Proposta di risoluzione - B9-0321/2021Proposta di risoluzione
B9-0321/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Afghanistan

7.6.2021 - (2021/2712(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento

Clare Daly, Mick Wallace, Idoia Villanueva Ruiz
a nome del gruppo The Left

Procedura : 2021/2712(RSP)
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B9-0321/2021
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B9-0321/2021
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B9-0321/2021

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Afghanistan

(2021/2712(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti relazioni e risoluzioni sull'Afghanistan,

 visto l'accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica islamica di Afghanistan, dall'altra,

 vista la Dichiarazione universale dei diritti umani,

 visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

 visto il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti,

 vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del 1998,

 vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 29 marzo 2021 sulla violenza sessuale connessa ai conflitti,

 vista la risoluzione 2131 (xx) dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo "Dichiarazione sull'inammissibilità dell'intervento negli affari interni degli Stati e sulla protezione della loro indipendenza e sovranità",

 visto l'articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite,

 vista la risoluzione 1514 (xv) dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo "Dichiarazione sulla concessione dell'indipendenza ai paesi e ai popoli coloniali",

 visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che nel febbraio 2020 gli Stati Uniti e i talebani hanno firmato un accordo che ha aperto la strada ai primi colloqui diretti tra i talebani e i rappresentanti della Repubblica afghana dal 2001; che l'accordo di pace tra gli Stati Uniti e i talebani non menziona i diritti umani o le donne; che nel quadro dell'accordo tutte le parti hanno mantenuto l'impunità per i reati gravi nell'ambito del diritto internazionale; che il 13 aprile 2021 il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato il ritiro di tutte le truppe rimanenti in Afghanistan entro l'11 settembre 2021;

B. considerando che sono passati 20 anni dall'intervento illegale guidato dagli Stati Uniti e dalla NATO provocando innumerevoli vittime, sfollamenti di massa, un'economia paralizzata, la proliferazione del traffico di stupefacenti, il rafforzamento delle milizie armate e la militarizzazione generale della società; che ciò ha condotto a una situazione in cui non esiste un effettivo potere sovrano che governa il paese, mentre le numerose fazioni politiche e armate intrattengono legami con potenze straniere da cui spesso dipendono per i finanziamenti e la consulenza;

C. considerando che il The Washington Post ha pubblicato i risultati di un'indagine in cui i leader politici e militari dei governi statunitensi hanno riconosciuto di non poter vincere la guerra in Afghanistan, mentre in pubblico è stato affermato che la vittoria era possibile; che secondo le loro affermazioni si starebbero compiendo "costanti progressi" nella guerra, talvolta con l'intenzione di giustificare l'invio di più truppe, e che erano ben consapevoli dell'insuccesso dell'occupazione;

D. considerando che dal 2001 la CIA (Central Intelligence Agency) mantiene un'operazione antiterrorismo in Afghanistan; che la CIA ha reclutato, equipaggiato, addestrato e schierato forze paramilitari afghane per combattere le forze di Al Qaeda e talebane e, dal 2014, i militanti affiliati allo Stato islamico; che tali gruppi hanno ucciso, detenuto e fatto scomparire civili durante le incursioni notturne e hanno attaccato strutture sanitarie per le presunte cure somministrate ai combattenti insorti; che parallelamente a tali operazioni sono stati lanciati attacchi aerei e con droni;

E. considerando che secondo un'indagine della BBC il ministero della Difesa britannico e alcuni elementi all'interno delle forze armate hanno ripetutamente occultato le prove di crimini di guerra in Iraq e Afghanistan;

F. considerando che nel 2019 l'Afghanistan è stato identificato come il paese più bombardato con droni al mondo; che gli attacchi e gli attacchi di rappresaglia hanno causato gravi perdite di vite umane;

G. considerando che la situazione della sicurezza in tutto il paese continua a essere drammatica; che l'Afghanistan è stato classificato come il paese meno sicuro al mondo nel Global Peace Index 2020;

H. considerando che, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel 2020 gli sfollati interni in Afghanistan erano 4 milioni, il che costituisce un aumento rispetto ai 1,2 milioni del 2016 e al mezzo milione nel 2013; che molte di queste persone soffrono di insicurezza alimentare, di alloggi inadeguati, di accesso insufficiente alle strutture igienico-sanitarie e di mancanza di protezione, e che molti sono bambini classificati come particolarmente vulnerabili al rischio di lavoro minorile, abuso sessuale o potenziale reclutamento da parte di gruppi criminali e terroristici; che vi sono quasi 2,5 milioni di rifugiati registrati provenienti dall'Afghanistan; che essi comprendono la più ampia popolazione di rifugiati di lungo periodo in Asia e la seconda più grande popolazione di rifugiati al mondo;

