In che modo l’UE ha migliorato le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori

Ecco come l’UE ha migliorato le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori in Europa, dalle ore di lavoro al congedo parentale, dalla salute alla sicurezza sul lavoro.

L’UE ha introdotto una serie di norme in materia di lavoro che assicurano una forte protezione sociale ©AP Images/European Union-EP
Le politiche europee per il mondo del lavoro

L’UE ha introdotto una serie di norme in materia di lavoro che assicurano un alto livello di protezione sociale. Tali norme includono requisiti minimi sui salari e sulle condizioni di lavoro, come l'orario massimo settimanale, tutelano i lavoratori part-time e i lavoratori distaccati, e garantiscono il diritto dei lavoratori a essere informati su aspetti importanti del loro impiego. Queste misure possono essere considerate i fondamenti della dimensione sociale dell'UE.

Le parti sociali (sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro) sono coinvolte nell’elaborazione delle politiche sociali e occupazionali europee, nel cosiddetto “dialogo sociale”, attraverso consultazioni e pareri, e possono anche negoziare accordi su delle questioni specifiche.

Salario minimo


L'UE vuole assicurarsi che tutti i lavoratori abbiano un tenore di vita dignitoso. I deputati hanno adottato nuove regole nel settembre 2022 volte a garantire che i salari minimi nazionali siano adeguati.

I paesi possono utilizzare criteri diversi per valutare se i salari sono adeguati, ad esempio possono confrontare i salari con un paniere nazionale di beni e servizi o con valori di riferimento ampiamente utilizzati come il 60% del salario medio lordo o il 50% del salario medio lordo salario. Le norme mirano anche a promuovere la contrattazione collettiva e far rispettare i diritti dei lavoratori.


Orario lavorativo


L’UE ha introdotto degli standard minimi comuni sulle ore di lavoro che sono validi in tutti gli stati membri. La legislazione europea in materia di lavoro stabilisce diritti individuali per tutti i lavoratori, i quali non devono lavorare più di 48 ore a settimana e hanno diritto ad almeno quattro settimane all’anno di ferie retribuite e a periodi di riposo. Le norme europee coprono anche altri aspetti come il lavoro notturno, il lavoro a turni e il ritmo di lavoro.

L'UE si è impegnata per proteggere i diritti dei lavoratori più vulnerabili ©AP Images/European Union-EP
La digitalizzazione ha portato a nuove forme di impiego, con contratti atipici e lavori non standardizzati

Condizioni di lavoro nelle nuove forme di occupazione

Nel corso degli anni in Europa si è assistito a significativi cambiamenti nel mercato del lavoro, come la digitalizzazione, lo sviluppo di nuove tecnologie e la crescente flessibilità e frammentazione del lavoro. Questi sviluppi hanno generato nuove forme di impiego e un aumento delle posizioni temporanee e dei lavori non standardizzati.

Per proteggere tutti i lavoratori nell’UE e migliorare i diritti di quelli più vulnerabili (assunti con contratti atipici), il Parlamento ha adottato nel 2019 delle nuove norme che introducono diritti minimi sulle condizioni di lavoro.

La legislazione stabilisce misure pdi protezione quali :

  • il limite per la lunghezza del periodo di prova a un massimo di sei mesi
  • l'introduzione della la gratuità dei corsi di formazione obbligatori
  • il divieto di contratti restrittivi

Ad aprile 2024 il Parlamento ha approvato nuove misure per migliorare i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali.

Le norme puntano a:

  • correggere lo status occupazionale dei lavoratori che potrebbero essere stati erroneamente classificati come autonomi
  • regolamentare l'uso di algoritmi e IA per tracciare o gestire i dipendenti, in modo che i lavoratori non possano essere licenziati sulla base di una decisione presa da IA o algoritmi
  • proteggere meglio i dati dei lavoratori, vietando il trattamento dei dati personali e gli scambi con i colleghi 

Sempre più persone lavorano per le piattaforme digitali, dove c'è una linea sottile tra essere un lavoratore autonomo e trovarsi in un lavoro precario senza protezione sociale. I deputati stanno lavorando a regole per determinare correttamente lo stato occupazionale dei lavoratori delle piattaforme in modo che i loro diritti siano protetti.

