registro per la trasparenza una condizione preliminare per poter intervenire nelle riunioni di commissione; incoraggia l'adozione di disposizioni specifiche per i rappresentanti di interessi le cui attività non rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza, come i rappresentanti di paesi terzi con status diplomatico; chiede che si presti particolare attenzione ai criteri di proporzionalità e alla necessità di evitare procedure farraginose;
46. chiede una valutazione per determinare se i soggetti attualmente iscritti nel registro per la trasparenza dell'UE siano stati oggetto di ingerenza straniera e abbiano effettivamente adempiuto il codice di condotta; chiede che la relazione annuale sul funzionamento del registro includa un capitolo sugli incidenti connessi al rischio di ingerenza straniera;
47. insisté sul fatto che il registro per la trasparenza dell'UE deve essere rafforzato attraverso un aumento della sua dotazione di bilancio e del numero di membri del personale, in modo che sia in grado di verificare più meticolosamente le informazioni fornite dai richiedenti e dai soggetti registrati; chiede di prendere in considerazione un'estensione del suo ambito di applicazione, di stabilire obblighi supplementari per i soggetti registrati e di adottare misure più restrittive per affrontare le violazioni del codice di condotta;
48. reputa importante che il Parlamento discuta di come migliorare la trasparenza e le misure anti-corruzione per quanto riguarda i rappresentanti di interessi che tentano di influenzare le proposte legislative o le risoluzioni, anche organizzando riunioni con i deputati al Parlamento europeo, i loro uffici o il personale dei gruppi politici; sottolinea che ciò potrebbe includere misure più rigorose per la registrazione dei rappresentanti di interessi nel registro per la trasparenza;
49. chiede un'analisi finanziaria completa di tutti i gruppi di interesse, le ONG e le società di consulenza prima che siano iscritti nel registro per la trasparenza dell'UE, come pure una revisione di tutti i rappresentanti di interessi attualmente iscritti; chiede che tali organizzazioni siano trasparenti anche per quanto riguarda la composizione dei loro organi direttivi e dichiarino la conformità ai pertinenti obblighi giuridici, in particolare in materia di finanziamento e contabilità; chiede che le agenzie di consulenza che desiderino registrarsi siano trasparenti in merito alla loro struttura di clientela; chiede che sia elaborata una chiara definizione giuridica di "rappresentanti di interessi" e "status di ONG", che si applichi a tutte le organizzazioni che desiderino essere iscritte nel registro per la trasparenza e diventare ammissibili ai finanziamenti dell'UE; sottolinea che le ONG che ricevono denaro da terzi che non sono tenuti a figurare nel registro per la trasparenza devono pubblicare le loro fonti di finanziamento fornendo le stesse informazioni di tutti i soggetti regolarmente iscritti;
50. osserva che, nel quadro del recente scandalo di corruzione, l'attività di due ONG è stata utilizzata in modo improprio per finanziare attività illecite e influenzare il processo decisionale del Parlamento per conto di terzi;
51. invoca verifiche e controlli rafforzati dei rappresentanti di interessi e delle altre parti interessate che collaborano strettamente con il Parlamento o altre istituzioni dell'UE, al fine di individuare irregolarità, frodi o violazioni degli obblighi, comprese le attività contrarie ai valori dell'UE, quali definiti all'articolo 2 del trattato sull'Unione europea, o violazioni degli obblighi relativi alla loro iscrizione nel registro per la trasparenza; chiede la sospensione o la risoluzione dei contratti o la riduzione della loro durata, nonché il recupero dei fondi in caso di violazioni di questo tipo;
52. ricorda che le attuali misure dell'UE contro i canali televisivi russi dovrebbero essere pienamente attuate per contrastare più efficacemente la propaganda russa;
53. esprime preoccupazione per le ingerenze da parte di organizzazioni islamiche, con il sostegno di Stati stranieri;
