Risoluzione del Parlamento europeo del 17 aprile 2018 sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale (2017/3016(RSP))
Il Parlamento europeo,
– visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del trattato sull'Unione europea (TUE), nonché l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– viste la Dichiarazione e la Piattaforma d'azione di Pechino, adottate in occasione della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi nel 1995, in particolare la problematica "Donne e media",
– visto il documento finale, del 16 dicembre 2015, della riunione ad alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla revisione generale dell'attuazione dei risultati del vertice mondiale sulla società dell'informazione,
– visto l'Impegno strategico della Commissione a favore della parità di genere 2016-2019,
– viste la comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 intitolata "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192) e la revisione intermedia dell'attuazione di tale strategia intitolata "Un mercato unico digitale connesso per tutti" (COM(2017)0228),
– visti il secondo pilastro della strategia per il mercato unico digitale presentata dalla Commissione, che mira a creare un contesto favorevole e parità di condizioni per lo sviluppo delle reti digitali e di servizi innovativi, e il terzo pilastro di detta strategia, inteso a promuovere una società digitale inclusiva nella quale i cittadini abbiano le competenze necessarie per cogliere le opportunità offerte dalla rete e aumentare le loro possibilità di trovare lavoro,
– visto il quadro per l'istruzione e la formazione 2020,
– visti lo studio della Commissione dal titolo: "ICT for work: Digital skills in the workplace" (TIC per il lavoro: le competenze digitali sul posto di lavoro) e la comunicazione della Commissione, del 10 giugno 2016, dal titolo "Una nuova agenda per le competenze per l'Europa – Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l'occupabilità e la competitività" (COM(2016)0381),
– vista l'analisi approfondita dal titolo "Empowering Women on the Internet" (Emancipazione delle donne su Internet), pubblicata dalla direzione generale delle Politiche interne nell'ottobre 2015(1),
– vista la relazione della Commissione del 1° ottobre 2013 dal titolo "Women active in the ICT sector" (Donne attive nel settore delle TIC),
– visto lo studio dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) del 26 gennaio 2017 dal titolo "Gender and Digital Agenda" (Genere e agenda digitale europea),
– vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore(2),
– vista la sua risoluzione del 12 marzo 2013 sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea(3),
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sull'agenda digitale per la crescita, la mobilità e l'occupazione: è ora di cambiare marcia(4), in particolare la "Grande coalizione sulle competenze e le occupazioni digitali",
– vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sull'applicazione della direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego(5),
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2016 sull'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne nell'era digitale(6),
– vista l'interrogazione alla Commissione sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale (O-000004/2018 – B8-0010/2018),
– visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la digitalizzazione ha rivoluzionato e modificato fondamentalmente il modo in cui le persone accedono all'informazione e forniscono informazione, comunicano, socializzano, studiano e lavorano, creando nuove possibilità di partecipazione al dibattito pubblico e politico, alla formazione e al mercato del lavoro e dischiudendo nuove prospettive per una vita all'insegna dell'autodeterminazione, con enormi potenzialità economiche per l'Unione europea e il resto del mondo; che la digitalizzazione ha un impatto non solo sui mercati, ma anche sulla società nel suo insieme;
B. considerando che la società dell'informazione, guidata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), comporta opportunità immense per la generazione e distribuzione della ricchezza e della conoscenza;
C. considerando che, in tutto il mondo, le donne come gruppo demografico hanno meno probabilità di essere online rispetto agli uomini; che il 68 % degli uomini e il 62 % delle donne utilizzano il computer e Internet regolarmente; che il 54 % degli uomini, rispetto al 48 % delle donne, utilizza Internet su dispositivi mobili; che il 33 % degli uomini installa autonomamente i software sui dispositivi, rispetto a solo il 18 % delle donne; che il 41 % degli uomini consulta i programmi radiofonici e televisivi online, rispetto al 35 % delle donne; che il 47 % degli uomini accede a servizi bancari online, rispetto al 35 % delle donne; che il 22 % degli uomini vende prodotti in rete, rispetto a solo il 17 % delle donne; che il 20 % degli uomini acquista prodotti online, rispetto al 13 % delle donne;
D. considerando che modelli di comunicazione digitali hanno contribuito alla creazione di condizioni favorevoli a una maggiore diffusione di discorsi di odio e minacce nei confronti delle donne, e che il 18 % delle donne in Europa ha subito forme di molestia online fin dall'adolescenza; che la portata delle minacce, incluse quelle di morte, nei confronti delle donne si è aggravata; che la consapevolezza sociale riguardante le forme digitali di violenza rimane insufficiente; che varie forme di violenza online non sono ancora state pienamente prese in considerazione dal quadro giuridico;
E. considerando che solo il 2 % di tutte le donne nel mercato del lavoro è impiegato in posti di lavoro tecnici, professionali e scientifici, rispetto al 5 % degli uomini; che in Europa solo il 9 % degli sviluppatori sono donne, solo il 19 % degli alti dirigenti nel settore delle TIC e della comunicazione è di sesso femminile (rispetto al 45 % in altri settori dei servizi) e che le donne rappresentano solo il 19 % degli imprenditori in tali settori (rispetto al 54 % in altri settori dei servizi);
F. considerando che vi è un notevole divario di genere per quanto riguarda l'accesso alle opportunità professionali e di apprendimento connesse alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e alle competenze informatiche;
G. considerando che il sessismo e gli stereotipi di genere costituiscono un grave ostacolo all'uguaglianza tra uomini e donne e ampliano ulteriormente il divario di genere nel settore digitale, rendendo difficile per le donne il completo sviluppo delle loro capacità quali utenti, innovatrici e creatrici;
H. considerando che gli impieghi, non soltanto all'interno del settore delle TIC, richiedono sempre più spesso un certo livello di competenze informatiche e alfabetizzazione digitale, e questa tendenza potrebbe accentuarsi in futuro a fronte di un più ampio spettro di competenze digitali necessarie per la maggior parte delle occupazioni e dei posti di lavoro vacanti;
I. considerando che il miglioramento delle competenze digitali e dell'alfabetizzazione informatica presenta un'opportunità unica per migliorare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando l'accesso all'istruzione e alla formazione e facilitando l'inserimento nel mercato del lavoro non solo delle donne e delle ragazze, ma anche delle persone con esigenze particolari, quali le persone con disabilità e gli abitanti delle zone rurali e remote distanti dai centri urbani; che la digitalizzazione del mondo del lavoro può presentare alcune sfide che devono essere affrontate; che l'aumento della presenza delle donne nel settore delle TIC, che è uno dei settori meglio retribuiti, potrebbe contribuire alla loro emancipazione e indipendenza finanziaria, riducendo al contempo il divario retributivo di genere totale e rafforzando l'indipendenza economica delle donne; che solo il 16 % circa dei quasi otto milioni di persone che lavorano nel settore delle TIC in Europa è costituito da donne;
J. considerando che la digitalizzazione offre nuove opportunità di imprenditoria femminile, tra cui l'imprenditorialità digitale su piccola scala, che spesso non richiede ingenti capitali iniziali, e aziende create nel quadro dell'economia sociale, che rafforzano l'inclusione sociale; che occorre sostenere l'imprenditoria digitale femminile dato che si tratta di uno dei settori in più rapida crescita e prosperi dell'economia, in grado di offrire numerose opportunità di innovazione e crescita, e le donne costituiscono solo il 19 % degli imprenditori in questo settore;
K. considerando che l'ingresso di un maggior numero di donne nel settore delle TIC farebbe crescere un mercato in cui si prevede una carenza di manodopera e nel quale la partecipazione paritaria delle donne si tradurrebbe in un aumento del PIL dell'Unione dell'ordine di circa 9 miliardi di EUR l'anno; che allo stato attuale le donne sono fortemente sottorappresentate in termini di lauree nel campo delle TIC, dove costituiscono appena il 20 % dei laureati, e che solo il 3 % del totale delle donne laureate si laurea nel settore delle TIC; che le donne affrontano notevoli difficoltà a inserirsi e rimanere nel settore delle TIC; che, essendo l'ambiente di lavoro nel settore delle TIC in prevalenza maschile, con solo un 30 % della forza lavoro costituito da donne, molte donne decidono di abbandonare il settore pochi anni dopo il completamento degli studi universitari; che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro digitale diminuisce con l'età; che le donne sotto i 30 anni con un diploma nell'ambito delle TIC rappresentano il 20 % del settore, rispetto al 15,4 % delle donne tra i 31 e i 45 anni e il 9 % delle donne oltre i 45 anni di età;
