Proposta di risoluzione - B9-0040/2020Proposta di risoluzione
B9-0040/2020

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul Green Deal europeo

10.1.2020 - (2019/2956(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento

Bas Eickhout
a nome del gruppo Verts/ALE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B9-0040/2020

Procedura : 2019/2956(RSP)
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B9-0040/2020
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B9-0040/2020

Risoluzione del Parlamento europeo sul Green Deal europeo

(2019/2956(RSP))

Il Parlamento europeo,

 visto il principio di precauzione sancito dall'articolo 191 del TFUE,

 vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

 vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

 viste la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e la sua entrata in vigore il 21 gennaio 2011, in conformità della decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità[1],

 visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il relativo protocollo di Kyoto,

 visto l'accordo adottato in occasione della 21a Conferenza delle parti dell'UNFCCC (COP21) svoltasi il 12 dicembre 2015 a Parigi (accordo di Parigi),

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD),

 visti i dati scientifici più recenti ed esaustivi sugli effetti dannosi dei cambiamenti climatici presentati nella relazione speciale del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) dal titolo "Riscaldamento globale di 1,5° C", la sua quinta relazione di valutazione (AR5) e la relativa relazione di sintesi, la sua relazione speciale in materia di cambiamenti climatici e suolo nonché la sua relazione speciale in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici,

 vista la grave minaccia di perdita di biodiversità descritta nella sintesi per i responsabili politici della relazione di valutazione globale sulla biodiversità e i servizi ecosistemici pubblicata il 29 maggio 2019 dalla piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES),

 vista la 25a conferenza delle parti dell'UNFCCC (COP25), tenutasi a Madrid (Spagna) dal 2 al 15 dicembre 2019,

 vista la 26a Conferenza delle parti dell'UNFCCC che si terrà a dicembre del 2020, durante la quale tutte le parti dell'UNFCCC dovranno incrementare i rispettivi contributi determinati a livello nazionale in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi,

 vista la 15a Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP15) che si terrà a Kunming (Cina) nell'ottobre 2020, durante la quale le parti dovranno concordare il quadro globale post-2020 per arrestare la perdita di biodiversità,

 vista la decima relazione di sintesi del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) sulle emissioni di gas a effetto serra, del novembre 2019 (relazione 2019 sul divario delle emissioni),

 vista la prima relazione di sintesi del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) sulla produzione di combustibili fossili, del dicembre 2019 (relazione 2019 sul divario di produzione),

 vista la relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente sul tema "L'ambiente in Europa – Stato e prospettive nel 2020",

 visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite,

 visto il superamento di quattro dei nove limiti del pianeta, definiti dal Centro per la resilienza di Stoccolma per misurare un margine di manovra sicuro per l'umanità e lo stato generale del sistema terrestre,

 vista la comunicazione della Commissione, dell'11 dicembre 2019, dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),

 vista la sua risoluzione del 14 marzo 2019 sul cambiamento climatico: una visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra in conformità dell'accordo di Parigi[2],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma nel 2019 a Madrid (Spagna) (COP 25)[3],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'emergenza climatica e ambientale[4],

 viste le conclusioni del Consiglio europeo, del 12 dicembre 2019, sui cambiamenti climatici,

 viste le conclusioni e le raccomandazioni del comitato di controllo in relazione alla comunicazione ACCC/C/2008/32 (parte seconda) concernente la conformità da parte dell'Unione europea, adottate il 17 marzo 2017 dal comitato di controllo dell'osservanza della convenzione di Aarhus,

 vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2017 sull'applicazione della direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (direttiva sulla responsabilità ambientale, o "direttiva ELD")[5],

 vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2018 sulla governance internazionale degli oceani: un'agenda per il futuro dei nostri oceani nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) per il 2030[6],

 visto il regolamento (UE) 2019/1241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativo alla conservazione delle risorse della pesca e alla protezione degli ecosistemi marini attraverso misure tecniche[7],

 visto il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, relativo alla politica comune della pesca[8]

 vista la dichiarazione ministeriale di Malta "MedFish4Ever" del 30 marzo 2017,

 visto il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali 2019 (COM(2019)0149),

 visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che le prove scientifiche di un pericolo grave e imminente per il benessere umano sul pianeta per via dei danni ambientali causati dall'attività umana hanno trovato, almeno a partire dal vertice sulla Terra di Rio del 1992, un riconoscimento formale sul piano internazionale da parte dei governi;

B. considerando che il rapporto sui limiti dello sviluppo del 1972, concernente una simulazione al computer dell'esponenziale crescita economica e demografica con un apporto limitato di risorse, si è rivelato un monito severo sotto il profilo scientifico ma è stato purtroppo ignorato dai responsabili politici negli ultimi decenni;

C. considerando che la relazione Stern, pubblicata nel 2006, è giunta alla conclusione che i benefici di un'azione forte e tempestiva sul fronte dei cambiamenti climatici superano di gran lunga i costi imputabili all'assenza di interventi; che, in assenza di provvedimenti, i costi complessivi dei cambiamenti climatici equivarrebbero a perdere ogni anno, d'ora in poi e per sempre, almeno il 5 % del prodotto interno lordo (PIL) globale;

D. considerando che le relazioni scientifiche più recenti a cura, tra l'altro, dell'IPCC, dell'IPBES e dell'AEA affermano a chiare lettere che le politiche finora adottate sono ampiamente insufficienti per evitare lo sforamento catastrofico della capacità del pianeta di sostenere la prosperità umana, in particolare alla luce dell'aumento di oltre 1,5°C del riscaldamento globale, della riduzione di biodiversità, della perturbazione dei flussi biogeochimici e, quindi, del rischio di un collasso ecologico;

E. considerando che tali relazioni chiariscono, tra l'altro, che misure politiche e tecnologie efficaci finalizzate a evitare tale sforamento non solo esistono ma sono socialmente ed economicamente realizzabili e che i responsabili politici devono garantirne l'attuazione entro il prossimo decennio;

F. considerando che, secondo il sondaggio speciale dell'Eurobarometro pubblicato ad aprile 2019 e il sondaggio dell'Eurobarometro dell'autunno 2019, i cambiamenti climatici rappresentano una crescente preoccupazione per i cittadini dell'UE, dato che il 93 % di essi li reputa un grave problema;

G. considerando che il Parlamento ha esortato la nuova Commissione a provvedere a che tutte le sue proposte siano pienamente in linea con l'obiettivo di contenere il riscaldamento globale a meno di 1,5° C e di arrestare la perdita di biodiversità;

H. considerando che il passaggio a un modello socioeconomico sostenibile e inclusivo presenta vantaggi sociali, ambientali ed economici e scongiura futuri costi sul piano sociale, ambientale ed economico che superano enormemente gli investimenti finanziari necessari per detto passaggio;

I. considerando che l'UE ha approvato 5 000 miliardi di euro per salvare le banche durante la crisi finanziaria e che, dal 2015 al 2019, la BCE ha mobilitato 2 400 miliardi di euro per il suo programma di allentamento quantitativo (quantitative easing);

J. considerando che la letteratura scientifica ha dimostrato che il passaggio a un'alimentazione a base di cibi vegetali allenterebbe la pressione sui terreni, ridurrebbe le emissioni del settore agricolo e contribuirebbe a ripristinare gli ecosistemi;

K. considerando che garantire una transizione equa vuol dire ripartire i benefici senza operare discriminazioni, raggiungere attivamente le persone socialmente escluse, in particolare al fine di sradicare le inaccettabili disuguaglianze che persistono nell'UE, e, nel contempo, applicare rigorosamente il principio "chi inquina paga (e non viene pagato)" nell'attribuzione dei costi;

L. considerando che il principio di precauzione quale sancito dal TFUE dovrebbe essere alla base di tutte le azioni intraprese nel contesto del Green Deal europeo, al fine di contribuire alla salvaguardia della salute e dell'ambiente;

M. considerando che l'UE è responsabile di circa il 10 % delle emissioni globali e che, pertanto, essa deve utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per assumere un forte ruolo guida a livello internazionale e innalzare così il livello di ambizione dei suoi partner internazionali, in particolare gli Stati Uniti, la Cina, l'India, la Russia, il Giappone e il Brasile;

N. considerando che una transizione equa implica altresì il diritto delle persone a un pieno accesso alla giustizia nonché a una completa applicazione della stessa in relazione agli obblighi climatici e ambientali dell'Unione, dei suoi Stati membri e del settore privato;

O. considerando che il comitato di controllo dell'osservanza della convenzione di Aarhus ha riscontrato che l'UE non rispetta l'articolo 9, paragrafi 3 e 4, della convenzione per quanto riguarda l'accesso del pubblico alla giustizia poiché né il regolamento Aarhus né la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea attuano o rispettano gli obblighi imposti da detti paragrafi, rendendo in tal modo il riesame del regolamento un obbligo ai sensi dalla convenzione piuttosto che un'opzione, come sottinteso nella comunicazione relativa al Green Deal europeo;

P. considerando che il 20 dicembre 2019 la Corte suprema dei Paesi Bassi ha riconosciuto che i cambiamenti climatici violano i diritti umani, in particolare gli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, e che gli Stati membri sono tenuti a intervenire a prescindere dall'azione dei partner internazionali; che tutti gli Stati membri sono firmatari della convenzione e che l'adesione dell'Unione alla convenzione è prevista dal trattato di Lisbona;

Q. considerando che la Commissione ha avviato una valutazione e dei controlli di idoneità per analizzare in che misura le norme a livello dell'Unione contribuiscano alla lotta contro la criminalità ambientale e aumentino la protezione dell'ambiente, in vista di una possibile revisione di tali norme in materia di criminalità ambientale; che detto esercizio va evidentemente eseguito coerentemente con le ambizioni fissate nel Green Deal europeo;

Un piano d'azione coerente e globale per affrontare l'emergenza climatica e ambientale

1. ribadisce, a seguito della sua dichiarazione di un'emergenza climatica e ambientale, che un'azione immediata e ambiziosa è fondamentale per limitare il riscaldamento globale a 1,5º C ed evitare una perdita massiccia di biodiversità; si compiace, a tale proposito, della pubblicazione della comunicazione della Commissione dal titolo "Green Deal europeo"; ritiene che l'Unione debba adottare un piano d'azione rivoluzionario, globale, inclusivo, non discriminatorio e coerente per garantire una transizione socialmente equa in tutte le regioni e i diversi settori dell'economia, al fine di garantire la prosperità per tutti entro i limiti del pianeta;

2. sottolinea che tutte le persone che vivono in Europa dovrebbero godere del diritto fondamentale a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile e a un clima stabile senza discriminazioni, e che tale diritto deve essere pienamente applicabile attraverso il sistema giudiziario a livello nazionale e dell'UE;

