L'ambiente repressivo in Afghanistan, comprese le esecuzioni pubbliche e la violenza nei confronti delle donne
Alessandra Moretti (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mia amica Zara, riuscita miracolosamente a scappare da Kabul nell'agosto del 2021, ha un motto "Donne per le donne". Lo rivolge prima di tutto a se stessa, perché nonostante sia riuscita a trasferirsi in Italia e a riconquistare le sue libertà, non può dimenticare tutte le donne, le ragazze e le bambine rimaste in Afghanistan.
Sono diventate persone senza volto, senza diritti, senza futuro. Sì, perché privando le giovani dell'istruzione, della possibilità di lavorare o persino di curarsi, viene messo a rischio il loro futuro, la loro vita.
Sono passati due anni e mezzo dalla presa di potere da parte dei talebani e io vorrei che ognuno di noi, in questo Parlamento, facesse proprio il motto "Donne per le donne". Siamo noi, nati nella parte fortunata del mondo, noi che possiamo parlare liberamente, scrivere, esprimerci attraverso l'arte, siamo noi che dobbiamo tenere alta l'attenzione sul futuro delle donne e delle ragazze afghane e fare in modo che tornino ad essere artefici del loro destino e protagoniste della rinascita del loro Paese.