54. chiede l'attuazione urgente della relazione INGE 1, che aveva già raccomandato alle istituzioni dell'UE di riformare il registro per la trasparenza, in particolare introducendo norme più rigorose in materia di trasparenza, ad esempio per i viaggi offerti da paesi ed entità stranieri ai funzionari delle istituzioni dell'UE, rafforzando la trasparenza e la rendicontabilità dei gruppi di amicizia, tracciando gli investimenti stranieri destinati alle attività di lobbying associate all'Unione e garantendo che vi siano campi che consentano di identificare i finanziamenti provenienti da governi stranieri; invita gli Stati membri ad armonizzare le leggi elettorali sulle ingerenze straniere e a vietare le donazioni straniere dei partiti politici e delle fondazioni politiche;
55. ribadisce il proprio impegno ad attuare un periodo di incompatibilità di sei mesi per gli ex deputati al Parlamento europeo; sottolinea che tale periodo dovrebbe iniziare immediatamente dopo la fine del loro mandato; ritiene che il rispetto di tale periodo di incompatibilità debba essere monitorato dal futuro organismo dell'UE responsabile delle questioni di etica;
56. chiede che i servizi del Parlamento creino un sistema di monitoraggio e norme per la revoca dell'accesso degli ex deputati qualora esercitino pressioni sul Parlamento per conto di paesi ad alto rischio al termine del loro periodo di incompatibilità, utilizzino le conoscenze acquisite durante il loro mandato di funzionari pubblici contro gli interessi dell'Unione e l'interesse pubblico o addirittura partecipino a operazioni di influenza o ingerenza a livello mondiale;
57. ritiene che i deputati al Parlamento europeo debbano essere più trasparenti in merito a qualsiasi lavoro accessorio retribuito che possano svolgere, applicando norme rivedute e più precise per quanto riguarda la comunicazione degli importi dei redditi accessori percepiti, la posizione in cui sono percepiti e i clienti per conto dei quali i deputati lavorano a pagamento; ribadisce la sua richiesta di norme più rigorose per i deputati che svolgono un lavoro accessorio retribuito, prestando particolare attenzione alla limitazione delle attività svolte per conto di organizzazioni o persone fisiche che rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza; si impegna a introdurre il divieto per i deputati al Parlamento europeo di svolgere lavori accessori retribuiti per paesi terzi ad alto rischio o entità dipendenti durante il loro mandato; ritiene che lo statuto dei deputati al Parlamento europeo dovrebbe essere soggetto a revisione legislativa, in particolare con riguardo al lavoro accessorio; è dell'opinione che il Parlamento debba essere più trasparente al riguardo; chiede che le dichiarazioni dei deputati europeo sul lavoro accessorio siano soggette a controlli istituzionali e corredate dei documenti giustificativi pertinenti, come già avviene in alcuni Stati membri;
58. chiede l'applicazione di norme che vietino qualsiasi attività che possa minare le attività ufficiali del Parlamento, in particolare se tali attività prevedono l'interazione con paesi terzi; osserva che i deputati al Parlamento europeo sono liberi di assumere posizioni in organizzazioni con sede al di fuori dell'UE che non rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza, o di lavorare per o per conto di paesi terzi, fatte salve le eccezioni menzionate altrove nella presente risoluzione, insistendo nel contempo sul fatto che i deputati devono comunicare gli importi dei redditi accessori percepiti, la posizione in cui sono percepiti e i clienti per conto dei quali i deputati lavorano a pagamento, in linea con le pertinenti modifiche del codice di condotta;
59. è favorevole a una ristrutturazione del suo sito web al fine di rendere le informazioni ivi disponibili più facilmente accessibili al pubblico; chiede un sistema di facile consultazione sul suo sito web che consenta al testo votato e ai risultati delle votazioni di essere filtrati per gruppo e per deputato per ogni votazione per appello nominale; chiede che sia comunicata l'impronta legislativa dei testi e degli emendamenti proposti; ricorda i risultati ottenuti in materia di trasparenza e i suoi sforzi volti a garantire che i documenti, indipendentemente dal tipo di supporto, siano facilmente accessibili a tutti i cittadini e sottolinea che essi dovrebbero essere messi a disposizione in un formato aperto, di facile utilizzo e leggibile meccanicamente;
