Presentazione del collegio dei commissari e del suo programma da parte della Presidente eletta della Commissione (discussione)
Nicola Procaccini, a nome del gruppo ECR. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'ECR ha una sua identità politica. Siamo un gruppo che si batte per la conservazione dei valori che hanno fondato l'Europa. Siamo uomini e donne fermi nelle proprie convinzioni ma anche misurati nel modo di esporle.
Manteniamo un certo stile britannico, se me lo consentite, malgrado l'Inghilterra abbia lasciato l'Unione europea e con essa i Tories che fondarono l'ECR.
Infatti, abbiamo assistito con un certo distaccato divertimento allo psicodramma delle sinistre, in preda alle convulsioni per una vicepresidenza assegnata ad un conservatore italiano. La collega Aubry ieri ha detto: "I gruppi della sinistra hanno ceduto su tutta la linea".
Io credo invece, più semplicemente, che i cittadini europei abbiano espresso il loro punto di vista alle elezioni europee e nazionali e che questo vada tenuto in considerazione, soprattutto dalla Presidente della Commissione, a cui devo riconoscere di aver resistito con dignità e coraggio alle pressioni delle sinistre.
Ogni volta, e dovunque si è votato, la sinistra ha perso le elezioni e la composizione di quest'Aula ce lo spiega più di 1 000 pensose analisi politiche.
Ciononostante, non esiste una maggioranza di centrodestra, perché non esiste un vincolo di maggioranza: non c'è mai stato, neanche nei cinque anni passati, quando, grazie a numeri ben diversi dagli attuali, i socialisti bullizzavano i popolari, Timmermans bullizzava von der Leyen e tutti insieme bullizzavano i cittadini europei con un feroce radicalismo verde.
Fortunatamente le maggioranze qui si formano sui contenuti e possono cambiare ad ogni votazione. Noi resteremo fedeli a noi stessi. Abbiamo sostenuto i commissari indicati dai governi nazionali senza risparmiare loro le nostre critiche durante le audizioni, ma rispettando la prerogativa degli Stati membri di nominare il proprio commissario.
E daremo libertà di voto oggi, perché ogni nostra delegazione ha il diritto di scegliere, di decidere in base al proprio interesse nazionale. Questo non significa essere euroscettici o antieuropeisti: questo vuol dire amare l'idea originale e meravigliosa di un'Europa dei popoli, "unita nella diversità".