3. evidenzia che il Green Deal europeo è un progetto trasformativo che deve modificare radicalmente la creazione di valore nelle nostre economie reintegrando il nostro modello economico nella nostra economia sociale di mercato; sottolinea che, sebbene la disparità di reddito nell'UE tra i gruppi ad alto e a basso reddito sia addirittura aumentata dalla crisi a questa parte, la quota di reddito del 20 % della popolazione nella fascia più bassa è diminuita dal 2008, fino ad arrivare ad appena il 7,7 % del reddito nazionale complessivo; osserva che la quota di investimenti (privati e pubblici) nell'UE rispetto al PIL resta ad oggi al di sotto dei livelli pre-crisi, e che la possibilità di convertire i livelli costantemente elevati di risparmio ad un uso produttivo sta sfumando; sottolinea che la nostra economia è altamente finanziarizzata, con una conseguente visione a breve termine insostenibile nell'economia reale; constata che cresce il rischio che gli investimenti fossili si trasformino in attivi non recuperabili, con conseguenze potenzialmente destabilizzanti per i mercati finanziari, gli investitori e le istituzioni finanziarie;

4. caldeggia un Green Deal europeo che affronti l'attuale situazione di carenza di investimenti e di disuguaglianza, traendo vantaggio dal contesto di bassi tassi di interesse attualmente praticati per gli investimenti pubblici e privati al fine di rendere più verde la nostra economia, riducendo le disuguaglianze e fornendo beni pubblici fondamentali per il futuro; chiede una trasformazione del settore finanziario per ristabilire un collegamento con l'economia reale, limitando nel contempo l'instabilità finanziaria sistemica, in particolare affrontando il rischio degli attivi non recuperabili; riconosce che le nostre economie, essendo soggette a una trasformazione radicale e dirompente, dovranno far fronte alla perdita di posti di lavoro in alcuni settori, aspetto per cui il Green Deal europeo può e deve fornire soluzioni coraggiose, assicurando nuovi posti di lavoro di qualità, sicurezza sociale e una prospettiva per le regioni più colpite;

5. sottolinea che, anche se l'Unione e i suoi Stati membri sono riusciti a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra (GES) del 23 % tra il 1990 e il 2018, perseguendo al tempo stesso la crescita economica, l'impronta ecologica dell'Europa resta considerevole, come confermato dall'Agenzia europea dell'ambiente; evidenzia che la ricerca suggerisce che sarebbero necessari 2,8 pianeti Terra per sostenere la domanda globale di risorse naturali richieste dalla produzione e dal consumo a livello europeo; sottolinea pertanto che l'ambizione del Green Deal europeo dovrebbe consistere non solo nel ridurre in modo significativo le emissioni nazionali di GES dell'Unione, ma anche nell'affrontare il problema delle emissioni importate e dell'impronta globale dell'Unione;

6. deplora vivamente l'attuale inquadramento del Green Deal europeo quale "nuova strategia di crescita", quando il suo obiettivo primario deve consistere, al contrario, nell'offrire una prosperità condivisa entro i limiti del pianeta; insiste affinché la Commissione, al momento di scegliere tra le opzioni strategiche nell'ambito del Green Deal europeo, precisi che l'aumento del valore aggiunto economico, inteso nel senso tradizionale, è profondamente subordinato all'efficacia nel conseguire gli obiettivi climatici e altri obiettivi ambientali; invita pertanto la Commissione a studiare alternative al PIL per misurare la prosperità e il benessere nell'Unione e nei suoi Stati membri;

7. ritiene che il Green Deal europeo sia un'opportunità unica per dare nuovo slancio alla nostra democrazia europea affinché adotti un modello di governance economica e pubblica più equo, inclusivo, cooperativo, trasparente e responsabile; invita la Commissione a cogliere questa opportunità per conseguire tali obiettivi nel suo approccio alla trasformazione ecologica;

8. è fermamente convinto che l'ambizione ambientale del Green Deal debba orientare tutti i lavori della nuova Commissione, in particolare assicurando che tutte le nuove proposte legislative e non legislative, nonché la pertinente legislazione in vigore, siano coerenti con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5ºC, arrestare la perdita di biodiversità e rispettare i limiti del pianeta;

9. ritiene fermamente che il Green Deal europeo dovrebbe promuovere un approccio integrato e riunire tutti i settori affinché imbocchino lo stesso percorso verso il medesimo obiettivo; ritiene che l'integrazione delle diverse politiche in una visione olistica rappresenti il vero valore aggiunto del Green Deal europeo e che tale aspetto vada pertanto rafforzato; invita la Commissione a elaborare e attuare il Green Deal europeo come un quadro globale dotato di un'adeguata struttura di governance e di strategie dettagliate, integrate e rivoluzionarie per ciascun settore al fine di stabilire in che modo ciascuno di questi potrà contribuire agli obiettivi e ai traguardi del Green Deal, e a corredarlo di una stima delle pertinenti esigenze di finanziamento;

10. chiede che il programma di riforme del Green Deal europeo sia posto al centro di un semestre europeo rinnovato, in modo da garantire, attraverso misure vincolanti, che tutte le politiche socioeconomiche, macroeconomiche e di bilancio contribuiscano agli obiettivi e ai traguardi del Green Deal e siano pienamente coerenti con gli stessi;

11. insiste sul fatto che una transizione equa, che non lasci realmente indietro nessuno, non può limitarsi ad attenuare determinati impatti economici sulle imprese, ma deve necessariamente contrastare le disuguaglianze economiche, regionali, geografiche, di età, di genere e di altro tipo nell'UE, garantendo che i benefici, tra cui nuovi posti di lavoro nei settori verdi, bollette energetiche più economiche, aria e acqua pulite, siano ripartiti in modo da ridurre tali disuguaglianze e che, al contrario, i costi vengano sostenuti in primo luogo da coloro che hanno storicamente tratto maggiore vantaggio dalle attività responsabili dell'emergenza climatica;

12. deplora l'assenza di una prospettiva di genere, nonché di azioni e obiettivi in tal senso nella comunicazione sul Green Deal ed esorta la Commissione a includere l'integrazione della dimensione di genere così come azioni per il clima e l'ambiente attente alle questioni di genere a tutti i livelli; invita la Commissione a tenere fede all'impegno assunto dalla Presidente von der Leyen di promuovere la parità di genere nell'intero processo di elaborazione delle politiche e a dare prova di efficacia relativamente alle proposte avanzate dal Vicepresidente Timmermans di perseguire un "duplice approccio negli ambiti della dimensione di genere e dei cambiamenti climatici" e "adottare misure per integrare le questioni in materia di genere e clima in tutti gli aspetti della politica europea di sviluppo"; ricorda che la partecipazione significativa e paritaria delle donne presso gli organi decisionali come pure alle politiche e alle azioni a livello locale, nazionale e unionale è essenziale per conseguire gli obiettivi climatici a lungo termine;

Rendere più ambiziosi gli obiettivi dell'UE in materia di clima per il 2030 e il 2050

13. si compiace del fatto che sia stato riconosciuto che l'attuale NDC dell'Unione non è in linea con l'impegno dell'Unione di rispettare gli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi e invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare con urgenza l'azione per il clima; invita la Commissione a presentare, entro marzo 2020, un'ambiziosa normativa europea sul clima che istituisca un bilancio del carbonio per l'Unione e sancisca nel diritto dell'Unione, sulla scorta dalla responsabilità dell'Unione di agire in base ai più recenti dati scientifici adottando percorsi compatibili con l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5º C, un traguardo più ambizioso, applicabile all'intera economia, di riduzione delle emissioni nazionali di GES di almeno il 65 % entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, nonché l'obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra  nell'Unione entro il 2040;

14. invita la Commissione a rivedere tutti gli strumenti politici in materia di clima ed energia dell'Unione e ad allinearli, quanto prima possibile e al più tardi entro giugno 2021, al maggiore livello di ambizione in materia di clima a medio e lungo termine, nonché a colmare con urgenza qualsiasi lacuna o incoerenza esistente nelle attuali politiche dell'Unione o negli impegni internazionali, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei biocarburanti e della biomassa forestale a norma della direttiva sulle energie rinnovabili e del sistema ETS dell'UE, e a presentare, entro giugno 2020, un piano strategico dell'Unione per il metano, che includa traguardi specifici di riduzione graduale così come strumenti e opzioni strategiche per affrontare e ridurre drasticamente le emissioni di metano in tutti i settori del caso, in particolare l'agricoltura, i rifiuti e l'energia;

15. si rammarica del fatto che la Commissione non abbia indicato con precisione nel Green Deal europeo eventuali piani per la revisione dei regolamenti sui gas fluorurati; invita la Commissione a cogliere l'opportunità offerta dalla revisione del 2020 del regolamento sui gas fluorurati al fine di far fronte alle note carenze che minacciano le ambizioni dell'UE in fatto di clima, come il commercio illegale di idrofluorocarburi (IFC) e un'azione insufficiente contro l'utilizzo dell'esafluoruro di zolfo (SF6);

16. accoglie con favore l'obiettivo di garantire un'efficace fissazione del prezzo del carbonio in tutta l'economia e invita la Commissione a intraprendere un'ambiziosa riforma del sistema ETS dell'UE per conseguire la neutralità climatica entro il 2040, anche aumentando in modo sostanziale il fattore di riduzione lineare, ponendo fine a tutte le quote gratuite, introducendo un prezzo minimo efficace e crescente per il carbonio ed estendendo il sistema ETS dell'UE ai trasporti marittimi; accoglie con favore l'impegno della Commissione a introdurre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere al fine di garantire condizioni di parità nel commercio internazionale; ritiene che la revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici dovrebbe porre fine all'esenzione fiscale iniqua e dannosa per l'ambiente attualmente applicata ai carburanti aerei e marittimi e consentire una fissazione del prezzo del carbonio equa ed efficace per tutti i settori che non rientrano nel sistema ETS dell'UE; sottolinea che tali misure dovrebbero essere concepite con cautela in modo da non aumentare le disuguaglianze e incoraggia vivamente a destinare ulteriori entrate fiscali alla riduzione delle disuguaglianze, ad assorbire i costi per le persone maggiormente colpite dalla transizione e a garantire che nessuno sia lasciato indietro nella transizione verso un continente a impatto climatico zero;

17. ritiene che tutte le misure esistenti in materia di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dovrebbero essere sostituite da politiche e strumenti volti a internalizzare tutti i costi legati alle emissioni di gas a effetto serra; accoglie favorevolmente, a tale proposito, la proposta di istituire un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con le norme dell'OMC e il fatto che ciò dovrebbe costituire un'alternativa alle misure esistenti e non un'integrazione, tuttavia esprime profondo rammarico per il fatto che la sua introduzione dipenda da un persistente divario tra le ambizioni dell'Unione e quelle dei suoi partner internazionali;

