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Procedura : 2017/2598(RSP)
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RC-B8-0183/2017

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Giovedì 16 marzo 2017 - Strasburgo
Priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017
P8_TA(2017)0089RC-B8-0183/2017

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2017 sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017 (2017/2598(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e le Convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani, nonché i relativi protocolli facoltativi,

–  vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (CDU),

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite,

–  vista la sua raccomandazione del 7 luglio 2016 al Consiglio sulla 71ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite(1),

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, tra cui le sue risoluzioni d'urgenza del 2016 su Etiopia, Corea del Nord, India, Crimea, Hong Kong, Kazakhstan, Egitto, Repubblica democratica del Congo, Pakistan, Honduras, Nigeria, Gambia, Gibuti, Cambogia, Tagikistan, Vietnam, Malawi, Bahrein, Myanmar/Birmania, Filippine, Somalia, Zimbabwe, Ruanda, Sudan, Thailandia, Cina, Brasile, Russia, Tibet, Iraq, Indonesia, Repubblica centrafricana, Burundi, Nicaragua, Kuwait e Guatemala,

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2015 e sulla politica dell'Unione europea in materia(2),

–  visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–  vista la relazione annuale 2015 del CDU all'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

–  visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono elementi fondanti dell'unità e dell'integrità europee; che il rispetto dei diritti umani va integrato in tutte le politiche dell'Unione;

B.  considerando che l'Unione europea è fermamente impegnata a favore del multilateralismo e degli organi delle Nazioni Unite per quanto concerne la promozione e la protezione dei diritti umani;

C.  considerando che le sessioni ordinarie del CDU, la nomina di relatori speciali, il meccanismo della revisione periodica universale (UPR) e le procedure speciali riguardanti situazioni nazionali specifiche o questioni tematiche contribuiscono alla promozione e al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite

1.  plaude al lavoro svolto dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e dal suo Ufficio (OHCHR); ricorda l'impegno dell'UE a continuare a sostenerne e difenderne l'integrità, l'indipendenza e il funzionamento; valuta positivamente il ruolo svolto dall'OHCHR nel far progredire la cooperazione tra i meccanismi internazionali e regionali in materia di diritti umani e nell'individuare soluzioni per accrescere il ruolo degli "accordi regionali" relativamente alle norme universali sui diritti umani;

2.  è del parere che l'efficacia e la credibilità del CDU dipendano dall'impegno concreto dei suoi membri a proteggere tutti, in tutti i paesi, da qualsiasi violazione dei diritti umani, conformemente alle convenzioni internazionali sui diritti umani, promuovendo l'universalità, l'imparzialità, l'obiettività, la non selettività, il dialogo costruttivo e la cooperazione; esorta ad evitare la polarizzazione nelle discussioni in seno al CDU e incoraggia il dialogo costruttivo;

3.  invita gli Stati a garantire l'accesso al proprio territorio agli esperti indipendenti del CDU, ai relatori speciali e agli esperti dell'OHCHR affinché possano indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani e a impegnarsi in modo costruttivo per correggere la situazione, nonché a onorare gli impegni assunti relativamente alle convenzioni sui diritti umani e a offrire piena cooperazione nel quadro delle procedure speciali del CDU;

4.  incoraggia tutti gli Stati ad adottare misure concrete per dare seguito alle raccomandazioni formulate nel quadro dell'UPR e a rimediare alle carenze istituendo un meccanismo di attuazione e seguito, comprendente anche la messa a punto di piani d'azione nazionali e di meccanismi nazionali di coordinamento;

5.  ricorda che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nell'eleggere i membri del CDU, ha l'obbligo di tenere conto del rispetto, da parte dei candidati, della promozione e della tutela dei diritti umani, dello Stato di diritto e della democrazia; accoglie con favore la decisione con cui il CDU ha chiesto che il proprio comitato consultivo prepari una relazione per valutare i progressi realizzati quanto alla definizione di accordi regionali e subregionali per la promozione e la tutela dei diritti umani; invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire che le rispettive modalità di voto riflettano la pari importanza dei diritti, nonché a migliorare il coordinamento delle posizioni dell'UE in proposito; chiede con forza che l'Unione parli con una sola voce e raggiunga una posizione comune nelle votazioni in seno al CDU;