I. considerando che, dopo la firma dell'accordo USA-talebani nel mese di febbraio, alcuni attacchi aerei statunitensi hanno causato vittime civili, in particolare l'attacco aereo del 17 febbraio nel distretto di Kushk a Herat, che ha distrutto una casa uccidendo tre donne e cinque bambini;

J. considerando che le forze talebane e altri gruppi armati hanno commesso frequentemente crimini di guerra e abusi dei diritti umani, compresi attacchi indiscriminati che hanno ucciso e ferito numerosi civili; che ciò non può tuttavia mai giustificare le violazioni del governo afghano o statunitense;

K. considerando che pur essendosi il Presidente Ashraf Ghani impegnato a vietare le incursioni notturne nel settembre 2019, tali operazioni da parte di forze speciali sono proseguite;

L. considerando che il 24 maggio 2021 si sono intensificati gli scontri tra le forze governative e non governative nella provincia orientale di Laghman, in cui sono stati utilizzati anche armi di piccolo calibro e lanciarazzi, che hanno interessato direttamente le aree residenziali private, e avrebbero ucciso tre civili costringendo 1 600 famiglie a raggiungere la città di Mehtarlam nella provincia di Laghman;

M. considerando che alla luce degli scontri in corso sono state sospese le attività di sostegno stagionale a favore della sicurezza alimentare del Programma alimentare mondiale per Alishang e i distretti di Alingar; che tali scontri fanno parte di combattimenti intensi in cui dall'inizio di maggio almeno cinque centri di distretti amministrativi sono caduti nelle mani dell'opposizione;

N. considerando che il 12 maggio 2020 l'ala che ospita il reparto di maternità gestito da Medici senza frontiere dell'ospedale Dasht-e Barchi di Kabul è stata attaccata provocando la morte di almeno 24 persone, tra cui cinque donne in travaglio, 10 puerpere, un operatore sanitario e tre neonati, ferendone altre 14; che contemporaneamente lo Stato islamico della provincia del Khorasan (ISKP) ha commesso un attacco suicida contro il funerale di un comandante della polizia a Nangarhar, uccidendo 24 persone e ferendone 82; che a seguito di tale attacco Medici senza frontiere ha sospeso il suo sostegno all'ospedale, adducendo la mancanza di indagini adeguate sull'incidente da parte delle autorità;

O. considerando che, secondo la relazione del primo trimestre 2021 della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA), si è registrato un aumento del 38 % delle vittime civili nei sei mesi successivi all'avvio dei negoziati di pace in Afghanistan nel settembre 2020 rispetto allo stesso periodo di un anno prima; che nei primi tre mesi del 2021 gli elementi antigovernativi hanno continuato a essere responsabili della maggior parte, ovvero il 61 %, di tutte le vittime civili, mentre le forze filogovernative hanno continuato a causare il 27 % del numero totale di vittime civili; che nel 2020 si sono registrate 8 820 vittime civili, ovvero 3 035 morti e 5 785 feriti; che nel 2020 le donne e i bambini hanno rappresentato insieme il 43 % di tutte le vittime civili;

P. considerando che il conflitto armato continua a causare traumi psicologici e povertà e ha reso molti civili dipendenti dagli aiuti umanitari, con un accesso limitato all'istruzione e alla giustizia;

Q. considerando che dall'inizio dello scoppio della pandemia di COVID-19 si è registrato un numero crescente di vittime civili e attacchi contro il personale sanitario e le strutture sanitarie;

R. considerando che le deboli infrastrutture sanitarie dell'Afghanistan sono state sopraffatte quando la COVID-19 si è propagata in tutto il paese; che sono stati registrati in totale 52 011 casi e 2 237 decessi, il che non rappresenta quasi certamente la vera portata dell'infezione nel paese; che nella maggior parte delle province afghane non vi è alcuna possibilità di sottoporsi a un test per la COVID-19 e che i campioni sono trasportati nella capitale;