60. insiste affinché tutte le istituzioni dell'UE che partecipano ai triloghi rendano direttamente accessibili i documenti legislativi a norma dell'articolo 12, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1049/2001[14], a meno che la loro divulgazione non pregiudichi gravemente il processo decisionale; evidenzia che, nella recente sentenza nella causa T-163/21[15], il Tribunale ha concluso che l'accesso ai documenti legislativi doveva essere il più ampio possibile; invita il Consiglio a dare piena esecuzione a tale sentenza; chiede che tutte le istituzioni dell'UE si conformino pienamente alla sentenza del Tribunale nella causa T-540/15[16] relativamente all'accesso ai documenti di trilogo;
61. è dell'opinione che i documenti che devono essere direttamente accessibili attraverso il registro pubblico del Parlamento dovrebbero includere i documenti legislativi preparatori, come i documenti di trilogo di natura politica e tecnica, comprese tutte le versioni del documento comune multicolonna cui fa riferimento il codice di condotta per la negoziazione nel contesto della procedura legislativa ordinaria;
62. accoglie con favore la decisione di introdurre una formazione obbligatoria sugli informatori per i dirigenti del personale del Parlamento e gli APA; chiede un'azione più incisiva per migliorare la protezione degli informatori tra i membri del personale e gli APA, in particolare modificando l'articolo 22 quater del regolamento n. 31 (CEE) 11 (CEEA) ("statuto dei funzionari dell'UE") per allinearlo alle norme stabilite nella direttiva (UE) 2019/1937 ("direttiva sugli informatori") e rivedendo di conseguenza le norme interne del Parlamento sull'applicazione dell'articolo 22 quater dello statuto dei funzionari;
63. sottolinea che codificare le norme di buona amministrazione definendo aspetti chiave della procedura amministrativa, quali le notifiche, il diritto di essere ascoltati e il diritto di ogni persona di avere accesso al proprio fascicolo, contribuirebbe positivamente a una trasparenza, un'integrità e una responsabilità rafforzate delle istituzioni dell'UE, rendendo queste ultime meno esposte alla corruzione;
Cooperazione con altre istituzioni dell'UE e nazionali
64. accoglie con favore il pacchetto per la difesa della democrazia annunciato dalla Commissione, comprensivo di una direttiva, che mira a introdurre norme comuni in materia di trasparenza e responsabilità per i servizi di rappresentanza di interessi controllati o pagati dall'esterno dell'UE, contribuendo al corretto funzionamento del mercato interno e proteggendo la sfera democratica dell'UE da ingerenze esterne occulte; invita la Commissione, a tale riguardo, a effettuare un'adeguata valutazione d'impatto, in linea con gli obblighi stabiliti nell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", prima di presentare nuove raccomandazioni e proposte legislative;
65. accoglie con favore il fatto che la Commissione abbia annunciato che proporrà, nell'ambito del pacchetto sulla difesa della democrazia, una direttiva sulla trasparenza dei rappresentanti di interessi che agiscono per conto di paesi terzi, che stabilirà requisiti di trasparenza armonizzati per la prestazione di servizi provenienti da paesi terzi; accoglie altresì con favore la raccomandazione complementare relativa a processi elettorali sicuri e resilienti e la raccomandazione sul rafforzamento del sostegno e dell'impegno a favore delle organizzazioni della società civile; si attende che la proposta garantisca parità di condizioni per la rappresentanza di interessi nell'UE e rispetti il diritto internazionale e in materia di diritti umani, in particolare per quanto riguarda l'esercizio delle libertà civiche;
66. plaude al pacchetto anticorruzione previsto dalla Commissione, compresa la proposta di aggiornare le norme dell'UE sulla lotta alla corruzione attraverso il diritto penale;
67. accoglie con favore la proposta della Commissione di istituire un nuovo regime di sanzioni per contrastare i gravi atti di corruzione in tutto il mondo;
68. ribadisce la sua richiesta di istituire rapidamente un organismo etico indipendente dell'UE e si impegna a concludere i negoziati interistituzionali entro la fine del 2023; ricorda che qualsiasi organismo di questo tipo deve rispettare la separazione dei poteri tra le istituzioni; ritiene che il mandato dell'organismo dovrebbe includere il controllo, caso per caso, delle intenzioni dei deputati e degli ex deputati al Parlamento europeo di lavorare per un governo non UE o qualsiasi ente controllato da un governo non UE durante il loro mandato o dopo la fine di quest'ultimo, e ritiene che tale mandato dovrebbe essere di natura consultiva; invita i deputati al Parlamento europeo a difendere i valori e le norme del Parlamento e a non accettare l'impiego da parte di governi autoritari e non democratici o di entità statali correlate dopo la fine del loro mandato;