6.  ribadisce l'importanza di garantire un impegno attivo e costante dell'UE nei meccanismi per i diritti umani delle Nazioni Unite, in particolare nella terza commissione, nell'Assemblea generale e nel CDU, per migliorare la sua credibilità; sostiene gli sforzi compiuti dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), dalle delegazioni dell'UE a New York e a Ginevra e dagli Stati membri per accrescere ulteriormente la coerenza dell'UE sulle questioni dei diritti umani a livello di Nazioni Unite;

Priorità tematiche

7.  sottolinea l'importanza del ruolo che le ONG impegnate per i diritti umani e i difensori dei diritti umani rivestono nella promozione e nella tutela di tali diritti; evidenzia che i diritti umani e le libertà fondamentali devono essere protetti in tutte le diverse forme in cui si declinano, anche nel contesto delle nuove tecnologie; condivide le preoccupazioni del CDU in merito alle segnalazioni di minacce e rappresaglie contro i membri di organizzazioni della società civile e ONG che hanno cooperato con il CDU nel processo dell'UPR;

8.  esprime profonda preoccupazione per i numerosi e crescenti tentativi di ridurre lo spazio della società civile e dei difensori dei diritti umani, anche attraverso l'adozione di leggi antiterrorismo; condanna qualsiasi atto di violenza, vessazione, intimidazione o persecuzione contro i difensori dei diritti umani, gli informatori, i giornalisti e i blogger, sia online che offline; invita tutti gli Stati a promuovere e garantire un ambiente sicuro e favorevole in cui le ONG, la società civile, i giornalisti e i difensori dei diritti umani possano operare in modo autonomo e senza ingerenze, rivolgendo un'attenzione particolare a tutti i gruppi vulnerabili; fa nuovamente appello agli Stati che hanno adottato norme restrittive nei confronti delle organizzazioni indipendenti impegnate per i diritti umani, invitandoli ad abrogare tali norme;

9.  ritiene che mezzi di comunicazione liberi, indipendenti e imparziali costituiscano uno dei capisaldi fondamentali di una società democratica, nella quale il dibattito pubblico ha un ruolo cruciale; appoggia l'appello a favore della nomina, presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, di un rappresentante speciale per la sicurezza dei giornalisti; chiede che in tutti i consessi internazionali siano affrontati i temi della libertà di espressione online, delle libertà digitali e dell'importanza di una rete libera e aperta; chiede la riduzione del divario digitale, un accesso illimitato all'informazione e alla comunicazione, nonché un accesso a Internet privo di censure;

10.  ricorda che il diritto alla libertà di riunione e di associazione continua a costituire un serio problema; plaude vivamente al lavoro del relatore speciale per i diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Maina Kiai; invita tutti gli Stati a tenere in debita considerazione le sue relazioni;

11.  esorta tutti gli Stati a ratificare rapidamente i protocolli facoltativi del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) e del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), che istituiscono meccanismi di denuncia e indagine;

12.  si oppone a qualsiasi forma di discriminazione o persecuzione su qualsiasi base o per qualsiasi ragione, quali la razza, il colore, la lingua, la religione o il credo, l'identità di genere e l'orientamento sessuale, l'origine sociale, la casta, la nascita, l'età o la disabilità; appoggia l'impegno dell'UE nel quadro delle pertinenti procedure speciali, tra cui il nuovo esperto indipendente sulla protezione dalla violenza e dalla discriminazione fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere; invita l'UE a continuare attivamente a promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione e a combattere la violenza e la discriminazione, quali ne siano le vittime;

13.  esprime preoccupazione per il fatto che molte persone, individualmente o come categoria, subiscono violazioni del loro diritto alla libertà di religione o di credo da parte di organi dello Stato e di attori non statali, il che è fonte di discriminazione, disuguaglianza e stigmatizzazione; ricorda la necessità di combattere l'intolleranza e la discriminazione fondate sulla religione o sul credo per garantire il rispetto di altri diritti umani interdipendenti, come il diritto alla libertà di espressione;

14.  chiede che l'UE si adoperi per tutelare maggiormente le minoranze etniche e religiose da persecuzioni e violenze e per ottenere l'abrogazione delle leggi che, facendo della blasfemia o dell'apostasia un reato, fungono da pretesto per perseguitare le minoranze religiose ed etniche e i non credenti; invita a sostenere il lavoro del relatore speciale per la libertà di religione o di credo;

