Riconoscimento dei periodi di studio all'estero
2.6.2017
Interrogazione con richiesta di risposta orale O-000048/2017
alla Commissione
Articolo 128 del regolamento
Victor Negrescu, Daniele Viotti, Julie Ward, Viorica Dăncilă, Simona Bonafè, Miroslav Poche, Hilde Vautmans, Miriam Dalli, Krystyna Łybacka, Ivan Štefanec, Alessia Maria Mosca, Sirpa Pietikäinen, Nathalie Griesbeck, István Ujhelyi, Terry Reintke, Milan Zver, Paul Tang, Eva Maydell, Alain Lamassoure, Helga Trüpel, Claudiu Ciprian Tănăsescu, Sorin Moisă, Victor Boştinaru, Emilian Pavel, Dan Nica, Maria Grapini, Siegfried Mureşan, Jean-Paul Denanot, Ulrike Lunacek, Agnes Jongerius, Kati Piri, Pina Picierno, Sylvie Guillaume, Tomáš Zdechovský, Brando Benifei, Eider Gardiazabal Rubial, Enrique Calvet Chambon, Momchil Nekov, Krišjānis Kariņš
Grazie allo status di residente delle loro famiglie e ai programmi di scambio della scuola secondaria, gli alunni possono beneficiare della mobilità all’interno dell’Unione europea. Tuttavia, il diritto alla libera circolazione degli alunni e delle loro famiglie non è ufficialmente riconosciuto, cosa che ostacola la loro mobilità. In realtà, i periodi di studio all’estero degli alunni sono riconosciuti soltanto: 1) se sono finanziati a titolo del programma Erasmus+ e 2) in alcuni Stati membri, a seconda della legislazione nazionale. L’esempio positivo fornito da questi Stati membri dovrebbe essere considerato un modello da seguire.
La situazione attuale ostacola la mobilità professionale dei genitori e significa che l’enorme potenziale della mobilità ai fini dell’apprendimento fin dall'età giovanile, per promuovere la cittadinanza europea e contribuire all’acquisizione di competenze interculturali, è sottoutilizzato.
In che modo intende la Commissione assicurare che gli Stati membri garantiscano la libertà di circolazione alle famiglie che cambiano il proprio luogo di residenza, insieme ai loro figli in età scolare, nonché agli alunni che vogliono trascorrere un periodo di studio all’estero?
In che modo intende utilizzare a tal fine le iniziative in corso, come la Nuova agenda per le competenze e la raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale?