Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 luglio 2015 sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro (2014/2238(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Iniziativa per favorire l'occupazione verde: sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro" (COM(2014)0446),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Piano d'azione verde per le PMI" (COM(2014)0440),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti " (COM(2014)0398),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Exploiting the employment potential of green growth" (Sfruttare il potenziale di occupazione offerto dalla crescita verde) (SWD(2012)0092),
– viste le conclusioni del Consiglio del 6 dicembre 2010 sulle politiche dell'occupazione per un'economia competitiva, a bassa emissione di CO2, efficiente sotto il profilo delle risorse e verde,
– vista la decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione,
– visto il parere del Comitato delle regioni dal titolo "Piano d'azione verde per le PMI e Iniziativa per favorire l'occupazione verde",
– visto lo studio del 2014 dell'OCSE e del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale intitolato "Greener Skills and Jobs, OECD Green Growth Studies" (Competenze e posti di lavoro verdi, studio dell'OCSE sulla crescita verde),
– vista la relazione dell'Osservatorio europeo dell'occupazione, dell'aprile 2013, dal titolo "Promoting green jobs throughout the crisis: a handbook of best practices in Europe 2013" (Promozione di posti di lavoro verdi durante la crisi: un manuale delle migliori pratiche in Europa per il 2013),
– vista la relazione del 2011 dell'Organizzazione internazionale del lavoro e del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale dal titolo "Skills for green jobs: a global view: synthesis report based on 21 country studies" (Competenze per lavori verdi, una panoramica globale: relazione di sintesi basata su 21 studi per paese),
– vista la relazione del 2010 del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale dal titolo "Skills for green jobs – European synthesis report" (Competenze per lavori verdi - relazione di sintesi a livello europeo),
– viste le relazioni di Eurofound dal titolo "Le relazioni industriali e la sostenibilità: il ruolo delle parti sociali nella trasformazione verso un'economia verde" (2011), "Rendere più ecologica l'economia europea: risposte e iniziative degli Stati membri e delle parti sociali" (2009) e "Verso un'industria verde nell'Unione europea: previsione e gestione degli effetti dell'ecologizzazione sulla quantità e la qualità dei posti di lavoro" (2013),
– visto il documento di lavoro del CFE-LEED dell'OCSE, dell'8 febbraio 2010, dal titolo "Green jobs and skills: the local labour market implications of addressing climate change" (Posti di lavoro e competenze verdi: implicazioni della lotta al cambiamento climatico sul mercato locale dell'occupazione),
– vista la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) di "lavoro verde" quale impiego dignitoso che contribuisce a preservare o ripristinare la qualità dell'ambiente, sia che si tratti del settore dell'agricoltura, dell'industria, dei servizi o dell'amministrazione,
– vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sull'ecoinnovazione - occupazione e crescita mediante la politica ambientale(1),
– vista la sua risoluzione del 15 marzo 2012 su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050(2),
– vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile(3),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0204/2015),
A. considerando che tendenze globali come l'uso non efficiente delle risorse, la pressione insostenibile sull'ambiente e i cambiamenti climatici si avvicinano a limiti oltre i quali non è possibile scongiurare conseguenze irreversibili sulle società e l'ambiente naturale e che la crescita costante dell'esclusione e delle disuguaglianze sociali rappresenta una sfida per le società;
B. considerando che nella sua relazione del 2015 l'Agenzia europea dell'ambiente ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle misure attuali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di tutela della biodiversità, riduzione dell'impiego di combustibili fossili, lotta ai cambiamenti climatici e prevenzione del loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente;
C. considerando che la mancanza di una risposta programmatica coerente per affrontare tali sfide comuni rischia di lasciare inutilizzata una parte significativa del potenziale della transizione verde e socialmente inclusiva di creare posti di lavoro sostenibili;
D. considerando che, in risposta a tali minacce, si assiste alla nascita di nuovi settori, al cambiamento di molti altri e al declino di altri ancora, come quelli fortemente inquinanti; che è necessario concentrare l'attenzione sull'innovazione e sulle modalità per ridurre l'inquinamento; che, con riferimento ad alcuni settori in declino, occorre prestare particolare attenzione ai lavoratori per quanto riguarda la riqualificazione e un'occupazione alternativa; che gli investimenti nei settori resi prioritari dall'agenda sui lavori verdi della Commissione, compresi il riciclo, la biodiversità, l'efficienza energetica, la qualità dell'aria e tutte le tecnologie legate alle energie rinnovabili, come l'energia rinnovabile offshore, sono in grado di favorire notevolmente la creazione di occupazione anche nelle zone meno densamente popolate;
E. considerando che, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, il settore dei beni e dei servizi verdi è cresciuto di oltre il 50% tra il 2000 e il 2011, generando più di 1,3 milioni di posti di lavoro, e che, stando ai calcoli della Commissione, l'economia basata sulle energie rinnovabili porterà alla creazione in Europa di 20 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020; che una politica dell'UE ambiziosa e coerente, gli investimenti nelle energie rinnovabili, la gestione delle foreste, l'agricoltura sostenibile e la tutela del suolo (per prevenire e contrastare l'instabilità idrogeologica) sono in grado di favorire in modo significativo la creazione di posti di lavoro;