15.  chiede fermamente che l'UE continui a mantenere una posizione di totale intransigenza nei confronti della pena di morte e ad adoperarsi ulteriormente per rafforzare il sostegno transregionale alla prossima risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite relativa a una moratoria sulla pena di morte; plaude alla decisione adottata nel 2015 dalla Repubblica del Congo, dalle Figi e dal Madagascar di abolire la pena di morte per tutti i reati; deplora la ripresa delle esecuzioni in alcuni paesi, tra cui Bangladesh, Bahrain, Bielorussia, Ciad, India, Indonesia, Kuwait, Oman e Sud Sudan; deplora altresì l'aumento segnalato del numero di sentenze capitali emesse, in particolare, in Cina, Egitto, Iran, Nigeria, Pakistan e Arabia Saudita; ricorda alle autorità di questi paesi che essi sono firmatari della Convenzione sui diritti del fanciullo, la quale vieta categoricamente l'applicazione della pena di morte per reati commessi da persone di età inferiore a 18 anni;

16.  esorta l'UE a pronunciarsi apertamente a sostegno dell'attività delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, le esecuzioni di massa e di altro tipo, comprese quelle per reati connessi alla droga, e chiede al SEAE di intensificare, a tutti i livelli di dialogo e in tutte le sedi, le azioni dell'UE nella lotta contro le esecuzioni sommarie, la tortura e altri maltrattamenti, in linea con gli orientamenti per una politica dell'UE nei confronti dei paesi terzi in materia di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti; invita a procedere alla ratifica universale e all'attuazione effettiva della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e del relativo protocollo facoltativo; sottolinea l'importanza fondamentale di sostenere la prevenzione della tortura, anche attraverso il rafforzamento dei meccanismi nazionali di prevenzione istituiti nel quadro del protocollo facoltativo, nonché di continuare a sostenere la riabilitazione delle vittime di tortura;

17.  esprime profonda preoccupazione per il persistere di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo; sostiene con determinazione la Corte penale internazionale (CPI) quale istituzione fondamentale per perseguire i responsabili e aiutare le vittime a ottenere giustizia, sulla base del principio di complementarietà, nei casi di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra; chiede a tutte le parti di fornire sostegno politico, diplomatico, finanziario e logistico alle attività quotidiane della CPI;

18.  invita l'UE a continuare a rafforzare le attività della CPI; incoraggia un dialogo e una cooperazione solidi tra la Corte, le Nazioni Unite e le sue agenzie nonché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC); invita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad aderire alla CPI ratificando lo Statuto di Roma e ad incoraggiare la ratifica degli emendamenti di Kampala;

19.  condanna con la massima fermezza le gravi e persistenti violazioni dei diritti umani, in particolare quelle perpetrate dall'ISIS/Daesh e gli attacchi di Boko Haram contro i bambini, come pure ogni altro attacco compiuto da organizzazioni terroristiche o paramilitari contro i civili, in particolare donne e bambini; denuncia la frequenza e la portata degli atti di distruzione del patrimonio culturale e chiede di sostenere gli sforzi profusi in questo ambito nei vari consessi delle Nazioni Unite;

20.  condanna la mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario ed esprime profonda preoccupazione per il crescente tasso di danni civili nei conflitti armati in tutto il mondo e per gli attacchi mortali contro ospedali, scuole, convogli umanitari e altri bersagli civili; insiste affinché tali violazioni siano tenute in debita considerazione nei rapporti specifici per paese del CDU e nelle pertinenti revisioni nel quadro del meccanismo UPR;

21.  invita l'UE ad adoperarsi attivamente a favore di un'iniziativa sul riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite, del genocidio delle minoranze etniche e religiose perpetrato dal cosiddetto ISIS/Daesh e per il deferimento alla CPI dei casi di presunti crimini contro l'umanità, crimini di guerra e genocidio; incoraggia un dialogo e una cooperazione solidi tra la Corte, le Nazioni Unite e le sue agenzie nonché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

22.  chiede all'UE di incoraggiare tutti gli Stati a porre i diritti umani al centro delle rispettive politiche di sviluppo e ad attuare la dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo del 1986; si compiace della recente nomina da parte del CDU di un relatore speciale sul diritto allo sviluppo, il cui mandato comprende il contributo alla promozione, alla protezione e al rispetto del diritto allo sviluppo nel contesto dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e di altri accordi internazionali di cooperazione allo sviluppo; sottolinea che i diritti umani per tutti devono essere un elemento trasversale nel conseguimento di tutti gli obiettivi e le finalità dell'Agenda 2030;

