PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla posizione del Parlamento europeo in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa
10.6.2020 - (2020/2657(RSP))
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Manfred Weber, Paulo Rangel
a nome del gruppo PPE
Iratxe García Pérez, Domènec Ruiz Devesa
a nome del gruppo S&D
Dacian Cioloş, Guy Verhofstadt
a nome del gruppo Renew
Ska Keller, Philippe Lamberts, Daniel Freund
a nome del gruppo Verts/ALE
Helmut Scholz
a nome del gruppo GUE/NGL
B9-0170/2020
Risoluzione del Parlamento europeo sulla posizione del Parlamento europeo in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni del 16 febbraio 2017 sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona[1], del 16 febbraio 2017 sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea[2], del 16 febbraio 2017 sulla capacità di bilancio della zona euro[3] e del 13 febbraio 2019 sullo stato del dibattito sul futuro dell'Europa[4],
– vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2017 su un pilastro europeo dei diritti sociali[5],
– vista la proposta presentata il 16 luglio 2019 da Ursula von der Leyen, allora Presidente designata della Commissione europea, nel quadro degli orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024 in merito all'organizzazione di una conferenza sul futuro dell'Europa (in appresso, la "conferenza"),
– vista la comunicazione della Commissione del 22 gennaio 2020 dal titolo "Dare forma alla conferenza sul futuro dell'Europa" (COM(2020)0027),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019 sull'approccio generale alla conferenza sul futuro dell'Europa,
– vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sulla posizione del Parlamento europeo in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa[6],
– vista la risoluzione del Comitato delle regioni del 12 febbraio 2020 in merito alla conferenza sul futuro dell'Europa,
– vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze[7],
– vista la sua risoluzione del 15 maggio 2020 sul nuovo quadro finanziario pluriennale, le risorse proprie e il piano di ripresa[8],
– vista la dichiarazione della Conferenza dei presidenti sul 70º anniversario della dichiarazione Schuman,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando la necessità di raccogliere le sfide – interne ed esterne – che l'Europa si trova ad affrontare, come pure le nuove sfide sociali e transnazionali che non erano state del tutto previste al momento dell'adozione del trattato di Lisbona; che il numero di crisi rilevanti che l'Unione ha attraversato dimostra la necessità di riforme istituzionali e politiche in molteplici settori della governance;
B. considerando che l'attuale crisi della Covid-19 ha dimostrato, esigendo un pesante tributo, che l'UE rimane un progetto incompleto e che la conferenza deve affrontare meglio l'incapacità di organizzare la solidarietà e il coordinamento, come anche gli shock economici, sanitari e sociali e i continui attacchi ai diritti fondamentali e allo Stato di diritto; che l'attuale crisi accresce quindi l'urgenza per l'Unione europea di avviare un processo volto a renderla più efficace, più democratica e più vicina ai cittadini;
C. considerando che il Parlamento, la Commissione e il Consiglio hanno affermato in maniera concorde la necessità di organizzare una conferenza sul futuro dell'Europa, indicando che il processo della conferenza dovrebbe rappresentare un'opportunità per coinvolgere strettamente i cittadini dell'UE in un processo dal basso verso l'alto, in cui la loro voce sia ascoltata e contribuisca alle discussioni sul futuro dell'Europa;
D. considerando che la conferenza dovrebbe costituire un forum aperto di discussione per i diversi partecipanti senza un risultato prestabilito; che l'accordo comune fra le tre istituzioni dovrebbe pertanto riguardare soltanto il formato e l'organizzazione della conferenza;
1. ritiene che, 10 anni dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, 70 anni dopo la dichiarazione Schuman e nel contesto della pandemia di Covid-19, i tempi siano maturi per ripensare l'Unione europea; è del parere che la crisi della Covid-19 abbia reso ancora più pressante la necessità di tenere la conferenza;
2. ritiene che la crisi della Covid-19 abbia reso ancora più evidente la necessità di riformare l'Unione europea, dimostrando nel contempo l'urgente necessità di un'Unione efficace ed efficiente; è quindi del parere che il processo della conferenza debba tenere conto degli strumenti di ripresa esistenti dell'UE e della solidarietà già stabilita, garantendo nel contempo la sostenibilità ecologica, lo sviluppo economico, il progresso sociale, la sicurezza e la democrazia;
3. ribadisce la posizione espressa nella sua risoluzione del 15 gennaio 2020 in tutti i suoi aspetti e reitera l'invito rivolto al Consiglio e alla Commissione ad avviare negoziati per raggiungere, prima della pausa estiva, un accordo comune riguardo all'istituzione della conferenza sul futuro dell'Europa;
4. si rammarica che il Consiglio non abbia ancora adottato una posizione in merito alla conferenza e lo esorta, pertanto, a superare le sue divergenze e a presentare tempestivamente una posizione sul formato e sull'organizzazione della conferenza;
5. si compiace dell'adozione di una posizione in merito alla conferenza da parte della Commissione e della sua disponibilità a progredire rapidamente;
6. esorta il Consiglio a includere nel suo mandato un impegno a favore di un seguito significativo e di una partecipazione diretta significativa dei cittadini, e a mantenere l'ambito di intervento della conferenza aperto a tutti i possibili risultati, tra cui proposte legislative volte ad avviare modifiche dei trattati o cambiamenti di altra natura;
7. sottolinea che, nonostante la pandemia, la partecipazione diretta dei cittadini, delle organizzazioni della società civile, delle parti sociali e dei rappresentanti eletti deve rimanere una priorità della conferenza; attende pertanto con interesse l'avvio della conferenza, per costruire insieme a tutti i cittadini dell'UE un'Unione più democratica, più efficace e più resiliente;
8. riconosce che l'avvio della conferenza ha dovuto essere rimandato a causa della pandemia; osserva, tuttavia, che la pandemia ha evidenziato alcune debolezze nella nostra Unione; è pertanto determinato ad avviare la conferenza quanto prima nell'autunno 2020;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
- [1] GU C 252 del 18.7.2018, pag. 215.
- [2] GU C 252 del 18.7.2018, pag. 201.
- [3] GU C 252 del 18.7.2018, pag. 235.
- [4] Testi approvati, P8_TA(2019)0098.
- [5] GU 242 del 10.7.2018, pag. 24.
- [6] Testi approvati, P9_TA(2020)0010.
- [7] Testi approvati, P9_TA(2020)0054.
- [8] Testi approvati, P9_TA(2020)0124.