18. sottolinea che le soluzioni basate sulla natura possono aiutare l'Unione e gli Stati membri a conseguire i loro obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e biodiversità; insiste sulla necessità che le soluzioni basate sulla natura vadano ad aggiungersi alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra alla fonte; è allarmato per le tendenze negative per quanto riguarda la protezione, la conservazione e la valorizzazione della natura e della biodiversità dell'Europa, come indicato nella relazione sullo stato dell'ambiente per il 2020; chiede, in tale contesto, l'avvio di una strategia in materia di "Soluzioni climatiche naturali", che comprenda un quadro giuridico per il mantenimento del buono stato ecologico degli ecosistemi, l'attuazione di una politica a degrado zero e il ripristino degli ecosistemi degradati, anche garantendo una protezione totale di almeno il 30 % degli ecosistemi terrestri e marini e una gestione sostenibile delle zone rimanenti;

19. invita la Commissione a portare avanti il proprio lavoro per una strategia a lungo termine al fine di includere un nuovo scenario basato su un'economia altamente efficiente in termini di energia e risorse e interamente basata sulle fonti rinnovabili, e che faccia affidamento su soluzioni fondate sugli ecosistemi piuttosto che sulle tecnologie di assorbimento del carbonio che comporterebbero notevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare, in vista della sua presentazione all'UNFCCC entro il 2020, in conformità dell'accordo di Parigi;

20. accoglie con favore l'annuncio relativo al varo di un patto europeo per il clima entro marzo 2020 per avviare un dialogo con i soggetti pubblici e non statali in materia di azione per il clima; riconosce il ruolo di primo piano delle autorità locali e regionali nel concretizzare le ambizioni in materia di clima; invita il vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo a coinvolgere pienamente le autorità locali e regionali, nonché i rappresentanti della società civile, nell'elaborazione, attuazione, monitoraggio e valutazione del Green Deal europeo; chiede il rafforzamento di un approccio di governance globale multilivello e il riconoscimento degli attori locali e regionali quali livelli di governo più appropriati per operare una transizione decisiva verso un'economia a zero emissioni di carbonio;

21. ribadisce la sua richiesta di una revisione del regolamento di Aarhus, della direttiva sulla responsabilità ambientale e della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, in modo da garantire l'attuazione in tutti gli Stati membri e a livello dell'Unione del principio "chi inquina paga", anche attraverso chiare norme in materia di responsabilità delle imprese per i danni ambientali, e dell'accesso alla giustizia per le vittime di inquinamento e di reati ambientali;

22. ritiene che esista un conflitto fondamentale e inconciliabile tra gli interessi dell'industria dei combustibili fossili e le politiche necessarie nel quadro del Green Deal europeo; insiste, pertanto, affinché i responsabili politici e i loro rappresentanti a livello di Unione o di Stati membri, nel trattare con l'industria dei combustibili fossili o con quanti lavorano per promuoverne gli interessi, siano pienamente responsabili e trasparenti; insiste inoltre affinché siano attuate misure volte a garantire che l'industria dei combustibili fossili e quanti lavorano per promuoverne gli interessi operino e agiscano in modo pienamente responsabile e trasparente; invita la Commissione a riprendere i negoziati per un aggiornamento del registro interistituzionale per la trasparenza al fine di includere l'importante partecipazione del Consiglio dell'UE e di tutte le rappresentanze permanenti;

23. accoglie favorevolmente l'annuncio dell'intenzione della Commissione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030; ricorda che il Parlamento europeo è neutro in termini di emissioni di carbonio già dal 2016, principalmente grazie alle sue politiche ambientali e alla politica relativa al sistema di ecogestione e audit (EMAS), al ricorso alla compensazione e ai certificati di elettricità verde; ritiene che il Parlamento dovrebbe rafforzare la propria azione per il clima ponendo in essere politiche volte a raggiungere la neutralità climatica interna entro il 2030; incarica l'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo di discutere e concordare entro la fine del 2020 una tabella di marcia per conseguire tale obiettivo;

Garantire l'approvvigionamento di energia pulita, economica e sicura

24. plaude all'aspirazione della Commissione di decarbonizzare il sistema energetico affinché l'UE possa raggiungere l'obiettivo dell'azzeramento delle emissioni nette al più tardi entro il 2050 e preferibilmente entro il 2040; si compiace inoltre della priorità conferita all'efficienza energetica; invita, in tale contesto, la Commissione e gli Stati membri ad attuare il principio "l'efficienza energetica al primo posto" in tutti i settori e in tutte le politiche; deplora che la Commissione non si occupi dell'effetto di rimbalzo derivante dalle misure di efficienza energetica, benché sia stato dimostrato empiricamente che tale effetto vanifica una percentuale significativa dei risultati iniziali; invita la Commissione ad affrontare tale questione in modo adeguato in sede di elaborazione delle politiche e misure future;

25. considera il Green Deal europeo un'occasione importante e unica per realizzare la visione di un sistema energetico pienamente efficiente in termini di energia e basato sulle fonti rinnovabili, in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini dell'UE; esorta la Commissione a elaborare con urgenza uno scenario supplementare che fornisca il 100 % di energie rinnovabili compatibile con l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2040;

26. invita la Commissione a rivedere tutta la pertinente normativa in materia di energia al più tardi entro giugno 2021 al fine di conseguire l'obiettivo vincolante di efficienza energetica pari almeno al 45 % entro il 2030 e l'obiettivo vincolante di una quota di energie rinnovabili pari almeno al 40 % entro il 2030, quale passo necessario per diventare un'economia efficiente sotto il profilo energetico e basata al 100 % sulle fonti rinnovabili e conseguire l'obiettivo del 65 % di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030; insiste affinché la Commissione fissi obiettivi vincolanti per ciascuno Stato membro in termini sia di efficienza energetica che di energie rinnovabili entro il 2030 e garantisca che tutta la legislazione correlata sia chiara, applicabile e priva di scappatoie;

27. chiede che si ponga immediatamente fine ai sussidi diretti e indiretti al nucleare e ai combustibili fossili a livello di Unione e invita gli Stati membri a introdurre gli stessi requisiti ai livelli nazionale e subnazionale; chiede che gli Stati membri nonché i fondi pensione pubblici e privati rinuncino completamente ai combustibili fossili; chiede di eliminare gradualmente il nucleare, la lignite, il carbone, la torba e lo scisto bituminoso per la produzione di energia elettrica entro il 2030 e di vietare l'utilizzo dei combustibili fossili entro il 2040, garantendo una transizione equa e inclusiva;

28. sottolinea che i paesi partner devono essere pienamente integrati nelle politiche del Green Deal e poter altresì attingere ai finanziamenti, in particolare per la ricerca e la transizione giusta; pone l'accento sulla necessaria transizione energetica nei paesi dei Balcani occidentali per quanto riguarda la produzione di energia da carbone e lignite per l'elettricità e il riscaldamento domestici nonché per le importazioni di energia elettrica nell'UE;

29. insiste sul fatto che l'UE deve accordare priorità alla lotta contro la povertà, compresa la povertà energetica, e alla giustizia sociale; sostiene l'inclusione di un obiettivo di riduzione della povertà energetica e l'adozione di una definizione armonizzata di povertà energetica;

30. invita la Commissione a progettare il mercato del gas in linea con il principio dell'efficienza energetica al primo posto e con l'obiettivo di eliminare gradualmente il consumo di combustibili fossili in modo da raggiungere la neutralità climatica entro il 2040; ritiene che il quarto elenco di progetti di interesse comune rischi di creare una dipendenza dal carbonio e metterebbe pertanto a rischio l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040; ritiene che il gas rinnovabile avrà un ruolo limitato e chiede pertanto una limitazione del suo utilizzo nei settori difficili da decarbonizzare, garantendo al contempo che il gas da fonti rinnovabili sia limitato al biogas o all'idrogeno rinnovabile prodotto da energia rinnovabile al 100 %, ottenuto da processi efficienti sotto il profilo energetico e limitato alle materie prime sostenibili disponibili;

31. ricorda che l'energia nucleare è una tecnologia non sicura, insostenibile e non efficiente sotto il profilo dei costi, e riconosce pertanto che l'energia nucleare non rappresenta una soluzione climatica e chiede all'UE, agli Stati membri e alla BEI di interrompere il finanziamento di questa tecnologia e di reindirizzare le risorse disponibili verso investimenti nelle fonti di energia rinnovabili, nell'efficienza energetica e nello sviluppo delle reti intelligenti; riconosce che l'energia nucleare è intrinsecamente incompatibile con un mix di energie rinnovabili a causa dell'inflessibilità del suo approvvigionamento e nuoce allo sviluppo di soluzioni sostenibili; ricorda che nessun paese del mondo ha un deposito geologico di profondità per lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti nucleari, il che causa danni significativi e a lungo termine all'ambiente; propone la revisione del trattato Euratom affinché includa i principi di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la disattivazione delle centrali nucleari e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, nonché l'obbligo di un'assicurazione di responsabilità civile;

Costruire e ristrutturare in modo efficiente dal punto di vista energetico e delle risorse

32. accoglie con favore l'iniziativa proposta di stimolare un'ondata di ristrutturazioni in Europa, nonché misure volte ad agevolare l'accesso ai finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici; insiste fermamente sul fatto che ciò deve interessare in modo particolare gli alloggi popolari e le abitazioni in locazione;

33. sottolinea che ogni cittadino europeo ha bisogno di un luogo salutare, sicuro ed economicamente accessibile che possa chiamare casa; lamenta che le misure non legislative e le iniziative ambiziose si siano dimostrate inefficaci in passato e che le attuali normative non rispondano adeguatamente alle sfide;

34. chiede le misure legislative e gli investimenti necessari per aumentare al 3 % il tasso annuo di ristrutturazione degli edifici e garantire che il parco immobiliare esistente sia rinnovato per ottenere edifici a consumo energetico prossimo allo zero; respinge l'idea di estendere il sistema ETS dell'UE alle emissioni degli edifici, in quanto detta misura deresponsabilizzerebbe l'azione pubblica e potrebbe portare a bollette energetiche più elevate per locatari e proprietari;

35. sottolinea il ruolo delle comunità energetiche dei cittadini e dell'integrazione settoriale in un'economia sostenibile; chiede che le politiche edilizie diventino globali e inclusive, onde combinare i servizi sociali e le funzioni legate a industria, mobilità ed energia delle case, dei luoghi di lavoro e degli edifici pubblici, a vantaggio dei cittadini europei;

36. sottolinea che le iniziative esistenti, come l'iniziativa "Finanziamenti intelligenti per edifici intelligenti", necessitano di dotazioni di bilancio più elevate e non hanno ancora raggiunto il loro pieno potenziale; chiede strumenti di finanziamento specifici per nuovi modelli d'impresa come le società di servizi energetici (ESCO), una combinazione di servizi gratuiti di consulenza sulla ristrutturazione degli edifici con una struttura di assistenza energetica europea a livello locale (ELENA) allargata e debitamente finanziata, al fine di identificare e raggruppare i progetti di ristrutturazione di piccole dimensioni in progetti finanziabili dalle banche, nonché l'introduzione di servizi gratuiti di consulenza aggiuntivi e kit di efficienza energetica per i cittadini;