23.  invita l'UE a continuare a promuovere la parità tra donne e uomini e a sostenere attivamente l'operato di UN Women e le iniziative di integrazione della dimensione di genere nelle sue attività e nei suoi programmi; sollecita misure di sostegno continuo volte a rafforzare l'emancipazione delle donne e delle ragazze e l'eradicazione di tutte le forme di violenza e discriminazione nei loro confronti, compresa la violenza di genere; chiede con fermezza che l'UE cerchi di attuare iniziative transregionali per la promozione, la tutela e la realizzazione dei diritti delle donne e per la piena ed effettiva attuazione della piattaforma d'azione di Pechino e del programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), come pure che, nello stesso contesto, mantenga il proprio impegno a favore dei diritti sessuali e riproduttivi;

24.  ricorda l'impegno dell'UE a favore dell'integrazione dei diritti umani e delle questioni di genere, in conformità con le storiche risoluzioni 1325 (2000) e 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza; invita l'UE a sostenere a livello internazionale il riconoscimento del valore aggiunto della partecipazione delle donne alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti, alle operazioni di mantenimento della pace, all'assistenza umanitaria nonché alla ricostruzione e alla riconciliazione sostenibile dopo un conflitto;

25.  invita l'UE a continuare a promuovere i diritti dei minori, in particolare contribuendo a garantire l'accesso dei bambini all'acqua, ai servizi igienico-sanitari, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, ivi compreso nelle zone di conflitto e nei campi profughi, ed eliminando il lavoro minorile, il reclutamento di bambini soldato, la privazione della libertà personale, la tortura, la tratta di esseri umani, i matrimoni infantili, precoci e forzati, lo sfruttamento sessuale e le pratiche dannose, quali le mutilazioni genitali femminili; chiede che siano adottate misure volte a sostenere e rafforzare le azioni internazionali realizzate attraverso le Nazioni Unite per porre fine all'impiego di minori nei conflitti armati, e che sia affrontato in modo più efficace l'impatto delle situazioni di conflitto e postbelliche sulle donne e le ragazze; invita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad adempiere i loro obblighi derivanti dal trattato e gli impegni assunti nel quadro della Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata nel 1989, al fine di rispettare i diritti di tutti i minori sotto la loro giurisdizione, a prescindere dal loro status giuridico, e senza discriminazioni di alcun tipo;

26.  sollecita gli Stati a promuovere i diritti delle persone con disabilità, compresa la loro partecipazione paritaria e l'inclusione sociale; chiede a tutti gli Stati di ratificare e attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sulle persone con disabilità;

27.  invita l'UE a collaborare con i partner per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, anche incoraggiando un maggiore numero di Stati ad adottare piani d'azione nazionali e a partecipare ai filoni operativi dei gruppi di lavoro delle Nazioni Unite nonché dell'OHCHR; ribadisce il suo invito a tutti gli Stati e all'UE ad impegnarsi attivamente e in modo costruttivo per l'elaborazione tempestiva di uno strumento giuridicamente vincolante che disciplini, nel diritto internazionale in materia di diritti umani, le attività delle società transnazionali e di altre imprese commerciali in modo da prevenire le violazioni dei diritti umani e, qualora queste si verifichino, garantire le indagini, il risarcimento e l'accesso ai mezzi di ricorso;

28.  accoglie con favore la dichiarazione di New York delle Nazioni Unite sui rifugiati e i migranti, che affronta la questione dei grandi flussi di rifugiati e migranti e ha condotto all'adozione di un patto mondiale su un quadro globale di risposta per i rifugiati, e l'impegno che si applica a migranti e rifugiati al fine di salvare vite, far fronte alle necessità specifiche, contrastare il razzismo e la xenofobia, lottare contro la tratta di esseri umani, garantire parità di riconoscimento e protezione di fronte alla legge, nonché l'inclusione nei piani nazionali di sviluppo; invita tutte le parti interessate a garantire impegno politico, finanziamenti e atti concreti di solidarietà a sostegno della dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti e rammenta che la questione della migrazione dovrebbe continuare ad essere esaminata su scala mondiale e non solo a livello europeo; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assumere un ruolo guida in questi sforzi internazionali e, nel rispetto dei loro obblighi derivanti dal diritto internazionale, a tener fede ai loro impegni per la protezione dei diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati, migranti e di tutti gli sfollati, in particolare le donne, i minori e i gruppi vulnerabili, tra cui le persone con disabilità;

