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Procedura : 2018/2632(RSP)
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RC-B8-0165/2018

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PV 15/03/2018 - 8.3
CRE 15/03/2018 - 8.3

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PV 15/03/2018 - 10.3

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P8_TA(2018)0081

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Giovedì 15 marzo 2018 - Strasburgo
Omicidi misericordiosi in Uganda
P8_TA(2018)0081RC-B8-0165/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2018 sugli omicidi misericordiosi in Uganda (2018/2632(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 10 dicembre 1948, di cui l'Uganda è firmataria,

–  visto l'accordo di partenariato ACP-CE ("accordo di Cotonou"), in particolare l'articolo 8, paragrafo 4, sulla non discriminazione,

–  vista la Costituzione della Repubblica dell'Uganda,

–  vista la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, adottata il 20 novembre 1989, in particolare gli articoli 2 e 6, che prevedono espressamente il principio della non discriminazione, anche per motivi di disabilità, e il diritto alla vita,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, in particolare l'articolo 32, che sancisce il dovere di tutte le parti di includere le disabilità e le persone con disabilità nei loro sforzi di cooperazione internazionale,

–  viste le ultime risoluzioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sui diritti umani delle persone con disabilità, del 14 aprile e del 14 luglio 2014,

–  visti l'articolo 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), l'articolo 6 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, che vietano qualsiasi forma di discriminazione, nonché gli articoli 21 e 26 di tale convenzione, che sanciscono i diritti delle persone con disabilità,

–  vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sull'inclusione delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo, approvata il 23 novembre 2011,

–  visto il rapporto mondiale sulla disabilità pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dalla Banca mondiale nel giugno 2011,

–  visto il rapporto dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti dell'uomo dell'8 aprile 2016 dal titolo "Committee on the Rights of Persons with Disabilities considers report of Uganda" (la commissione sui diritti delle persone con disabilità esamina il rapporto dell'Uganda),

–  viste le risoluzioni 65/186 e 64/131 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo "Realising the Millennium Development Goals for persons with disabilities towards 2015 and beyond" (raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio relativamente alle persone con disabilità verso il 2015 e oltre),

–  vista la nota orientativa sulla disabilità e lo sviluppo destinata alle delegazioni e ai servizi dell'UE,

–  visti l'Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) adottati a New York il 25 settembre 2015,

–  vista la relazione di riesame dell'Uganda, del 1º luglio 2016, relativa all'attuazione dell'Agenda 2030 dal titolo "Ensuring that no one is left behind" (garantire che nessuno resti indietro), presentata al Forum politico di alto livello delle Nazioni Unite a New York,

–  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2006(1) su disabilità e sviluppo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sull'Uganda,

–  visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che in Uganda l'omicidio misericordioso è una pratica in base alla quale genitori uccidono i figli disabili o li lasciano morire negando loro cibo o cure mediche, nella convinzione che per loro sia meglio morire piuttosto che dover convivere con disabilità dolorose e incurabili;

B.  considerando che l'Uganda non è il solo paese alle prese con questo problema; che molti paesi in via di sviluppo hanno compiuto progressi significativi – seppure parziali – riguardo all'inclusione di persone con disabilità in progetti di sviluppo;

C.  considerando che alcuni genitori confessano che l'omicidio misericordioso è un atto necessario per risparmiare ai bambini disabili profonde sofferenze nella loro vita; che, nonostante le testimonianze di madri o superstiti, la pratica permane un tabù;

D.  considerando che la stigmatizzazione sociale in Uganda è talmente forte che madri e bambini sono reietti dalla comunità, che li considera di scarso rango sociale e impedisce loro di partecipare appieno alla società; che le madri subiscono pressioni affinché uccidano i loro stessi figli dopo anni di sforzi e sacrifici legati all'assistenza a un figlio con disabilità;

E.  considerando che le convinzioni riguardo ai bambini nati con disabilità espongono questi ultimi a un maggiore rischio di violenza e omicidio rispetto ai bambini non disabili; che i bambini con disabilità permangono soggetti a varie forme di violenza, discriminazione ed emarginazione in ragione di atteggiamenti negativi, superstizione, abbandono e norme e pratiche sociali; che la maggiore minaccia per i bambini con disabilità è rappresentata dalle convinzioni errate circa la loro condizione, compresa quella secondo cui la presenza del minore disabile moltiplicherà il numero di bambini affetti da disabilità;

F.  considerando che i clan e le famiglie allargate esercitano un'eccessiva pressione sulle madri, cercando di comprendere le cause della disabilità e incolpandone la madre; che, in alcuni casi, le madri sono state espulse dalla casa del coniuge per aver dato alla luce bambini disabili;

G.  considerando che i medici e gli operatori sanitari non sono in grado di comprendere o spiegare la natura e le cause delle fragilità di tali bambini e che il sistema sanitario non dispone degli strumenti necessari per diagnosticare e trattare molte forme di disabilità che potrebbero essere minimizzate o addirittura eliminate; che negando ai minori con disabilità i diritti di base, tra cui l'accesso alle cure mediche, all'istruzione, all'assistenza e alla riabilitazione, si ostacola seriamente la loro capacità di sviluppare appieno il proprio potenziale;

H.  considerando che l'Uganda è uno dei 162 Stati parte della CRPD; che il paese ha ratificato la Convenzione e il suo protocollo opzionale il 25 settembre 2008 senza riserve; che l'Uganda si è impegnato a garantire alle persone con disabilità gli stessi diritti di cui godono tutti gli altri cittadini;

I.  considerando che nell'aprile 2016 il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha riesaminato il grado di attuazione della CRPD in Uganda e ha formulato le proprie osservazioni conclusive e raccomandazioni, nelle quali "rileva con preoccupazione che le leggi e le politiche in vigore non assicurano la tutela dei diritti dei minori con disabilità" e "si dichiara preoccupato per l'assenza di informazioni sulla situazione dei bambini sordi e sordociechi e sulle misure volte a garantire la loro protezione e inclusione nella società";

J.  considerando che il governo dell'Uganda ha predisposto una serie di norme e politiche generali contenenti disposizioni in materia di disabilità; che il paese dispone di una normativa specifica sulla disabilità; che la definizione di disabilità può variare da un atto legislativo all'altro;

K.  considerando che due dei principali ostacoli all'inclusione delle persone con disabilità nella società ugandese sono la loro invisibilità e l'atteggiamento negativo nei loro confronti; che avere figli con disabilità è motivo di esclusione sociale per le famiglie e in particolare per le madri, in quanto i bambini con disabilità sono considerati un segno di debolezza e una fonte di vergogna per la famiglia;

L.  considerando che nelle zone rurali dell'Uganda esistono poche strutture di sostegno pubbliche per i genitori di bambini disabili, con la conseguenza che le famiglie, e in particolare le madri sole, spesso non riescono a occuparsi in modo adeguato dei propri figli disabili;

M.  considerando che non sono disponibili dati ufficiali dal momento che in Uganda né la polizia né il sistema giudiziario si occupano del fenomeno; che l'assenza di dati rende difficile combattere la pratica dell'omicidio misericordioso;

N.  considerando che il lavoro svolto dai gruppi della società civile e dai difensori dei diritti umani è fondamentale per garantire i diritti dei gruppi emarginati e vulnerabili; che in Uganda le organizzazioni non governative incontrano varie difficoltà e diversi ostacoli nel fornire servizi ai bambini con disabilità e ai loro genitori; che i numerosi pregiudizi relativi ai bambini con disabilità rappresentano una sfida per gli sforzi di sviluppo e le attività degli osservatori per i diritti umani in Uganda;

O.  considerando che le associazioni di persone con disabilità svolgono un ruolo importante nel rappresentare e comunicare gli interessi specifici delle persone con disabilità dinanzi ai politici e al pubblico in generale; che mancano le informazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle pratiche culturali che stigmatizzano le persone con disabilità e ostacolano il loro sviluppo, impedendo loro di godere degli stessi diritti che sono riconosciuti a tutti gli altri membri della società;

1.  condanna con fermezza l'ingiustificabile e disumana uccisione di bambini e neonati con disabilità; esprime la massima preoccupazione per l'omicidio misericordioso praticato nei confronti di bambini disabili in Uganda e in tutti i paesi interessati da tale pratica; esorta a porre fine a tali atti di violenza, crudeltà e tortura contro i bambini;

2.  invita le autorità dell'Uganda e di tutti i paesi in cui sono praticate le uccisioni rituali e l'omicidio misericordioso nei confronti di bambini a impegnarsi a lottare contro le superstizioni nefaste che perpetuano la persecuzione dei bambini;

3.  rammenta che la responsabilità primaria di uno Stato è di proteggere i propri cittadini, compresi i gruppi vulnerabili; ricorda alle autorità ugandesi che sono soggette all'obbligo di rispettare la Costituzione del paese, in particolare gli articoli 21 e 32 e l'articolo 35, paragrafo 1, il quale sancisce che le persone con disabilità hanno diritto al rispetto e alla dignità e che lo Stato e la società devono prendere tutti i provvedimenti appropriati per garantire che realizzino appieno il loro potenziale mentale e fisico;

4.  ricorda il dovere specifico del parlamento ugandese nei confronti delle persone con disabilità, sancito all'articolo 35, paragrafo 2, della costituzione, in virtù del quale il parlamento dovrebbe adottare leggi adeguate per la protezione delle persone con disabilità; invita il governo ugandese a sostenere tutte le azioni intraprese a favore del miglioramento dei diritti civili e umani delle persone con disabilità;