L. considerando che, secondo lo studio dal titolo "Women active in the ICT sector" (Donne attive nel settore delle TIC), da qui al 2020 l'Europa si troverà a far fronte a una carenza di 900 000 lavoratori nel settore TIC; che il settore delle TIC è in rapida crescita e genera circa 120 000 nuovi posti di lavoro ogni anno;
M. considerando che il settore delle TIC è caratterizzato da una particolarmente marcata segregazione verticale e orizzontale e da un divario tra il titolo di studio delle donne e la loro posizione in detto settore; che meno del 20 % degli imprenditori nel settore delle TIC è costituito da donne; che la maggior parte (54 %) delle donne nel settore delle TIC occupa posizioni peggio retribuite e meno qualificate e soltanto una ridotta minoranza (8 %) di esse occupa posizioni di ingegnere informatico altamente qualificato; che le donne sono altresì sottorappresentate nel processo decisionale in tale settore, dove solo il 19,2 % degli addetti del settore delle TIC ha donne come superiori, rispetto al 45,2 % in altri settori;
N. considerando che le donne dai 55 anni di età in poi sono a forte rischio di disoccupazione e inattività sul mercato del lavoro, visto che il tasso medio di occupazione delle donne di età compresa tra i 55 e i 64 anni nell'UE nel 2016 si attestava solo al 49 %, rispetto al 62 % degli uomini; che il basso livello di alfabetizzazione informatica e competenza digitale amplifica il rischio; che il miglioramento e l'investimento nelle competenze digitali delle donne dai 55 anni di età in su migliorerebbero le loro opportunità di lavoro e offrirebbero una certa protezione contro l'esclusione dal mercato del lavoro;
O. considerando che, secondo i dati Eurostat del 2014, un numero maggiore di donne (42,3 %) rispetto agli uomini (33,6 %) prosegue gli studi fino al livello di istruzione superiore, ma che le donne sono presenti maggiormente nelle discipline umanistiche rispetto a quelle scientifiche; che appena il 9,6 % delle studentesse impegnate nell'istruzione terziaria segue un corso di studi relativo alle TIC, rispetto al 30,6 % degli uomini; che le donne continuano a essere fortemente sottorappresentate in iniziative come Code Week, ITC for Better Education, lo Startup Europe Leaders Club e la Grande coalizione per l'occupazione nel settore digitale, che puntano a promuovere ulteriormente l'istruzione digitale e le competenze digitali;
P. considerando che la scarsa partecipazione di donne e ragazze ai corsi di studi nel campo delle TIC e successivamente nel lavoro è il risultato di una complessa interazione di stereotipi di genere che cominciano fin dall'infanzia e dai primi anni di scuola e continuano nella vita professionale;
1. invita la Commissione a sfruttare e a orientare più efficacemente l'agenda digitale e la strategia per il mercato unico digitale al fine di far fronte al grave divario di genere nel settore delle TIC e di favorire la piena integrazione delle donne nel settore, soprattutto per quanto riguarda le professioni in ambito tecnico e delle telecomunicazioni, nonché di promuovere l'istruzione e la formazione delle donne e delle ragazze nel campo delle TIC e in altre discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM);
2. accoglie con favore le misure volte a sostenere l'integrazione e la partecipazione delle donne nella società dell'informazione previste dall'impegno strategico a favore della parità di genere 2016-2019; invita la Commissione ad attuare le misure intese a ridurre i divari di genere in materia di retribuzioni, salari e pensioni, contrastando così la povertà tra le donne, e a privilegiare la promozione dell'occupazione femminile nel settore delle TIC, la lotta agli stereotipi di genere e il sostegno alla parità di genere a tutti i livelli e in tutte le tipologie di istruzione, anche per quanto riguarda le scelte di studio e di carriera condizionate dal genere, coerentemente alle priorità stabilite nel quadro Istruzione e formazione 2020;
3. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a collaborare apertamente, nell'ambito del quadro strategico per l'istruzione e la formazione 2020, nella ricerca di soluzioni e nella condivisione delle migliori prassi in materia di istruzione digitale precoce che siano inclusive nei confronti delle ragazze, anche per quanto concerne le competenze informatiche e di programmazione, nonché, per le fasi successive del percorso formativo, nell'attuazione di programmi volti ad aumentare la quota di donne che decide di dedicarsi alle discipline STEM e si laurea in tali ambiti, in quanto ciò consentirebbe alle donne di ottenere un accesso completo ai servizi elettronici in condizioni di parità con gli uomini e di trarre vantaggio dalle opportunità di impiego previste per ingegneri ed esperti informatici;