S. considerando che il numero di persone che vivono in condizioni di povertà rimane elevato, attestandosi al 55 % della popolazione, e che tale cifra dovrebbe aumentare a causa del rallentamento economico causato dalla pandemia;

T. considerando che nel febbraio 2020 il ministero per le Questioni femminili ha segnalato un aumento dei casi registrati di violenza contro le donne, tra cui omicidi, aggressioni e stupri;

U. considerando che secondo le stime l'87 % delle donne afghane sono vittime di violenza di genere; che nell'indice di disuguaglianza di genere delle Nazioni Unite per il 2019 l'Afghanistan si colloca al 153° posto su 189 paesi; che secondo i dati il 62 % delle donne afghane ha subito molteplici forme di violenza, ossia quasi tre volte la media mondiale, che è già considerata eccezionalmente elevata; che persiste l'impunità per gli autori delle violenze di genere; che stando a quanto riferito dall'UNAMA persino i casi di omicidio e stupro spesso non arrivano mai in tribunale;

V. considerando che la partecipazione al governo da parte delle donne è rimasta limitata; che le poche donne al governo hanno subito intimidazioni, molestie e discriminazioni; che le donne non sono in grado di accedere alle risorse dell'ufficio a condizioni paritarie con quelle dei colleghi uomini e a loro è spesso negato il lavoro straordinario e il pagamento; che alle donne sono state ulteriormente negate adeguate opportunità nei ruoli decisionali e che le aggressioni che subiscono mentre lavorano negli uffici governativi sono state raramente oggetto di indagini, mentre i responsabili beneficiano di una persistente impunità; che prima dell'intervento degli Stati Uniti e dell'ascesa al potere dei Mujahideen negli anni 1970 e 1980 le donne in Afghanistan beneficiavano, sotto il Partito democratico popolare dell'Afghanistan, di libertà paragonabili alla situazione delle donne nell'UE; che da allora si è registrato un enorme regresso dei diritti delle donne;

W. considerando che l'ONG Logar Youth, l'organizzazione della società civile per i giovani di Logar, ha denunciato l'esistenza di una rete di pedofili nella regione di Logar; che almeno 546 minori sono stati vittime di abusi sessuali e aggressioni commessi da insegnanti e da esponenti delle autorità locali; che altre scuole secondarie della regione sono oggetto di indagini, in quanto si ritiene che migliaia di altri bambini possano essere stati oggetto di abusi; che diverse autorità, tra cui il governatore della regione e la polizia locale, hanno negato la verità di tali fatti; che diverse vittime sono state uccise dopo essere state identificate;

X. considerando che, nonostante gli abusi sessuali sui minori siano correttamente divulgati e la pratica abusiva del "bacha bazi" (i minori di sesso maschile sono vittime di abusi sessuali da parte di uomini più anziani) sia configurata come reato nel 2018, le autorità hanno compiuto pochi sforzi per porre fine all'impunità e assicurare che i responsabili rispondano delle loro azioni;

Y. considerando che i bambini continuano ad essere reclutati per combattere, in particolare dai gruppi armati e dalle forze di sicurezza afghane, dalle milizie filogovernative e dalla polizia locale, e sono oggetto di molteplici abusi, compresi gli abusi sessuali;

Z. considerando che, secondo l'UNAMA, l'Afghanistan continua a essere "uno dei paesi più letali al mondo per i bambini", in cui le forze filogovernative e antigovernative sono responsabili ciascuna di oltre 700 vittime di minori;

AA. considerando che, secondo l'UNICEF, oltre 2 milioni di ragazze restano fuori dal sistema scolastico e, secondo i dati del governo, circa 7 000 scuole nel paese non hanno edifici; che un elevato numero bambini continua a essere costretto al lavoro forzato o all'accattonaggio per strada;

AB. considerando che le condizioni sono più difficili per i giornalisti, gli operatori dei media e gli attivisti a causa della crescente insicurezza e delle uccisioni mirate di attivisti e giornalisti; che il governo ha introdotto un progetto di legge sui mass media che imporrebbe ulteriori restrizioni al diritto alla libertà di espressione;

AC. considerando che, secondo Amnesty International, gli attacchi contro i difensori dei diritti umani in Afghanistan sono stati intensificati, ma che tali attacchi non sono oggetto di indagini e che i difensori dei diritti umani sono talvolta accusati di inventare le loro denunce;