69. si rammarica del ritardo della Commissione nel presentare una proposta relativa all'istituzione di un organismo etico interistituzionale indipendente dell'UE; invita le istituzioni a concordare tempestivamente le condizioni dell'istituzione di tale organismo al fine di garantire una maggiore coerenza degli obblighi etici tra le diverse norme procedurali e i diversi codici di condotta delle istituzioni; ricorda la necessità di precisare e comunicare chiaramente le norme applicabili agli ex deputati al Parlamento europeo impegnati in attività di lobbying che rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza; rammenta la necessità di garantire la corretta attuazione delle norme in materia di cariche pubbliche stabilite nel codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo e di altre norme adottate dal Parlamento e dai suoi organi, indagando sulle violazioni e proponendo sanzioni; insiste sul fatto che l'organismo etico deve essere istituito sulla base di una chiara base giuridica e dovrebbe iniziare il suo lavoro quanto prima; sottolinea che all'organismo etico dovrebbero essere conferiti adeguati poteri di indagine, compresa la capacità di agire di propria iniziativa, e il potere di richiedere documenti amministrativi, rispettando nel contempo l'immunità dei deputati al Parlamento europeo e la loro libertà di mandato e salvaguardando le garanzie procedurali applicabili; afferma che, pur essendo aperto a un'ampia partecipazione, il Parlamento collaborerà con la Commissione per garantire che i negoziati non siano ritardati da altre istituzioni;
70. pone in evidenza l'intenzione del Parlamento di garantire unilateralmente che i deputati al Parlamento europeo possano ottenere in modo rapido, agevole e sistematico una consulenza del comitato consultivo sulla condotta dei deputati per quanto riguarda possibili conflitti di interesse; si impegna a riformare il comitato consultivo; chiede pertanto che il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo sia rafforzato al fine di garantire un sistema più efficace e trasparente per i deputati al Parlamento europeo e per gli ex deputati che lavorano per interessi esterni, nel caso in cui sia accertato che i deputati non rispettano le norme e gli obblighi applicabili; suggerisce che il comitato consultivo potrebbe svolgere anche un ruolo proattivo, ivi incluso agendo di propria iniziativa; ritiene che il comitato consultivo dovrebbe essere in grado di trattare direttamente le denunce;
71. richiama l'attenzione sul lavoro svolto dal Mediatore a tale riguardo e ritiene che in futuro potrebbe essere utile una maggiore cooperazione tra il Parlamento e il Mediatore;
72. invita gli Stati membri e tutte le istituzioni dell'UE a intensificare la cooperazione con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) e la Procura europea (EPPO) ed evidenzia in particolare la necessità di accrescere la propria cooperazione con tali organi; sottolinea che l'ambito di competenza dell'EPPO dovrebbe essere esteso a tutta l'Unione, in quanto ciò faciliterebbe la sua cooperazione con altre istituzioni e garantirebbe una migliore azione giudiziaria nei paesi che attualmente non partecipano all'EPPO;
73. si impegna a introdurre una dichiarazione obbligatoria di assenza di conflitti di interessi per i relatori e i relatori ombra;
74. ribadisce che la decisione politica in merito ai conflitti di interessi dei commissari designati prima delle audizioni dovrebbe rimanere una competenza democratica e istituzionale della commissione giuridica del Parlamento;