Il lavoro da casa è cresciuto in modo significativo sulla scia della pandemia di Covid-19, ma quella pratica unita allo sviluppo di strumenti di lavoro digitali ha offuscato la distinzione tra vita professionale e privata. I deputati stanno spingendo per regole chiare che rafforzerebbero il diritto alla disconnessione dal lavoro al di fuori dell'orario di lavoro.

Telelavoro


Sebbene il telelavoro abbia aumentato l'efficienza e la flessibilità per datori di lavoro e dipendenti, ha anche offuscato la distinzione tra lavoro e vita privata. Per garantire che l'uso esteso degli strumenti digitali non ostacoli i diritti dei dipendenti, il Parlamento ha chiesto una legge a livello dell'UE che consenta loro di disconnettersi dal lavoro durante le ore non lavorative senza conseguenze. I deputati vogliono anche standard minimi per il lavoro a distanza.


Diritto all'informazione e alla consultazione.


L’UE desidera inoltre che i lavoratori siano coinvolti nei processi decisionali aziendali e ha stabilito un quadro generale per il diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione.

Le norme europee impongono che, in caso di licenziamenti di massa, i datori di lavoro debbano negoziare con i rappresentanti dei dipendenti.

A livello transnazionale, gli impiegati sono rappresentati dai Comitati aziendale europei. Attraverso questi organi, i lavoratori sono informati e consultati dai loro dirigenti su qualsiasi decisione significativa a livello UE che possa incidere sull’occupazione o sulle condizioni di lavoro. I deputati chiedono un aggiornamento delle regole per rafforzare il ruolo dei comitati aziendali europei.

Salario minimo più basso nell'UE (332,34 € - Bulgaria) e il più alto (2.256,9 - Lussemburgo) durante la prima metà del 2022 in termini di salario mensile lordo.
Salario minimo nell'UE

Salari minimi

Nel 2017 l'UE ha confermato il proprio impegno a garantire un reddito equo per tutti i lavoratori. A seguito di una proposta della Commissione europea, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo nel giugno 2022 sulla prima legislazione dell'UE per salari minimiadeguati.

Le nuove regole richiedono ai paesi dell'UE di assicurarsi che il loro salario minimo legale nazionale consenta uno standard di vita dignitoso. I deputati si aspettano che le regole si tradurranno in una crescita salariale reale e contribuiranno a ridurre la povertà lavorativa e il divario retributivo di genere, poiché quasi il 60% dei salariati minimi nell'UE sono donne.

Salute e sicurezza dei lavoratori


L’Unione europea ha adottato una legislazione nel campo della sicurezza e della salute dei lavoratori che integra e sostiene le iniziative degli stati membri.

La direttiva sulla promozione e il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante le ore lavorative istituisce dei requisiti minimi, si applica in quasi tutti i settori dell’attività pubblica e privata e definisce gli obblighi dei datori di lavoro e dei lavoratori.

Inoltre, ci sono norme precise che riguardano l’esposizione a sostanze tossiche, gruppi di lavoratori (come donne incinta o giovani lavoratori), compiti specifici (come la movimentazione manuale dei carichi) e luoghi di lavoro (come i pescherecci).

La direttiva sulla protezione dei lavoratori dai rischi legati all’esposizione a sostanze cancerogene e mutagene sul lavoro, per esempio, è regolarmente aggiornata con l’introduzione di limiti di esposizione per sostanze specifiche. Nel 2022 gli eurodeputati sono riusciti a far includere le sostanze nocive alla salute riproduttiva nell'ultima revisione della direttiva. Inoltre il Parlamento ha adottato norme specifiche tese a limitare l'esposizione all'amianto sui luoghi lavoro.

Gli Stati membri hanno la possibilità di introdurre standard più restrittivi nel momento in cui integrano la direttiva europea nella legislazione nazionale.

Con l’invecchiamento della forza lavoro e l’innalzamento dell’età pensionabile, il rischio di sviluppare problemi di salute è aumentato. Nel 2018 il Parlamento europeo ha adottato una relazione che propone misure volte a facilitare il rientro sul posto di lavoro dopo un congedo di malattia di lunga durata e facilitare l'inserimento dei malati cronici e dei disabili nella forza lavoro.