4. invita l'UE e gli Stati membri a sviluppare, sostenere e attuare le azioni promosse dalle Nazioni Unite e dai relativi organismi, in particolare nel quadro della dichiarazione e della piattaforma d'azione di Pechino e del vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS), anche in relazione ai curricola scolastici, al fine di adoperarsi per l'emancipazione femminile nell'era digitale a livello europeo e globale;
5. invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare il divario di genere nel settore delle TIC sottolineando l'interesse commerciale per la diversità e creando maggiori incentivi per le imprese e per le donne, come ad esempio modelli di riferimento, programmi di tutoraggio e percorsi di carriera, al fine di rafforzare la visibilità delle donne; incoraggia gli Stati membri a sostenere e adottare misure volte, tra l'altro, a sviluppare contenuti online che promuovano la parità di genere, a promuovere l'accesso alle TIC e il loro impiego in quanto strumenti per contrastare la discriminazione di genere, ad esempio nell'ambito della violenza di genere, nonché a conseguire l'equilibrio tra lavoro e vita privata;
6. accoglie con favore il piano d'azione dell'UE per il 2017-2019 – Affrontare il problema del divario retributivo di genere (COM(2017)0678); evidenzia la necessità di rafforzare il rispetto del principio della parità di retribuzione a parità di lavoro per donne e uomini, ancorato al TUE, e invita la Commissione a porre in atto le iniziative previste dall'azione II del piano nell'ottica di attrarre un maggior numero di donne verso le professioni STEM; segnala che, secondo l'EIGE, ciò potrebbe consentire di colmare il divario retributivo di genere entro il 2050, in ragione della maggiore produttività delle professioni STEM;
7. invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a disposizione risorse finanziarie e a migliorare l'accesso alle risorse esistenti al fine di promuovere e sostenere le imprenditrici, in particolare nel quadro della trasformazione digitale dell'industria, onde garantire che qualsiasi società, indipendentemente dalle sue dimensioni, dal settore in cui opera o dalla sua ubicazione in Europa, possa beneficiare delle innovazioni digitali; sottolinea, in tal contesto, che i poli dell'innovazione digitale, fondamentali per favorire la trasformazione digitale, dovrebbero dedicare un'attenzione specifica alle imprenditrici e alle start-up i cui titolari sono donne; invita la Commissione ad affrontare in modo esauriente e globale il divario di genere nell'ambito del processo di digitalizzazione;
8. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'apprendimento permanente, nonché la formazione e i programmi che contribuiscono a favorire l'adattamento o la preparazione a un eventuale cambiamento di carriera in base alla crescente domanda di competenze digitali in molti settori diversi, prestando particolare attenzione alle donne oltre i 55 anni di età, specialmente quelle con responsabilità di assistenza, nonché alle donne che hanno interrotto la propria carriera o si stanno reinserendo nel mondo del lavoro, al fine di garantire che non rimangano indietro nel contesto della sempre più rapida transizione verso la digitalizzazione e di tutelarle dall'esclusione dal mercato del lavoro;
9. evidenzia l'efficacia dell'uso di Internet per campagne e forum nonché per aumentare la visibilità dei modelli di riferimento femminili, nell'ottica di accelerare il conseguimento della parità di genere; esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere le reti di donne online, che presuppongono un approccio dal basso all'emancipazione femminile;
10. invita la Commissione a promuovere la creazione di reti tra le organizzazioni della società civile e dei professionisti dei media per consentire alle donne di svolgere un ruolo attivo e riconoscere le loro esigenze specifiche nel settore dei media;
11. evidenzia il ruolo cruciale della società civile nella governance di Internet; invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare in modo costruttivo con le organizzazioni della società civile digitale e a sostenerle;
12. incoraggia tutte le autorità e gli attori della società civile a sostenere l'introduzione e l'attuazione di servizi elettronici e competenze e forme di lavoro digitali che possano favorire l'equilibrio tra lavoro e vita privata nelle nostre società, evitando al contempo che le donne siano sottoposte a un doppio onere; invita la Commissione e gli Stati membri a individuare le opportunità e le sfide della digitalizzazione, anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro, quali le forme di occupazione instabili e i problemi di salute mentale connessi al lavoro;