F. considerando che l'obiettivo dello sviluppo sostenibile è sancito dal trattato di Lisbona e che il suo conseguimento implica che le questioni ambientali siano trattate alla stregua di quelle economiche e sociali;
G. considerando che la strategia Europa 2020 per la promozione di economie intelligenti, sostenibili e inclusive riconosce il ruolo fondamentale della transizione verso economie verdi e socialmente eque;
H. considerando che le rigidità del mercato del lavoro ostacolano la creazione di occupazione, mentre un mercato del lavoro dell'UE competitivo può contribuire a raggiungere gli obiettivi occupazionali di Europa 2020;
I. considerando che l'UE e i suoi Stati membri si sono assunti l'impegno, in occasione della conferenza prevista dalla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Cancún del 2010, di garantire una giusta transizione della forza lavoro, che crei posti di lavoro dignitosi e di qualità; che una giusta transizione generale verso un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale deve essere ben gestita affinché possa contribuire all'obiettivo di creare occupazione sostenibile e a lungo termine per tutti, compresi, a titolo esemplificativo, i posti di lavoro altamente qualificati, nonché generare inclusione sociale e portare all'eliminazione della povertà;
J. considerando che i cinque pilastri di una giusta transizione includono la consultazione/voce dell'Unione, gli investimenti in lavori verdi e dignitosi, le competenze verdi, il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani, la tutela sociale dei lavoratori e delle comunità impegnati in prima linea nella transizione da un'economia ad alte emissioni a una a basse emissioni di carbonio;
K. considerando che la partecipazione dei lavoratori alla transizione è essenziale per rafforzare la consapevolezza ambientale e la comprensione dell'importanza dell'efficienza delle risorse e per ridurre l'impatto sull'ambiente;
L. considerando che le possibilità di espandere l'occupazione verde sono ostacolate dalla carenza o dal mix errato di competenze dovuti a vari fattori, tra cui le differenze dei programmi di studio legati alla sostenibilità, le lacune individuate in settori particolari, la mancanza di studenti con le necessarie competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico e nelle discipline informatiche, nonché la concentrazione di genere piuttosto che la parità di genere in determinati settori;
M. considerando che, come dimostrato, gli investimenti nell'efficienza energetica e delle risorse, lo sviluppo di una catena di approvvigionamento mediante una chiara strategia industriale e lo spostamento del carico fiscale dal lavoro ad altre fonti sono in grado di avere un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro;
N. considerando che l'Europa è chiamata a competere in un contesto globale e che costi energetici accessibili, il completamento del mercato interno dell'UE e un migliore contesto per gli investimenti sono determinanti ai fini della crescita sostenibile e della creazione di occupazione;
O. considerando che determinati settori, come la riqualificazione energetica degli edifici, sono legati a siti specifici e non possono essere trasferiti all'estero o delocalizzati;
P. considerando che l'incertezza e la mancanza di coerenza nella direzione programmatica e l'assenza di obiettivi chiari ostacolano gli investimenti, lo sviluppo delle competenze, la ricerca e lo sviluppo e compromettono, di conseguenza, la formazione di opportunità occupazionali;
Q. considerando che una maggiore consapevolezza, da parte della società, dell'importanza dell'economia verde rafforzerebbe le opportunità occupazionali;
R. considerando che obiettivi chiari e definiti di medio e lungo termine, compresi quelli dell'UE in materia di efficienza energetica e inquinamento, possono essere importanti fattori di cambiamento e che anche il regolamento dell'UE svolge un ruolo essenziale in proposito; che investimenti mirati, anche nello sviluppo all'interno dell'Unione di catene di approvvigionamento che portino alla creazione di posti di lavoro, dovrebbero derivare da un chiaro quadro di riferimento strategico ed essere coerenti con esso;
S. considerando che il settore pubblico e le autorità locali e regionali possono svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare la transizione verso un'economia verde e creare mercati del lavoro inclusivi;
T. considerando che iniziative come Ecolabel, EMAS, GPP e simili contribuiscono a generare posti di lavoro verdi;
U. considerando che le micro-imprese e le piccole e medie imprese sono una delle principali fonti di occupazione nell'UE, essendo responsabili di ben oltre l'80% dei posti di lavoro totali e avendo svolto un ruolo guida in molti settori "verdi", ma possono incontrare particolari difficoltà nel prevedere le competenze necessarie e sfruttare pienamente il potenziale occupazionale;
V. considerando che gli orientamenti integrati sono un aspetto chiave del coordinamento delle politiche economiche e occupazionali degli Stati membri, rappresentano la base delle raccomandazioni specifiche per paese e dovrebbero sostenere gli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda l'occupazione, anche attraverso la promozione della creazione di posti di lavoro di qualità, inclusi i lavori verdi;
W. considerando che anche le donne devono trarre vantaggio dalla creazione di posti di lavoro verdi dignitosi e che occorre infrangere il cosiddetto "soffitto di vetro";
X. considerando che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla crisi e dalle politiche di austerità e che i posti di lavoro verdi hanno dimostrato di avere una maggiore resistenza alle crisi rispetto ad altri;