29.  rammenta che il rimpatrio dei migranti dovrebbe avvenire unicamente nel pieno rispetto dei loro diritti e solo quando nei loro paesi sia garantita la tutela dei loro diritti; invita i governi a porre fine agli arresti e alla detenzione arbitrari di migranti, inclusi i minori; invita tutti gli Stati ad adottare misure concrete nell'interesse superiore dei minori rifugiati e migranti, sulla base della Convenzione sui diritti del fanciullo, e a introdurre misure volte a rafforzare i sistemi di tutela dei minori, in particolare attraverso la formazione degli operatori sociali e di altri gruppi professionali nonché in collaborazione con le ONG; invita tutti gli Stati a ratificare e applicare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

30.  sottolinea l'importanza di promuovere l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, compresi i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, in conformità dell'articolo 21 del trattato di Lisbona e delle disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione;

31.  evidenzia la necessità di adottare un approccio basato sui diritti e di integrare il rispetto dei diritti umani in tutte le politiche dell'UE, anche nell'ambito del commercio, degli investimenti, dei servizi pubblici, della cooperazione allo sviluppo e della migrazione, nonché nella politica di sicurezza e di difesa comune;

32.  ricorda che la coerenza interna ed esterna nel settore dei diritti umani è essenziale per la credibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani nelle sue relazioni con i paesi terzi e invita l'UE a rispettare i propri impegni al riguardo;

Bielorussia

33.  esprime profonda preoccupazione per il protrarsi delle limitazioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica; condanna le vessazioni ai danni di giornalisti indipendenti e di opposizione e di attivisti per i diritti umani, nonché la loro detenzione; condanna il persistente ricorso alla pena di morte; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia in occasione della 35a sessione del Consiglio ed esorta il governo a cooperare pienamente con il relatore speciale nonché a impegnarsi ad apportare le riforme da tempo attese per tutelare i diritti umani, attuando, tra l'altro, le raccomandazioni del relatore speciale e altri meccanismi per i diritti umani;

Burundi

34.  esprime massima preoccupazione per il deterioramento della situazione politica e di sicurezza in Burundi e per il crescente numero di persone in fuga dal paese; condanna le violenze perpetrate in Burundi dal 2015, ovvero le uccisioni, le torture e gli atti di violenza mirati contro le donne, ivi compresi lo stupro collettivo e le vessazioni; condanna la detenzione di migliaia di persone, lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di burundesi, le violazioni della libertà di stampa e di espressione nonché la prevalente impunità per tali atti; sostiene la decisione del Consiglio dell'UE, dopo il fallimento delle discussioni avviate a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, di sospendere il sostegno finanziario diretto all'amministrazione burundese, compreso il sostegno di bilancio, mantenendo tuttavia il pieno sostegno finanziario per la popolazione e gli aiuti umanitari attraverso i canali diretti; esprime pieno sostegno all'istituzione di una commissione d'inchiesta sul Burundi per identificare i presunti autori delle violazioni e degli abusi dei diritti umani commessi nel paese, in modo da garantire la totale assunzione di responsabilità; invita l'UE e i suoi Stati membri a fare uso della loro influenza al fine di garantire che il Burundi inizi a cooperare pienamente con la commissione d'inchiesta e con il Consiglio e i suoi meccanismi, avvii un dialogo costruttivo con la commissione d'inchiesta e affronti le gravi preoccupazioni in materia di diritti umani; esorta le autorità burundesi a riconsiderare la loro decisione di ritirarsi dalla CPI;

Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC)