5.  chiede sostegno per le famiglie di persone con disabilità affinché possano crescere i propri figli a casa; invita il governo ugandese a sviluppare in tutto il paese servizi assistenziali di qualità per le famiglie di bambini disabili, con un sostegno finanziario sufficiente e prestazioni per le famiglie affinché possano prendersi cura dei loro figli disabili;

6.  invita le autorità ad assicurare la sensibilizzazione e l'informazione della società sulla situazione delle persone con disabilità, nonché corsi di formazione per fornire sostegno, conoscenza e consulenza per i genitori di minori disabili e i prestatori di assistenza, al fine di agevolare la partecipazione di questi bambini alla vita di comunità;

7.  invita il governo dell'Uganda a garantire che i medici che entrano in contatto diretto con le persone con disabilità e con i loro problemi medici siano adeguatamente formati e sensibilizzati alle esigenze di tali pazienti;

8.  accoglie con favore la creazione nel 2007 della legge sulla commissione per le pari opportunità, che mira a promuovere pari opportunità per i gruppi emarginati, tra cui le persone con disabilità;

9.  accoglie con favore l'istituzione della commissione dell'Uganda per i diritti umani (UHRC), in virtù della costituzione del 1995 della Repubblica dell'Uganda; ricorda che il ruolo di detta commissione è quello, tra l'altro, di creare e mantenere la consapevolezza nella società circa le disposizioni della costituzione in quanto legge fondamentale del popolo ugandese e di monitorare l'ottemperanza del governo agli obblighi internazionali in materia di diritti umani;

10.  invita la commissione dell'Uganda per i diritti umani a elaborare un piano nazionale concreto che guidi la sua funzione di controllo e a promuovere un'interazione più strutturata e istituzionalizzata con tutte le organizzazioni delle persone con disabilità nel paese;

11.  sollecita le autorità a garantire la registrazione alla nascita di tutti i bambini, compresi quelli con disabilità;

12.  invita le autorità ugandesi a intensificare gli sforzi volti ad aumentare la consapevolezza circa i diritti e la dignità dei minori con disabilità in Uganda; sottolinea, in tale contesto, l'importante ruolo dell'istruzione per combattere la stigmatizzazione; sottolinea con forza il ruolo chiave delle associazioni per i disabili nella sensibilizzazione riguardo all'inclusione delle persone con disabilità e alle sfide che essi devono affrontare;

13.  sottolinea che i mezzi di comunicazione dovrebbero svolgere un ruolo più attivo nel contrastare gli stereotipi e promuovere l'inclusione; invita inoltre i decisori internazionali, nazionali e locali ad assicurare e promuovere la sensibilizzazione attraverso i media, le politiche educative e le campagne pubbliche;

14.  esprime profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi fisici contro i difensori dei diritti umani e gruppi della società civile, come il Forum per la sensibilizzazione e la promozione dei diritti umani (HRAPF); esorta le autorità ugandesi a garantire la sicurezza dei difensori dei diritti umani, perseguire nei termini di legge gli attacchi nei loro confronti e a metterli in grado di svolgere il proprio lavoro liberi da ostacoli e minacce;

15.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere gli sforzi del governo, delle ONG e della società civile dell'Uganda volti a formulare e attuare politiche che vertano sulle esigenze e i diritti delle persone con disabilità e si basino sulla non discriminazione e sull'inclusione sociale, nonché sulla parità di accesso all'assistenza sanitaria e ad altri servizi sociali;

16.  chiede uno scambio di buone pratiche tra i paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati; chiede alla Commissione di sviluppare una piattaforma insieme agli altri donatori internazionali al fine di scambiare buone pratiche di inclusione per i bambini con disabilità; invita la Commissione a onorare pienamente i suoi impegni in virtù dell'articolo 32 della CRPD;

17.  chiede all'UE di sfruttare il peso politico fornito dai programmi di aiuto allo sviluppo, in particolare i programmi di sostegno al bilancio, per rafforzare la difesa e la promozione dei diritti umani in Uganda; invita la Commissione a verificare se può essere concessa una migliore assistenza sotto forma di finanziamenti o coordinamento con le istituzioni locali, per migliorare l'assistenza medica ai bambini con disabilità al fine di estendere alle loro famiglie il sostegno di cui è sentita con urgenza la necessità;

18.  sottolinea che è opportuno promuovere le politiche di inclusione in tutte le pertinenti sedi internazionali e delle Nazioni Unite, poiché il tema della disabilità è attualmente assente in molte discussioni internazionali ad alto livello e deve essere collocato in cima all'agenda politica;

19.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente della Repubblica dell'Uganda, al Presidente del parlamento ugandese nonché all'Unione africana e alla sue istituzioni.

(1) GU C 287 E del 24.11.2006, pag. 336.

Ultimo aggiornamento: 31 ottobre 2018Note legali - Informativa sulla privacy