Y. considerando che i settori a basse emissioni di carbonio tendono a registrare una maggiore produttività e che le relative quote salariali sono diminuite di meno rispetto alle prime 15 industrie ad alte emissioni;
Z. considerando che, secondo i dati di Eurobarometro sui lavori verdi nelle PMI, il risparmio energetico, la riduzione dei rifiuti e la diminuzione del consumo di materie prime sono diventate misure convenienti dal punto di vista economico;
Verso un'economia verde – Opportunità per il mercato del lavoro
1. sottolinea che una transizione verso società ed economie sostenibili, compresi modelli di produzione e consumo sostenibili, è potenzialmente in grado sia di creare nuova occupazione di qualità che di trasformare quella esistente in posti di lavoro verdi in quasi tutti i settori e lungo l'intera catena del valore, dalla ricerca alla produzione, alla distribuzione e alla manutenzione, nonché nei nuovi settori verdi ad alta tecnologia come le energie rinnovabili, in quelli tradizionali come il settore manifatturiero e l'edilizia, oppure nel settore dell'agricoltura e della pesca o in quello dei servizi, come il turismo, la ristorazione, i trasporti e l'istruzione; sottolinea nel contempo che, oltre a creare un numero elevato di posti di lavoro, gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica contribuiscono a mantenere la competitività economica e industriale dell'Europa e a ridurne la dipendenza energetica;
2. evidenzia che due terzi dei servizi offerti dalla natura, tra cui terreni fertili, acqua potabile e aria pulita, sono in declino e che il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità si avvicinano a limiti oltre i quali non è possibile scongiurare conseguenze irreversibili sulle società e l'ambiente naturale;
3. sottolinea che una crescita economica continua è possibile solo se si tiene conto dei limiti dell'ambiente; evidenzia, in questo contesto, che un'economia verde e circolare è in grado di fornire soluzioni per l'ambiente, l'economia e la società in generale;
4. pone l'accento sul fatto che la piena attuazione della legislazione in materia di ambiente e il miglioramento dell'integrazione ambientale e della coerenza programmatica fra le diverse politiche settoriali dell'UE sono essenziali per sfruttare appieno il potenziale dell'economia verde e creare quindi posti di lavoro verdi;
5. ricorda che, nella sua relazione del 2015, l'Agenzia europea dell'ambiente ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle misure attuali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di tutela della biodiversità, riduzione dell'impiego di combustibili fossili, lotta ai cambiamenti climatici e prevenzione del loro impatto sulla salute umana e la qualità dell'ambiente;
6. segnala che la transizione presenta grandi potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro locali che non possono essere delocalizzati, in ambiti che non possono essere trasferiti all'estero e in settori colpiti dalla crisi come quello dell'edilizia; osserva che è chiaramente dimostrato che la transizione verde produrrà, nel complesso, un impatto positivo sull'occupazione, a riprova del fatto che le attività economiche sostenibili, come il risparmio energetico e l'agricoltura biologica, sono caratterizzate da un largo impiego di manodopera rispetto a quelle che vanno a sostituire e potrebbero permettere alle regioni di diventare più autosufficienti;
7. ritiene opportuno adottare una definizione condivisa di "lavoro verde", che richiami quella dell'OIL e della conferenza internazionale degli statistici;
Giusta transizione e creazione di posti di lavoro sostenibili e di qualità
8. accoglie con favore la dichiarazione della Commissione secondo cui la ristrutturazione dovrebbe essere gestita in un modo socialmente responsabile, tenendo conto nel contempo dell'esigenza delle imprese di innovarsi e ristrutturarsi;
9. ritiene essenziale offrire agli attuali lavoratori opportunità adeguate per acquisire le nuove competenze richieste dall'economia circolare, onde sfruttare al massimo il potenziale occupazionale netto dell'economia verde;
10. invita gli Stati membri a incoraggiare politiche intese a mettere in sicurezza e riqualificare gli edifici pubblici per incrementare l'efficienza energetica e ridurre i consumi;
11. invita gli Stati membri e la Commissione, ove del caso, a impegnarsi a favore di una tabella di marcia verso una giusta transizione, al fine di perseguire obiettivi ambiziosi in materia ambientale, promuovendo i seguenti aspetti: protezione sociale e remunerazione adeguate, occupazione a lungo termine e condizioni di lavoro sane e sicure, investimenti pubblici a favore dell'istruzione, della formazione e della qualificazione, rispetto dei diritti dei lavoratori e rafforzamento del diritto dei lavoratori all'informazione, alla consultazione e alla partecipazione per quanto riguarda le questioni legate allo sviluppo sostenibile ed efficace rappresentazione dei lavoratori; invita gli Stati membri a perseguire tali obiettivi;
12. rammenta che la revisione della strategia dell'UE in materia di salute e sicurezza dovrebbe tenere conto dei rischi specifici nei nuovi settori, ove del caso;
13. sottolinea che la capacità di anticipare i cambiamenti nell'occupazione richiede una gestione proattiva della trasformazione e una migliore raccolta di dati di elevata qualità sulle esigenze presenti e future del mercato del lavoro, che veda il coinvolgimento degli istituti d'istruzione superiore europei, e che è essenziale una pianificazione a lungo termine per garantire un'efficace transizione e un aumento dell'occupazione; pone l'accento sul ruolo fondamentale svolto dalle autorità locali e regionali nella transizione verso un'economia più verde nell'ambito dell'istruzione, delle infrastrutture, del sostegno alle imprese locali e della creazione di occupazione stabile con remunerazioni disciplinate da contratti collettivi o da altri strumenti consentiti a norma della legislazione nazionale; sostiene che il dialogo sociale è un elemento essenziale della gestione della trasformazione; invita la Commissione, gli Stati membri, i governi regionali e locali e le parti sociali ad assumersi le proprie responsabilità e ad affrontare tale sfida collettivamente, tenendo conto del principio di sussidiarietà;