Mobilitare l'industria a favore di un'economia pulita e circolare

37. plaude all'impegno a favore di un'economia circolare e a impatto climatico zero e invita pertanto la Commissione a garantire che tutte le azioni intese a conseguire detta economia circolare e a impatto climatico zero siano pienamente allineate con l'obiettivo "inquinamento zero" per un ambiente libero da sostanze tossiche, al fine di ottenere cicli di materiali non tossici;

38. chiede l'istituzione di obiettivi vincolanti a livello di UE per ridurre il consumo di materie prime primarie e aumentare l'efficienza nell'uso delle risorse, al fine di raggiungere un'economia circolare sostenibile e pulita al più tardi entro il 2050;

39. chiede l'internalizzazione dei costi esterni mediante una tassazione adeguata delle risorse e sottolinea la necessità che la contabilità economica e le politiche macroeconomiche rispettino l'esigenza di mantenere il consumo di risorse entro i limiti determinati dal pianeta;

40. accoglie con favore il fatto che a marzo 2020 la Commissione adotterà una strategia industriale dell'UE per affrontare la duplice sfida della trasformazione verde e digitale, sottolineando tuttavia che detta strategia industriale deve essere conforme all'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 e che, se l'industria europea intende mantenere la propria competitività e diventare un leader mondiale nella produzione rispettosa dell'ambiente, il suo rinnovamento deve essere incentrato sull'efficienza energetica e delle risorse nonché su un approccio basato sul ciclo di vita e su un'economia circolare pulita; chiede l'introduzione di una relazione di monitoraggio periodica incentrata sulla competitività e sulla resistenza alle crisi dell'ecoindustria, delle PMI e delle start-up;

41. chiede che la politica industriale dell'UE guidi gli investimenti verso la creatività, le competenze, l'innovazione e le tecnologie e le soluzioni sostenibili, e che promuova la modernizzazione della base industriale europea attraverso una politica consapevole dell'importanza della catena del valore che includa tutti i settori industriali e i rispettivi attori, comprese le PMI, in tutte le regioni dell'Unione; sottolinea che la strategia deve essere sostenuta da un quadro normativo a lungo termine che includa obiettivi e indicatori chiari, che misuri i progressi compiuti e che sia basato su processi inclusivi e trasparenti che garantiscano la coerenza delle politiche;

42. accoglie con favore il fatto che la Commissione adotterà un nuovo piano d'azione per l'economia circolare, nel quale è prevista una politica per i "prodotti sostenibili" che accorderà priorità alla riduzione e al riutilizzo dei materiali prima di riciclarli, guidando la transizione di tutti i settori; sottolinea il ruolo dei sistemi a ciclo multiplo, in particolare per gli imballaggi industriali e i contenitori per alimenti quali le bottiglie d'acqua, e chiede un sistema di deposito a livello dell'UE;

43. chiede azioni risolute contro la dispersione volontaria o involontaria di microplastiche e ulteriori misure contro gli articoli di plastica monouso; sostiene l'intenzione della Commissione di rivedere le norme in materia di spedizioni di rifiuti onde porre fine alle esportazioni di rifiuti al di fuori dell'Unione;

44. invita la Commissione a rivedere la normativa in materia di progettazione ecocompatibile al fine di estenderne l'ambito di applicazione oltre l'efficienza energetica, includendo misure volte a ottenere un'etichettatura chiara in termini di riciclabilità e riparabilità dei prodotti; chiede inoltre alla Commissione di presentare entro marzo 2020 il piano di lavoro 2020-2024 sulla progettazione ecocompatibile e l'etichettatura energetica e di adottare le misure rivolte a ciascun gruppo di prodotti specifici non appena saranno pronte;

45. insiste affinché la Commissione includa i prodotti tessili nella sua strategia industriale e fornisca incentivi per il riciclaggio degli stessi all'interno dell'UE;

46. si compiace dell'intenzione della Commissione di porre la sostenibilità al centro del settore digitale; insiste, in detto contesto, sul miglioramento dell'efficienza energetica e delle prestazioni in termini di economia circolare del settore stesso, dalle reti a banda larga ai centri di dati e ai dispositivi TIC; chiede, in tal senso, l'elaborazione di una strategia informatica verde dell'UE che stabilisca norme concrete in termini di efficienza energetica per i centri dati e di una direttiva sulla progettazione ecocompatibile delle tecnologie informatiche che istituisca norme e obiettivi vincolanti in materia di efficienza energetica, risparmio delle risorse e riciclabilità e riparabilità dei dispositivi informatici, introduca un "diritto alla riparazione" per i dispositivi digitali, definisca i requisiti in termini di norme di efficienza per le piattaforme video, come la disattivazione della riproduzione automatica come impostazione predefinita, l'introduzione di un pulsante visibile per la riproduzione solo audio o di impostazioni predefinite per la risoluzione dei video in streaming e i servizi di video on demand, e crei un gruppo di riflessione europeo sulle migliori prassi digitali, al fine di individuare esempi di migliori prassi per l'uso sostenibile della digitalizzazione e renderle disponibili per le società e le amministrazioni;

47. ricorda che la promozione di catene di approvvigionamento eque e sostenibili mediante l'uso sistematico di criteri di aggiudicazione in materia di sostenibilità per gli appalti pubblici è uno strumento chiave per il conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo; invita la Commissione a esaminare attentamente quali adeguamenti legislativi e non legislativi dell'attuale quadro relativo agli appalti siano necessari per garantire la piena coerenza con gli obiettivi del Green Deal europeo, in particolare l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2040, e ad elaborare un piano di azione concreto in questo settore che preveda obiettivi specifici misurabili e un monitoraggio dei progressi compiuti in materia da ciascuno Stato membro;

Accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente

48. sottolinea che il settore dei trasporti è l'unico settore in cui le emissioni sono aumentate dal 1990 e accoglie con favore il riconoscimento del fatto che tutte le diverse modalità di trasporto (trasporto stradale, ferroviario, aereo e per vie navigabili) dovranno contribuire pienamente alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, in linea con l'obiettivo di conseguire un'economia climaticamente neutra; sostiene fermamente l'obiettivo di internalizzare tutti i costi che il settore dei trasporti comporta in termini ambientali e sanitari, i quali ammontano attualmente a circa 1 000 miliardi di EUR l'anno, come risulta dal recente studio sulle esternalità e l'internalizzazione dei costi commissionato dalla Commissione;

49. ritiene che l'orientamento generale per i progetti e le politiche nel settore dei trasporti debba essere basato su una comprensione globale di tutti i costi esterni a breve e a lungo termine; chiede pertanto una strategia globale per la piena internalizzazione di detti costi attraverso misure che integrino il principio "chi inquina paga" e l'approccio "dal pozzo alla ruota"; ritiene che tali misure dovrebbero garantire condizioni di parità tra tutti i modi di trasporto e prevedere, tra l'altro, una tariffazione stradale globale, la fine delle sovvenzioni ai combustibili fossili come quelle per il trasporto aereo e marittimo, l'eventuale interconnessione tra l'infrastruttura ferroviaria degli Stati membri, l'accessibilità economica del trasporto a basse emissioni, la mancanza di IVA sui biglietti aerei e il riesame degli orientamenti sugli aiuti di Stato per porre fine agli investimenti nell'espansione degli aeroporti;

50. esprime profondo rammarico per il fatto che nelle proposte della Commissione manchi la dimensione sociale di una politica dei trasporti inclusiva, non discriminatoria e pienamente accessibile, date le cattive condizioni di lavoro per molti lavoratori del settore dei trasporti e alla luce dell'invecchiamento e della disuguaglianza nella società; sottolinea che, oltre ai costi ambientali e sanitari, le cattive condizioni di lavoro dei lavoratori riducono artificialmente i costi di viaggio e consentono lo sviluppo di modelli imprenditoriali insostenibili dal punto di vista sociale e ambientale;

51. si compiace dell'attenzione rivolta all'aumento delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici, che sono parte della soluzione per ridurre le emissioni dei trasporti stradali; chiede tuttavia un piano più vasto di mobilità urbana al fine di ridurre il traffico e migliorare la vivibilità nelle città, in particolare allo scopo di ridurre lo spazio disponibile per le autovetture private sostituendolo con spazi per la mobilità pubblica, attiva e la micromobilità; si rammarica per l'assenza di una strategia di mobilità per le zone rurali, che sono di norma più isolate e richiederanno investimenti significativi nei trasporti pubblici per garantirne la connettività riducendo al contempo le emissioni;

52. esorta vivamente la Commissione a sostenere gli Stati membri disposti a vietare la vendita di veicoli nuovi dotati di motori a combustione dopo una certa data, e ritiene necessario vietare in tutta l'Unione i motori a combustione convenzionali nelle nuove autovetture e nei nuovi veicoli commerciali leggeri al più tardi entro il 2030, al fine di conseguire l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2040 evitando nel contempo la frammentazione del mercato unico; ricorda il proprio rifiuto di estendere il sistema ETS dell'UE al trasporto su strada e chiede invece un rafforzamento delle norme sulle emissioni di CO2 per le autovetture, i furgoni e i veicoli pesanti;

53. ricorda i dati dell'AEA, secondo cui nel 2016 sono avvenuti circa 412 000 decessi prematuri a causa dell'inquinamento atmosferico; chiede a tal proposito di procedere all'ammodernamento obbligatorio di tutti i veicoli diesel circolanti nell'UE che non rispettano le norme europee e di istituire un'agenzia dell'UE per le prove delle emissioni nonché per l'adozione delle norme EURO 7 relative alle emissioni dei veicoli che includano tutte le emissioni, comprese quelle degli pneumatici e dei freni; chiede che siano stanziati fondi dell'UE per le tecnologie e le infrastrutture di telerilevamento;

54. sollecita un rinnovato impegno a favore di un'azione decisiva in materia di sicurezza stradale con un obiettivo "zero vittime" entro il 2030, dell'abbassamento dei limiti di velocità, del miglioramento dell'applicazione del codice della strada e di centri urbani senza auto, attribuendo priorità alla mobilità attiva, riducendo la necessità di spostamenti e privilegiando un trasferimento modale verso mezzi di trasporto più sicuri e più puliti;

55. sottolinea che il completamento del cielo unico europeo può generare alcuni incrementi in termini di efficienza ma può anche condurre a un aumento generale del traffico aereo e, pertanto, non contribuirà a una significativa riduzione delle emissioni del trasporto aereo, necessaria per raggiungere la neutralità climatica entro il 2040; pone l'accento a tale riguardo sull'importanza di garantire un trasferimento modale dal trasporto aereo a quello su rotaia e invita la Commissione e gli Stati membri a definire politiche, investimenti e incentivi per garantire che i viaggi ferroviari in Europa fino a 1 000 km, ove possibile e praticabile, acquisiscano maggiore interesse per i cittadini rispetto ai trasporti aerei o stradali equivalenti; chiede l'introduzione di una moratoria sui nuovi accordi in materia di aviazione che mirano a incrementare la capacità del settore e ad aprire nuove rotte, in quanto ciò è in contrasto con gli obiettivi del Green Deal;