75. invita il segretariato del registro per la trasparenza a bandire i soggetti aventi relazioni dirette o indirette con il governo della Federazione russa, conformemente alla decisione del Consiglio del 3 giugno 2022 concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina e della guerra illegale di aggressione che la Russia sta conducendo contro l'Ucraina; chiede ulteriori discussioni riguardo a un approccio da applicare alle entità che presentano legami con la Repubblica popolare cinese e ad altri paesi che operano o apparentemente mirano a operare ingerenze straniere malevole negli affari europei; prende atto del fatto che la Conferenza dei presidenti ha deciso che i diplomatici e i rappresentanti del governo cinese non saranno invitati al Parlamento; chiede che il registro per la trasparenza dell'UE sia modificato al fine di prevedere sanzioni ogniqualvolta il soggetto registrato rappresenti, direttamente o in qualità di intermediario, gli interessi di governi, entità dipendenti o imprese in settori strategici di paesi che sono stati segnalati come responsabili di ingerenze nei processi democratici nell'UE;
76. osserva che gli attuali orientamenti per le ONG e le altre parti interessate che non rientrano nell'ambito di applicazione del registro per la trasparenza si sono dimostrati insufficienti; sottolinea la necessità di effettuare un'accurata verifica prima dell'iscrizione nel registro per la trasparenza al fine di rivelare tutte le fonti di finanziamento; osserva che i finanziamenti provenienti dai fondi dell'UE devono essere tracciabili dal destinatario diretto al beneficiario finale se tali finanziamenti sono trasferiti in una catena; chiede di rivedere gli orientamenti per l'iscrizione nel registro per la trasparenza inserendo l'obbligo di rendere noti tutti i fondi in entrata e in uscita, compreso il trasferimento di fondi da una ONG o da un portatore di interessi all'altro;
77. chiede che le condizioni che disciplinano l'esercizio dell'immunità parlamentare da parte dei deputati siano armonizzate tra i diversi Stati membri; sollecita, a tale riguardo, una revisione del protocollo n. 7 del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea sui privilegi e sulle immunità dell'Unione europea;
78. decide di rafforzare il dialogo e la cooperazione con le autorità di intelligence, giudiziarie e di contrasto dei tre Stati membri in cui ha sede, al fine di garantire la sicurezza e l'integrità del Parlamento europeo e proteggerlo da tentativi di ingerenza da parte di paesi terzi; invita, a tale riguardo, i servizi di sicurezza di ogni Stato membro a comunicare sistematicamente alle autorità europee competenti e ai servizi di sicurezza degli Stati membri in cui ha sede il Parlamento europeo qualsiasi informazione di cui possano venire a conoscenza in merito a ingerenze straniere nei processi democratici dell'Unione;
79. invita le istituzioni dell'UE ad adoperarsi in vista di una regolamentazione interna più rigorosa tra gli Stati membri per quanto riguarda l'uso, la manutenzione e gli appalti per la fornitura di spyware e di strumenti di sorveglianza e a valutare gli spyware e gli strumenti di sorveglianza attualmente in uso; osserva che l'UE dovrebbe avvalersi delle misure normative esistenti per rendere giuridicamente responsabili gli operatori internazionali malevoli nei settori degli spyware commerciali e delle tecnologie di sorveglianza;
80. insiste sulla necessità imperativa di rivedere l'elenco delle attività sanzionabili per i deputati sulla base della presente relazione; chiede che vengano inviati avvertimenti e richiami appropriati per i deputati inadempienti e che, dopo un ragionevole periodo di tempo, vengano imposte sanzioni adeguate; prende atto, in particolare, della necessità di rivedere l'articolo 176 del suo regolamento per consentire l'imposizione di sanzioni per reati diversi dall'interruzione della sessione plenaria; è dell'opinione che debbano essere applicate sanzioni supplementari qualora un deputato al Parlamento europeo sia ritenuto colpevole di aver commesso intenzionalmente un reato nell'esercizio delle sue funzioni;
81. sollecita la revisione dell'articolo 42 quater dello statuto dei funzionari in materia di dispensa dall'impiego nell'interesse del servizio, che consente un pensionamento anticipato non trasparente di alcuni funzionari delle istituzioni dell'UE;
°
° °
82. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
MOTIVAZIONE
Il 14 febbraio 2023 il Parlamento europeo ha deciso di attribuire una nuova responsabilità alla commissione ING2 e di rinominarla "commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, e sul rafforzamento dell'integrità, della trasparenza e della responsabilità al Parlamento europeo".