13. sottolinea l'importanza di garantire l'integrazione della dimensione di genere nel settore dell'istruzione tramite la promozione dell'alfabetizzazione digitale e della partecipazione di donne e ragazze all'istruzione e alla formazione in materia di TIC, inserendo la programmazione, i nuovi media e le nuove tecnologie nei programmi di studio a tutti i livelli, come pure nell'ambito dell'istruzione extracurriculare, informale e non formale, e in tutte le tipologie di istruzione e formazione, compresa quella rivolta ai docenti, al fine di ridurre ed eliminare le disparità di competenze in ambito digitale e incoraggiare le ragazze e le giovani donne a intraprendere una carriera nel settore delle scienze e delle TIC; segnala l'importanza di un dialogo permanente con le parti sociali per superare il divario di genere in questo settore;
14. esorta gli Stati membri a introdurre nelle scuole uno studio delle TIC adeguato all'età fin dai primi anni, cercando in particolare di invogliare le bambine a sviluppare interesse e talenti nell'ambito digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'istruzione delle bambine nei settori STEM fin dall'infanzia, dato che queste si allontanano prima dalle discipline STEM nel loro percorso formativo a causa degli stereotipi di genere associati a dette materie, della mancanza di modelli di riferimento e della segregazione delle attività e dei giocattoli, aspetti che conducono a una sottorappresentazione delle donne in tali corsi di studio all'università, che si estende poi al posto di lavoro;
15. incoraggia gli Stati membri e la Commissione a promuovere, in particolare attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione, la partecipazione delle donne in settori di attività ritenuti tipicamente "maschili" quali la digitalizzazione; sottolinea la necessità di organizzare iniziative di sensibilizzazione, formazione e integrazione della dimensione di genere che interessino tutti i soggetti coinvolti nella politica della digitalizzazione; evidenzia la necessità di sostenere l'acquisizione di competenze digitali da parte delle donne in settori che non sono incentrati sulle TIC ma che nel prossimo futuro richiederanno competenze digitali;
16. invita la Commissione, gli Stati membri e le aziende a promuovere la parità di genere nelle TIC raccogliendo dati disaggregati per genere sull'utilizzo delle TIC, definendo obiettivi, indicatori e parametri di riferimento per verificare i progressi compiuti in termini di accesso delle donne alle TIC, nonché a promuovere gli esempi di migliori pratiche tra le aziende operanti nel settore delle TIC; invita l'EIGE a raccogliere dati sulle modalità di migliorare l'utilizzo dei servizi digitali a favore delle donne e della parità di genere;
17. sottolinea l'importanza di individuare le sfide poste dall'utilizzo delle TIC e di Internet per commettere reati, formulare minacce o perpetrare atti di vessazione o di violenza contro le donne; esorta i responsabili politici ad affrontare dette questioni in modo appropriato e di adoperarsi per predisporre un quadro che assicuri che le autorità di contrasto siano in grado di gestire efficacemente i reati in ambito digitale; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che le ragazze siano protette dalla pubblicità nell'ambiente digitale che potrebbe indurle a comportamenti dannosi per la loro salute;
18. invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a promuovere campagne volte a sensibilizzare le donne in merito ai vantaggi delle TIC così come ai relativi rischi, nonché a fornir loro l'istruzione e le conoscenze necessarie su come tutelarsi su Internet;
19. sollecita le istituzioni, le agenzie e gli organismi dell'UE, come pure gli Stati membri e le rispettive autorità di contrasto, a cooperare e coordinare concretamente gli interventi volti a contrastare l'uso delle TIC per commettere reati correlati alla tratta di esseri umani, alle molestie e agli atti persecutori online, date la loro natura spesso transfrontaliera e l'importanza fondamentale del coordinamento a livello europeo per perseguire detti reati; invita gli Stati membri a riesaminare il proprio diritto penale per assicurare che siano definite e riconosciute le nuove forme di violenza digitale;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
Analisi approfondita "Empowering Women on the Internet" (Emancipazione delle donne su Internet), Parlamento europeo, direzione generale delle Politiche interne, dipartimento tematico C "Diritti dei cittadini e affari costituzionali", commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, ottobre 2015.