14. osserva che il ruolo delle parti sociali nella transizione verso un'occupazione verde è andato gradualmente aumentando negli ultimi anni, ma ricorda che occorre compiere ulteriori sforzi per instaurare un dialogo sociale duraturo e sostenibile che contribuisca a far fronte alle sfide poste dal passaggio a un'economia competitiva, a basse emissioni di carbonio e più efficiente in termini di gestione delle risorse;
15. sottolinea l'importanza dei governi nazionali nel promuovere il dialogo sociale settoriale, in particolare nelle nuove industrie verdi emergenti e nell'assicurare il coinvolgimento delle PMI;
16. sottolinea che alcune regioni si trovano a dover affrontare più sfide di altre a causa della concentrazione geografica di industrie inquinanti ad alta intensità energetica e di risorse o di livelli più elevati di povertà o disoccupazione; chiede agli Stati membri e ai governi regionali e locali sostenuti dall'Unione europea di collaborare con le parti sociali e di attuare collettivamente tabelle di marcia per una giusta transizione, compresi i meccanismi di solidarietà per una transizione socialmente equa e verde delle proprie economie locali e regionali, fornendo nel contempo sostegno alle comunità e ai lavoratori colpiti dal cambiamento, nonché riducendo l'insicurezza dovuta al trasferimento dei posti di lavoro e assicurando che la richiesta di nuove competenze professionali sia soddisfatta;
17. sottolinea che le autorità locali possono svolgere un ruolo essenziale nel promuovere la crescita occupazionale nell'economia verde e la creazione di posti di lavoro più dignitosi e inclusivi attraverso:
–
gli investimenti verdi,
–
la leva degli appalti pubblici, incluso l'utilizzo di clausole sociali e ambientali negli appalti pubblici,
–
la creazione di partenariati, anche con gli istituti di formazione, per meglio soddisfare la richiesta di competenze professionali sul mercato del lavoro locale,
–
il sostegno alle PMI verdi e alla trasformazione in PMI più verdi,
–
la creazione di programmi di occupazione verde inclusivi in grado di garantire che anche i gruppi vulnerabili possano trarre vantaggio dall'economia verde;
18. richiama l'attenzione sull'importanza dimostrata dell'impegno dei dirigenti e dei lavoratori per assicurare la loro fondamentale partecipazione nella realizzazione di tali cambiamenti attraverso un partenariato sociale; raccomanda la partecipazione dei "rappresentanti verdi" dei sindacati affinché collaborino con i datori di lavoro per rendere più ecologica l'economia e aumentare la sostenibilità nei luoghi di lavoro; invita gli Stati membri a fornire un sostegno mirato alle iniziative congiunte lavoratore-datore di lavoro per rendere più ecologiche le industrie;
19. ritiene che debbano essere sviluppati progetti pilota a sostegno di alcuni di questi obiettivi;
20. accoglie favorevolmente l'impegno della Commissione di ricorrere a programmi mirati di mobilità nel quadro del programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) per promuovere la mobilità delle persone in cerca di lavoro;
Competenze per l'occupazione verde
21. accoglie con favore gli strumenti per lo sviluppo delle competenze e la previsione di quelle richieste, quali proposti dalla Commissione; evidenzia che lo sviluppo delle competenze dovrebbe favorire l'aumento delle competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, particolarmente utili in un'economia; sottolinea tuttavia che sono necessari azioni e investimenti più ambiziosi; ritiene che per prevedere le future richieste in termini di competenze è necessario coinvolgere pienamente a ogni livello tutti i soggetti interessati del mercato del lavoro;
22. invita gli Stati membri a collaborare con la Commissione per istituire una banca dati che elenchi i corsi di formazione e le offerte di impiego legate all'occupazione verde, allo scopo di migliorare la qualità delle informazioni, la consulenza e l'orientamento disponibili a livello di opportunità professionali e competenze necessarie per trarre vantaggio dalle possibilità lavorative offerte da un'economia sempre più ecologica;
23. invita la Commissione a garantire che la raccolta dei dati sia effettuata in tutti i settori verdi, compresi quelli attualmente trascurati, quali i trasporti pubblici e il commercio al dettaglio; chiede altresì alla Commissione, nell'assistere gli istituti nazionali di statistica e i servizi pubblici per l'impiego (SPI) e nel promuovere il ricorso a strumenti di modellazione quantitativa, di integrare una prospettiva di parità di genere nella raccolta dei dati su tutti i settori dell'occupazione verde;
24. chiede alla Commissione di includere una prospettiva di genere nello sviluppo di nuove attività di raccolta, disaggregazione e analisi dei dati, come il lavoro svolto con lo strumento econometrico FIDELIO o con soggetti interessati quale la conferenza internazionale degli statistici del lavoro;
25. sottolinea l'esigenza di rivolgere maggiore attenzione alla necessità di colmare le lacune in termini di competenze, promuovendo il loro sviluppo;
26. invita la Commissione a contribuire allo sviluppo delle competenze aggiornando le qualifiche e i relativi programmi di studio e di formazione a livello dell'Unione;
27. invita la Commissione a promuovere un maggiore utilizzo dei sistemi di classificazione, come ad esempio ESCO, per individuare le carenze in termini di competenze;
28. sottolinea l'importanza di un miglioramento delle sinergie fra sistemi d'istruzione e nuovi posti di lavoro verdi emergenti, attraverso un coordinamento più efficace tra gli istituti d'istruzione e le associazioni dei datori di lavoro e altre organizzazioni competenti;
