Relazioni UE-USA alla luce dell'esito delle elezioni presidenziali statunitensi (discussione)
Nicola Procaccini, a nome del gruppo ECR. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, il risultato delle elezioni americane non cambierà il rapporto tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America.
Abbiamo un legame di cultura, di storia, di sangue e di sogni che non può essere scalfito da niente e da nessuno. Le elezioni americane non danneggeranno le relazioni con l'Unione europea, ma hanno fatto scoppiare la "bolla di Bruxelles".
Non siamo abituati a festeggiare le elezioni altrui, eppure la frustrazione della sinistra europea meriterebbe di essere festeggiata. Alto rappresentante Borrell, mi auguro che il Suo tono funereo e triste sia figlio del dibattito precedente e non di questo di adesso.
La mia sensazione è che non vi aspettavate la vittoria di Donald Trump e non riuscite a comprenderla, non riuscite a capire come sia potuta accadere, perché la sinistra europea non conosce nessuno di coloro che l'hanno votato.
Anzi, quegli uomini e quelle donne a voi fanno ribrezzo e non avete paura di nasconderlo: non conoscete gli operai della rust belt, né i piccoli imprenditori che falliscono e si rialzano; non conoscete gli agricoltori e gli allevatori delle aree rurali; non conoscete le famiglie che ogni giorno vivono nel terrore delle grandi città devastate dalle droghe e dall'immigrazione illegale. Però conoscete i cantanti e le attrici di Hollywood, i giornalisti della CNN, gli accademici della Columbia University, e nessuno di loro votava per Trump.
La verità è che il popolo ha sempre una sua saggezza e la sinistra non è in grado di comprenderla, né di qua né di là dell'Oceano Atlantico.
Con la nuova amministrazione americana dovremo rapportarci senza pregiudizi politici. Sappiamo che la politica estera statunitense storicamente è molto più stabile di quella europea.
Facciamo la nostra parte, rafforzando la colonna europea della NATO, rilanciando la nostra competitività senza frenarla con gli eccessi ideologici degli anni passati.
In America ha vinto un conservatore repubblicano, perché la vera rivoluzione oggi è conservare, non distruggere: ovunque nel mondo, anche in Europa.