L’equilibrio tra lavoro e vita privata e l'uguaglianza di genere


Il Parlamento europeo è sempre stato un convinto difensore dell’uguaglianza tra donne e uomini e promuove la parità di genere in tutte le sue attività.

Per offrire più pari opportunità a donne e uomini e per incoraggiare una migliore condivisione delle responsabilità di assistenza ai propri cari, nel 2019 il Parlamento ha adottato una serie di nuove norme che consentono ai genitori e ai lavoratori che si occupano di parenti gravemente malati di conciliare meglio la loro vita professionale e privata.

La direttiva fissa un minimo di 10 giorni di congedo di paternità, un minimo di 4 mesi di congedo parentale per genitore (di cui 2 non trasferibili) e 5 giorni di congedo all’anno per chi presta assistenza a familiari malati e inoltre prevede modalità di lavoro più flessibili.

I diritti di maternità sono definiti nella direttiva sulle lavoratrici gestanti, che stabilisce la durata minima del congedo di maternità a 14 settimane, con due settimane di congedo obbligatorio prima e/o dopo il parto.

Il Parlamento si impegna inoltre costantemente per ottenere ulteriori misure volte a combattere il divario di retribuzione tra donne e uomini, a ridurre il
divario pensionistico e ha chiesto l’adozione di norme UE per affrontare il mobbing e le molestie sessuali.

Nuove regole concordate dal Parlamento e dal Consiglio nel dicembre 2022 obbligheranno le aziende a divulgare le informazioni sulla retribuzione, il che dovrebbe rendere più facile per i lavoratori confrontare i salari ed esporre i divari retributivi di genere.

Mobilità dei lavoratori nell’UE

Le norme UE sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale degli stati membri garantiscono che i cittadini possano beneficiare pienamente del loro diritto di trasferirsi in un altro paese dell’UE per studiare, lavorare o stabilirsi, ottenendo nel contempo l’assistenza sociale e sanitaria cui hanno diritto. La legislazione dell’UE stabilisce regimi di previdenza sociale per il congedo di malattia, la maternità/paternità, la famiglia, la disoccupazione e simili ed è attualmente in fase di revisione.

La decisione di creare una nuova agenzia europea, l’Autorità europea del lavoro , è stata adottata nel 2019 e ha lo scopo di assistere gli Stati membri e la Commissione nell’applicazione e nell’osservazione del rispetto del diritto comunitario nel settore della mobilità del lavoro e nel coordinamento dei regimi di sicurezza sociale.

I dipendenti possono essere inviati dalla loro azienda in un altro stato membro su base temporanea, per svolgere compiti specifici. Nel 2018, le norme UE sul distacco di lavoratori all'estero sono state riviste per garantire il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo.

Inoltre, per affrontare la disoccupazione e far incontrare ancora meglio la domanda e l’offerta di lavoro in Europa, il Parlamento ha approvato nel 2016 una nuova legge che ristruttura la rete dei Servizi europei per l'impiego (EURES) con una banca dati che raccoglie le persone che cercano lavoro e le offerte di lavoro a livello europeo.

Dialogo sociale


Le parti sociali (sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro) sono coinvolte nell’elaborazione delle politiche sociali e occupazionali europee, nel cosiddetto “dialogo sociale”, attraverso consultazioni e pareri, e possono anche negoziare accordi su delle questioni specifiche.

L'UE auspica un maggior coinvolgimento dei lavoratori nel processo decisionale all'interno della loro azienda. A tal proposito, ha stabilito un quadro generale sui diritti dei lavoratori il quale prescrive che questi vengano informati e consultati.
Le norme dell'UE richiedono che in caso di licenziamenti collettivi, i datori di lavoro debbano negoziare con i rappresentanti dei lavoratori.
A livello transnazionale, i dipendenti sono rappresentati dai Comitati Aziendali Europei. Attraverso questi organismi, i lavoratori sono informati e consultati dalla direzione su qualsiasi decisione significativa a livello dell'UE che possa incidere sull'occupazione o sulle condizioni di lavoro.

Per saperne di più sulle politiche sociali dell’EU, visitate anche questi link: