«Sto arrivando a Pescara»: Luigi Colonna arrestato dopo il reel su Fb

Il 29enne annuncia il ritorno da Catania: era controllato dalle forze dell’ordine

Le armi e le cartucce sequestrate
di Patrizia Pennella
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Giovedì 19 Dicembre 2024, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 11:36

L’OPERAZIONE

PENNE Una goliardata sul web è costata cara al 29enne Luigi Colonna, arrestato dai carabinieri di Penne per detenzione abusiva di armi, dopo che hanno intercettato un reel pubblicato su Facebook. Il giovane, in partenza dall’aeroporto Fontanarossa di Catania, si è ripreso con il telefonino, scrivendo una frase provocatoria: «Verso Pescara, sto arrivando e mo so c...». Alla luce dei suoi precedenti, i carabinieri della compagnia, diretti dal comandante Alfio Rapisarda, hanno fatto irruzione nella casa del fratello, dove Luigi Colonna aveva trovato ospitalità. E qui è saltata fuori la seconda parte della storia: un arsenale composto da due fucili a canne mozze, più munizioni, nascosto nell’intercapedine ricavata in una parete. Dopo l’iniziale resistenza opposta da Matteo Colonna, i carabinieri hanno messo a soqquadro l’appartamento, senza trovare inizialmente nulla di sospetto. Finché non hanno iniziato a spostare i mobili: i militari si sono accorti che una parete della camera da letto aveva una tinteggiatura non uniforme. Aloni di vernice fresca, che lasciano pensare ad un muro rotto e ricoperto di recente. Ma in maniera molto approssimativa. In breve, gli operanti hanno abbattuto il muro di cartongesso a colpi di martello, accorgendosi subito che ci fosse uno spazio vuoto. In mezzo alle macerie, gli agenti hanno fatto la scopert. Ben custoditi in un’intercapedine c’erano due fucili a canne mozze, una discreta dotazione di cartucce (diciotto per la precisione) e anche una pistola lanciarazzi.

L’ENIGMA

Uno dei due fucili rinvenuti nella parete sventrata aveva la matricola abrasa, ovviamente per renderne più complicata l’identificazione. Le canne, sporche di polvere da sparo, provavano che l’arma avesse sparato di recente, ma ora i carabinieri stanno cercando di capire dove ed eventualmente perché sia stato usato l’arsenale. Sulle armi saranno quindi effettuate prove balistiche tese ad accertarne la provenienza e anche l’eventuale utilizzo in azioni criminose. Quest’ultima ipotesi, secondo gli investigatori, potrebbe essere plausibile anche per via dei legami che Luigi Colonna avrebbe intrecciato con alcune realtà criminali siciliane. Le armi erano custodite accuratamente, avvolte in un pezzo di stoffa e avviluppate nel cellophane: il fatto che fossero state murate, tuttavia, non fa pensare alla possibilità che dovessero essere usate in un futuro relativamente prossimo. Resta da stabilire il motivo per cui i fucili e la pistola siano state portate in Abruzzo, ma finora l’unico dato certo è che il 29enne se ne sia attribuito il possesso attraverso il reel pubblicato sui social e, per questo, è stato messo in custodia cautelare nel carcere di Pescara. Al fratello che lo ospitava e che, secondo gli inquirenti, era a conoscenza del fatto che le armi fossero in casa, è stata invece applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari. Tutti e due sono a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida del procedimento precautelare. Luigi Colonna aveva già vissuto per diversi anni a Penne, ma da qualche anno si era trasferito in Sicilia, in un piccolo paese della provincia di Siracusa.

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