29. invita gli Stati membri, i governi regionali e le autorità locali ad adottare e attuare, in collaborazione con le parti sociali e i formatori, strategie per lo sviluppo e la previsione delle competenze con l'obiettivo di migliorare quelle generiche, settoriali e specifiche dell'occupazione; sottolinea altresì l'importanza di partenariati e rapporti di fiducia tra gli istituti d'istruzione, le imprese, le parti sociali e le autorità;
30. osserva che tali strategie dovrebbero includere una valutazione approfondita del tipo e del livello di lavori verdi da creare, nonché delle competenze e conoscenze necessarie, onde prevedere e individuare competenze mancanti, programmi di formazione professionale mirati e programmi di formazione continua incentrati sulla ricerca della giusta corrispondenza fra competenze e opportunità professionali, onde aumentare l'occupazione; sottolinea la necessità di includere attivamente nelle strategie sia i lavoratori in esubero sia quelli scarsamente qualificati che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro, assicurando che abbiano accesso a programmi di specializzazione mirati, accessibili e gratuiti;
31. osserva che, secondo il CEDEFOP, adeguare i programmi di studio e includere la consapevolezza ambientale, con un riferimento allo sviluppo sostenibile e all'efficienza delle imprese, sono soluzioni migliori rispetto a proporre nuovi programmi di formazione;
32. incoraggia gli Stati membri e le autorità regionali e locali a integrare lo sviluppo sostenibile e le competenze e le capacità ambientali nei sistemi di formazione e di istruzione, in particolare rafforzando i sistemi di IPF (istruzione e formazione professionale) e incoraggiando i centri di ricerca a elaborare tecnologie, progetti e brevetti per prodotti verdi, in collaborazione con le nuove imprese verdi; favorisce lo scambio di idee fra centri di ricerca e reti di imprese e professionisti; ricorda l'importanza delle competenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico e la necessità di assicurare che un numero sempre maggiore di donne studi queste discipline;
33. sollecita una strategia ambiziosa mirata a creare posti di lavoro sostenibili, anche per affrontare la discrepanza tra le competenze e le richieste con particolare attenzione per le competenze richieste da un'economia verde;
34. invita gli Stati membri a sfruttare lo sviluppo di questo settore per creare apprendistati altamente qualificati, al fine di fornire ai giovani competenze e formazione specifiche e contribuire a far fronte agli elevati livelli di disoccupazione giovanile;
35. invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto durante la fase di transizione all'economia verde anche dell'esigenza di una migliore partecipazione delle donne e delle ragazze all'accesso alla formazione continua, in particolare nei settori in cui è elevato il potenziale di creazione di posti di lavoro verdi, quali scienze, ricerca, ingegneria, tecnologia digitale e nuove tecnologie, con l'obiettivo di rafforzare la posizione sociale delle donne, rimuovere gli stereotipi di genere e garantire posti di lavoro pienamente corrispondenti alle esigenze e alle competenze specifiche delle donne;
36. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a includere sistematicamente la prospettiva dell'uguaglianza di genere nella definizione, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche per la creazione di posti di lavoro verdi a tutti i livelli, allo scopo di assicurare che vengano garantite pari opportunità, tenendo conto delle difficoltà da superare per creare posti di lavoro verdi nelle zone rurali; invita gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad adoperarsi maggiormente per consentire la piena partecipazione delle donne all'elaborazione delle politiche, al processo decisionale e all'attuazione di una strategia per l'occupazione verde che includa le competenze verdi;
37. chiede alla Commissione di aprire un dibattito pubblico promuovendo il concetto di "educazione allo sviluppo sostenibile", con particolare attenzione all'istruzione delle ragazze e delle donne; invita gli Stati membri e la Commissione a promuovere politiche che incoraggino una maggiore partecipazione delle donne allo studio delle discipline STEM e di quelle imprenditoriali, e a collegare l'agenda per i posti di lavoro verdi all'emancipazione delle donne attraverso gli studi; chiede misure che incoraggino la partecipazione delle donne all'istruzione e formazione professionale (IFP) e promuovano le opportunità di apprendimento permanente nei settori verdi;
38. invita la Commissione ad adottare una strategia Europa 2015-2020 per la parità di genere che tenga conto degli obiettivi della strategia Europa 2020 per il tasso di occupazione nella prospettiva di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
39. sottolinea la necessità di un'azione mirata da parte delle autorità e dei servizi pubblici, che dovrebbe coinvolgere tutti gli attori del mercato del lavoro, incluse le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, per colmare tale lacuna di competenze; chiede agli Stati membri e alle autorità regionali e locali di predisporre meccanismi per formare il personale dei servizi e delle autorità occupazionali affinché integrino le competenze per l'occupazione verde nelle politiche del mercato del lavoro ed elaborino strumenti per la valutazione degli effetti di tale formazione; sottolinea quanto sia importante che gli istituti d'istruzione europei compiano maggiori sforzi nell'adottare programmi uniformi che soddisfino le esigenze di un'economia più verde e del mercato del lavoro in generale;
40. invita gli Stati membri a istituire un contesto normativo che incoraggi l'innovazione nell'economia verde;
Coerenza politica per sviluppare pienamente il potenziale di occupazione delle economie sostenibili
41. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare quadri di riferimento normativi, fiscali e finanziari ambiziosi, a lungo termine e integrati per investimenti sostenibili e per incoraggiare l'innovazione, sfruttando così appieno il potenziale di occupazione di tali cambiamenti; segnala che devono essere elaborate politiche in un quadro di scenari di lungo termine che comprendano obiettivi nonché indicatori per misurare i progressi nel conseguimento di tali obiettivi;
42. sottolinea che il coordinamento tra la Commissione e i ministeri competenti a livello nazionale è importante per creare un quadro onnicomprensivo e unitario per il cambiamento, in modo da dedicare l'attenzione necessaria agli effetti distributivi della transizione;
43. osserva che il successo o il fallimento dell'Iniziativa per favorire l'occupazione verde dipende dal livello di ambizione degli obiettivi vincolanti della Commissione in relazione alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica e dagli investimenti nelle tecnologie per le fonti rinnovabili e i programmi di efficienza energetica intrapresi dagli Stati membri;
44. sottolinea che la Commissione e gli Stati membri possiedono le competenze necessarie per elaborare politiche coerenti che promuovano la produzione di energie rinnovabili e la crescente efficienza energetica al fine di stimolare lo sviluppo locale e la creazione di posti di lavoro locali; sottolinea che gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica diventeranno la principale fonte di occupazione in Europa negli anni a venire;
45. ricorda che l'autonomia energetica a livello territoriale rimane uno degli obiettivi a lungo termine delle politiche economiche ed energetiche dell'Unione europea; sottolinea inoltre che è assolutamente necessario tenere conto della dimensione territoriale degli investimenti, poiché essa contribuisce alla realizzazione degli obiettivi delle politiche dell'Unione europea in materia di coesione territoriale e di una buona sinergia tra le zone rurali e quelle urbane;
46. plaude in tal senso all'inclusione da parte della Commissione di posti di lavoro dignitosi nel mandato negoziale dell'UE per il vertice COP 21 di Parigi, sulla base dell'accordo di Cancun del 2010 e successive iniziative; invita la Commissione ad assicurare che un'agenda di "transizione giusta" resti come elemento della sua posizione negoziale;
47. invita l'UE e gli Stati membri a definire obiettivi vincolanti di risparmio ed efficienza energetici e a sostenere i certificati bianchi in quanto strumento per agevolare il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico dell'UE; sollecita gli Stati membri ad attuare pienamente e a far rispettare la direttiva sull'efficienza energetica nonché a continuare a impegnarsi per raggiungere quantomeno gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti per il 2030;
48. sostiene gli impegni dell'UE a ricercare una transizione equa e globale verso un'economia verde inclusiva in collaborazione con altri partner internazionali;
49. invita gli Stati membri a rispettare pienamente e ad attuare le nuove disposizioni della normativa riveduta dell'UE sugli appalti pubblici e a valutare l'opportunità di introdurre criteri ambientali e sociali nelle proprie politiche per le gare d'appalto pubbliche al fine di promuovere la creazione di posti di lavoro nell'economia verde; sottolinea che sussistono ancora incertezze giuridiche da chiarire riguardo al ricorso a clausole sociali e ambientali negli appalti pubblici;
50. invita la Commissione ad attivarsi a favore di una rinnovata attività di riparazione che creerebbe nuovi posti di lavoro per loro stessa natura ecologici;
51. invita gli Stati membri a sostenere il contributo dei servizi pubblici ad una giusta transizione verso un'economia sostenibile, in particolare assicurando proattivamente che i servizi come le comunicazioni, l'energia, i trasporti, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche siano forniti in maniera sostenibile;
52. condanna fermamente il ritiro del pacchetto legislativo sull'economia circolare, le cui disposizioni avrebbero contribuito alla creazione di 180 000 posti di lavoro nell'UE solo nel settore della gestione dei rifiuti; invita pertanto la Commissione a onorare, nel rispetto della competenze degli Stati membri, il suo impegno volto a proporre al più presto una revisione della normativa sui rifiuti finalizzata alla riduzione a monte, alla definizione di nuovi obiettivi di riciclaggio e alla ridefinizione dei criteri di calcolo del materiale effettivamente riciclato;
53. invita, altresì, la Commissione a valutare l'introduzione di criteri volti a incentivare le imprese che hanno un ciclo di smaltimenti dei rifiuti virtuoso e sostenibile per l'ambiente;
54. riconosce che il collegamento della produzione agricola sostenibile con il monitoraggio e la protezione della biodiversità nelle aziende agricole e successivamente il ricorso all'etichettatura intelligente dei prodotti agricoli per indicarne l'impatto ambientale, al fine di stimolare la domanda di prodotti rispettosi della biodiversità da parte dei consumatori, presentano un notevole potenziale per l'occupazione verde nelle aree rurali dell'UE;
55. osserva che la gestione sostenibile delle foreste presenta un effettivo potenziale in termini di creazione di posti di lavoro oltre a contribuire attivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla protezione della biodiversità;
56. chiede alla Commissione di impiegare il semestre dell'UE e la revisione della strategia Europa 2020 per sostenere la creazione di posti di lavoro verdi; invita la Commissione a elaborare raccomandazioni specifiche per paese atte a dare un contributo a una maggiore occupazione e un'impronta ecologica minore e chiede altresì che siano realizzati studi dettagliati e indipendenti sui benefici e i costi dello spostamento del carico fiscale (ad esempio, dal lavoro alle imposte ambientali) e sollecita la cancellazione progressiva di sovvenzioni entro il 2020;