35.  esprime profonda preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani nella RPDC; invita il governo della RPDC ad adempiere agli obblighi che incombono al paese in virtù degli strumenti sui diritti umani di cui è parte e a garantire che le organizzazioni umanitarie, gli osservatori indipendenti per i diritti umani e il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella RPDC abbiano accesso al paese e possano avvalersi della necessaria cooperazione; invita la RPDC a garantire la libertà di espressione e la libertà di stampa per i mezzi d'informazione nazionali e internazionali e a consentire ai suoi cittadini un accesso a Internet non soggetto a censura; condanna fermamente il ricorso sistematico alla pena di morte su vasta scala nella RPDC; invita il governo della RPDC a dichiarare una moratoria su tutte le esecuzioni, in vista di un'abolizione della pena di morte nel prossimo futuro; chiede che i responsabili dei reati contro l'umanità commessi nella RPDC siano chiamati a risponderne, siano condotti a giudizio dinanzi alla CPI e siano oggetto di sanzioni mirate; condanna fermamente i test nucleari ritenendoli una provocazione inutile e pericolosa, nonché una violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e una grave minaccia alla pace e alla stabilità della penisola coreana e della regione dell'Asia nordorientale; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale; chiede che la relazione del gruppo di esperti sia presentata dinanzi all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; raccomanda di includere nella risoluzione le principali raccomandazioni in materia di responsabilità contenute nella relazione degli esperti, tra cui il rafforzamento della capacità dell'Ufficio di Seoul con competenze investigative e di azione penale nonché la nomina di un esperto in giustizia penale al fine di compiere progressi verso l'assunzione di responsabilità;

Repubblica democratica del Congo (RDC)

36.  condanna le gravi violazioni dei diritti umani commesse, in assoluta impunità, dalle forze di sicurezza e chiede che i responsabili siano chiamati a risponderne; chiede in particolare un'indagine approfondita sugli atti di brutale violenza commessi nei confronti dei civili nel Congo orientale, tra cui lo stupro di donne e la riduzione di bambini in schiavitù; chiede un'eventuale proroga del mandato della forza delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace nel Congo orientale; invita il Consiglio a considerare la possibilità di estendere le misure restrittive esistenti, quali le sanzioni mirate dell'UE, tra cui il divieto di viaggio e il congelamento dei beni, nei confronti dei responsabili della violenta repressione e della destabilizzazione del processo democratico nella RDC qualora le violenze tornassero a ripetersi, come previsto dall'accordo di Cotonou; esorta le autorità della RDC ad attuare l'accordo raggiunto nel dicembre 2016 e a indire elezioni entro dicembre 2017, con il sostegno degli attori internazionali; invita il CDU a tenere sotto osservazione la RDC fino a quando non avranno luogo le elezioni e una transizione democratica, e incoraggia l'Ufficio dell'Alto commissario a informare il Consiglio circa la situazione nella RDC, ove del caso, e ad adottare provvedimenti più incisivi se necessario;

Territori georgiani dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia meridionale

37.  continua a nutrire preoccupazione per la libertà di espressione e dei mezzi d'informazione e la mancanza di accesso ai territori dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud, illegalmente occupati dalla Russia e nei quali le violazioni dei diritti umani continuano a essere diffuse; esorta a rafforzare i contatti interpersonali tra il territorio controllato da Tbilisi e le due regioni occupate; invita a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia nonché l'inviolabilità dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale; sottolinea la necessità che i rifugiati e gli sfollati interni possano fare ritorno al luogo dove risiedono permanentemente in condizioni di sicurezza e dignità; esorta il governo della Georgia ad adottare opportune misure al fine di garantire un seguito alle raccomandazioni dell'UPR e la relativa attuazione;

Myanmar/Birmania

38.  esprime profonda preoccupazione per le notizie di violenti scontri nello Stato di Rakhine settentrionale e deplora la perdita di vite umane, di mezzi di sussistenza e di abitazioni nonché l'uso sproporzionato della forza da parte delle forze armate del Myanmar/Birmania; esorta l'esercito e le forze di sicurezza a porre immediatamente fine alle uccisioni, ai soprusi e agli stupri di cui è vittima la popolazione rohingya e agli incendi delle loro abitazioni; insiste affinché il governo e le autorità civili del Myanmar/Birmania pongano immediatamente fine alla discriminazione e alla segregazione della minoranza rohingya; chiede che i diritti della popolazione rohingya siano salvaguardati e che siano garantite la sicurezza, la protezione e l'uguaglianza di tutti i cittadini del Myanmar/Birmania; accoglie con favore la decisione del governo del Myanmar/Birmania di rendere prioritarie la pace e la riconciliazione nazionale; accoglie con favore l'annuncio da parte del governo del Myanmar/Birmania relativo all'istituzione di una commissione d'inchiesta sui recenti episodi di violenza nello Stato di Rakhine; sottolinea la necessità di perseguire i responsabili in modo appropriato e di fornire adeguati mezzi di ricorso alle vittime di violazioni; invita il governo del Myanmar/Birmania a proseguire il processo di democratizzazione del paese e a rispettare lo Stato di diritto, la libertà di parola e i diritti umani fondamentali; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere un nuovo mandato del relatore speciale sul Myanmar/Birmania;

