Proposta di risoluzione - B10-0141/2024Proposta di risoluzione
B10-0141/2024

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Azerbaigian: violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e relazioni con l'Armenia

21.10.2024 - (2024/2890(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 136, paragrafo 2, del regolamento

Rasa Juknevičienė, François‑Xavier Bellamy, Michael Gahler, Andrzej Halicki, David McAllister, Sebastião Bugalho, Nicolás Pascual De La Parte, Isabel Wiseler‑Lima, Daniel Caspary, Loucas Fourlas, Sandra Kalniete, Łukasz Kohut, Andrey Kovatchev, Andrius Kubilius, Miriam Lexmann, Vangelis Meimarakis, Ana Miguel Pedro, Davor Ivo Stier, Michał Szczerba
a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B10-0133/2024

Procedura : 2024/2890(RSP)
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B10-0141/2024
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B10‑0141/2024

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Azerbaigian: violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e relazioni con l'Armenia

(2024/2890(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti relazioni e risoluzioni sull'Azerbaigian e sull'Armenia,

 vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950, ratificata dall'Azerbaigian nel 2002,

 visti i documenti e gli accordi internazionali pertinenti, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la Carta delle Nazioni Unite, l'Atto finale di Helsinki del 1º agosto 1975 e la dichiarazione di Alma-Ata del 21 dicembre 1991,

 visto l'accordo di partenariato e cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da un lato, e la Repubblica dell'Azerbaigian, dall'altro, firmato il 22 aprile 1996[1],

 visto l'articolo 136, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che in Azerbaigian 300 persone continuano a essere detenute sulla base di accuse di matrice politica; che l'importante difensore dei diritti umani e attivista per il clima Anar Mammadli si trova in custodia cautelare dal 30 aprile 2024 sulla base di accuse false di cospirazione al fine di portare valuta estera illegale nel paese e che la sua salute è peggiorata in modo significativo durante la detenzione; che l'economista e attivista politico Gubad Ibadoghlu è stato trasferito agli arresti domiciliari il 22 aprile 2024 dopo 274 giorni di detenzione;

B. considerando che l'Azerbaigian ha anche intensificato la repressione nei confronti dei media indipendenti rimasti, come Abzas Media e Toplum TV, con detenzioni e vessazioni giudiziarie;

C. considerando che le leggi azere che disciplinano la registrazione, il funzionamento e il finanziamento delle organizzazioni non governative (ONG) sono estremamente restrittive e vengono attuate in modo arbitrario, il che si traduce, di fatto, nella criminalizzazione dell'attività delle ONG non registrate;

D. considerando che l'indice di Freedom House per il 2024 colloca l'Azerbaigian tra i paesi meno liberi del mondo, dopo la Russia e la Bielorussia;

E. considerando che il 19 settembre 2023, dopo nove mesi di blocco illegale del corridoio di Lachin, contravvenendo sia agli impegni assunti nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, sia a una sentenza della Corte internazionale di giustizia (CIG), l'Azerbaigian ha lanciato un'offensiva contro le regioni del Nagorno-Karabakh che rimanevano al di fuori del suo controllo;

F. considerando che più di 100 000 armeni, fra cui 30 000 bambini, hanno dovuto lasciare il territorio, il che ha significato la sparizione quasi completa dal Nagorno-Karabakh della popolazione armena che vi aveva vissuto per secoli; che ciò equivale a una pulizia etnica;

G. considerando che la forza russa di mantenimento della pace non ha agito conformemente al suo mandato, quale stabilito nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, evitando di intervenire contro il blocco del corridoio di Lachin da parte dell'Azerbaigian, l'istituzione del posto di blocco azero all'ingresso del corridoio o l'offensiva sferrata nel Nagorno-Karabakh nel settembre 2023;

H. considerando che la leadership azera continua a rilasciare dichiarazioni irredentistiche con riferimento al territorio sovrano dell'Armenia; che l'esercito azero continua a occupare ben 170 km2 del territorio sovrano dell'Armenia;

1. sottolinea la sua profonda preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Azerbaigian;