AD. considerando che per la ricostruzione di un paese in pace è necessario rafforzare un sistema giudiziario indipendente, tutelare i diritti delle donne e dei bambini, proteggere la libertà dei media e stabilire come disarmare le milizie irregolari; che nel dicembre 2020 il governo afghano ha istituito la commissione congiunta per la protezione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti della società civile in Afghanistan;

AE. considerando che, poco prima dell'invasione del 2001, i governanti afghani avevano reso illegale la produzione di oppio e avevano quasi completato con successo un programma di eradicazione della produzione di oppio offrendo sovvenzioni agli agricoltori per cessare la produzione di oppio; che subito dopo l'invasione i livelli di produzione sono aumentati drasticamente; che la maggior parte dell'aumento della produzione era sotto il controllo diretto dei signori della guerra in partenariato con il governo degli Stati Uniti e con il sostegno di questi ultimi; che, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2018 l'Afghanistan è stato all'origine dell'82 % della produzione mondiale di oppio; che il traffico illecito di oppiacei alimenta ulteriormente l'instabilità e le insurrezioni e aumenta il finanziamento a gruppi terroristici in Afghanistan;

AF. considerando che l'azione congiunta UE-Afghanistan per il futuro in materia di questioni migratorie è stata introdotta come strumento per subordinare gli aiuti alla riammissione dei cittadini afghani nell'UE, e che è stata varata senza l'approvazione del Parlamento data l'assenza di un accordo ufficiale di riammissione; che, tra i richiedenti asilo nell'UE, gli afghani restano uno dei gruppi più numerosi; che gli Stati membri hanno messo a rischio l'incolumità di migliaia di afghani richiedenti asilo, anche dei minori non accompagnati, attraverso il rimpatrio coatto verso un paese in cui sono esposti al serio rischio di torture, rapimenti, morte e altri abusi dei diritti umani;

AG. considerando che, secondo la Commissione, dal 2002 l'UE ha fornito oltre 4 miliardi di EUR in aiuti allo sviluppo all'Afghanistan, il che rende l'Afghanistan il principale beneficiario dell'assistenza allo sviluppo dell'UE nel mondo; che l'economia rimane comunque gravemente danneggiate e dipendente dagli aiuti stranieri;

AH. considerando che, a seguito delle raccomandazioni dell'FMI e di altri attori, il governo afghano ha introdotto una serie di rigorose riforme neoliberali, inclusa un'imposta forfettaria, e ha diminuito i dazi doganali sulle importazioni dal 43 % al 5,3 %; che tali riforme non hanno prodotto alcun incremento significativo delle entrate dello Stato, generando disavanzi di bilancio e commerciali; che nell'aprile 2021 il FMI ha raggiunto un accordo a livello di personale sul programma di riforme economiche dell'Afghanistan nell'ambito dell'Extended Credit Facility (ECF);

AI. considerando che l'"approccio globale" della NATO è fallito, dando luogo alla subordinazione degli aiuti allo sviluppo agli obiettivi politici e militari; che tale approccio può coinvolgere determinati attori civili nel conflitto, in quanto sono considerati parte dello stesso dagli insorti;

AJ. considerando che nel marzo 2020 i giudici della camera d'appello della Corte penale internazionale (CPI) hanno deciso all'unanimità di autorizzare l'ufficio del procuratore della CPI, Fatou Bensouda, ad avviare un'indagine sui presunti crimini commessi in territorio afghano dal 1º maggio 2003, nonché su altri presunti crimini che hanno un nesso con il conflitto armato in Afghanistan, ma che sono stati commessi sul territorio di altri Stati parte della CPI nel periodo dal 1º luglio 2002; che l'amministrazione statunitense ha imposto sanzioni, tra cui il congelamento dei beni, nei confronti del procuratore della CPI, che dal 2003 era pronto a condurre un'indagine sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanità perpetrati da tutte le parti coinvolte nel conflitto;

AK. considerando che l'Afghanistan sembra entrare in una fase di maggiore instabilità; che proprio questa settimana vi sono state numerose segnalazioni di ulteriori omicidi e decessi di forze governative, con un drastico aumento del controllo dei talebani sulle zone precedentemente occupate dal governo; che la prospettiva di una risoluzione pacifica attraverso nuove elezioni nazionali appare sempre più improbabile;