Territori palestinesi occupati

39.  è profondamente preoccupato per il persistere di una situazione di stallo nel processo di pace in Medio Oriente e chiede la tempestiva ripresa di sforzi di pace credibili; esprime preoccupazione per la situazione umanitaria e le violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, come riferito nella sua risoluzione del 10 settembre 2015 sul ruolo dell'UE nel processo di pace in Medio Oriente(3); sottolinea la necessità di un costante impegno dell'UE e degli Stati membri nel monitoraggio dell'attuazione delle risoluzioni del CDU in materia di violazioni e abusi, quale la risoluzione del 3 luglio 2015 dal titolo "Garantire l'assunzione di responsabilità e la giustizia per tutte le violazioni del diritto internazionale nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est"; prende atto delle indagini preliminari della CPI attualmente in corso; ribadisce il suo pieno sostegno alla CPI e al sistema della giustizia penale internazionale; ricorda in tale contesto i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani(4) e invita il SEAE a riferire al Parlamento in merito alla distruzione e al danneggiamento delle strutture e dei progetti finanziati dall'UE; sottolinea che tutte le parti devono continuare a rispettare il cessate il fuoco a Gaza e chiede di porre fine al blocco; invita israeliani e palestinesi a evitare azioni che possano innescare un'ulteriore escalation, tra cui la retorica dell'odio e l'incitamento all'odio nella vita pubblica, nonché misure unilaterali che potrebbero pregiudicare l'esito dei negoziati e minacciare la fattibilità della soluzione basata sulla coesistenza di due Stati; sottolinea che una soluzione duratura al conflitto può essere raggiunta soltanto in un contesto regionale con il coinvolgimento di tutti i pertinenti attori regionali e il sostegno della comunità internazionale;

Sud Sudan

40.  invita tutte le parti ad astenersi dal commettere violazioni dei diritti umani e violazioni del diritto umanitario internazionale, comprese le violazioni che equivalgono a crimini internazionali, come le esecuzioni extragiudiziali, la violenza mirata di stampo etnico, la violenza sessuale nei conflitti, compreso lo stupro, nonché la violenza di genere, il reclutamento e l'impiego di bambini, le sparizioni forzate e gli arresti e la detenzione arbitrari; prende atto che il governo del Sud Sudan ha firmato l'accordo su una tabella di marcia il 16 marzo 2016 e ha successivamente precisato i suoi impegni in merito all'inclusione di altri pertinenti soggetti interessati nel dialogo nazionale e sul fatto di continuare a rispettare le decisioni adottate tra i firmatari dell'opposizione e il meccanismo 7 + 7, il comitato direttivo del dialogo nazionale; insiste sulla necessità che tutte le parti rispettino i loro impegni e chiede un dialogo continuo finalizzato all'istituzione di un cessate il fuoco definitivo; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assumere un maggiore impegno nel sostenere gli sforzi dell'Unione africana per portare la pace in Sud Sudan e al popolo sudanese nella transizione verso una democrazia riformata dall'interno; invita l'UE e i suoi Stati membri a rinnovare il mandato della commissione per i diritti umani nel Sud Sudan e a rafforzarne il ruolo al fine di indagare sulle violazioni dei diritti umani e realizzare una mappatura delle violenze sessuali; sostiene l'integrazione delle sue raccomandazioni in una relazione destinata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza dell'ONU;

Siria

41.  condanna con la massima fermezza le atrocità e le diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse dalle forze del regime di Assad, con il sostegno di Russia e Iran, nonché le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario perpetrate da attori statali e non statali, inclusi gruppi armati terroristici, in particolare ISIS/Daesh, i cui crimini equivalgono ad atti di genocidio, Jabhat Fateh al-Sham/fronte al-Nusra e altri gruppi jihadisti; insiste sulla necessità di continuare a investigare in merito all'uso e alla distruzione di armi chimiche da parte di tutti gli attori in conflitto in Siria e deplora la decisione di Russia e Cina di bloccare una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'uso delle armi chimiche; torna a chiedere che sia concesso un pieno accesso senza ostacoli all'assistenza umanitaria e che siano presi provvedimenti contro i responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, che devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni; appoggia l'iniziativa dell'UE di deferire la questione della situazione in Siria alla CPI ed esorta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad agire in tal senso; appoggia il mandato della COI di svolgere un'indagine speciale su Aleppo, sulla quale dovrebbe riferire entro la 34ª sessione del CDU in marzo, e chiede che tale relazione sia presentata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza;