2. esorta le autorità azere a rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli attivisti ambientali, politici e di altro tipo perseguiti sulla base di accuse false e/o di matrice politica; ricorda, in tale contesto, i nomi di Tofig Yagublu, Akif Gurbanov e Bakhtiyar Hajiyev, come pure di difensori dei diritti umani e giornalisti fra cui Ulvi Hasanli, Sevinj Vagifgizi, Nargiz Absalamova, Hafiz Babali e Elnara Gasimova, Aziz Orujov, Rufat Muradli, Avaz Zeynalli, Elnur Shukurov, Alasgar Mammadli e Farid Ismayilov; sottolinea che dall'aprile 2024 le autorità azere hanno arrestato altri attivisti della società civile sulla base di accuse false, tra cui Farid Mehralizade, Igbal Abilov, Bahruz Samadov, Emin Ibrahimov e Famil Khalilov;

3. ricorda la necessità di revocare il divieto di viaggio in vigore nei confronti di Gubad Ibadoghlu e di ritirare tutte le accuse nei suoi confronti, e invita l'Azerbaigian a provvedere con urgenza affinché sia sottoposto a un esame medico indipendente da parte di un medico di sua scelta e a consentirgli di ricevere cure all'estero;

4. ricorda alle autorità azere l'obbligo di rispettare la dignità umana e le libertà fondamentali, che incombe loro in virtù degli impegni internazionali da esse assunti, e le invita ad abrogare la legislazione repressiva che spinge le ONG e i media indipendenti ai margini della legge;

5. chiede che, nell'ambito del suo regime globale di sanzioni in materia di diritti umani, l'UE imponga sanzioni nei confronti dei funzionari azeri che hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani; ribadisce la sua posizione secondo cui l'UE dovrebbe essere pronta a imporre sanzioni nei confronti di qualsiasi individuo o entità che minacci la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Armenia;

6. ricorda che l'accordo di partenariato e cooperazione UE-Azerbaigian del 1996, che costituisce la base giuridica delle relazioni bilaterali, si basa sul rispetto della democrazia, dei principi del diritto internazionale e dei diritti umani e che questi sono stati sistematicamente violati in Azerbaigian;

7. ribadisce il sostegno inequivocabile dell'UE alla sovranità, all'integrità territoriale e all'inviolabilità delle frontiere dell'Armenia; sostiene fermamente la normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian sulla base dei principi del riconoscimento reciproco dell'integrità territoriale e dell'inviolabilità delle frontiere in virtù della dichiarazione di Alma-Ata del 1991;

8. ricorda la sua precedente condanna dell'attacco militare pianificato e ingiustificato sferrato dall'Azerbaigian il 19 e il 20 settembre 2023 contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh, che ha portato all'espulsione di tutta la comunità etnica armena che lì viveva da secoli, il che equivale a una pulizia etnica; ricorda che tale attacco ha portato alla completa dissoluzione delle strutture della Repubblica del Nagorno-Karabakh e all'imposizione del pieno controllo azero sulla regione; chiede il rilascio di tutti i restanti prigionieri politici e prigionieri di guerra armeni;

9. rinnova la sua richiesta che l'Azerbaigian ritiri le sue truppe dalla totalità del territorio sovrano dell'Armenia; respinge ed esprime una profonda preoccupazione per le dichiarazioni irredentistiche e provocatorie rilasciate dal presidente azero e da altri funzionari azeri che minacciano l'integrità territoriale e la sovranità dell'Armenia; mette in guardia l'Azerbaigian da qualsiasi potenziale avventurismo militare contro l'Armenia propriamente detta; evidenzia che i problemi di collegamento dell'Azerbaigian con la sua exclave di Nakhchivan dovrebbero essere risolti nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Armenia;

10. invita l'Azerbaigian a impegnarsi realmente in un dialogo globale e trasparente con gli armeni del Karabakh per garantire il rispetto dei loro diritti e la loro sicurezza, tra cui il diritto di fare ritorno nelle loro case e di potervi vivere in modo dignitoso e sicuro sotto il controllo di una presenza internazionale, di accedere ai loro diritti fondiari e di proprietà, di mantenere la loro identità distinta e di godere appieno dei loro diritti civili, culturali, sociali e religiosi;

11. chiede l'istituzione, in seno alle istituzioni europee, di una commissione ad hoc incaricata di individuare o sviluppare meccanismi internazionali per garantire il ritorno collettivo, sicuro, dignitoso e sostenibile degli abitanti del Nagorno-Karabakh nelle loro terre ancestrali; chiede la creazione di un meccanismo per monitorare l'attuazione delle relazioni e delle risoluzioni approvate dal Parlamento sul Nagorno-Karabakh;