1. sottolinea che, in occasione del 20º anniversario dell'intervento guidato dagli Stati Uniti e dalla NATO, che ha provocato innumerevoli vittime, l'autosufficienza e la sovranità dello Stato afghano non sono ancora garantite; ricorda che tale presenza militare, e in particolare le sue operazioni offensive, hanno alimentato ulteriormente una parte del conflitto; si compiace del fatto che gli Stati Uniti sotto la presidenza di Joe Biden abbiano fissato all'11 settembre 2021 il termine per l'uscita completa delle truppe dall'Afghanistan;

2. denuncia la lunga storia di interventi militari falliti e illegali della NATO che hanno provocato tanta distruzione, destabilizzazioni, sfollamenti e morti in Asia occidentale e in Africa settentrionale in particolare, dando spesso potere alle forze estremiste nel processo; chiede lo scioglimento della NATO, lo smantellamento del complesso industriale militare e la promozione delle relazioni diplomatiche con i nostri vicini sulla base del rispetto reciproco, dei fatti e del diritto internazionale;

3. accoglie con favore l'accordo di pace, sebbene manchino garanzie in materia di diritti umani; sottolinea che il processo di pace deve essere a guida e titolarità afghane; invita l'UE a sostenere il governo afghano nella sua ricerca di un processo di pace e di riconciliazione globale e inclusivo, a guida e titolarità afghane, che coinvolga attivamente l'intera società civile e tutte le parti in conflitto, inclusi – dopo un cessate il fuoco – i combattenti, i ribelli e i gruppi di milizie, essendo questo l'unico modo di trovare una soluzione duratura al conflitto;

4. esprime preoccupazione per il fatto che la situazione della sicurezza in tutto il paese rimane disastrosa, con livelli elevati di violenza contro i civili e le forze di sicurezza afghane, anche quando i talebani si sono astenuti dall'attaccare le forze statunitensi;

5. condanna l'attacco aereo statunitense del 17 febbraio nel distretto di Kushk a Herat, che ha distrutto una casa uccidendo tre donne e cinque bambini, proprio pochi giorni dopo la firma dell'accordo di pace;

6. esprime preoccupazioni per l'attuale situazione politica in Afghanistan; osserva che la maggioranza degli afghani vuole la pace, ma desidera anche preservare l'attuale sistema costituzionale che garantisce la democrazia, le libertà personali, la libertà dei media e i diritti delle donne; esprime profonda preoccupazione per il fatto che i talebani abbiano fatto poco per rassicurare i cittadini che le loro opinioni sono cambiate rispetto all'estrema coercizione che è stata brutalmente applicata negli anni 1990;

7. invita l'UE e i suoi Stati membri a intensificare con urgenza gli sforzi per sostenere i quattro milioni di sfollati interni del paese, che sono stati lasciati gravemente esposti durante la pandemia di COVID-19;

8. sottolinea che la COVID-19 ha causato difficoltà umanitarie ed economiche che si sono aggiunte alla già grave povertà, all'insicurezza alimentare e alla vulnerabilità climatica in un sistema economico e sociale già fragile; invita l'UE e gli Stati membri a fornire assistenza economica e sociale alla Repubblica islamica di Afghanistan;

9. invita l'Afghanistan a proteggere tutti i minori all'interno della sua giurisdizione da ogni forma di abuso, compreso l'abuso sessuale, e a garantire che i responsabili rispondano delle loro azioni, in linea con le norme internazionali in materia di diritti dei minori stabilite nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Afghanistan nel 1994; esorta le autorità afghane ad applicare pienamente il piano d'azione firmato dalle Nazioni Unite e dall'Afghanistan il 30 gennaio 2011 a Kabul per quanto riguarda la pratica del "bacha bazi" e la riabilitazione dei minori vittime di abusi sessuali;

10. invita le autorità ad applicare tempestivamente il proprio codice penale che vieta gli abusi sui minori e a sradicarli nella pratica; invita le autorità a garantire che tutti i casi di violenza sessuale contro i ragazzi, compresi i casi in cui sono coinvolti funzionari, siano oggetto di indagini tempestive e imparziali, e che i responsabili siano chiamati a risponderne; ritiene che la generale impunità per gli abusi sui minori possa essere configurata come tortura e maltrattamenti; esorta il governo afghano ad avviare una campagna nazionale per educare la società al divieto del "bacha bazi" e al diritto dei minori di essere protetti da tali abusi fisici;