57. sottolinea che dette raccomandazioni potrebbero comprendere una conversione dal lavoro ad altre fonti e che detto spostamento fiscale dovrebbe essere mirato a modificare i comportamenti inquinanti, ma non deve comportare ripercussioni sui sistemi previdenziali o incidere in modo sproporzionato sulle persone a basso reddito;
58. chiede alla Commissione e agli Stati membri di eliminare progressivamente le sovvenzioni dirette e indirette dannose per l'ambiente, incluse quelle a favore dei combustibili fossili; invita la Commissione a mettere a punto modelli che possano essere attuati dagli Stati membri e permettano di spostare la tassazione dal lavoro all'inquinamento ambientale, nonché a tenere conto dell'impatto ambientale dei beni e dei servizi in linea con il principio "chi inquina paga"; chiede alla Commissione di rivolgere agli Stati membri raccomandazioni specifiche per paese che possano contribuire agli sforzi volti a promuovere l'occupazione verde e a ridurre l'impronta ecologica; invita inoltre la Commissione a integrare attivamente nel semestre europeo le considerazioni in materia di ambiente e clima, al fine di sostenere la creazione di posti di lavoro verdi;
59. invita gli Stati membri a introdurre esenzioni fiscali e/o sussidi mirati a favore delle start-up, delle microimprese e delle piccole e medie imprese che forniscono prodotti e servizi ad elevato valore aggiunto ambientale, incluso un ridotto tenore complessivo di carbonio;
60. invita la Commissione e gli Stati membri a una maggiore coerenza e coesione delle politiche e al rafforzamento degli impegni politici al massimo livello in relazione ad altri aspetti collegati, quali la tassazione delle transazioni finanziarie e la lotta alla frode e all'evasione fiscale;
61. invita la Commissione a rinnovare il proprio impegno a favore della strategia Europa 2020 e a pubblicare la sua revisione intermedia senza indugi e in ogni caso entro il 2015; invita la Commissione a confermare gli obiettivi del semestre europeo, tenendo in conto il quadro di valutazione degli squilibri macroeconomici e il riesame della strategia Europa 2020; invita la Commissione a proporre obiettivi sociali e ambientali più ambiziosi per il 2030 e il 2050; sottolinea che un monitoraggio accurato, metodologicamente fondato e condiviso dei posti di lavoro verdi potrebbe inoltre aiutare gli Stati membri a valutare l'efficacia delle proprie politiche in materia ambientale e occupazionale e a rafforzare gli strumenti sviluppati a livello europeo per verificare i progressi e monitorare gli orientamenti a favore dell'occupazione nel contesto della strategia Europa 2020.
62. pone l'accento sulle opportunità offerte dal pacchetto Clima ed energia 2030 in termini di creazione di posti di lavoro e sul ruolo futuro della legislazione ambientale nel conseguire gli obiettivi ambientali a lungo termine dell'UE e nel creare occupazione e crescita verde;
63. invita la Commissione a considerare l'innovazione come pietra angolare dell'industria europea e a sviluppare strategie attive atte ad assicurare che la transizione sociale sia ben gestita e che i benefici siano condivisi in tutta Europa; chiede alla Commissione e agli Stati membri di sostenere la nascita di nuove catene d'approvvigionamento e reti industriali per l'utilizzo efficiente delle risorse, beni e servizi, attraverso una politica industriale sostenibile e incentivi per la trasformazione del mercato;
64. pone l'accento sulla necessità che gli Stati membri preparino le proprie economie in vista di un futuro efficiente sotto il profilo delle risorse e dell'energia e a basse emissioni di carbonio, tenendo conto allo stesso tempo del possibile rischio di rilocalizzazione dei posti di lavoro e delle emissioni di CO2 a causa dell'impatto delle politiche climatiche;
65. invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzate la cooperazione internazionale nel settore del coordinamento della politica ambientale globale al fine di prevenire il trasferimento della produzione industriale al di fuori dall'UE e la rilocalizzazione delle emissioni di CO2;
66. invita la Commissione a presentare quanto prima la proposta di riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) tenendo conto della necessità di proteggere le industrie esposte a un rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di CO2;
67. chiede alla Commissione di tenere conto dell'occupazione verde nell'attuazione dell'Unione dell'energia;
Investimenti nella creazione di posti di lavoro sostenibili
68. sottolinea l'esigenza di attuare la giusta combinazione di interventi sulla domanda e l'offerta, combinando la creazione di posti di lavoro con politiche attive per il mercato del lavoro, specifiche per le esigenze dei diversi mercati locali;
69. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere, anche nel contesto del Fondo europeo per gli investimenti strategici, investimenti di qualità volti a creare benefici sociali come posti di lavoro di qualità sostenibili, la parità di genere, l'istruzione di qualità e l'innovazione per promuovere la transizione verde e contrastare la povertà energetica; invita la Commissione e gli Stati membri a concentrare gli investimenti in settori con un impatto positivo sul mercato del lavoro al fine di creare posti di lavoro sostenibili con copertura previdenziale e contrastare la disoccupazione; sottolinea che i progetti finanziati devono contribuire alla strategia Europa 2020 in modo quantificabile; sottolinea, in tale contesto, che la creazione di posti di lavoro nei settori verdi ha continuato a registrare un saldo positivo durante il periodo di recessione;