Ucraina

42.  deplora il fatto che l'aggressione russa in corso abbia causato una drammatica situazione umanitaria nella regione del Donbas, mentre alle organizzazioni umanitarie ucraine e internazionali viene rifiutato l'accesso alle regioni occupate; esprime profonda preoccupazione per le difficili condizioni umanitarie degli oltre 1,5 milioni di sfollati interni; è profondamente preoccupato per le continue violenze sessuali commesse durante il conflitto; esprime la propria profonda inquietudine per le violazioni dei diritti umani perpetrate in Crimea, segnatamente nei confronti dei tatari di Crimea; sottolinea la necessità di un'ulteriore assistenza finanziaria dell'UE per l'Ucraina; ribadisce il suo pieno impegno a favore della sovranità, dell'indipendenza, dell'unità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché della sua scelta libera e sovrana di seguire un percorso europeo; invita tutte le parti a perseguire senza indugio la reintegrazione pacifica della penisola di Crimea occupata nel sistema giuridico ucraino, attraverso il dialogo politico e nel pieno rispetto del diritto internazionale; invita il SEAE e il Consiglio a intensificare le pressioni sulla Federazione russa per consentire l'accesso in Crimea alle organizzazioni internazionali, allo scopo di monitorare la situazione dei diritti umani in considerazione delle gravi violazioni delle libertà fondamentali e dei diritti umani in corso nella penisola, nonché di istituire meccanismi di monitoraggio internazionale permanenti e basati su convenzioni; chiede altresì la piena attuazione dell'accordo di Minsk e sostiene, a tal proposito, la proroga delle sanzioni contro la Russia fino a quando la Crimea non sarà restituita; ricorda che tutte le parti coinvolte nel conflitto sono tenute ad adottare tutte le misure possibili per proteggere la popolazione civile sotto il loro controllo dagli effetti delle ostilità; sostiene e incoraggia il dialogo interattivo previsto nell'ambito del 34° CDU;

Yemen

43.  esprime profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria in Yemen; riafferma il proprio impegno a continuare a sostenere lo Yemen e il popolo yemenita; condanna il fatto che i civili siano presi di mira e si trovino intrappolati in una situazione intollerabile tra le parti belligeranti che commettono violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani; sottolinea che la coscrizione e l'impiego di bambini nei conflitti armati sono rigorosamente vietati dal diritto internazionale in materia di diritti umani e dal diritto internazionale umanitario e possono costituire un crimine di guerra in caso di coscrizione di minori di età inferiore ai quindici anni; invita tutte le parti a rilasciare immediatamente tali bambini e ad astenersi dal reclutarli; esorta tutte le parti ad allentare la tensione e a introdurre immediatamente un cessate il fuoco stabile che conduca a una soluzione politica, inclusiva e negoziata al conflitto; sostiene pienamente, in tale contesto, gli sforzi dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismaïl Ould Cheikh Ahmed, nonché l'attuazione della risoluzione del Consiglio dei diritti umani 33/16 dell'ottobre 2016, nella quale si chiede alle Nazioni Unite di collaborare con la commissione d'inchiesta nazionale indipendente, e appoggia tutti gli sforzi volti a condurre un'indagine internazionale indipendente per porre fine al clima di impunità in Yemen; invita gli Stati membri dell'UE a sostenere gli sforzi attuali esprimendo preoccupazione per le violazioni e gli abusi commessi in Yemen e chiedendo un'indagine approfondita e imparziale al riguardo; invita l'Alto commissario a impiegare il formato d'informazione intersessione in modo da tenere il CDU costantemente informato sui risultati delle sue indagini;

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44.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 71ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Segretario generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

(1) Testi approvati, P8_TA(2016)0317.
(2) Testi approvati, P8_TA(2016)0502.
(3) Testi approvati, P8_TA(2015)0318.
(4) http://www.ohchr.org/documents/issues/business/A.HRC.17.31.pdf

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