11. denuncia gli attacchi contro i difensori dei diritti umani, gli attivisti e le ONG ed esprime profonda preoccupazione per le vessazioni giudiziarie e le campagne diffamatorie ai danni di eminenti difensori dei diritti umani e delle loro organizzazioni; esorta le autorità a garantire che tali gruppi siano in grado di svolgere le loro legittime attività in materia di diritti umani senza timore di rappresaglie e senza alcun vincolo, comprese le vessazioni giudiziarie;

12. invita l'UE a sostenere il governo afghano nella sua ricerca di un processo di pace e di riconciliazione globale e inclusivo, a guida e titolarità afghane, che coinvolga attivamente l'intera società civile e tutte le parti in conflitto, inclusi – dopo un cessate il fuoco – i combattenti, i ribelli e i gruppi di milizie, essendo questo l'unico modo di trovare una soluzione duratura al conflitto;

13. invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario, come pure i diritti di tutti i membri della società, in particolare delle minoranze, delle donne e dei minori, che risentono in maniera sproporzionata della situazione;

14. invita l'UE a sostenere attivamente un programma a guida afghana per il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento nella società degli ex ribelli; chiede inoltre che sia fornito sostegno al governo afghano per sciogliere e disarmare immediatamente tutte le forze paramilitari che operano al di fuori della normale catena di comando militare e per cooperare con indagini indipendenti riguardo a tutte le accuse di crimini di guerra e altri abusi contro i diritti umani; chiede, in particolare, indagini tempestive e imparziali sulle attuali accuse di detenzioni segrete e sparizioni forzate, che le persone detenute illegalmente siano localizzate e rilasciate e che i responsabili siano perseguiti, anche per quanto concerne la responsabilità di comando;

15. chiede all'UE, ai suoi Stati membri e agli Stati Uniti di garantire che i presunti crimini di guerra perpetrati con la partecipazione di funzionari militari o pubblici dei loro paesi siano oggetto di un'indagine adeguata ed efficace da parte di un organismo totalmente indipendente e, se del caso, che i responsabili siano processati senza ingerenze politiche da parte di qualsiasi membro del governo; chiede che tutti i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni, compresi tutti coloro che si trovano nella catena di comando diretta e indiretta, come gli alti ufficiali e ministri responsabili delle forze armate;

16. insiste sul fatto che la lotta contro i gruppi terroristici può essere efficace solo se affrontiamo le cause del terrorismo e, in particolare, i problemi legati alla disuguaglianza, alla disoccupazione e alla povertà; sottolinea il fatto che gli attentati terroristici non dovrebbero costituire un pretesto per derogare allo Stato di diritto e limitare i diritti umani e le libertà fondamentali; ritiene che gli attacchi terroristici non debbano essere utilizzati per combattere nessuna forma di opposizione o per commettere reati, in particolare reati extragiudiziali;

17. ricorda che il Pakistan si distingue per la portata dei suoi obiettivi e per il rilievo dei suoi sforzi, che includono la sollecitazione di finanziamenti per i talebani, il finanziamento delle operazioni dei talebani, la fornitura di sostegno diplomatico in qualità di emissari virtuali dei talebani all'estero, l'organizzazione di corsi di formazione per i combattenti talebani, il reclutamento di personale qualificato e di manodopera non qualificata da impiegare negli eserciti talebani, la pianificazione e la direzione delle offensive, la fornitura e l'agevolazione delle spedizioni di munizioni e carburante e, in diverse occasioni, la fornitura diretta di supporto bellico; esorta il Pakistan a rispettare la sovranità dell'Afghanistan e a smettere di agevolare l'attività dei talebani e di altri gruppi militanti nella regione; invita i paesi direttamente vicini a impegnarsi in colloqui pacifici e produttivi con il governo afghano al fine di contrastare l'ascesa dei gruppi terroristici nella regione;

18. accoglie con favore la decisione della CPI di autorizzare l'ufficio del procuratore della CPI, Fatou Bensouda, ad avviare un'indagine su presunti crimini commessi sul territorio dell'Afghanistan dal 1º maggio 2003; condanna le minacce degli Stati Uniti nei confronti di coloro che collaborano con le indagini della CPI; condanna, a tale riguardo, la decisione dei giudici della CPI di respingere la richiesta del procuratore di avviare un'indagine sui crimini di guerra e sulle violazioni dei diritti umani commessi in Afghanistan, asserendo la mancanza di piena cooperazione statale e vincoli di bilancio; deplora che tale decisione possa indebolire ulteriormente la credibilità della CPI;