12. esorta l'Azerbaigian ad astenersi dal distruggere e trascurare ulteriormente il patrimonio culturale, religioso o storico della regione, o dall'alterarne le origini, in considerazione della distruzione del patrimonio culturale, religioso e storico che ha avuto luogo sin dall'inizio del conflitto del Nagorno-Karabakh, e invita il paese ad adoperarsi invece per preservare, proteggere e promuovere questa ricca diversità; chiede con fermezza la protezione del patrimonio culturale, storico e religioso armeno nel Nagorno-Karabakh, in linea con le norme dell'Unesco e con gli impegni internazionali dell'Azerbaigian;

13. riconosce la necessità urgente di rafforzare la cooperazione tra l'UE e l'Armenia nel settore della sicurezza e della difesa; apprezza il fatto che l'Armenia abbia congelato la sua partecipazione all'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva; prende atto del valore aggiunto del dialogo politico e di sicurezza che l'UE e l'Armenia intrattengono periodicamente quale piattaforma globale per tutte le questioni relative alla sicurezza; accoglie con favore le azioni intraprese da diversi Stati membri per fornire un sostegno militare difensivo all'Armenia ed esorta gli altri Stati membri a prendere in considerazione iniziative analoghe;

14. esprime il proprio sostegno alla decisione dell'Armenia di interrompere la presenza di guardie di frontiera del Servizio federale di sicurezza russo presso l'aeroporto internazionale di Erevan, come pure la sua comprensione per la sospensione delle relazioni con la Bielorussia;

15. invita l'UE a porre fine alla sua dipendenza dalle esportazioni di gas dall'Azerbaigian; è seriamente preoccupato per il fatto che l'Azerbaigian importi gas dalla Russia e che il gas prodotto in Azerbaigian e trasportato nell'UE contenga una quota sostanziale di gas proveniente dalla Russia, il che è in contrasto con l'obiettivo dell'UE di minare la capacità della Russia di proseguire la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, riducendo le entrate russe derivanti dalle esportazioni di petrolio e gas verso l'UE; esorta la Commissione a indagare sul sospetto che l'Azerbaigian sia effettivamente esportando gas russo nell'UE;

16. chiede la sospensione di tutte le importazioni di petrolio e gas dall'Azerbaigian verso l'UE; ribadisce, alla luce dell'invasione del Nagorno-Kabarakh da parte dell'Azerbaigian del 2023, la sua richiesta di una sospensione del memorandum d'intesa su un partenariato strategico nel settore dell'energia tra l'Unione europea e l'Azerbaigian;

17. sostiene tutte le iniziative e le attività che potrebbero portare alla pace tra Armenia e Azerbaigian e alla firma di un accordo di pace atteso da tempo; ritiene che un accordo di pace, per essere duraturo, richieda il reale impegno delle parti e non l'escalation della retorica e delle richieste; apprezza il fatto che sia stato recentemente raggiunto un accordo preliminare, in seno alla commissione per la delimitazione e la sicurezza delle frontiere, riguardo alla delimitazione di diversi settori delle frontiere tra Armenia e Azerbaigian;

18. apprezza il nuovo slancio nelle relazioni bilaterali tra l'UE e l'Armenia, che è fortemente sostenuto dalle autorità di Erevan; prende debitamente atto delle aspirazioni europee dell'Armenia, espresse anche dal ministro degli Esteri armeno; ribadisce la sua precedente posizione secondo cui, a norma dell'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, ogni Stato europeo può domandare di diventare membro dell'Unione europea, purché aderisca ai criteri di Copenaghen e ai principi della democrazia, rispetti le libertà fondamentali e i diritti umani e delle minoranze e sostenga lo Stato di diritto; ritiene che, se l'Armenia fosse interessata a richiedere lo status di paese candidato e a proseguire sull'attuale cammino di riforme durature, consolidando la democrazia, ciò potrebbe porre le basi per una fase di trasformazione delle relazioni UE-Armenia; invita la Commissione e il Consiglio a sostenere attivamente il desiderio dell'Armenia di una maggiore cooperazione con l'UE, non solo nel settore del partenariato economico, ma anche nel dialogo politico, nei contatti interpersonali, nell'integrazione settoriale e nella cooperazione in materia di sicurezza; ritiene che l'esperienza maturata con gli accordi di associazione e le zone di libero scambio globali e approfondite con l'Ucraina, la Georgia e la Repubblica di Moldova dovrebbe costituire una buona base di partenza per una più stretta cooperazione tra l'UE e l'Armenia, soprattutto in relazione a una graduale integrazione settoriale con il mercato unico;