56. deplora che la Commissione non intenda ancora eliminare le quote assegnate a titolo gratuito per le attività di trasporto aereo nel quadro dell'EU ETS, ma solo ridurle;

57. sottolinea che i finanziamenti dell'UE nel settore dei trasporti, compresi tutti i fondi unionali pertinenti (MCE, fondi SIE, InvestEU, ecc.) nonché la politica di prestito della BEI nel settore dei trasporti dovrebbero essere adattati per garantire la decarbonizzazione del settore dei trasporti, attribuendo priorità a un trasferimento modale sostenibile, incrementando i finanziamenti per i collegamenti ferroviari mancanti nelle reti transfrontaliere e nella rete TEN-T e promuovendo al contempo l'uso di treni notturni, nonché aumentando i finanziamenti a favore di trasporti pubblici accessibili e a costi contenuti, trasporti combinati, mobilità attiva e mobilità quale servizio; rammenta che gli investimenti in infrastrutture quali autostrade, aree di parcheggio e aeroporti solitamente generano una domanda indotta, causano l'incremento delle emissioni e si contrappongono pertanto agli obiettivi del Green Deal europeo; ritiene che la prossima revisione della rete TEN-T sia fondamentale per riconsiderare il quadro attuale e concentrarsi su un trasferimento modale e obiettivi vincolanti per il passaggio dal trasporto su gomma a quello su rotaia e lungo le vie navigabili; ritiene essenziale che il finanziamento del trasporto urbano si articoli in misura maggiore con i piani di mobilità urbana sostenibile (PMUS) al fine di stimolare la trasformazione della mobilità urbana;

58. invita la Commissione ad adottare proposte legislative volte a eliminare le emissioni inquinanti generate dal trasporto marittimo (emissioni di ossidi di azoto, di ossidi di zolfo e di particolato) e a tassare il consumo di combustibili fossili, nonché a rendere obbligatorio l'utilizzo dell'alimentazione elettrica da banchina e introdurre norme ambiziose in materia di efficienza per le navi che fanno scalo nei porti dell'Unione europea; invita la Commissione a fissare obiettivi inerenti la navigazione parziale a vela, l'energia solare ed eolica a bordo e il rallentamento della velocità di servizio delle navi, che consentono di ottenere ingenti risparmi in termini di carburante; esorta la Commissione a garantire che tutte le navi ordinate per le acque dell'UE siano predisposte per passare a breve a un regime a zero emissioni;

"Dai campi alla tavola": progettare un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente

59. si compiace dell'impegno assunto dalla Commissione di garantire che i prodotti alimentari europei diventino un riferimento globale per la sostenibilità e rileva che perché ciò accada è necessario che l'intera catena di approvvigionamento alimentare, dai campi alla tavola, compresi tutti i fattori di produzione e le importazioni di mangimi, non sia nociva per il clima e l'ambiente; si rammarica tuttavia che la Commissione non abbia colto tale opportunità per rivedere la sua proposta sulla futura politica agricola comune per poter conseguire tali obiettivi;

60. si compiace del fatto che la Commissione si sia impegnata a far sì che i piani nazionali per l'agricoltura riflettano, sin dall'inizio, un maggiore livello di ambizione per ridurre in modo significativo l'uso di pesticidi chimici e il rischio che rappresentano, così come l'utilizzo di fertilizzanti e antibiotici; rammenta la necessità di passare a sistemi agroecologici ad elevata biodiversità mediante soluzioni basate sugli ecosistemi, quali la difesa integrata, la rotazione delle colture con le leguminose e altre pratiche agricole biologiche;

61. ritiene che una riforma di ampio respiro della politica agricola comune sia essenziale per la coerenza con gli obiettivi dell'UE in materia di clima e biodiversità:

i. i pagamenti dovrebbero essere effettuati solo per misure volte a mitigare i cambiamenti climatici, a ripristinare la biodiversità, garantire il benessere degli animali e, in particolare, ridurre l'uso di pesticidi; la Commissione approverà i pagamenti accoppiati solo per gli allevamenti a bassa densità;

ii. i pagamenti diretti dovrebbero essere limitati a un massimo annuo di 50 000 EUR per azienda agricola (esclusi i costi del lavoro) e il prodotto relativo ai massimali dovrebbe essere attribuito ai pagamenti ridistributivi per i primi ettari, impedendo in tal modo che le sovvenzioni fluiscano in modo sproporzionato nelle mani degli attori principali;

iii. il 50 % delle dotazioni nazionali per il FEAGA dovrebbe essere attribuito a regimi ecologici che soddisfano criteri ambiziosi in linea con gli obiettivi dell'UE in materia di clima e biodiversità, nonché agli agricoltori che passano a pratiche sostenibili, segnatamente all'agroecologia. La Commissione è tenuta a verificare l'elevato grado di ambizione ed efficacia dei regimi ecologici degli Stati membri e a monitorare i risultati della loro applicazione;

iv. il FEASR, adeguatamente finanziato, dovrebbe essere destinato a sostenere gli agricoltori e le comunità rurali nel ristrutturare radicalmente le economie locali e regionali e favorirne il passaggio a sistemi sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, basati in particolare sulla prevenzione degli sprechi alimentari e sulla riduzione delle catene di approvvigionamento, sulla protezione della natura e sulla promozione dell'occupazione nelle aree rurali;

62. invita la Commissione a seguire le richieste formulate nella risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2019 sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi da parte dell'Unione, adottando tutte le misure necessarie per garantire che gli Stati membri valutino adeguatamente i formulati dei pesticidi in linea con la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea nella causa C-616/17;

63. invita la Commissione a proporre una legislazione con un impegno vincolante a livello dell'UE per ridurre drasticamente del 50 % l'utilizzo di pesticidi sintetici entro il 2025, con contributi nazionali vincolanti, in vista di una loro graduale eliminazione in 15 anni; chiede l'introduzione di un divieto sulle esportazioni dell'UE di pesticidi vietati nell'Unione; chiede di limitare l'autorizzazione di emergenza dei pesticidi rigorosamente a situazioni di emergenza reali, con norme dettagliate in materia di notifica, spiegazioni complete e dettagliate, e l'obbligo di pubblicazione di dette notifiche;

64. invita la Commissione ad attuare finalmente un piano completo europeo per le proteine vegetali con l'obiettivo di ridurre l'importazione di prodotti che causano la deforestazione;

65. chiede alla Commissione e agli Stati membri di garantire con urgenza la piena adozione degli orientamenti dell'EFSA sulle api del 2013 ed esorta al contempo gli Stati membri ad allineare di conseguenza le loro valutazioni dei pesticidi; chiede altresì alla Commissione di agire in conformità con la posizione del Parlamento, secondo cui dovrebbe essere imposto un divieto di tutti i pesticidi a base di neonicotinoidi;

66. ritiene importante stabilire norme più rigorose in materia di benessere degli animali e avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che non attuano e non applicano in maniera sistemica legislazione esistente in materia di benessere degli animali, sia che si tratti di norme per il trasporto o l'allevamento; al fine di ridurre considerevolmente il trasporto degli animali, la Commissione dovrebbe inoltre sostenere i macelli locali e di più piccole dimensioni e vietare l'esportazione di animali vivi al di fuori dell'UE;

67. esorta la Commissione ad adottare quanto prima una direttiva sulla protezione del suolo con l'obiettivo di arrestarne il degrado, il che comporta la perdita della capacità di assorbimento del suolo e dei terreni;

68. sottolinea l'urgente necessità di porre fine allo sfruttamento eccessivo delle risorse biologiche marine al fine di garantire la produttività della pesca, proteggere la biodiversità marina e sostenere la resilienza degli oceani alle conseguenze dei cambiamenti climatici; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri ad attuare pienamente le prescrizioni della politica comune della pesca relative alla raccolta sostenibile del pesce e alla riduzione al minimo e, ove possibile, all'eliminazione degli impatti negativi delle attività di pesca sugli ecosistemi marini;

69. invita la Commissione a valutare ulteriormente in che modo promuovere una transizione verso una pesca rispettosa del clima, a basso impatto e sostenibile in tutti i bacini marittimi europei;

70. sottolinea la necessità di un'azione legislativa urgente per quanto riguarda i materiali a contatto con gli alimenti e i livelli massimi di residui di pesticidi negli alimenti; esorta la Commissione a vietare gli additivi alimentari potenzialmente pericolosi e superflui;

71. invita la Commissione a rivedere l'etichettatura onde garantire maggiore trasparenza in merito a tutte le sostanze presenti negli alimenti e a migliorare l'etichettatura nutrizionale (Nutriscore), nonché l'etichettatura del paese d'origine e quella relativa al benessere degli animali; esorta la Commissione a mettere finalmente a punto profili nutrizionali nell'ambito della direttiva "Indicazioni sulla salute";

72. chiede che non vengano rilasciate nuove autorizzazioni per l'importazione e la coltivazione di OGM, dal momento che la procedura di autorizzazione non tiene adeguatamente conto dei rischi per la salute e delle conseguenze per la biodiversità; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la piena e rapida attuazione della sentenza della Corte di giustizia in materia di nuovi OGM (le cosiddette "nuove tecniche di selezione") e a garantire che i nuovi OGM non siano deregolamentati; sottolinea che qualsiasi procedura di autorizzazione dovrebbe essere pienamente democratica; mette in evidenza l'importanza della biodiversità naturale nell'ambito sia dell'adattamento ai cambiamenti climatici che della mitigazione dei loro effetti;

Preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità

73. si compiace dell'annuncio della pubblicazione, entro marzo 2020, della strategia sulla biodiversità per il 2030; ritiene che una strategia ambiziosa sia fondamentale per consentire all'Unione di guidare la COP 15 di Kunming e di giungere a un accordo giuridicamente vincolante per proteggere e ripristinare la biodiversità globale; sottolinea che la strategia dell'UE sulla biodiversità dovrebbe affrontare tutte le principali cause della perdita di biodiversità nell'Unione, in particolare le pratiche agricole, silvicole e di pesca non sostenibili, e fissare obiettivi vincolanti per l'Unione e i suoi Stati membri al fine di proteggere almeno il 30 % dei terreni e delle zone marine dell'UE e ripristinare almeno il 30 % degli ecosistemi degradati entro il 2030, promuovendo al contempo la loro interconnessione e garantendo un finanziamento sufficiente e una gestione efficace di dette zone;