19. ritiene che dovrebbe esserci un'indagine indipendente sotto l'egida delle Nazioni Unite, in particolare in merito alle uccisioni extragiudiziali compiute con i droni, allo scopo di porre fine alla cultura dell'impunità quale elemento fondamentale del processo di stabilizzazione in Afghanistan e al fine di creare fiducia tra i cittadini;

20. invita gli Stati membri a porre immediatamente fine alle espulsioni verso l'Afghanistan e a regolarizzare i richiedenti asilo afghani, poiché la situazione dimostra chiaramente che l'Afghanistan non è un paese sicuro; invita l'UE e gli Stati membri a cessare di vincolare gli aiuti ai rimpatri e all'esternalizzazione dei controlli alle frontiere dell'UE;

21. sottolinea la necessità di una cooperazione regionale inclusiva con l'obiettivo di promuovere la pace, la stabilità e la sicurezza a lungo termine nella regione nel suo complesso; è favorevole all'adozione di un nuovo approccio alla situazione della sicurezza in Afghanistan e nei paesi confinanti, sotto forma di un forum multilaterale per il dialogo e i negoziati tra i paesi e le regioni interessati, nell'ambito del quale vengano trattati gli impegni in ambito politico, sociale, economico, ambientale nonché in materia di sicurezza e di diritti umani; sottolinea che tale forum potrebbe segnare un approccio nuovo e costruttivo basato sulla titolarità, l'autodeterminazione e le responsabilità degli Stati nei confronti dei loro cittadini e tra di essi; evidenzia che tale forum dovrebbe essere avviato in collaborazione con l'Organizzazione per la Cooperazione islamica e le Nazioni Unite;

22. prende atto della mancanza di progressi sostanziali in materia di diritti umani e diritti fondamentali, in particolare per quanto riguarda le donne e le ragazze in Afghanistan; è allarmato dalla crescente recrudescenza della violenza nei confronti delle donne e dalla soppressione dei loro diritti; esprime profonda preoccupazione per il fatto che le donne afghane continuino a essere vittime di discriminazioni, violenze, abusi sessuali e stupri nel quadro della sharia; rinnova l'invito al parlamento e al governo dell'Afghanistan ad abrogare tutte le leggi che contengono qualsiasi discriminazione nei confronti delle donne e violano i trattati internazionali sottoscritti dall'Afghanistan; invita il governo ad attuare ulteriormente il piano d'azione nazionale per le donne dell'Afghanistan e a finanziarlo in modo adeguato attuando anche la legge sull'eliminazione della violenza nei confronti delle donne e la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna; sostiene pienamente l'attuazione integrale della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza e altre misure nazionali per promuovere la parità di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze in Afghanistan, nonché per combattere la violenza contro le donne;

23. incoraggia il governo afghano a impegnarsi nella creazione di una magistratura indipendente e a garantire la libertà di stampa;

24. invita le autorità afghane a commutare tutte le sentenze capitali e a reintrodurre una moratoria delle esecuzioni, nell'ottica di pervenire all'abolizione definitiva della pena di morte; invita inoltre il governo afghano a porre fine a tutte le forme di tortura e abuso, in particolare nelle carceri;

25. esprime preoccupazione per l'elevato tasso di disoccupazione, in particolare tra i giovani afghani, il mancato accesso alle cure mediche e all'istruzione primaria, il pessimo stato del sistema sanitario e il fatto che oltre la metà della popolazione viva in condizioni di povertà; sottolinea la necessità di provvedere affinché la strategia dell'UE per l'Afghanistan ponga innanzitutto l'accento sulla politica di sviluppo, in particolare nelle zone rurali, dove vive la maggior parte della popolazione, e sulla riduzione della povertà, nonché sugli aiuti allo sviluppo ai fini del potenziamento delle infrastrutture pubbliche in Afghanistan, in modo da creare i posti di lavoro di cui vi è urgente bisogno e affrancare così il paese dalla dipendenza dai donatori stranieri; continua a nutrire preoccupazione per lo scarso successo finora ottenuto dalle misure intese a eliminare gradualmente la coltivazione di oppio in Afghanistan; chiede la creazione di mezzi di sussistenza alternativi praticabili e di misure per contribuire a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni che vivono nelle zone rurali in generale;

26. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento dell'Afghanistan, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, alle Nazioni Unite e alla NATO.

 

Ultimo aggiornamento: 9 giugno 2021
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