19. si rallegra della decisione adottata il 22 luglio 2024 di avviare il dialogo sulla liberalizzazione dei visti con l'Armenia, che rappresenta il primo passo verso il conseguimento di un regime di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata nell'UE; apprezza, inoltre, la decisione di adottare la prima misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace (EPF) a sostegno delle forze armate della Repubblica d'Armenia, per un valore di 10 milioni di EUR; invita l'UE a cessare ogni forma di assistenza tecnica e finanziaria all'Azerbaigian che possa contribuire a rafforzare le sue capacità militari o di sicurezza; invita gli Stati membri a congelare le esportazioni di ogni tipo di attrezzatura militare e di sicurezza verso l'Azerbaigian;

20. condanna i ripetuti tentativi del Gruppo di Iniziativa di Baku di denigrare e destabilizzare gli Stati membri dell'UE; condanna, in particolare, il suo sostegno ai gruppi irredentisti e alle operazioni di disinformazione dirette contro la Francia, soprattutto nei dipartimenti e nei territori francesi della Nuova Caledonia, della Martinica e della Corsica; ricorda che gli stessi metodi sono stati utilizzati contro la Germania nel 2013; denuncia le campagne diffamatorie contro la Danimarca; si oppone fermamente alle accuse formulate dallo stesso Ilham Aliyev durante la riunione del Gruppo di Iniziativa di Baku che si è svolta a Baku nel novembre 2023;

21. condanna gli arresti arbitrari di cittadini dell'UE sulla base di accuse false di spionaggio e le sentenze sproporzionate pronunciate nei loro confronti;

22. deplora la campagna diffamatoria volta a danneggiare la reputazione della Francia mettendo in discussione la sua capacità di ospitare i Giochi olimpici del 2024, avviata da attori sospettati di essere vicini al regime azero;

23. condanna con fermezza le intimidazioni, le minacce di morte e i tentativi di omicidio nei confronti di oppositori del governo azero, anche nei paesi dell'UE, e nei confronti di cittadini azeri a cui è stato concesso asilo politico dagli Stati membri, come Mahammad Mirzali in Francia; invita gli Stati membri a cooperare, se necessario, alle indagini sull'omicidio, avvenuto nel settembre 2024, di Vidadi Isgandarli, un oppositore politico azero residente in Francia; sottolinea che per gli Stati membri prevenire qualsiasi atto di ritorsione sul loro territorio è una questione di democrazia, diritti umani, sicurezza e sovranità; insiste affinché Europol segua da vicino la questione;

24. condanna fermamente gli insulti pubblici e le minacce dirette formulate da rappresentanti diplomatici o governativi azeri o da membri del parlamento azero nei confronti di funzionari eletti di Stati membri dell'UE; chiede, a tale proposito, che sia negato l'accesso agli edifici istituzionali dell'UE a tutti i funzionari azeri fino a nuovo ordine;

25. si rallegra del fatto che la Repubblica d'Armenia abbia formalmente depositato lo strumento di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale nel 2023 e che lo Statuto sia entrato in vigore per l'Armenia il 1º febbraio 2024;

26. deplora le misure adottate dall'Azerbaigian nei confronti dell'entità secessionista nella parte occupata di Cipro, che sono contrarie al diritto internazionale e alle disposizioni delle risoluzioni 541 (1983) e 550 (1984) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; invita l'Azerbaigian a rispettare i principi di sovranità e integrità territoriale degli Stati e ad astenersi dall'invitare l'entità secessionista nella parte occupata di Cipro alle riunioni dell'Organizzazione degli Stati turchi;

27. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché agli Stati membri e al presidente, al governo e al parlamento dell'Azerbaigian.

 

Ultimo aggiornamento: 23 ottobre 2024
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