74. pone l'accento sulla necessità di profondere sforzi di conservazione degli oceani e delle zone costiere, in termini sia di adattamento ai cambiamenti climatici che di mitigazione dei loro effetti, di proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini e costieri, come indicato nella relazione speciale dell'IPCC sugli oceani e la criosfera, riducendo al minimo l'impatto della pesca e dell'acquacoltura e delle industrie estrattive sugli ecosistemi marini, nonché le emissioni legate all'inquinamento marino e al trasporto marittimo; ritiene che la politica comune della pesca debba mirare a porre fine alla pesca eccessiva e a riportare gli stock al di sopra dei livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile, ed esorta gli Stati membri ad applicare tale principio nella ripartizione dei contingenti di pesca;

75. accoglie con favore l'impegno dei paesi del Mar Mediterraneo a sviluppare una governance globale, migliorare la raccolta dei dati e la valutazione scientifica, istituire un quadro di gestione della pesca basato sugli ecosistemi, sviluppare una cultura del rispetto delle norme ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata o non regolamentata, sostenere la pesca e l'acquacoltura su piccola scala e sostenibili e ottenere maggiore solidarietà e coordinamento;

76. incoraggia vivamente la Commissione a intensificare le azioni volte a proteggere e ripristinare le foreste nell'Unione e in tutto il mondo; ribadisce la sua richiesta di bloccare l'accesso ai mercati dell'UE ai prodotti della deforestazione e di introdurre obblighi vincolanti relativi al dovere di diligenza per le società che commercializzano nel mercato dell'Unione materie prime che presentano rischi per la deforestazione, quali la soia, l'olio di palma, l'eucalipto, le carni bovine, il cuoio e il cacao; invita la Commissione a non autorizzare più l'importazione di soia geneticamente modificata, la cui coltura causa deforestazione su larga scala in paesi quali il Brasile e l'Argentina; prende atto del ruolo che le popolazioni indigene e le comunità forestali, sempre più minacciate, svolgono in quanto custodi e tutori degli ecosistemi forestali;

77. mette in risalto le incoerenze esistenti tra gli obiettivi dell'Unione in materia di biodiversità e la sua politica in materia di bioenergia; invita pertanto la Commissione ad adottare criteri di sostenibilità più rigorosi per la bioenergia al fine di garantire che il suo contributo non danneggi la biodiversità e gli ecosistemi;

78. osserva che la costituzione di nuovi boschi non è in grado di compensare la distruzione delle foreste antiche, in termini né di assorbimento del carbonio né di biodiversità; mette in guardia dalla sostituzione di foreste ricche di biodiversità con piantagioni più povere di specie e insiste sul fatto che il concetto errato di "compensazione della biodiversità" non dovrebbe essere utilizzato come strumento politico; chiede l'elaborazione di una strategia per rinaturalizzare l'Europa e ricostituire una foresta paneuropea;

79. sottolinea l'importanza di aumentare la copertura e l'efficacia delle reti di aree protette ai fini dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della mitigazione dei loro effetti, nonché di far sì che la biodiversità possa riprendersi dai molteplici fattori di stress che l'hanno colpita; invita la Commissione e gli Stati membri a unire gli sforzi per raggiungere un accordo su un obiettivo globale ambizioso in materia di zone protette per la gestione efficace e l'interconnessione delle zone marine e terrestri, con una copertura minima del 30 % entro il 2030; incoraggia l'Unione e gli Stati membri a completare la "cintura verde europea" in quanto progetto pilota e componente significativa dell'infrastruttura verde europea;

80. invita la Commissione a stabilire criteri vincolanti per garantire la corretta gestione della fauna e della flora, degli habitat e dei siti Natura 2000, e a vietare attività dannose e l'uso di pesticidi all'interno e in prossimità di zone protette, nonché a rafforzare il monitoraggio e le ispezioni da parte delle autorità indipendenti; invita la Commissione a consolidare la direttiva sulla responsabilità ambientale in linea con le raccomandazioni formulate dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 26 ottobre 2017; esorta la Commissione ad avviare procedure d'infrazione nei confronti degli Stati membri che non rispettano la legislazione in materia di protezione della natura;

81. sottolinea il fatto che spesso le minacce alla biodiversità possono scaturire da diverse infrastrutture previste, quali ad esempio i trasporti, la produzione e distribuzione di energia, le strutture di gestione dei rifiuti o le attività estrattive; rammenta la necessità di valutare adeguatamente l'impatto ambientale di detti progetti nella fase iniziale di pianificazione, unitamente agli effetti che interessano le attività socioeconomiche esistenti, quali l'agricoltura; ricorda che l'obiettivo e lo spirito su cui si fonda la pertinente legislazione dell'UE sono rappresentati dalla prevenzione, nella massima misura possibile, di danni significativi agli habitat e alle specie, promuovendo la miglior alternativa possibile, che potrebbe anche concretizzarsi nell'abbandono del progetto; esorta la Commissione a rispettare pienamente il suo ruolo di custode dei trattati anche in questo settore, superando la sua attuale comunicazione dal titolo "Diritto dell'Unione europea: risultati migliori attraverso una migliore applicazione" e riesaminando con la dovuta cura i casi di potenziale violazione della normativa ambientale dell'UE segnalati da cittadini e organizzazioni;

82. sottolinea l'importanza di concordare entro la fine del 2020 un nuovo strumento internazionale giuridicamente vincolante, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, in merito alla conservazione e all'uso sostenibile della diversità biologica marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale, e invita la Commissione e gli Stati membri a profondere ulteriori sforzi per giungere a un accordo relativo a un ambizioso trattato globale in occasione del quarto comitato intergovernativo, che si riunirà a New York nel marzo 2020;

83. chiede di attribuire uno status giuridico agli ecosistemi terrestri e marini e invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere uno status internazionale per i beni comuni globali in occasione della 15a conferenza delle parti della Convezione sulla diversità biologica (COP15), che si terrà a Kunming;

84. ricorda i limiti del pianeta in relazione all'agenda per la Crescita blu, che dovrebbe svilupparsi soltanto entro i limiti ecologici;

Un'ambizione di inquinamento zero per un ambiente libero da sostanze tossiche

85. plaude all'ambizione dell'inquinamento zero per un ambiente libero da sostanze tossiche e al riconoscimento che tale obiettivo richiede ulteriori azioni per prevenire l'inquinamento nonché misure di pulizia e misure atte a porre rimedio all'inquinamento stesso; si attende che la Commissione allinei la prossima strategia industriale e il suo piano d'azione per l'economia circolare alla sua ambizione di inquinamento zero;

86. invita la Commissione ad applicare correttamente il regolamento REACH, in conformità della sentenza relativa alla causa T-837/16 (Regno di Svezia contro Commissione europea);

87. chiede misure volte a colmare tutte le lacune normative nella legislazione dell'UE in materia di sostanze chimiche nonché coerenza in tutti i settori, al fine di accelerare la sostituzione delle sostanze chimiche tossiche con alternative atossiche, utilizzando, laddove possibile, un approccio di gruppo, di ottenere risultati concreti in relazione a tutti e quattro gli elementi dell'attesa strategia per un ambiente non tossico, con particolare riguardo agli interferenti endocrini e ai nanomateriali, così come di adottare misure contro le sostanze chimiche altamente persistenti;

88. chiede un'azione globale contro tutti gli inquinanti pertinenti, con l'obiettivo di ripristinare le funzioni naturali del suolo e delle acque costiere, marine e superficiali;

89. esorta la Commissione a rivedere la direttiva sulla qualità dell'aria al fine di allineare i valori obiettivo alle più recenti raccomandazioni dell'OMS e di introdurre un valore a breve termine per il PM2.5;

90. chiede la revisione della direttiva Seveso, per garantire la salute ambientale, l'applicazione a tutte le attività industriali della strategia di inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche, nonché la revisione della direttiva sulle operazioni offshore per vietare la trivellazione in mare aperto;

Finanziamento del Green Deal europeo e garanzia di una transizione equa

Perseguire la finanza e gli investimenti verdi e assicurare una transizione equa

91. accoglie con favore il riconoscimento delle notevoli esigenze in termini di finanziamento per conseguire gli obiettivi fissati nella comunicazione sul Green Deal europeo, nonché della necessità di un piano di investimenti; si compiace inoltre del fatto che sia stato riconosciuto nella comunicazione che la sostenibilità dovrebbe essere maggiormente integrata nell'ambito del governo societario e degli investimenti sostenibili, onde garantire che il settore privato contribuisca in modo efficace agli obiettivi del Green Deal e non li ostacoli;

92. plaude alle recenti dichiarazioni del nuovo Presidente della BCE, secondo cui l'istituzione, in virtù del suo ruolo di vigilanza monetaria e del settore bancario, dovrebbe contribuire a contrastare i cambiamenti climatici, in particolare mediante l'acquisto mirato di obbligazioni nel quadro dei suoi programmi e garantendo una valutazione prudenziale dei rischi climatici e degli altri rischi ambientali nel sistema bancario; sottolinea che il sostegno alle politiche economiche generali nell'Unione rientra nel mandato del SEBC, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione stessa, come disposto dall'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, che prevede un elevato livello di protezione nonché il miglioramento della qualità dell'ambiente, così come giustizia sociale e protezione; esorta la Commissione a cooperare con la BCE in tal senso per garantire l'attuazione delle azioni coerenti promesse nella comunicazione relativa al Green Deal;

93. si rammarica profondamente del fatto che le stime della Commissione contenute nella comunicazione non affrontino le spese necessarie per l'adattamento ai cambiamenti climatici o altre sfide di natura ambientale, quali la biodiversità, nonché gli investimenti pubblici essenziali per far fronte ai costi sociali della transizione o ai costi dell'inazione;

94. si attende che la Commissione presenti un piano di finanziamento chiaro che definisca la destinazione degli investimenti, che mobiliti finanziamenti annuali ben superiori al 2 % del PIL dell'UE, per garantire che tutti i settori che necessitano di investimenti per la transizione dispongano delle risorse necessarie per la decarbonizzazione e la tutela della biodiversità senza lasciare indietro nessuno, e che affronti le diverse aree di intervento, tra cui i trasporti sostenibili, le energie rinnovabili, il risparmio energetico e l'uso efficiente delle risorse, il ripristino dei pozzi di assorbimento del carbonio e della biodiversità, nonché i costi sociali della transizione;

95. sottolinea, onde garantire la completezza e la coerenza dei finanziamenti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi definiti nella comunicazione, la necessità di elaborare un piano di finanziamento adeguato che definisca chiaramente quali risorse monetarie pubbliche e private saranno mobilitate a livello locale, nazionale e di UE, a quali azioni saranno destinate e come si prevede che detta spesa contribuisca al conseguimento degli obiettivi;

96. insiste sul fatto che, ai fini della coerenza delle politiche, è fondamentale che tutti gli investimenti dell'UE siano resilienti in termini di cambiamenti climatici e biodiversità e che l'intero bilancio dell'Unione risulti compatibile al 100 % con gli obiettivi dell'accordo di Parigi, e chiede l'urgente conversione della BEI in una vera e propria banca climatica;

97. lamenta che il mantenimento, da parte della Commissione, di un obiettivo del 25 % di spesa per il clima nel quadro del QFP non sia coerente con gli obiettivi definiti nella comunicazione; ribadisce che non solo almeno il 50 % del QFP dovrebbe essere destinato all'azione climatica, ma che la restante dotazione dovrebbe risultare resiliente in termini di cambiamenti climatici e biodiversità; insiste sulla necessità di istituire un obbligo giuridico in virtù del quale la pianificazione di tutte le spese a titolo del nuovo QFP deve essere sottoposta a una profonda revisione concernente la resilienza ai cambiamenti climatici mediante uno strumento appositamente concepito in materia di immunizzazione dagli effetti dei cambiamenti climatici, proposto dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo;

98. insiste ulteriormente sul fatto che il bilancio dell'UE dovrebbe essere pienamente coerente con i suoi impegni e obiettivi internazionali e che non dovrebbe più finanziare, direttamente o indirettamente, la domanda o la fornitura di infrastrutture per i combustibili fossili, sia nell'UE che nel resto del mondo;

99. ritiene che si debba promuovere la coerenza eliminando, anche attraverso gli aiuti di Stato e le sovvenzioni indirette come le esenzioni fiscali, tutte le sovvenzioni dannose, che contribuiscono a perpetuare prassi nocive, compromettono gli sforzi in materia di clima e biodiversità ed esauriscono risorse preziose necessarie per una transizione equa verso un'economia climaticamente neutra e ricca di biodiversità;

100. ritiene fermamente che non solo le spese ma anche le entrate del bilancio dell'UE debbano essere pienamente compatibili con gli obiettivi fissati nella comunicazione; sottolinea che la riforma delle risorse proprie dovrebbe sfociare in un miglior allineamento con le politiche e le priorità dell'UE;

101. accoglie con favore le proposte della Commissione in materia di risorse proprie, in particolare per quanto riguarda la tassa sulla plastica e le risorse proprie basate sull'ETS; sottolinea la necessità di prendere urgentemente in considerazione nuove tasse volte ad incrementare le risorse proprie dell'Unione e a ridurre la dipendenza dai contributi nazionali;

102. sottolinea la necessità di modificare l'imposizione fiscale secondo il principio "chi inquina paga", andando oltre al meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera per includere le imposte ambientali a livello europeo, per esempio sui combustibili fossili, i voli aerei e le plastiche, i cui proventi dovrebbero essere destinati al conseguimento degli obiettivi ambientali e sociali del Green Deal europeo; riconosce i benefici di un'imposizione europea armonizzata che sostituisca le imposte nazionali e riduca gli oneri amministrativi per le imprese e i consumatori;

103. insiste sulla necessità di sfruttare il successo dell'iniziativa per la finanza sostenibile onde garantire la piena trasparenza in relazione al grado di sostenibilità del sistema finanziario dell'UE, stilando una lista nera degli investimenti più dannosi, creando un marchio ecologico per i prodotti finanziari e riorientando i flussi di investimenti a favore di una transizione ecologica dell'economia;

104. attende con interesse l'ampliamento dell'ambito di applicazione della tassonomia dell'UE onde includere le attività dannose per l'ambiente; chiede la tempestiva adozione di norme dell'UE sulle obbligazioni verdi e l'integrazione diligente dei fattori ESG nel quadro prudenziale delle banche e di altri intermediari finanziari, nonché l'integrazione dei rischi ambientali nei test di resistenza;

Rendere più ecologici i bilanci nazionali e inviare i giusti segnali di prezzo

105. accoglie con favore il riconoscimento, da parte della Commissione, del fatto che i bilanci nazionali rivestono un ruolo fondamentale nella transizione e che detto ruolo è profondamente influenzato dall'attuale quadro di governance economica e dal trattamento riservato agli investimenti che promuovono gli obiettivi del Green Deal nelle norme dell'UE in materia di bilancio;

106. insiste sulla necessità di adottare un approccio coerente per soddisfare le notevoli esigenze di investimento a livello nazionale, necessarie per realizzare le ambizioni delineate nella comunicazione, al fine di garantire che le norme dell'UE in materia di bilancio e il processo del semestre europeo siano rivisti:

   per garantire che le azioni a favore del clima e gli obiettivi ambientali e sociali     siano considerati importanti e vincolanti quanto gli obiettivi in materia di       debito e disavanzo nella valutazione dei bilanci degli Stati membri;

 ai fini della rimozione degli ostacoli agli investimenti, necessaria per le azioni a favore del clima, ripartendo l'importo delle spese per gli investimenti lungo il ciclo di vita degli investimenti lordi legati agli investimenti pubblici conformi ai requisiti per gli investimenti sostenibili, ai sensi del regolamento dell'UE in materia di tassonomia;

107. ribadisce analogamente che la coerenza richiede una revisione delle norme in materia di aiuti di Stato (in particolare il regolamento generale di esenzione per categoria e la Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia), affinché siano pienamente coerenti con la riduzione dei gas a effetto serra e con gli obiettivi ambientali, nonché per disincentivare fermamente le sovvenzioni ai combustibili fossili, compresi gli aiuti dissimulati concessi a questi ultimi, come gli aiuti per la chiusura delle miniere di carbone e la compensazione per gli attivi non recuperabili o l'espansione degli aeroporti;

108. ritiene necessario avviare un processo di audit per verificare la coerenza delle decisioni in materia di aiuti di Stato con l'obiettivo della neutralità in termini di emissioni entro il 2040;

Attivare  l'istruzione e la formazione

109. accoglie con favore la proposta di un quadro europeo delle competenze per contribuire a sviluppare e valutare le conoscenze, le competenze e gli approcci in materia di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, nonché l'iniziativa proposta di mobilitare investimenti in infrastrutture scolastiche sostenibili per un valore di 3 miliardi di EUR;

110. ritiene che la promozione della "mobilità verde" all'interno del programma Erasmus+ 2021-2027 sia una questione di coerenza con gli obiettivi della comunicazione;

Garantire una transizione equa

111. plaude al fatto che la comunicazione riconosca la necessità di un programma di transizione giusto e inclusivo; deplora che nella comunicazione non figurino proposte volte ad affrontare le disparità sociali ed economiche oltre la riconversione professionale e la creazione di posti di lavoro in nuovi settori economici;

112. si rammarica profondamente del fatto che le esigenze in materia di investimenti presentate nella comunicazione ignorino i costi sociali della transizione e i costi dell'adattamento ai cambiamenti climatici, che è necessario coprire interamente per garantire una transizione equa;

113. invita la Commissione a sostenere il meccanismo per una transizione giusta mediante solide politiche sociali, in particolare per quanto concerne l'eliminazione della povertà e la sicurezza sociale; invita la Commissione a presentare, nel quadro di un programma di transizione equa, una direttiva quadro europea per il reddito minimo, dal momento che l'eliminazione della povertà consente alle persone di adattarsi meglio ai cambiamenti; esorta la Commissione a valutare in modo esaustivo gli effetti distributivi degli strumenti politici nuovi ed esistenti in ambito climatico e a garantire la massima progressività delle sue politiche da un punto di vista distributivo, onde ridurre al minimo le potenziali ricadute sociali negative;

114. insiste sul fatto che i fondi a titolo del meccanismo di transizione giusta dovrebbero essere concessi soltanto a fronte dell'introduzione nella legislazione nazionale degli Stati membri di un piano di eliminazione progressiva dei combustibili fossili efficace e vincolante, e laddove i fondi non vengano sprecati avvantaggiando principalmente le imprese di grandi dimensioni dell'industria carbonifera, in particolare con sovvenzioni destinate alle loro responsabilità aziendali, quali la pulizia dei siti e la purificazione delle acque, e garantendo invece che i maggiori beneficiari siano i cittadini comuni;

115. ribadisce che, ai fini della coerenza con gli obiettivi della comunicazione, un elemento fondamentale della transizione giusta dovrebbe essere un ampio programma destinato a rendere il parco immobiliare maggiormente ecologico e a costruire nuovi alloggi popolari a consumo di energia pressoché nullo; sottolinea che ciò non solo contribuirebbe in misura significativa alle azioni a favore del clima e all'accessibilità in termini economici, ma creerebbe anche posti di lavoro verdi a lungo termine, ridurrebbe l'indebitamento delle famiglie e consentirebbe di affrontare problemi di natura sanitaria;

116. insiste sulla necessità di un processo realmente trasparente per l'accesso ai fondi destinati a garantire una transizione equa, in modo tale che possano essere monitorati attentamente per assicurarne l'efficienza, la coerenza e l'inclusività;

117. ribadisce che si dovrebbero offrire le medesime opportunità tanto alle aree rurali quanto a quelle urbane, al fine di garantire una transizione equa nell'intera società;

118. esprime profondo dissenso con la proposta della Commissione di affidare il finanziamento della transizione giusta principalmente a strumenti finanziari, tra cui InvestEU;

119. chiede una riforma delle politiche dell'UE in materia di fusioni societarie, onde tenere in considerazione l'impatto sociale e ambientale delle potenziali fusioni;

120. invita la Commissione europea a effettuare valutazioni sistematiche dell'impatto di genere e a stanziare fondi specifici per la parità di genere in relazione alle pertinenti politiche e azioni per il clima del Green Deal europeo;

Mobilitare la ricerca e promuovere l'innovazione

121. plaude al fatto che la Commissione abbia sottolineato la necessità di operare in modo orizzontale tra settori e discipline, nonché di dare un approccio sistemico al programma di ricerca e innovazione dell'UE; deplora che la spesa dell'UE per la ricerca e innovazione in ambito climatico non sia commisurata alla portata dell'emergenza climatica e ambientale; sottolinea la necessità di aumentare la spesa dell'UE in R&I a titolo di Orizzonte Europa ad almeno il 50 % (rispetto all'attuale 35 %) per le tecnologie, i prodotti e le imprese innovativi e responsabili così come per le soluzioni non tecnologiche, abbandonando gli investimenti pubblici in attività di ricerca e innovazione legate ai combustibili fossili; sottolinea la necessità di un'integrazione sistematica degli aspetti climatici e della resilienza ai cambiamenti climatici in tutti i programmi dell'agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione;

122. ritiene essenziale che il Green Deal promuova un cambiamento sistemico anziché soluzioni tecnologiche poste in essere nella fase finale del processo, in quanto perpetuano un sistema insostenibile e la dipendenza dai fattori di produzione; mette in guardia dal cosiddetto "principio dell'innovazione", spesso utilizzato dalle industrie per promuovere l'innovazione di qualunque tipo a qualsiasi costo; osserva che spesso esistono già tecniche e soluzioni della giusta portata, più semplici, meno costose e più efficaci, come l'agroecologia, che possono contribuire ad affrontare la crisi climatica e della biodiversità; invita la Commissione a sostenere solo le innovazioni che promuovono il bene pubblico, sono partecipative, sostenibili, seguono il principio di precauzione e non causano danni;