70. sottolinea il fatto che investire nell'efficienza energetica può promuovere la creazione di posti di lavoro locali e lo sviluppo economico locale e ridurre la povertà energetica e inoltre che garantire l'efficienza energetica per gli edifici è il modo più efficiente dal punto di vista dei costi per offrire soluzioni a lungo termine per la povertà energetica, che colpisce circa 125 milioni di cittadini in Europa e un importante elemento atto a garantire un uso più efficiente dell'energia europea e la creazione di posti di lavoro; ribadisce che in detto contesto occorre assolutamente provvedere alla sicurezza degli edifici; invita la Commissione a presentare quanto prima la sua iniziativa di "finanziamento intelligente per gli edifici intelligenti";
71. raccomanda di considerare gli obiettivi di investimento nell'ambito climatico, delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica come importanti principi guida dell'azione politica;
72. invita a non sostenere attività che hanno impatti ambientali e sociali negativi, poiché minano la coerenza politica necessaria per massimizzare il potenziale occupazionale dei posti di lavoro verdi;
73. raccomanda che gli investimenti di qualità in servizi pubblici chiave come le comunicazioni, i servizi energetici, i trasporti, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche siano mirati al fine di sostenere procedure per gli appalti pubblici sostenibili e l'integrazione delle competenze verdi;
74. invita gli Stati membri a utilizzare appieno le possibilità offerte dal quadro di riferimento giuridico per i Fondi strutturali e d'investimento europei e altre fonti di finanziamento dell'UE al fine di promuovere progetti sostenibili che favoriscano l'occupazione verde e a rendere i finanziamenti e gli strumenti finanziari dell'UE quanto più facilmente accessibili per le autorità locali, con norme chiare e dirette e soglie minime di finanziamento raggiungibili;
75. invita la Commissione e gli Stati membri a considerare la possibilità di sfruttare la revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) successiva alle elezioni del 2016 quale opportunità per promuovere la transizione più verde delle nostre economie;
76. osserva che è disponibile il sostegno del FES per l'economia verde e la crescita dell'occupazione e incoraggia i governi nazionali e i relativi servizi nazionali a considerare un utilizzo più attivo di questi finanziamenti per promuovere la creazione di posti di lavoro verdi economicamente giustificati e sostenibili;
77. osserva che alcuni Stati membri hanno compiuto notevoli progressi nel rendere più ecologica l'economia e sollecita l'Unione e gli Stati membri a intensificare lo scambio di idee, conoscenze, esperienze e pratiche migliori in materia e a garantire una transizione armoniosa;
78. invita gli Stati membri e il settore privato a utilizzare strumenti quali Ecodesign, Ecolabel, EMAS e gli appalti verdi (GPP), in quanto permettono di sostenere l'economia verde e possono pertanto concorrere alla creazione di posti di lavoro verdi; invita la Commissione a fornire una serie di strumenti di orientamento onde creare condizioni di mercato favorevoli alla piena adozione di questi strumenti volontari;
79. invita gli Stati membri a prestare maggiore attenzione all'attuazione di sistemi di gestione ambientale e di audit ambientale sulla base delle norme europee (ISO 14000);
Piccole e medie imprese (PMI)
80. sostiene gli obiettivi del piano d'azione verde per le PMI e le azioni dirette alle PMI, inclusa l'istituzione di un centro di eccellenza per l'efficienza energetica che fornisca consulenza e assistenza alle PMI che cercano di migliorare le proprie prestazioni in termini di efficienza delle risorse, per sostenere l'imprenditoria verde, per sfruttare le opportunità di catene del valore verdi e per favorire l'accesso al mercato per le PMI e le microimprese verdi; ritiene che le attività di sensibilizzazione e l'assistenza tecnica siano fondamentali per consentire alle PMI di partecipare attivamente all'economia circolare;
81. ricorda che le PMI hanno un potenziale enorme in termini di creazione di occupazione, in particolare per i giovani, e di promozione di un sistema duale di formazione professionale e apprendistato;
82. riconosce la potenzialità del FEIS nell'agevolare lo sviluppo di attività a elevato grado di innovazione ambientale e sociale da parte delle microimprese e delle piccole e medie imprese;
83. ricorda che i dati Eurobarometro sui lavori verdi nelle PMI dimostrano che il risparmio energetico come pure la riduzione dei rifiuti e delle materie prime sono diventati economicamente vantaggiosi;
84. invita la Commissione a promuovere nuovi modelli economici, come le imprese cooperative, per migliorare l'efficienza dei processi di produzione e distribuzione, adottare soluzioni innovative per risparmiare risorse e offrire prodotti e servizi maggiormente sostenibili;
85. rileva che le PMI possono creare crescita e occupazione soltanto qualora opportunità di incentivazione favorevoli siano disponibili attraverso l'economia verde;
86. invita la Commissione ad assicurare che gli incentivi verdi per le PMI abbiano un utile impatto laddove sono più necessari;
87. osserva che le PMI e le microimprese sono fattori essenziali per la creazione di posti di lavoro in Europa; sottolinea che le PMI e le microimprese si trovano ad affrontare particolari sfide al momento di sfruttare le opportunità di occupazione di una transizione verde, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e alla formazione nonché per colmare le lacune di competenze; invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere azioni ambiziose per fornire supporto al fine di agevolare la creazione di posti di lavoro verdi nelle PMI e le microimprese, tra cui informazioni mirate, sensibilizzazione, assistenza tecnica e accesso ai finanziamenti e a misure per la formazione;
88. sottolinea che una catena del valore più verde, che preveda la rifabbricazione, la riparazione, la manutenzione, il riciclaggio e la progettazione ecocompatibile, può offrire notevoli opportunità commerciali per molte PMI;
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89. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.