Modificando il suo mandato, il Parlamento europeo incarica la commissione speciale di individuare le lacune nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione, prevedere altre misure a medio e lungo termine e formulare raccomandazioni relative a riforme sulla base delle risoluzioni del Parlamento europeo e delle migliori prassi degli altri parlamenti e delle altre istituzioni, in stretta collaborazione con la commissione per gli affari costituzionali e la commissione per gli affari esteri. Il Parlamento incarica inoltre la commissione speciale di presentare la sua relazione finale, in vista della sua approvazione in Aula, entro la tornata di luglio 2023.
La presente relazione fa seguito al mandato modificato.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
1.6.2023 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
25 1 5 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Aurélia Beigneux, Vladimír Bilčík, Anna Bonfrisco, Mercedes Bresso, Włodzimierz Cimoszewicz, Clare Daly, Anna Júlia Donáth, Raphaël Glucksmann, Markéta Gregorová, Bart Groothuis, Balázs Hidvéghi, Sandra Kalniete, Andrey Kovatchev, Janusz Lewandowski, Nathalie Loiseau, Morten Løkkegaard, Benoît Lutgen, Lukas Mandl, Radka Maxová, Maite Pagazaurtundúa, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder, Beata Szydło, Sabine Verheyen, Viola von Cramon-Taubadel, Javier Zarzalejos |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Ryszard Czarnecki, Heidi Hautala, Tomáš Zdechovský |
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Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Theresa Bielowski, Karolin Braunsberger-Reinhold |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
25 |
+ |
ECR |
Ryszard Czarnecki, Rob Rooken, Beata Szydło |
PPE |
Vladimír Bilčík, Sandra Kalniete, Andrey Kovatchev, Janusz Lewandowski, Benoît Lutgen, Javier Zarzalejos, Tomáš Zdechovský |
Renew |
Anna Júlia Donáth, Bart Groothuis, Nathalie Loiseau, Morten Løkkegaard, Maite Pagazaurtundúa |
S&D |
Theresa Bielowski, Mercedes Bresso, Włodzimierz Cimoszewicz, Raphaël Glucksmann, Radka Maxová, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder |
Verts/ALE |
Markéta Grégorová, Heidi Hautala, Viola von Cramon-Taubadel |
1 |
- |
ID |
Aurélia Beigneux |
5 |
0 |
ID |
Anna Bonfrisco |
NI |
Balázs Hidvéghi |
PPE |
Karolin Braunsberger-Reinhold, Sabine Verheyen |
The Left |
Clare Daly |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU C 86 del 6.3.2018, pag. 126.
- [2] GU C 440 del 30.12.2015, pag. 17.
- [3] GU C 337 del 20.9.2018, pag. 120.
- [4] GU C 347 del 9.9.2022, pag. 61.
- [5] GU C 177 del 17.5.2023, pag. 109.
- [6] Testi approvati, P9_TA(2023)0030.
- [7] Testi approvati, P9_TA(2023)0055.
- [8] Testi approvati, P9_TA(2023)0054.
- [9] GU P 45 del 14.6.1962, pag. 1385.
- [10] GU L 262 del 7.10.2005, pag. 1.
- [11] Risoluzione del Parlamento europeo del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo (GU C 167 dell'11.5.2023, pag. 18).
- [12] Accordo interistituzionale, del 20 maggio 2021, tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea su un registro per la trasparenza obbligatorio (GU L 207 dell'11.6.2021, pag. 1).
- [13] Come indicato nella relazione del 27 ottobre 2022 dal titolo "Relazione annuale sulle agenzie dell'UE per l'esercizio finanziario 2021".
- [14] Regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (GU L 145 del 31.05.2001, pag. 43).
- [15] Sentenza del Tribunale del 25 gennaio 2023, De Capitani/Consiglio, T-163/21, ECLI:EU:T:2023:15.
- [16] Sentenza del Tribunale del 22 marzo 2018, Emilio de Capitani/Parlamento europeo, T-540/15, ECLI:EU:T:2018:167.