123. ritiene importante promuovere i principali progetti industriali finalizzati alla riduzione delle emissioni e dell'uso di risorse e fare un uso più mirato degli "importanti progetti di comune interesse europeo" (IPCEI) per i progetti resilienti ai cambiamenti climatici che posseggono un reale valore aggiunto per il conseguimento di un'economia a zero emissioni nette;

124. si rammarica che la futura strategia per le PMI non faccia parte del Green Deal europeo; ricorda che le piccole e medie imprese rappresentano le fondamenta dell'economia europea; sottolinea la necessità di interconnettere strettamente la strategia per le PMI e la strategia industriale, nonché l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2040; chiede di avviare un ambizioso programma "Ecoinnovazione / unicorni verdi" con misure e fondi specifici intesi a sostenere le piccole e medie imprese e le start-up nei settori del clima e dell'economia circolare, compreso uno "sportello unico" per informazioni e consulenze, per esempio in materia di finanziamenti e su come operare nel mercato interno nonché su come tenere conto della sostenibilità e dell'uso efficiente delle risorse fin dalla progettazione e come parte integrante dei piani aziendali e delle attività delle imprese;

125. sottolinea che sarebbe opportuno stimolare l'innovazione nell'ambito di tecnologie importanti ai fini della transizione verso economie sostenibili, quali celle fotovoltaiche e batterie volte and incrementarne la riciclabilità e l'efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse;

"Non nuocere" – Integrare la sostenibilità in tutte le politiche dell'UE

126. accoglie con favore l'impegno, espresso nella comunicazione, a favore del principio secondo cui tutte le azioni e le politiche dell'UE devono convergere per aiutare l'Unione a raggiungere una transizione soddisfacente ed equa verso un futuro sostenibile; osserva che tale requisito minimo non solo massimizza l'efficacia delle azioni, ma evita altresì lo spreco di risorse pubbliche;

127. si compiace del fatto che la Commissione allineerà tutte le future iniziative politiche con gli obiettivi del Green Deal, sottolineando, tuttavia, la necessità di valutare anche la coerenza della normativa vigente con gli obiettivi fissati dalla comunicazione e di prendere in considerazione i costi dell'inazione;

128. accoglie con favore l'impegno della Commissione a intensificare gli sforzi onde garantire che la legislazione e le politiche siano applicate e attuate efficacemente; invita la Commissione a intervenire tempestivamente in caso di violazione del diritto dell'UE, in particolare per colmare le lacune individuate nel riesame dell'attuazione delle politiche ambientali del 2019, e ad accelerare le procedure di infrazione della normativa ambientale;

129. accoglie con favore il fatto che la relazione che accompagna tutte le proposte legislative e gli atti delegati includerà una sezione specifica intesa a spiegare in che modo ciascuna iniziativa contribuisce al principio "non nuocere"; chiede di estendere detto approccio agli atti di esecuzione e alle misure rientranti nella procedura di regolamentazione con controllo;

130. pone in evidenza il ruolo decisivo del principio di precauzione in quanto volano dell'innovazione positiva e di una legiferazione solida, sottolineando altresì che il suddetto principio ha contribuito all'immissione sul mercato di prodotti nuovi e più sicuri e ha stimolato le innovazioni che favoriscono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica;

131. insiste sul fatto che solo le innovazioni che contribuiscono a trovare una soluzione sostenibile alle principali sfide socioeconomiche ed ecologiche, proteggendo nel contempo i diritti dei consumatori, dovrebbero ricevere il sostegno pubblico;

L'UE in quanto leader globale

132. si compiace dell'intenzione della Commissione di garantire che il rispetto dell'accordo di Parigi sia un elemento essenziale di tutti i futuri accordi commerciali e che tutti i materiali, le sostanze chimiche, gli alimenti e gli altri prodotti immessi sul mercato europeo siano pienamente conformi ai regolamenti e alle norme dell'UE pertinenti; osserva, a tale proposito, che il rispetto dei principi e degli obiettivi dell'accordo di Parigi dovrebbe costituire una condizione per l'assistenza finanziaria ai paesi terzi e tutti gli accordi di partenariato;

133. si compiace che la Commissione riconosca che le sfide climatiche e ambientali globali rappresentano un considerevole fattore di moltiplicazione delle minacce nonché una fonte di instabilità; osserva, a tale proposito, che le preoccupazioni in materia di sicurezza climatica e la volontà di attuare una governance ambientale globale dovrebbero essere integrate in tutte le azioni di politica estera dell'UE, e che l'Unione dovrebbe sviluppare le capacità necessarie per monitorare i rischi legati ai cambiamenti climatici, tra cui la sensibilizzazione alle situazioni di conflitto e le politiche di prevenzione delle crisi, nonché un approccio lungimirante agli aspetti geopolitici della decarbonizzazione, contrastandone gli effetti mediante strategie di impegno a lungo termine;

134. sottolinea che tutti i fondi dell'UE destinati all'adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbero contenere garanzie relative ai diritti umani; sostiene inoltre l'inclusione di garanzie in materia di diritti umani e di parità di genere in tutti i meccanismi di cui all'articolo 6 dell'accordo di Parigi, nonché l'istituzione di un meccanismo di reclamo per le comunità interessate dall'attuazione dei meccanismi di cui all'articolo 6;

135. lamenta che nella lettera di incarico dell'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri non figuri alcuna menzione dell'importanza di un'azione esterna coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo; si attende una correzione di detta situazione mediante un chiaro mandato che consenta di sfruttare tutta l'influenza a disposizione dell'UE nelle sue relazioni con i partner globali, onde garantire il massimo livello di ambizione in materia di clima e biodiversità; chiede di porre fine alle importazioni di gas di scisto dai paesi terzi;

136. osserva che un'agenda commerciale globale basata su uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali che supera di gran lunga i limiti del pianeta alimenta la distruzione degli habitat nei paesi terzi e fomenta la sostituzione della produzione sostenibile con monocolture non sostenibili e una produzione dipendente dall'utilizzo di sostanze chimiche, le pratiche di dumping e la pratica totalmente ingiustificata di esportare e importare simultaneamente le stesse merci e materie prime; invita la Commissione a riesaminare attentamente la politica commerciale dell'UE al fine di garantirne la piena coerenza con le ambizioni delineate dalla comunicazione;

137. sottolinea che il rafforzamento della trasparenza, della sostenibilità e della responsabilità nelle catene globali del valore è una condizione determinante e necessaria per mettere il commercio al servizio dello sviluppo sostenibile; invita la Commissione, a tal fine, a proporre tempestivamente un quadro giuridico dell'UE che introduca misure obbligatorie in materia di dovere di diligenza delle imprese nell'Unione lungo l'intera catena di approvvigionamento;

138. invita inoltre la Commissione a rivedere gli accordi commerciali esistenti al fine di integrare in modo più completo in detti accordi bilaterali gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le ambiziose disposizioni in ambito climatico e ambientale nonché le norme sociali e le norme sul lavoro, incentivando in tal modo i partner ad adottare strategie per il clima conformi all'accordo di Parigi;

139. invita la Commissione a garantire che il rispetto dell'accordo di Parigi, degli obiettivi di sviluppo sostenibile e delle ambiziose disposizioni ambientali e climatiche si traduca in un requisito obbligatorio e rigorosamente applicato in tutti i capitoli degli accordi commerciali e di investimento nuovi e vigenti; ritiene che la nuova carica di responsabile dell'esecuzione debba conferire la facoltà di garantire l'efficace attuazione della conformità, anche da parte degli attori economici europei all'estero e dei loro subappaltatori, e che gli accordi commerciali dovrebbero poter essere sospesi in caso di inosservanza;

140. ritiene che l'accordo UE-Mercosur, e in particolare le disposizioni contenute nei capitoli sull'accesso al mercato, le norme sanitarie e fitosanitarie, gli ostacoli tecnici agli scambi commerciali, la proprietà intellettuale, le materie prime e l'energia, si pongano in contraddizione con gli obiettivi del Green Deal europeo, e che pertanto l'accordo debba essere interamente rinegoziato sulla base di condizioni che permettano di porre un freno ai cambiamenti climatici e di tutelare l'ambiente e la biodiversità;

141. invita la Commissione, nell'ambito dei suoi sforzi tesi a promuovere il ruolo di leader dell'UE in relazione ai negoziati internazionali sul clima e la biodiversità, a concepire un piano d'azione concreto per rispettare gli impegni presi nel quadro del rinnovato piano d'azione quinquennale sulla parità di genere, concordato in occasione della COP 25 (programma di lavoro di Lima rafforzato), a promuovere la parità di genere nel processo UNFCCC e a nominare un punto di riferimento permanente dell'UE per le questioni di genere e i cambiamenti climatici, dotato di risorse di bilancio sufficienti, al fine di attuare e monitorare misure climatiche responsabili dal punto di vista del genere, sia nell'UE che nel resto del mondo;

142. insiste sul fatto che i nuovi accordi commerciali e di investimento non dovrebbero contemplare meccanismi di risoluzione delle controversie investitore-Stato né altri analoghi trattamenti privilegiati per gli investitori; esorta l'Unione e gli Stati membri ad abbandonare il trattato sulla Carta dell'energia, che consente all'industria dei combustibili fossili di intentare un'azione legale per mancati guadagni;

143. sottolinea che l'UE ha un ruolo da svolgere nel garantire una transizione equa e ordinata in tutto il mondo, in particolare nelle regioni fortemente dipendenti dalla produzione di combustibili fossili e la cui instabilità politica potrebbe avere gravi conseguenze a livello mondiale;

144. pone in evidenza la necessità di intensificare ulteriormente la trasformazione ecologica perseguendo gli obiettivi del Green Deal europeo anche nelle relazioni esterne dell'UE, in particolare con i suoi partner eurasiatici, in linea con la strategia dell'UE in materia di connessione del 2018, che cita la connettività sostenibile quale primo principio;

145. esorta la Commissione e gli Stati membri a perseguire una gestione internazionale della pesca che sia coerente con i requisiti della politica comune della pesca e con la preservazione di oceani globali sani, produttivi e resilienti; pone l'accento, in particolare, sulla necessità che l'Unione e i suoi Stati membri seguano i migliori pareri scientifici disponibili, onde istituire possibilità di pesca che, con buona probabilità, manterranno o riporteranno le popolazioni ittiche a livelli che consentano di raggiungere il rendimento massimo sostenibile quanto prima;

146. ritiene essenziale per la coerenza del Green Deal europeo porre fine all'esportazione di emissioni attraverso l'importazione di merci (compresi i prodotti agricoli) prodotte con standard inferiori rispetto a quelli dell'UE, nonché all'esportazione di rifiuti di ogni tipo;

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147. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 14 gennaio 2020
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